Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Paolo Campidori – Astrattismi e colorismi
Una Mostra di nuova concezione di Paolo Campidori a Borgo San Lorenzo presso la Libreria Mondadori.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il concetto di “artista” si è evoluto, come pure il concetto di arte. Se del concetto “arte” è pressoché impossibile darne una definizione ‘definitiva’, non lo è, al contrario, il concetto di “artista”: semplicemente colui che concretizza le opere d’arte. Ecco, Paolo Campidori, scultore-pittore-fotografo è “artista” non tanto per la qualità delle opere che ‘crea’ (questo sarà il pubblico e la critica a decretarlo), ma perché ‘crea’ arte, e, siccome il concetto di arte è indefinibile, possiamo tranquillamente affermare che il Campidori è un ‘artista’. Questa è la realtà. Un prologo era necessario per passare a descrivere il profilo dell’artista.
Dopo aver passato metà della propria vita nei corridoi semibui e odoranti di cera mista a petrolio, di trementina e di essenze (le più varie) nei Musei italiani, in taluni casi, veri e propri “obitori del bello”, come li ha definiti un celebre critico d’arte, Paolo, un bel giorno, oltrepassa, in modo definitivo, la soglia che delimita, il ‘carcere dorato’ dei musei dalla libertà. ‘Carcere’, tuttavia, che gli ha permesso di affinare il gusto del ‘bello’, inteso nel senso più sacrosanto della parola.
Inizia la propria vita di ‘libero’ artista con la fotografia e l’arte astratta. Non sceglie nessun parametro, nessun riferimento, non vuole essere ‘etichettato’ in nessuna maniera e in nessuna corrente artistica. Paolo, nelle pitture astratte non ambisce a cogliere nessun aspetto del mondo esterno, ma vuole soprattutto con i colori e con le tecniche più varie ‘trasmettere’ i propri sentimenti sulla tela, sul cartone, sulla carta. Paolo chiamerà questo suo ‘operare’ non pittura ‘astratta’, bensì “astrattismi e coloritismi” che sono cosa altra rispetto alla pittura astratta. Così ‘crea’ opere di un certo livello artistico, come “La pace con le armi”, “La grande battaglia”, “I meandri del fiume dell’esistenza.”, ecc. Inutile dire che le opere di questo artista suscitano un certo interesse ma anche un certo timore, in modo particolare, da parte di coloro che dipingono un certo tipo di arte tradizionalista, ancora fortemente ancorata al passato artistico recente e lontano.
Insensibile alle critiche che gli provengono da ambienti tradizionalisti e ‘benpensanti’, Paolo ‘medita’ e concretizza l’idea di esporre alcune delle sue opere più significative in alcune mostre: la prima, da privato, nel Comune di Fiesole, la seconda a Rufina, in Val di Sieve. Poi espone successivamente e, in ordine sparso e in varie località, in mostre sia collettive come quella nel Comune di Vaglia (Premio Annuale Adriano Cecioni) o mostre di ‘livello’ come quella fatta nella nuova Biblioteca di Pratolino, Comune di Vaglia, insieme a Silvestro Pistolesi, forse il ‘maggiore’ e il più rappresentativo degli allievi di Pietro Annigoni. Questa mostra concepita come un ‘connubio’ fra arte figurativa e ‘astratta’, ebbe un grande successo, di critica e di pubblico.
In questa prossima mostra che si farà a Borgo San Lorenzo, verrà, in un certo senso, ripetuta l’esperienza dell’accostamento dell’antico al moderno, semplicemente esponendo le opere ‘astratte e coloristiche’ entro cornici di gusto antico, o, comunque classicheggiante. Il “coup d’oeil” che ne scaturirà sarà senz’altro interessante e sicuramente di effetto. Purtroppo lo spazio espositivo della Libreria Mondadori è esiguo e pertanto il numero delle opere in mostra dovrà, per forza di cose, essere limitato a dieci-dodici unità, fra le più significative del periodo ‘astratto’ dell’artista.
Dopo aver passato metà della propria vita nei corridoi semibui e odoranti di cera mista a petrolio, di trementina e di essenze (le più varie) nei Musei italiani, in taluni casi, veri e propri “obitori del bello”, come li ha definiti un celebre critico d’arte, Paolo, un bel giorno, oltrepassa, in modo definitivo, la soglia che delimita, il ‘carcere dorato’ dei musei dalla libertà. ‘Carcere’, tuttavia, che gli ha permesso di affinare il gusto del ‘bello’, inteso nel senso più sacrosanto della parola.
Inizia la propria vita di ‘libero’ artista con la fotografia e l’arte astratta. Non sceglie nessun parametro, nessun riferimento, non vuole essere ‘etichettato’ in nessuna maniera e in nessuna corrente artistica. Paolo, nelle pitture astratte non ambisce a cogliere nessun aspetto del mondo esterno, ma vuole soprattutto con i colori e con le tecniche più varie ‘trasmettere’ i propri sentimenti sulla tela, sul cartone, sulla carta. Paolo chiamerà questo suo ‘operare’ non pittura ‘astratta’, bensì “astrattismi e coloritismi” che sono cosa altra rispetto alla pittura astratta. Così ‘crea’ opere di un certo livello artistico, come “La pace con le armi”, “La grande battaglia”, “I meandri del fiume dell’esistenza.”, ecc. Inutile dire che le opere di questo artista suscitano un certo interesse ma anche un certo timore, in modo particolare, da parte di coloro che dipingono un certo tipo di arte tradizionalista, ancora fortemente ancorata al passato artistico recente e lontano.
Insensibile alle critiche che gli provengono da ambienti tradizionalisti e ‘benpensanti’, Paolo ‘medita’ e concretizza l’idea di esporre alcune delle sue opere più significative in alcune mostre: la prima, da privato, nel Comune di Fiesole, la seconda a Rufina, in Val di Sieve. Poi espone successivamente e, in ordine sparso e in varie località, in mostre sia collettive come quella nel Comune di Vaglia (Premio Annuale Adriano Cecioni) o mostre di ‘livello’ come quella fatta nella nuova Biblioteca di Pratolino, Comune di Vaglia, insieme a Silvestro Pistolesi, forse il ‘maggiore’ e il più rappresentativo degli allievi di Pietro Annigoni. Questa mostra concepita come un ‘connubio’ fra arte figurativa e ‘astratta’, ebbe un grande successo, di critica e di pubblico.
In questa prossima mostra che si farà a Borgo San Lorenzo, verrà, in un certo senso, ripetuta l’esperienza dell’accostamento dell’antico al moderno, semplicemente esponendo le opere ‘astratte e coloristiche’ entro cornici di gusto antico, o, comunque classicheggiante. Il “coup d’oeil” che ne scaturirà sarà senz’altro interessante e sicuramente di effetto. Purtroppo lo spazio espositivo della Libreria Mondadori è esiguo e pertanto il numero delle opere in mostra dovrà, per forza di cose, essere limitato a dieci-dodici unità, fra le più significative del periodo ‘astratto’ dell’artista.
27
febbraio 2009
Paolo Campidori – Astrattismi e colorismi
Dal 27 febbraio al 27 marzo 2009
arte contemporanea
Location
LIBRERIA MONDADORI
Borgo San Lorenzo, Corso Giacomo Matteotti, 96, (Firenze)
Borgo San Lorenzo, Corso Giacomo Matteotti, 96, (Firenze)
Orario di apertura
ore 9,30-13 e 15,30-19,30. Chiusura lunedì mattina e prima e terza domenica del mese (seconda e ultima domenica del mese: aperti).
Vernissage
27 Febbraio 2009, ore 18
Sito web
www.paolocampidori.com
Autore




