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Francesco Seccia – L’amore la quiete e la tempesta
Mostra personale
Comunicato stampa
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Mettere in collegamento tre diverse stili emozionali o semplicemente tre diversi aspetti del modo di gestire la propria gestualità pittorica è stata una sfida a cui non ho saputo sottrarmi, ma anche un modo per mettermi a confronto in tempo reale con tre diverse momenti della mia carriera pittorica.
A prima vista sembrano tre diverse e distinte mostre dalle quali non si evince un filo che le accomuni e un occhio ben allenato a cose artistiche mi potrebbe far notare anche tre modi diversi di manipolare la materia pittorica, tre gestualità che richiedono altrettante sensibilità nel gestirle. Si passa da una rigida e scevra costruzione di nudi dove il controllo emozionale segue percorsi direi quasi obbligati in cui le linee seguono rotte prestabilite e dove l’artista solo interiormente ne reclama e ne proclama una carica dirompente e passionale ad esistere. E dove il tumulto interiore viene dominato a fatica onde essere condotto e incanalato verso lidi in cui pur restando visibile una carica sfrontatamente esplosiva si fa dominare suo malgrado dalle regole della purezza lineare.
Il passaggio tra questi nudi e la pura materia manipolata delle successive opere, si frappongono come linea di demarcazione 10 piccoli lavori in cui disegno, poesia e piccole sculture si fondono creando opere di un genere unico e irripetibile. Ultimi in ordine cronologico sono lavori materici in cui sensibilità cromatica ed estetica si fondono insieme a quella puramente gestuale creando finalmente opere in cui la materia libera di essere manipolata placa la sua forza propulsiva e la sua visceralità e vitalità nel connubio con i vari supporti pittorici.
Questi tre aspetti di lavorare e di gestire il bagaglio emozionale, sono tre aspetti di una stessa interiorità in cui passionalità e amore per l’arte e del proprio vissuto vengono continuamente messi a confronto sperimentando sempre nuove strade che conducano verso quell’unica certezza che è il creare.Uniche fonti di ispirazione, a cui continuamente ci assoggettiamo come la natura e il proprio vissuto sono materia per la nostra anima sia di artisti che di uomini, e mentire alla materia e al segno che tentiamo sempre di dominare e farci dominare sarebbe come mentire a se stessi.
Questo titolo emblematico racchiude in se i tre modi di fare arte in cui credo e mi rispecchio e con cui spesso faccio i conti, tre energie diverse ma della medesima potenza espressiva e della stessa interiorità. Non c’è amore senza quiete e senza tempesta.
A prima vista sembrano tre diverse e distinte mostre dalle quali non si evince un filo che le accomuni e un occhio ben allenato a cose artistiche mi potrebbe far notare anche tre modi diversi di manipolare la materia pittorica, tre gestualità che richiedono altrettante sensibilità nel gestirle. Si passa da una rigida e scevra costruzione di nudi dove il controllo emozionale segue percorsi direi quasi obbligati in cui le linee seguono rotte prestabilite e dove l’artista solo interiormente ne reclama e ne proclama una carica dirompente e passionale ad esistere. E dove il tumulto interiore viene dominato a fatica onde essere condotto e incanalato verso lidi in cui pur restando visibile una carica sfrontatamente esplosiva si fa dominare suo malgrado dalle regole della purezza lineare.
Il passaggio tra questi nudi e la pura materia manipolata delle successive opere, si frappongono come linea di demarcazione 10 piccoli lavori in cui disegno, poesia e piccole sculture si fondono creando opere di un genere unico e irripetibile. Ultimi in ordine cronologico sono lavori materici in cui sensibilità cromatica ed estetica si fondono insieme a quella puramente gestuale creando finalmente opere in cui la materia libera di essere manipolata placa la sua forza propulsiva e la sua visceralità e vitalità nel connubio con i vari supporti pittorici.
Questi tre aspetti di lavorare e di gestire il bagaglio emozionale, sono tre aspetti di una stessa interiorità in cui passionalità e amore per l’arte e del proprio vissuto vengono continuamente messi a confronto sperimentando sempre nuove strade che conducano verso quell’unica certezza che è il creare.Uniche fonti di ispirazione, a cui continuamente ci assoggettiamo come la natura e il proprio vissuto sono materia per la nostra anima sia di artisti che di uomini, e mentire alla materia e al segno che tentiamo sempre di dominare e farci dominare sarebbe come mentire a se stessi.
Questo titolo emblematico racchiude in se i tre modi di fare arte in cui credo e mi rispecchio e con cui spesso faccio i conti, tre energie diverse ma della medesima potenza espressiva e della stessa interiorità. Non c’è amore senza quiete e senza tempesta.
14
novembre 2009
Francesco Seccia – L’amore la quiete e la tempesta
Dal 14 novembre al 31 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
LIBERAMENTE
Pesaro, Via Vincenzo Toschi Mosca, 5/7, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Via Vincenzo Toschi Mosca, 5/7, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
14 Novembre 2009, ore 17
Autore