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The best is yet to come… summer group show
Una collettiva di artisti provenienti dalle gallerie di Lower East Side di New York.
Comunicato stampa
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Una straordinaria collettiva di artisti internazionali saluta l’estate alla Galleria Glance di Torino. 9 artisti provenienti da tutto il mondo e un grandissimo talento italiano prestato all’estero esprimono i diversi stati dell’arte contemporanea attraverso la mostra The best is yet to come…(Il meglio deve ancora venire). Ma il tono sicuro del titolo cela in realtà, e in maniera del tutto ironica, il desiderio di superare la recente crisi economica.
Sarah Bedford, Chris Caccamise, Keltie Ferris, Seonna Hong, Caroline Hwang, Annick Ligtermoet, Saelee Oh, Gosha Ostretsov, Rebecca Saylor Sack e Federico Solmi provengono dalle gallerie di Lower East Side, quartiere di New York diventato recentemente un nuovo luogo di riferimento nel mondo dell’arte contemporanea grazie all’apertura del New Museum. The best is yet to come diventa quindi una sorta di motto di speranza, un’incitazione a non arrendersi e a puntare sulle proprie potenzialità in un momento in cui non c’è più niente di certo, ma tutto è ancora possibile.
In mostra un lavoro di Sarah Bedford (Roundup, 1969) artista di Brooklyn nata e cresciuta in un ranch del Montana. L’infanzia trascorsa in grandi spazi aperti alla ricerca dei tesori nascosti degli esploratori hanno segnato lo stile pittorico di quest’artista che contrassegna le sue tele con una sorta di mappa. La natura non lineare delle sue composizioni incoraggia lo spettatore a ricercare tra gli strati sovrapposti di colore rivivendo un’infantile curiosità. Proseguendo con ordine si passa a Chris Caccamise (New York, 1975) e al suo mondo di piccole sculture - installazioni di carta Bristol meticolosamente smaltate. In perfetto equilibrio tra pop e umorismo Caccamise progetta ogni sua fragile scultura senza ansie da prestazione, ma con l’entusiasmo di chi lavora giocando e al contempo con assoluta maestria. Uno dei suoi lavori, I Need Money, è diventato a dicembre 2008 una sorta di emblema della NADA Fair di Miami, perché considerato un’espressione perfetta della crisi. Olio, acrilico e vernice spray compongono la tecnica di Keltie Ferris (Louisville, 1977), un’altra giovane artista di successo. Astrazioni in cui assumono particolare rilevanza l’illusione spaziale e le scelte cromatiche, pittura traslucida su superfici ruvide insieme a colori metallizzati e luminosi invitano a libere associazioni con l'artificioso stile glam. La mostra prosegue con Seonna Hong (Los Angeles, 1973) californiana di origini coreane la cui pittura sembra provenire dal mondo delle fiabe. Poetica, nostalgica e incisiva al tempo stesso, l’artista è capace di comunicare racconti toccanti ricercando all’interno della propria evoluzione personale e in ambienti familiari. Già vincitrice di un Emmy, la Hong sembra però essere solo all'inizio di una lunga carriera, in piena coerenza con l’ambizioso titolo della mostra. Ritorniamo a Brooklyn con Caroline Hwang giovane artista che con un tocco di stravaganza unisce il mondo della pittura a quello più intimo del ricamo. I suoi fantasiosi collage di stoffa ricreano scene domestiche tra emozioni forti e difficoltà di relazione, tra passione e autocoscienza. L’incursione nella sensibilità artistica femminile continua con Annick Ligtermoet (Amsterdam, 1983) le cui fotografie affrontano con romanticismo il lato dark e poetico della realtà. Obiettivo dell’artista è portare lo spettatore ad uno stato di confusione sviluppando una morbosa curiosità verso immagini che sembrano esser state ritrovate in una soffitta polverosa, che raccontano storie, che evocano misteriose situazioni. Saelee Oh (Los Angeles, 1981) è un’artista che dipinge con tratti delicati e parallelamente si cimenta in complicate costruzioni con pezzi di carta ritagliati. Ma non solo, spesso nell’opera inserisce anche oggetti ed elementi naturali: piante, bastoni e pietre aiutano l’artista a raccontare storie di alienazione e di identità. Artista multimediale Gosha Ostretsov (Mosca, 1967) passa attraverso la satira per commentare visivamente il dispotismo nella Russia post-sovietica. Ostretsov, tra parodia e utopia, crea un mondo parallelo in cui l’artista-supereroe tenta di strappare il controllo al regime che manipola la coscienza di massa. Rebecca Saylor Sack (Framingham, 1979, vive e lavora a Philadelphia) considera i suoi dipinti campi d'azione in cui esprimere le proprie sensazioni corporee. La sua pittura, stratificata e rielaborata direttamente sulla tela, prova diretta dell'azione, vive infatti nel contrasto tra pennellate delicate e altre più decise, fisiche, quasi violente.
E per finire un artista italiano, pur residente a New York: Federico Solmi (Bologna, 1973) talento provocatorio e irriverente molto apprezzato dalla critica internazionale che alla Galleria Glance espone il suo video The Evil Empire insieme ad alcune tavole. Le sue opere si presentano spesso come installazioni realizzate utilizzando differenti linguaggi artistici: dal disegno alla video-animazione, alla scultura meccanica, combinate grazie all’uso di un linguaggio fortemente satirico attraverso cui l’artista crea un ritratto disincantato della società contemporanea. I protagonisti dei suoi lavori, da King Kong al Papa passando per Rocco Siffredi, rappresentati in scenari paragonabili alle ambientazioni dei videogame si scatenano in deliri di onnipotenza creando caos e esasperazione. Ma ai problemi nel portare avanti la propria libertà d’espressione - all’Artefiera di Bologna 2009 la sua installazione della pala d’altare in stile trecentesco costituita da video che fanno parte del ciclo The Evil Empire, aveva suscitato scalpore, tanto da fargli ricevere accuse di vilipendio ad una confessione religiosa ed esposizione di oggetto osceno - si affiancano grandi riconoscimenti internazionali di primo ordine come il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship per la video arte 2009, con cui l’artista è stato appena premiato.
Ogni artista interpreta in The best is yet to come… la propria visione della situazione attuale, la propria reazione alla crisi: c’è chi ironizza sulle proprie paure esorcizzandole (Caccamise), chi unisce il romanticismo ad una visione dark (Ligtermoet), chi evade e immagina un futuro positivo rappresentandolo in modo lirico, quasi fiabesco (Hong, Hwang, Oh e Bedford) e chi giunge all'astrazione (Ferries e Saylor Sack). C’è Gosha Ostretsov – ha appena chiuso alcune personali di successo tra New York e Londra ed è uno degli artisti chiamati a rappresentare la Russia alla Biennale di Venezia. E c’è Federico Solmi che superate le recenti critiche vince il premio Guggenheim. Chi meglio di lui poteva rappresentare la reazione alle difficoltà? Segno che il meglio deve sempre, ancora arrivare.
Sarah Bedford, Chris Caccamise, Keltie Ferris, Seonna Hong, Caroline Hwang, Annick Ligtermoet, Saelee Oh, Gosha Ostretsov, Rebecca Saylor Sack e Federico Solmi provengono dalle gallerie di Lower East Side, quartiere di New York diventato recentemente un nuovo luogo di riferimento nel mondo dell’arte contemporanea grazie all’apertura del New Museum. The best is yet to come diventa quindi una sorta di motto di speranza, un’incitazione a non arrendersi e a puntare sulle proprie potenzialità in un momento in cui non c’è più niente di certo, ma tutto è ancora possibile.
In mostra un lavoro di Sarah Bedford (Roundup, 1969) artista di Brooklyn nata e cresciuta in un ranch del Montana. L’infanzia trascorsa in grandi spazi aperti alla ricerca dei tesori nascosti degli esploratori hanno segnato lo stile pittorico di quest’artista che contrassegna le sue tele con una sorta di mappa. La natura non lineare delle sue composizioni incoraggia lo spettatore a ricercare tra gli strati sovrapposti di colore rivivendo un’infantile curiosità. Proseguendo con ordine si passa a Chris Caccamise (New York, 1975) e al suo mondo di piccole sculture - installazioni di carta Bristol meticolosamente smaltate. In perfetto equilibrio tra pop e umorismo Caccamise progetta ogni sua fragile scultura senza ansie da prestazione, ma con l’entusiasmo di chi lavora giocando e al contempo con assoluta maestria. Uno dei suoi lavori, I Need Money, è diventato a dicembre 2008 una sorta di emblema della NADA Fair di Miami, perché considerato un’espressione perfetta della crisi. Olio, acrilico e vernice spray compongono la tecnica di Keltie Ferris (Louisville, 1977), un’altra giovane artista di successo. Astrazioni in cui assumono particolare rilevanza l’illusione spaziale e le scelte cromatiche, pittura traslucida su superfici ruvide insieme a colori metallizzati e luminosi invitano a libere associazioni con l'artificioso stile glam. La mostra prosegue con Seonna Hong (Los Angeles, 1973) californiana di origini coreane la cui pittura sembra provenire dal mondo delle fiabe. Poetica, nostalgica e incisiva al tempo stesso, l’artista è capace di comunicare racconti toccanti ricercando all’interno della propria evoluzione personale e in ambienti familiari. Già vincitrice di un Emmy, la Hong sembra però essere solo all'inizio di una lunga carriera, in piena coerenza con l’ambizioso titolo della mostra. Ritorniamo a Brooklyn con Caroline Hwang giovane artista che con un tocco di stravaganza unisce il mondo della pittura a quello più intimo del ricamo. I suoi fantasiosi collage di stoffa ricreano scene domestiche tra emozioni forti e difficoltà di relazione, tra passione e autocoscienza. L’incursione nella sensibilità artistica femminile continua con Annick Ligtermoet (Amsterdam, 1983) le cui fotografie affrontano con romanticismo il lato dark e poetico della realtà. Obiettivo dell’artista è portare lo spettatore ad uno stato di confusione sviluppando una morbosa curiosità verso immagini che sembrano esser state ritrovate in una soffitta polverosa, che raccontano storie, che evocano misteriose situazioni. Saelee Oh (Los Angeles, 1981) è un’artista che dipinge con tratti delicati e parallelamente si cimenta in complicate costruzioni con pezzi di carta ritagliati. Ma non solo, spesso nell’opera inserisce anche oggetti ed elementi naturali: piante, bastoni e pietre aiutano l’artista a raccontare storie di alienazione e di identità. Artista multimediale Gosha Ostretsov (Mosca, 1967) passa attraverso la satira per commentare visivamente il dispotismo nella Russia post-sovietica. Ostretsov, tra parodia e utopia, crea un mondo parallelo in cui l’artista-supereroe tenta di strappare il controllo al regime che manipola la coscienza di massa. Rebecca Saylor Sack (Framingham, 1979, vive e lavora a Philadelphia) considera i suoi dipinti campi d'azione in cui esprimere le proprie sensazioni corporee. La sua pittura, stratificata e rielaborata direttamente sulla tela, prova diretta dell'azione, vive infatti nel contrasto tra pennellate delicate e altre più decise, fisiche, quasi violente.
E per finire un artista italiano, pur residente a New York: Federico Solmi (Bologna, 1973) talento provocatorio e irriverente molto apprezzato dalla critica internazionale che alla Galleria Glance espone il suo video The Evil Empire insieme ad alcune tavole. Le sue opere si presentano spesso come installazioni realizzate utilizzando differenti linguaggi artistici: dal disegno alla video-animazione, alla scultura meccanica, combinate grazie all’uso di un linguaggio fortemente satirico attraverso cui l’artista crea un ritratto disincantato della società contemporanea. I protagonisti dei suoi lavori, da King Kong al Papa passando per Rocco Siffredi, rappresentati in scenari paragonabili alle ambientazioni dei videogame si scatenano in deliri di onnipotenza creando caos e esasperazione. Ma ai problemi nel portare avanti la propria libertà d’espressione - all’Artefiera di Bologna 2009 la sua installazione della pala d’altare in stile trecentesco costituita da video che fanno parte del ciclo The Evil Empire, aveva suscitato scalpore, tanto da fargli ricevere accuse di vilipendio ad una confessione religiosa ed esposizione di oggetto osceno - si affiancano grandi riconoscimenti internazionali di primo ordine come il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship per la video arte 2009, con cui l’artista è stato appena premiato.
Ogni artista interpreta in The best is yet to come… la propria visione della situazione attuale, la propria reazione alla crisi: c’è chi ironizza sulle proprie paure esorcizzandole (Caccamise), chi unisce il romanticismo ad una visione dark (Ligtermoet), chi evade e immagina un futuro positivo rappresentandolo in modo lirico, quasi fiabesco (Hong, Hwang, Oh e Bedford) e chi giunge all'astrazione (Ferries e Saylor Sack). C’è Gosha Ostretsov – ha appena chiuso alcune personali di successo tra New York e Londra ed è uno degli artisti chiamati a rappresentare la Russia alla Biennale di Venezia. E c’è Federico Solmi che superate le recenti critiche vince il premio Guggenheim. Chi meglio di lui poteva rappresentare la reazione alle difficoltà? Segno che il meglio deve sempre, ancora arrivare.
30
giugno 2009
The best is yet to come… summer group show
Dal 30 giugno all'otto agosto 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA GLANCE
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Orario di apertura
martedì - sabato 15:30 - 19:30
Vernissage
30 Giugno 2009, 19:00 - 20:30
Ufficio stampa
ADFARM&CHICAS
Autore
Curatore