Dipinge con il palmo della mano a pressione sulla tela, e con le dita stende il colore. Raffigura uomini in conflitto, in dubbio e in lotta con se stessi. Il mezzo busto e l’autoritratto emergono in una sorta di sequenza filmica, con zoomate e singolari tagli prospettici. Chi conosce Troilo lo identifica per il suo bianco e nero vibrante, lo riconosce per il suo gesto pittorico dalla struttura nervosa, volutamente imprecisa che scorre tra i dripping e le macchie di colore bianco nero grigio e avorio.
In anteprima per la mostra a San Gimignano vedremo un Troilo inedito che si avventurerà in tele colorate sperimentando scale cromatiche inusuali.
Più di dieci opere di grandi dimensioni saranno esposte presso la Sala Legno della Galleria Gagliardi. Una mostra di forte carattere che onora il giovane artista, tra i più autorevoli e promettenti nel panorama contemporaneo.
“[…] Senza lo strumento pennello, che altrimenti filtrerebbe ogni sua sensazione, Paolo Troilo entra in contatto con la materia e, come in un transfer, esso stesso diventa materia e colore. Una velocità del gesto, un atto pittorico d’impulso perché non venga persa l’immediatezza del coinvolgimento emotivo..[…] “, tratto dal testo di Isabella Del Guerra in occasione della mostra.“ […] Nelle immagini dipinte sulla tela il protagonista sembra dominato da una violenza emotiva irrefrenabile, quasi una forza oscura che si impossessa di lui all’improvviso e immediatamente si dissolve. Luogo e tempo sono imprecisati. Nessuno sfondo. Troilo diventa attore di un teatro inesistente […] “ tratto dal testo di Luca Beatrice, catalogo della mostra “Conto fino a Dieci” 2007.