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Giulia Bonora / Daniele Tognozzi – Carta & Catrame
Due giovani artisti, due pareti distinte, un unico spazio. Giulia Bonora racconta visivamente, attraverso il disegno su carta e la fotografia, il proprio diario privato. Daniele Tognozzi osserva invece il confronto tra organico ed inorganico, riproducendo con il catrame su pvc soggetti industriali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 21 febbraio 2009, alle ore 17.30, Amphisbæna Studio d’Arte Contemporanea inaugura la mostra CARTA&CATRAME, doppia personale di Giulia Bonora e Daniele Tognozzi.
Due artisti, due pareti distinte, un unico spazio. Diverse le superfici, carta e fogli di pvc, diversi i materiali, pastelli e catrame. Comunque pittura.
Giulia Bonora compone, attraverso il proprio lavoro, un mosaico narrativo del suo stesso io. Nell’avvicendarsi l’uno dopo l’altro dei piccoli quadri, omologati per dimensione ed equipollenti per valore narrativo, l’artista sgrana come lo scorrere di un rosario il racconto che fa di sé.
Concede così ad ogni passaggio del focus visivo dello spettatore, frammento dopo frammento, uno accanto all’altro, una ricostruzione emozionale, intima del proprio quotidiano.
Per immagini, segni tracciati a matita, forme di colori, frasi scritte o fotografie, attraverso questi linguaggi, nati all’interno di pagine di un taccuino e quindi isolate in singole cornici, la Bonora cattura lo sguardo di chi osserva, lo seduce, lo attrae, lo persuade a tenere l’attenzione su un quadro e poi di nuovo sul successivo, a continuare la lettura del suo diario visivo.
Non nella perfezione formale delle tecniche usate si consuma dunque il vero valore dell’opera, piuttosto nella fusione tra loro, nella freschezza espressiva che generano. In questo cerchio voyeuristico di comunicazione corrisposta tra chi mostra e chi osserva, nella combinata sensibilità reciproca, capace di percepire il valore artistico ed estetico che può assumere il quotidiano.
Nel pensiero di Daniele Tognozzi, come lui stesso dichiara “tutto comincia dalla radice”, cioè dal legame con le proprie origini, ma anche dalla seduzione subita dall’artista nei confronti di una particolare radice d’albero scoperta da adolescente sul ciglio di un fiume.
Da qui il ragionamento sulla composizione, sulla funzione di questa, poi la sua trasposizione nel contemporaneo, nell’artificiale. La radice che diviene tubo metallico, tramite anch’esso di acqua, dunque di linfa vitale, ma in questo caso innaturale, artificioso, estraneo. Da qui il confronto, costante, tra organico e inorganico. Nel lavoro di Tognozzi tutto è scontro, equilibrio, conflitto, incastro tra queste due parti, come l’alternarsi e il coesistere tra loro delle tessere di un mosaico.
Alla base di entrambi i sistemi, delle forme naturali e delle macchine industriali, l’artista riconosce e sente il principio logico del “funzionamento”. Ripercorrendo sulla superficie sintetica del foglio di pvc, con calcolato rigore, analiticamente ogni singolo passaggio, ogni connessione meccanica, Tognozzi riproduce nelle sue opere, tramite l’uso del catrame, sistemi atti ad un potenziale, illusorio funzionamento, ma cela qualsiasi forma di empatia con l’immagine. L’emotività resta silenziosamente offerta e condivisa soltanto con chi percepisce, dietro questi contenitori inerti, quelle esigenze, quel principio vitale che l’uomo ha estratto dalla natura e imitato in essi a propria misura.
Due artisti, due pareti distinte, un unico spazio. Diverse le superfici, carta e fogli di pvc, diversi i materiali, pastelli e catrame. Comunque pittura.
Giulia Bonora compone, attraverso il proprio lavoro, un mosaico narrativo del suo stesso io. Nell’avvicendarsi l’uno dopo l’altro dei piccoli quadri, omologati per dimensione ed equipollenti per valore narrativo, l’artista sgrana come lo scorrere di un rosario il racconto che fa di sé.
Concede così ad ogni passaggio del focus visivo dello spettatore, frammento dopo frammento, uno accanto all’altro, una ricostruzione emozionale, intima del proprio quotidiano.
Per immagini, segni tracciati a matita, forme di colori, frasi scritte o fotografie, attraverso questi linguaggi, nati all’interno di pagine di un taccuino e quindi isolate in singole cornici, la Bonora cattura lo sguardo di chi osserva, lo seduce, lo attrae, lo persuade a tenere l’attenzione su un quadro e poi di nuovo sul successivo, a continuare la lettura del suo diario visivo.
Non nella perfezione formale delle tecniche usate si consuma dunque il vero valore dell’opera, piuttosto nella fusione tra loro, nella freschezza espressiva che generano. In questo cerchio voyeuristico di comunicazione corrisposta tra chi mostra e chi osserva, nella combinata sensibilità reciproca, capace di percepire il valore artistico ed estetico che può assumere il quotidiano.
Nel pensiero di Daniele Tognozzi, come lui stesso dichiara “tutto comincia dalla radice”, cioè dal legame con le proprie origini, ma anche dalla seduzione subita dall’artista nei confronti di una particolare radice d’albero scoperta da adolescente sul ciglio di un fiume.
Da qui il ragionamento sulla composizione, sulla funzione di questa, poi la sua trasposizione nel contemporaneo, nell’artificiale. La radice che diviene tubo metallico, tramite anch’esso di acqua, dunque di linfa vitale, ma in questo caso innaturale, artificioso, estraneo. Da qui il confronto, costante, tra organico e inorganico. Nel lavoro di Tognozzi tutto è scontro, equilibrio, conflitto, incastro tra queste due parti, come l’alternarsi e il coesistere tra loro delle tessere di un mosaico.
Alla base di entrambi i sistemi, delle forme naturali e delle macchine industriali, l’artista riconosce e sente il principio logico del “funzionamento”. Ripercorrendo sulla superficie sintetica del foglio di pvc, con calcolato rigore, analiticamente ogni singolo passaggio, ogni connessione meccanica, Tognozzi riproduce nelle sue opere, tramite l’uso del catrame, sistemi atti ad un potenziale, illusorio funzionamento, ma cela qualsiasi forma di empatia con l’immagine. L’emotività resta silenziosamente offerta e condivisa soltanto con chi percepisce, dietro questi contenitori inerti, quelle esigenze, quel principio vitale che l’uomo ha estratto dalla natura e imitato in essi a propria misura.
21
febbraio 2009
Giulia Bonora / Daniele Tognozzi – Carta & Catrame
Dal 21 febbraio all'undici aprile 2009
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
Location
AMPHISBAENA
Modena, Via Mascherella, 36, (Modena)
Modena, Via Mascherella, 36, (Modena)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10.30-12.30 / 17.30-19.30 giovedì e domenica chiuso
Vernissage
21 Febbraio 2009, ore 17.30
Autore
Curatore