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Agatino Raciti – Licking megéra
Il quadro di Raciti ci riporta dunque alle Erinni, facendoci prendere consapevolezza del fatto che non vorremmo incontrarle mai ma che in realtá sono dentro noi stessi.
Comunicato stampa
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”LICKING MEGÉRA”
a cura di Antonio Pulvis
”Non mi stanco di urlare: l´angoscia nasce dall íncoscienza, nasce dalla coscienza quella felicitá, ch´è la meta mortale.”
Eschilo (Eumenidi).
Agatino Raciti a due anni dalla precedente personale presenta un lavoro profondamente cambiato.
Se nella mostra precedente indagava su di un´immagine ambivalente attraverso la deformazione del corpo che spinge lo spettatore a percepire con immediatezza la forza delle pulsioni interne mantenendo riconoscibili i caratteri esteriori (provocatoriamente sensuali), oggi nei suoi dipinti emergono nuovi elementi sintetici ed essenziali.
Il corpo dialoga con se stesso inseguendo il mito dell´effimero visto metaforicamente attraverso la trasposizione contemporanea di Megéra, personificazione femminile della vendetta.
La Furia invisibile, la Divinitá ctonia, l´invidiosa, la demoniaca abitatrice degli inferi, la madre del rancore e della vendetta, la figlia della notte e genio alato diventa ora simbolo della complessitá della nostra anima capace di indurre comportamenti apparentemente osceni ma in realtá espressione di profonde esigenze interiori ed emotive.
Il mito delle Furie risulta consono ai temi dei quadri di Agatino Raciti in quanto queste figure mitologiche, portatrici di odio e distruzione, riescono a diventare Eumenidi, ossia benevole, nel giudizio nei confronti di Oreste e di Alcmeóne, riunendo in tal modo in se il bene ed il male. Il loro alito e la loro traspirazione erano insopportabili, dai loro occhi calava una bava velenosa, la loro voce somigliava talvolta al muggito dei buoi, perlopiú si avvicinavano abbaiando, perché non meno di Ecate anch´esse erano cagne.
E come cagne adirate inseguivano tutti coloro che non avevano osservato la consanguineit e l´ordinamento gerarchico che ne deriva.
Vengono rappresentate attraverso un provocatorio ingrandimento delle loro bocche per trasmettere quell´intensitá delle passioni che sta alla base dei nostri comportamenti piú veri, impulsivamente indirizzati appunto sia verso il bene che verso il maligno.
La bocca diventa varco corporeo attraverso il quale esprimiamo le nostre emozioni sia verbalmente che fisicamente.
La Megéra concettualmente pop è ispirata dall´opera video-fotografica di due artisti statunitensi quali Richardson e Viola.
Il quadro di Raciti ci riporta dunque alle Erinni, facendoci prendere consapevolezza del fatto che non vorremmo incontrarle mai ma che in realtá sono dentro noi stessi.
Megéra lecca o si fa leccare?
Il titolo, volutamente in inglese abbina una sonoritá evocativa (il nome è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di donna malvagia) ad una ambiguitá lessicale che consente di tradurlo in entrambi i sensi (Megéra Lecca oppure Leccando Megéra).
Alla ricerca di un confine tra mito e realtá ci rendiamo conto che l´uno è lo specchio dell´altra.
L´eros attrae e uccide!
a cura di Antonio Pulvis
”Non mi stanco di urlare: l´angoscia nasce dall íncoscienza, nasce dalla coscienza quella felicitá, ch´è la meta mortale.”
Eschilo (Eumenidi).
Agatino Raciti a due anni dalla precedente personale presenta un lavoro profondamente cambiato.
Se nella mostra precedente indagava su di un´immagine ambivalente attraverso la deformazione del corpo che spinge lo spettatore a percepire con immediatezza la forza delle pulsioni interne mantenendo riconoscibili i caratteri esteriori (provocatoriamente sensuali), oggi nei suoi dipinti emergono nuovi elementi sintetici ed essenziali.
Il corpo dialoga con se stesso inseguendo il mito dell´effimero visto metaforicamente attraverso la trasposizione contemporanea di Megéra, personificazione femminile della vendetta.
La Furia invisibile, la Divinitá ctonia, l´invidiosa, la demoniaca abitatrice degli inferi, la madre del rancore e della vendetta, la figlia della notte e genio alato diventa ora simbolo della complessitá della nostra anima capace di indurre comportamenti apparentemente osceni ma in realtá espressione di profonde esigenze interiori ed emotive.
Il mito delle Furie risulta consono ai temi dei quadri di Agatino Raciti in quanto queste figure mitologiche, portatrici di odio e distruzione, riescono a diventare Eumenidi, ossia benevole, nel giudizio nei confronti di Oreste e di Alcmeóne, riunendo in tal modo in se il bene ed il male. Il loro alito e la loro traspirazione erano insopportabili, dai loro occhi calava una bava velenosa, la loro voce somigliava talvolta al muggito dei buoi, perlopiú si avvicinavano abbaiando, perché non meno di Ecate anch´esse erano cagne.
E come cagne adirate inseguivano tutti coloro che non avevano osservato la consanguineit e l´ordinamento gerarchico che ne deriva.
Vengono rappresentate attraverso un provocatorio ingrandimento delle loro bocche per trasmettere quell´intensitá delle passioni che sta alla base dei nostri comportamenti piú veri, impulsivamente indirizzati appunto sia verso il bene che verso il maligno.
La bocca diventa varco corporeo attraverso il quale esprimiamo le nostre emozioni sia verbalmente che fisicamente.
La Megéra concettualmente pop è ispirata dall´opera video-fotografica di due artisti statunitensi quali Richardson e Viola.
Il quadro di Raciti ci riporta dunque alle Erinni, facendoci prendere consapevolezza del fatto che non vorremmo incontrarle mai ma che in realtá sono dentro noi stessi.
Megéra lecca o si fa leccare?
Il titolo, volutamente in inglese abbina una sonoritá evocativa (il nome è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di donna malvagia) ad una ambiguitá lessicale che consente di tradurlo in entrambi i sensi (Megéra Lecca oppure Leccando Megéra).
Alla ricerca di un confine tra mito e realtá ci rendiamo conto che l´uno è lo specchio dell´altra.
L´eros attrae e uccide!
28
dicembre 2008
Agatino Raciti – Licking megéra
28 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
TEATRO TENDA
Catania, Viale Presidente Kennedy, 80 , (Catania)
Catania, Viale Presidente Kennedy, 80 , (Catania)
Vernissage
28 Dicembre 2008, ore 24-06
Autore
Curatore