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Alice Arisu – Shellshock
Opere intense e taglienti dal tratto impeccabilmente sporco e pubblicitario sul tema del disagio e del bombardamento mediatico. Una forte denuncia in chave femminile, dalla grande potenza emotiva.
Comunicato stampa
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SHELLSHOCK
di Alice Arisu
Testo critico a cura di Bianca Maria Grassi
Ciò che distingue le opere Alice Arisu da una certa arte di sfogo è la lucida analisi che l'artista allestisce.
L'emotività trapassa, affilata, lo spettatore.
Possiamo sentirla nello stomaco, ma non scopriremo mai del patetismo o del facile pietismo.
Alice Arisu indugia con minuziosa sensibilità sulle colonne portanti del disagio, sul suo srotolarsi lento ed inesorabile, in un ossessivo circolo di angoscia.
E il disagio che più interessa l'autrice è il filo rosso che passa tra il corpo di una donna e la concezione che questa ha di esso, influenzata dall'opinione del prossimo.
Alice Arisu, con attenzione storica e grande creatività visiva, prende in esame come la figura femminile sia sempre stata materia su cui gli artisti stendevano gli emblemi della loro concezione estetica.
Ogni corrente artistica ha avuto un suo ideale di bellezza femminile, sunto delle sue istanze estetiche. Oggi vige un'oligarchia dove i mass media detengono la maggiore influenza sul canone estetico, imponendo i propri modelli come oggettivi: la donna è stata dal principio vittima di un bombardamento.
L'artista prende in esame una donna sopraffatta dal giudizio altrui. Imprigionata in un mondo che la ripudia, che la accetterebbe solo a condizione di una resa o di un cambiamento, la donna è schiacciata.
Il suo bivio è solo illusorio.
Può scegliere il proprio cappio.
Alice Arisu evidenza come la vittima possa decidere solo tra l'inchinarsi al canone e il rimanere sulla soglia senza mai entrare a far parte del panorama estetico, non da intendersi come presenza nell'immaginario erotico collettivo, bensì, più semplicemente, eliminare il monopolio sul concetto di Bellezza.
Al singolo non è concesso di uscire da questo stampo, marchiato nella sua mente da qualsiasi mezzo di trasmissione di icone.
L'individuo diviene passivamente parte di una concezione.
Le opere di Alice Arisu richiedono ed impongono una presa di coscienza, perché i concetti non vengano più subiti passivamente.
E' infatti da questa assunzione di preconcetti che deriva l'odio per sé stessi ed il proprio corpo, visto come una prigione: scappare diviene una necessità.
Alice Arisu focalizza i suoi lavori intensi e taglienti sul disagio declinato in tutte le sue forme. Analizza e mette in luce, con tratto impeccabilmente sporco e pubblicitario, quanto la società possa indebolire i propri membri, fino a distruggerli. Tramite fotografie, video e collage, l'artista crea una denuncia forte e dalla grande potenza emotiva.
Il suo percorso introspettivo ed unico si tinge di dolorosa autocoscienza e di drammatico esaurimento di forze contro il bombardamento mediatico.
L'arte rimane l'arma di protesta che, grazie a questa autrice, pone un forte segno a favore dell'affermazione di sé.
In un mondo a cui i "sé" delle donne non sono mai piaciuti.
di Alice Arisu
Testo critico a cura di Bianca Maria Grassi
Ciò che distingue le opere Alice Arisu da una certa arte di sfogo è la lucida analisi che l'artista allestisce.
L'emotività trapassa, affilata, lo spettatore.
Possiamo sentirla nello stomaco, ma non scopriremo mai del patetismo o del facile pietismo.
Alice Arisu indugia con minuziosa sensibilità sulle colonne portanti del disagio, sul suo srotolarsi lento ed inesorabile, in un ossessivo circolo di angoscia.
E il disagio che più interessa l'autrice è il filo rosso che passa tra il corpo di una donna e la concezione che questa ha di esso, influenzata dall'opinione del prossimo.
Alice Arisu, con attenzione storica e grande creatività visiva, prende in esame come la figura femminile sia sempre stata materia su cui gli artisti stendevano gli emblemi della loro concezione estetica.
Ogni corrente artistica ha avuto un suo ideale di bellezza femminile, sunto delle sue istanze estetiche. Oggi vige un'oligarchia dove i mass media detengono la maggiore influenza sul canone estetico, imponendo i propri modelli come oggettivi: la donna è stata dal principio vittima di un bombardamento.
L'artista prende in esame una donna sopraffatta dal giudizio altrui. Imprigionata in un mondo che la ripudia, che la accetterebbe solo a condizione di una resa o di un cambiamento, la donna è schiacciata.
Il suo bivio è solo illusorio.
Può scegliere il proprio cappio.
Alice Arisu evidenza come la vittima possa decidere solo tra l'inchinarsi al canone e il rimanere sulla soglia senza mai entrare a far parte del panorama estetico, non da intendersi come presenza nell'immaginario erotico collettivo, bensì, più semplicemente, eliminare il monopolio sul concetto di Bellezza.
Al singolo non è concesso di uscire da questo stampo, marchiato nella sua mente da qualsiasi mezzo di trasmissione di icone.
L'individuo diviene passivamente parte di una concezione.
Le opere di Alice Arisu richiedono ed impongono una presa di coscienza, perché i concetti non vengano più subiti passivamente.
E' infatti da questa assunzione di preconcetti che deriva l'odio per sé stessi ed il proprio corpo, visto come una prigione: scappare diviene una necessità.
Alice Arisu focalizza i suoi lavori intensi e taglienti sul disagio declinato in tutte le sue forme. Analizza e mette in luce, con tratto impeccabilmente sporco e pubblicitario, quanto la società possa indebolire i propri membri, fino a distruggerli. Tramite fotografie, video e collage, l'artista crea una denuncia forte e dalla grande potenza emotiva.
Il suo percorso introspettivo ed unico si tinge di dolorosa autocoscienza e di drammatico esaurimento di forze contro il bombardamento mediatico.
L'arte rimane l'arma di protesta che, grazie a questa autrice, pone un forte segno a favore dell'affermazione di sé.
In un mondo a cui i "sé" delle donne non sono mai piaciuti.
02
aprile 2009
Alice Arisu – Shellshock
Dal 02 al 15 aprile 2009
arte contemporanea
Location
DYNAMO ART CLUB
Milano, Piazza Greco, 5, (Milano)
Milano, Piazza Greco, 5, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a domenica ore 18-02
Vernissage
2 Aprile 2009, ore 20.00
Autore
Curatore




