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Pietro Lenzini
Una quindicina di grandi opere ad olio, alcune veramente poderose, testimoni dell’ultima parte (2003-2008) di un percorso artistico che prosegue da oltre trenta anni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 6 settembre 2008 alle ore 17.30 verrà inaugurata nell’Oratorio dei SS. Carlo Borromeo e Antonio di Padova in Piazza E. Alpi, la mostra personale “Pietro Lenzini” con opere del pittore e scenografo faentino, artista tra i più noti ed apprezzati nel panorama contemporaneo nazionale.
La mostra verrà allestita nella splendida cornice di Palazzuolo sul Senio, all’interno della Oratorio dei SS. Carlo Borromeo e Antonio di Padova, e sarà costituita da una quindicina di grandi opere ad olio, alcune veramente poderose, testimoni dell’ultima parte (2003-2008) di un percorso artistico che prosegue da oltre trenta anni.
Dalla presentazione del catalogo, l’Assessore alla Cultura Marco Violi scrive di Lenzini: “Le figure dell’artista faentino, tracciate secondo una grammatica vibrante, tanto da sembrare il prodotto umorale distillato dalle ferite del pennello sulla tela, richiamano prepotentemente la pittura del Tiziano, nel momento in cui essa si fece promotrice di una rinnovata lettura della cultura manieristica romana.
Se invece di vedere i quadri di Lenzini provassimo a sentirli, non udiremmo un racconto, ma un insieme di suoni tronchi, soffocati. Come l’Aretino, così Lenzini scrive il parlato, coglie il fatto nella sua cruda immediatezza: il risultato è la materia stessa, che forma il corpo dell’immagine; col colore, prevalentemente ridotto agli infiniti trapassi dal tono giallastro-ametistino delle luci a quello dal cenere al bruno delle ombre, che impasta e tormenta la tela, con una furia di gesto in cui dà sfogo alla concitazione dell’animo che vive il dramma, non cercando la trascendenza dell’idea, ma l’immanenza del reale. Giunge quasi a fare del colore non più una superficie, ma la fibra più interna e vitale della forma, il segno significativo per eccellenza.
Se per Michelangelo la vita, come continuo trascendersi, è un perpetuo morire, per Lenzini, anche la morte è un fatto della vita. Lo si intuisce osservando il grande e recente San Sebastiano qui in mostra: il fondo non ha profondità prospettica, così la poca luce, non trovando spazio per diffondersi, si concentra sulla figura investendola in pieno, spietata, striscia sui muscoli tesi del martire. Il gesto composto corrisponde esattamente alla meccanica dell’azione: la realtà dell’immagine non ha bisogno di essere sottolineata o commentata. Sebastiano è eroico proprio perché il suo strazio e la sua impotente ribellione sono di una umanità scoperta ed indifesa. Il lampo di luce della freccia, che irrompe da destra, crea la cifra dell’emozione. La pietà di quel corpo stravolto, di quella carne eburnea torturata, sono il primo atto di un sentimento d’amore, che apre la via alla comprensione dei significati profondi: non si trascende la vita senza viverla fino in fondo. Come la materia corporea, che gioisce e patisce con i moti dell’animo, e quindi li vive, così la materia della pittura, cioè il colore fattosi luce, non solo trascrive, ma vive in sé, nel suo eccitarsi o infrollirsi, il pathos, il dramma della vita, che trova la sua piena risposta nell’escatologia cristiana.
Questi sono solo alcuni specimena esegetici del lavoro di Pietro Lenzini, che mi auguro potranno darne un’idea della complessità e completezza non solo artistica, ma anche morale, spirituale e – non da ultimo – pure teosofica.
Quindi non è un caso che il traguardo – per noi davvero molto importante, perché esemplare di un impegno culturale fattivo e non solo teorico – del decimo volume della nostra collana d’arte avesse quale oggetto l’opera dello straordinario pittore e scenografo faentino, cui va la nostra più sincera riconoscenza per l’incondizionata disponibilità sin qui dimostrata”.
La mostra, come detto, è corredata dal relativo catalogo monografico, decimo della collana “I Quaderni di PalazzuoloArte”, promossa e curata dall’Assessorato alla Cultura di Palazzuolo sul Senio.
La mostra proseguirà fino al 28/09/2008 con i seguenti orari di apertura:
- venerdì e sabato: dalle ore 16.00 alle ore 19.00
- domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Ingresso libero.
Info: assessorato alla cultura tel. 055/8046008 - ufficio turistico tel. 055/8046125
BIOGRAFIA
Pietro Lenzini nasce a Bondeno nel 1947, vive ed opera a Faenza, pittore incisore e scenografo. Negli anni 1961-65 frequenta l'Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna, per poi iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1969 terminati gli studi, compie un'importante esperienza di scenografia teatrale per tre anni con Luciano De Vita al Teatro Comunale di Bologna, dove partecipa alla realizzazione della Turandot dell’0tello, mentre per Luciano Minguzzi lavora alle scene del Mosè Rossini. Si dedica alla pratica incisoria, realizzando acqueforti pubblicate in cartelle (si ricordano i sei fogli incisi nel 1972 per i Canti Orfici di Dino Campana e quelli del 1975 illustranti scene dell'Apocalisse di San Giovanni). Dal 1979 è Docente di Scenotecnica presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1988, partecipando al concorso indetto per la realizzazione della PALA D’ALTARE della Beata Clelia Barbieri, da collocarsi nella Chiesa delle Budrie di San Giovanni in Persiceto, è stato prescelto nella terna di artisti che hanno decorato l'intera cappella dedicata alla Santa. Lenzini ha realizzato OPERE PITTORICHE e SCULTOREE per edifici di culto, ha realizzato una PALA D’ALTARE per la chiesa del Paradiso di S. Ippolito e S. Lorenzo, a Faenza, e due grandi tele per la Collegiata di Cento. SUE OPERE SI TROVANO IN VARIE COLLEZIONI PUBBLICHE.
ANTOLOGIA CRITICA
“I volti e i corpi nudi di Pietro Lenzini sono sensitive testimonianze figurali del ritorno del corpo dalla biblica dissoluzione del tempo dell’escatologia. Tempo che annuncia la fine del tempo con la resurrezione dei corpi e con la loro destinazione finale. Il corpo dell’uomo, ritrovato nella sua fisicità anatomica, mantiene la memoria segnica e colorica della dissoluzione della carne, adombrando il Cristo – uomo che risorge e reca sulla pelle i segni della sua sofferenza. Il corpo ritratto dal nostro Artista è fatto di una carne manierista, che tende alla perdita del colore nell’offuscamento provocato dalla caduta e dalla consuetudine del peccato. E’ espresso un vivere nella carne sempre in prossimità della morte, una sensazione acuita dall’atmosfera verdastra del fondo, che sembra rievocare il sentimento della morte stessa. Allora l’uomo, nella sua nudità esistenziale, non è inteso come puro corpo, ma come impasto di carne e spirito. Questa concezione vive ai margini della distinzione husserliana tra Korper, mero corpo carnale, e leib, corpo proprio che, vivente, si relaziona ad un mondo – ambiente al quale si lega nel bene e nel male. L’Artista, nella trasposizione artistica, ha intrapreso un itinerario che parte dall’originaria “follia del corpo” di Platone, attraversa la maledizione della carne di Paolo e di Agostino, per giungere alla lacerazione cartesiana dell’anatomia del corpo come scienza. E’ una condizione di ambivalenza nella quale il corpo è concepito come riserva infinita di segni, intesi nella loro modalità di ricognizione e d’indagine visionaria. Ambivalenza come apertura dei sensi, dove i segni tentano di assumere lo statuto di significati e, talvolta, si fanno supporto della significazione, nell’angoscia del dubbio che lo spirito possa essere corroso dalla carne.”
Valdimiro Zocca
Da “Il corpo nell’arte, l’arte del corpo” – 2003.
“(…) Nella storia della cultura sono segnate le singole memorie in modo indissolubilmente legato al personale destino e ad un’irrepetibile vocazione. Velasquez, Goya, Bernini, Guido Reni ed anche i guizzi magnetici di Magnasco appartengono, coscientemente raggiunti ed accettati come indicazione, a Pietro Lenzini. Non ho mai pensato che la componente barocca sia per Lui un approdo che disarmi la modernità: l’amore per le avanguardie, ed anche l’ammiccamento con la “Pop” come disincanto, ha fatto capolino in diverse fasi della Sua attività, grafica e pittorica. (…)
Il soggetto per Pietro è un’evocazione pittorica unita intimamente al processo formativo, indipendentemente dal rapporto di causa effetto, o, più compiutamente, dal fatto “ispiratore”, come un tempo si diceva, induttivo o deduttivo. Interpretare e far rivivere un contesto è, per Lenzini, un’accettazione neopositivista, non rinnega ma recupera l’innegabile linfa di un cristianesimo radicato nelle fibre della storia.
(…) La Sua pittura non è una proclama d’intenti. (…) Non ama fare archeologia del passato. La malizia della mano, abile quanto mai, suggerisce anche il sorriso come disincanto. Come nel teatro barocco, quando l’effetto d’illusione s’approssima al vero di ogni crepuscolare realismo.”
Franco Patruno
ATTIVITA’ ARTISTICA
MOSTRE IMPORTANTI DEGLI ULTIMI ANNI
2000 - Parc des Expositions, St. Art 2000, STRASBURGO.
2001 - Palazzo Apostolico "L’immagine della parola" , Loreto .
- Palazzotto Alamanni, "Vanitas Vanitatum et omnia Vanitas" , Montevarchi.
- Centro Culturale Le cappuccine "Angeli", Bagnacavallo.
- Palazzo del Ridotto, "Pittura in Romagna - aspetti e figure del Novecento" , Cesena.
2003 - Galleria Comunale Il Fienile, "II corpo nell'arte, l'arte del corpo", Castel San Pietro Terme.
2004 - Galleria del Carbone "Il Dardo di Fuoco", Ferrara.
2004 - Galleria Santa Croce "Il Dardo di Fuoco" , Cattolica.
2006 Mostra a Bondeno “Civica Galleria d’arte moderna e contemporanea” dal 1 Gennaio 2005 all’8 Gennaio 2006.
PRINCIPALI MOSTRE
1976 - Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti , Ferrara.
- Palazzo delle Esposizioni, Faenza.
1976 - "XI Gran Prix International d'Art Contemporain", MONTECARLO;
1977 - Galleria La Pigna , Roma.
1979 - Galleria dei Tribunali, Bologna.
1980 - Palazzo delle Esposizioni, "Il lavoro felice", Faenza.
1981 - Galleria e Stamperia Il Bisonte, Firenze.
1982 - Palazzo del Podestà, "Faenza '82 il Primato dell'Artista", Faenza.
1982 - "Artèder '82 Muestra Int. De Obra Grafica" BILBAO;
1983 - Centro Mascarella, "Scintille di pittura", Bologna.
- Galleria Sagittaria, "Omaggio al Pordenone", Pordenone.
- Pinacoteca Civica, "Le figure dell'estasi", Bagnacavallo.
1985 - Castello Pasquini, "Omaggio a Dino Campana", Castiglioncello.
1986 - Galleria Edizioni Il Ponte, l’Artista Lenzini allestisce una prima rassegna di taglio antologico "Le crisalidi di Lenzini" presentato da Carlo Bojani , Firenze.
- Palazzo Comunale, "Oltre il paesaggio" , Grizzana Morandi.
1987 - Chiesa di San Romano, "Sulle orme di Orlando" , Ferrara.
1987- XIV Biennale di grafica, MISKOLOC.
1988 - Pinacoteca Civica "Segni nella Romagna degli anni '80", Bagnacavallo.
- Palazzo della Penna, "I celebranti della cripta d' Orlando", Perugia.
- Galleria Il Prato dei Miracoli, "I celebranti al Prato dei Miracoli", Pisa.
1989 - Istituto di Cultura Casa Cini, Ferrara.
1990 - Centro Civico di Porta Modena, "Opere su carta" Crevalcore.
- Centro Culturale Nuovo Ruolo, Forlì.
- Galleria D. Baccarini, Faenza.
1991 - Palazzo del Podestà, "L'arte contemporanea a Bologna" Bologna.
- Palazzo delle Esposizioni, "La chioma della cometa''', Faenza.
- Centro Internacional De Arte, "Certamen Internacional de Obra grafica" , SALAMANCA.
1994 - Galleria San Fedele, "Incisione - divagazioni sul tema", Milano.
1995 - Sala Forum , Faenza.
- Centro Culturale Polivalente, "La guerra, la desolazione, il dolore, la speranza", Bagnacavallo.
- Pinacoteca e Galleria d'Arte Contemporanea, "In Armonia - segni e scritture per Raffaele Biolchini" , Pavullo.
1996 - Circolo Artistico Iterarte, "Segno e materia” , Bologna.
- Pinacoteca Civica, " La Metamorfosi dell'Angelo" , Cento.
- Galleria l'Ariete, " La Metamorfosi dell'Angelo", Bologna.
1997 - Seminario Arcivescovile, "Prima TRIENNALE d'Arte Sacra Contemporanea", Lecce.
- Villa del Cardinale, "L’evoluzione della forma" , Torre del Greco.
1998 affresca una volta con “l’Allegoria del Fuoco” nel Palazzo Comunale del Settore Territorio a Faenza.
- Chiesa di Boccaquattro, "Il tempo, la materia, l'eterno" , Cesena.
- Collettiva Pictura a cura di M. Pasquali.
1999 l’Artista Lenzini tiene una personale nell'aula dei Santi del Palazzo Vescovile di Faenza dedicata alle immagini del Crocefisso;
- Presenta opere alla mostra dedicata a “Giuseppe, Il lavoro, il sogno, la paternità,” allestita, a cura di Maria Censi, nel Museo Sandro Parmeggiani a Cento.
EVENTI SOSTENUTI DALL’ARTISTA PER VALORIZZARE LA CIVILTA’ ARTISTICA DELLA SUA CITTA’:
• Nel 1981 l’Artista collabora alla mostra bolognese su “Alfonso Rubbiani: i Veri e i Falsi storici” con uno studio sui rapporti culturali esistenti tra l’ambiente faentino e quello bolognese negli anni del Liberty.
• 1982 Lenzini è fra gli autori della Mostra antologica organizzata per il CENTENARIO della nascita di Domenico Baccarini occupandosi in particolare della sua produzione grafica.
• 1988 cura l’allestimento dell’antologica di Giovanni Romagnoli allestita al Palazzo Podestà di Faenza presentata da Carlo Spadoni, nella stessa sede ordina l’esposizione dedicata a Gianna Boschi curata da Franco Solmi.
Contribuisce con 2 Saggi ai “Quaderni della Cattedrale di Faenza”;
• Lavora per il MUSEO INTERNAZIONALE delle Ceramiche, preparando uno studio in corso di pubblicazione sulle vicende storiche-architettoniche dell’Antico Monastero di S. Maglorio.
• Nel 1990, collabora al volume monografico sullo scenografo faentino del XIX secolo.
• Nel 1998 per la Collana “Chiese Monumentali d’Italia” dell’Editore Cardini di Firenze, Lenzini cura il capitolo relativo agli aspetti decorativi degli interventi sette-ottocenteschi della Cattedrale di Faenza.
SUE OPERE SI TROVANO IN VARIE COLLEZIONI PUBBLICHE:
- Accademia Nazionale di S. Luca di Roma - Galleria d’Arte Moderna di Faenza –
Casa “G. Cini” di Ferrara - Gabinetto della grafica di Bagnacavallo –
Raccolta Lercaro a San Lazzaro di Savena (Bologna).
__________________________________
Pietro Lenzini è in attività dal 1976, registra al suo attivo l’allestimento di numerose Mostre Personali e Collettive in ITALIA e all’ESTERO ricevendo i migliori apprezzamenti dal pubblico e dalla critica più qualificata.
La mostra verrà allestita nella splendida cornice di Palazzuolo sul Senio, all’interno della Oratorio dei SS. Carlo Borromeo e Antonio di Padova, e sarà costituita da una quindicina di grandi opere ad olio, alcune veramente poderose, testimoni dell’ultima parte (2003-2008) di un percorso artistico che prosegue da oltre trenta anni.
Dalla presentazione del catalogo, l’Assessore alla Cultura Marco Violi scrive di Lenzini: “Le figure dell’artista faentino, tracciate secondo una grammatica vibrante, tanto da sembrare il prodotto umorale distillato dalle ferite del pennello sulla tela, richiamano prepotentemente la pittura del Tiziano, nel momento in cui essa si fece promotrice di una rinnovata lettura della cultura manieristica romana.
Se invece di vedere i quadri di Lenzini provassimo a sentirli, non udiremmo un racconto, ma un insieme di suoni tronchi, soffocati. Come l’Aretino, così Lenzini scrive il parlato, coglie il fatto nella sua cruda immediatezza: il risultato è la materia stessa, che forma il corpo dell’immagine; col colore, prevalentemente ridotto agli infiniti trapassi dal tono giallastro-ametistino delle luci a quello dal cenere al bruno delle ombre, che impasta e tormenta la tela, con una furia di gesto in cui dà sfogo alla concitazione dell’animo che vive il dramma, non cercando la trascendenza dell’idea, ma l’immanenza del reale. Giunge quasi a fare del colore non più una superficie, ma la fibra più interna e vitale della forma, il segno significativo per eccellenza.
Se per Michelangelo la vita, come continuo trascendersi, è un perpetuo morire, per Lenzini, anche la morte è un fatto della vita. Lo si intuisce osservando il grande e recente San Sebastiano qui in mostra: il fondo non ha profondità prospettica, così la poca luce, non trovando spazio per diffondersi, si concentra sulla figura investendola in pieno, spietata, striscia sui muscoli tesi del martire. Il gesto composto corrisponde esattamente alla meccanica dell’azione: la realtà dell’immagine non ha bisogno di essere sottolineata o commentata. Sebastiano è eroico proprio perché il suo strazio e la sua impotente ribellione sono di una umanità scoperta ed indifesa. Il lampo di luce della freccia, che irrompe da destra, crea la cifra dell’emozione. La pietà di quel corpo stravolto, di quella carne eburnea torturata, sono il primo atto di un sentimento d’amore, che apre la via alla comprensione dei significati profondi: non si trascende la vita senza viverla fino in fondo. Come la materia corporea, che gioisce e patisce con i moti dell’animo, e quindi li vive, così la materia della pittura, cioè il colore fattosi luce, non solo trascrive, ma vive in sé, nel suo eccitarsi o infrollirsi, il pathos, il dramma della vita, che trova la sua piena risposta nell’escatologia cristiana.
Questi sono solo alcuni specimena esegetici del lavoro di Pietro Lenzini, che mi auguro potranno darne un’idea della complessità e completezza non solo artistica, ma anche morale, spirituale e – non da ultimo – pure teosofica.
Quindi non è un caso che il traguardo – per noi davvero molto importante, perché esemplare di un impegno culturale fattivo e non solo teorico – del decimo volume della nostra collana d’arte avesse quale oggetto l’opera dello straordinario pittore e scenografo faentino, cui va la nostra più sincera riconoscenza per l’incondizionata disponibilità sin qui dimostrata”.
La mostra, come detto, è corredata dal relativo catalogo monografico, decimo della collana “I Quaderni di PalazzuoloArte”, promossa e curata dall’Assessorato alla Cultura di Palazzuolo sul Senio.
La mostra proseguirà fino al 28/09/2008 con i seguenti orari di apertura:
- venerdì e sabato: dalle ore 16.00 alle ore 19.00
- domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Ingresso libero.
Info: assessorato alla cultura tel. 055/8046008 - ufficio turistico tel. 055/8046125
BIOGRAFIA
Pietro Lenzini nasce a Bondeno nel 1947, vive ed opera a Faenza, pittore incisore e scenografo. Negli anni 1961-65 frequenta l'Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna, per poi iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1969 terminati gli studi, compie un'importante esperienza di scenografia teatrale per tre anni con Luciano De Vita al Teatro Comunale di Bologna, dove partecipa alla realizzazione della Turandot dell’0tello, mentre per Luciano Minguzzi lavora alle scene del Mosè Rossini. Si dedica alla pratica incisoria, realizzando acqueforti pubblicate in cartelle (si ricordano i sei fogli incisi nel 1972 per i Canti Orfici di Dino Campana e quelli del 1975 illustranti scene dell'Apocalisse di San Giovanni). Dal 1979 è Docente di Scenotecnica presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1988, partecipando al concorso indetto per la realizzazione della PALA D’ALTARE della Beata Clelia Barbieri, da collocarsi nella Chiesa delle Budrie di San Giovanni in Persiceto, è stato prescelto nella terna di artisti che hanno decorato l'intera cappella dedicata alla Santa. Lenzini ha realizzato OPERE PITTORICHE e SCULTOREE per edifici di culto, ha realizzato una PALA D’ALTARE per la chiesa del Paradiso di S. Ippolito e S. Lorenzo, a Faenza, e due grandi tele per la Collegiata di Cento. SUE OPERE SI TROVANO IN VARIE COLLEZIONI PUBBLICHE.
ANTOLOGIA CRITICA
“I volti e i corpi nudi di Pietro Lenzini sono sensitive testimonianze figurali del ritorno del corpo dalla biblica dissoluzione del tempo dell’escatologia. Tempo che annuncia la fine del tempo con la resurrezione dei corpi e con la loro destinazione finale. Il corpo dell’uomo, ritrovato nella sua fisicità anatomica, mantiene la memoria segnica e colorica della dissoluzione della carne, adombrando il Cristo – uomo che risorge e reca sulla pelle i segni della sua sofferenza. Il corpo ritratto dal nostro Artista è fatto di una carne manierista, che tende alla perdita del colore nell’offuscamento provocato dalla caduta e dalla consuetudine del peccato. E’ espresso un vivere nella carne sempre in prossimità della morte, una sensazione acuita dall’atmosfera verdastra del fondo, che sembra rievocare il sentimento della morte stessa. Allora l’uomo, nella sua nudità esistenziale, non è inteso come puro corpo, ma come impasto di carne e spirito. Questa concezione vive ai margini della distinzione husserliana tra Korper, mero corpo carnale, e leib, corpo proprio che, vivente, si relaziona ad un mondo – ambiente al quale si lega nel bene e nel male. L’Artista, nella trasposizione artistica, ha intrapreso un itinerario che parte dall’originaria “follia del corpo” di Platone, attraversa la maledizione della carne di Paolo e di Agostino, per giungere alla lacerazione cartesiana dell’anatomia del corpo come scienza. E’ una condizione di ambivalenza nella quale il corpo è concepito come riserva infinita di segni, intesi nella loro modalità di ricognizione e d’indagine visionaria. Ambivalenza come apertura dei sensi, dove i segni tentano di assumere lo statuto di significati e, talvolta, si fanno supporto della significazione, nell’angoscia del dubbio che lo spirito possa essere corroso dalla carne.”
Valdimiro Zocca
Da “Il corpo nell’arte, l’arte del corpo” – 2003.
“(…) Nella storia della cultura sono segnate le singole memorie in modo indissolubilmente legato al personale destino e ad un’irrepetibile vocazione. Velasquez, Goya, Bernini, Guido Reni ed anche i guizzi magnetici di Magnasco appartengono, coscientemente raggiunti ed accettati come indicazione, a Pietro Lenzini. Non ho mai pensato che la componente barocca sia per Lui un approdo che disarmi la modernità: l’amore per le avanguardie, ed anche l’ammiccamento con la “Pop” come disincanto, ha fatto capolino in diverse fasi della Sua attività, grafica e pittorica. (…)
Il soggetto per Pietro è un’evocazione pittorica unita intimamente al processo formativo, indipendentemente dal rapporto di causa effetto, o, più compiutamente, dal fatto “ispiratore”, come un tempo si diceva, induttivo o deduttivo. Interpretare e far rivivere un contesto è, per Lenzini, un’accettazione neopositivista, non rinnega ma recupera l’innegabile linfa di un cristianesimo radicato nelle fibre della storia.
(…) La Sua pittura non è una proclama d’intenti. (…) Non ama fare archeologia del passato. La malizia della mano, abile quanto mai, suggerisce anche il sorriso come disincanto. Come nel teatro barocco, quando l’effetto d’illusione s’approssima al vero di ogni crepuscolare realismo.”
Franco Patruno
ATTIVITA’ ARTISTICA
MOSTRE IMPORTANTI DEGLI ULTIMI ANNI
2000 - Parc des Expositions, St. Art 2000, STRASBURGO.
2001 - Palazzo Apostolico "L’immagine della parola" , Loreto .
- Palazzotto Alamanni, "Vanitas Vanitatum et omnia Vanitas" , Montevarchi.
- Centro Culturale Le cappuccine "Angeli", Bagnacavallo.
- Palazzo del Ridotto, "Pittura in Romagna - aspetti e figure del Novecento" , Cesena.
2003 - Galleria Comunale Il Fienile, "II corpo nell'arte, l'arte del corpo", Castel San Pietro Terme.
2004 - Galleria del Carbone "Il Dardo di Fuoco", Ferrara.
2004 - Galleria Santa Croce "Il Dardo di Fuoco" , Cattolica.
2006 Mostra a Bondeno “Civica Galleria d’arte moderna e contemporanea” dal 1 Gennaio 2005 all’8 Gennaio 2006.
PRINCIPALI MOSTRE
1976 - Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti , Ferrara.
- Palazzo delle Esposizioni, Faenza.
1976 - "XI Gran Prix International d'Art Contemporain", MONTECARLO;
1977 - Galleria La Pigna , Roma.
1979 - Galleria dei Tribunali, Bologna.
1980 - Palazzo delle Esposizioni, "Il lavoro felice", Faenza.
1981 - Galleria e Stamperia Il Bisonte, Firenze.
1982 - Palazzo del Podestà, "Faenza '82 il Primato dell'Artista", Faenza.
1982 - "Artèder '82 Muestra Int. De Obra Grafica" BILBAO;
1983 - Centro Mascarella, "Scintille di pittura", Bologna.
- Galleria Sagittaria, "Omaggio al Pordenone", Pordenone.
- Pinacoteca Civica, "Le figure dell'estasi", Bagnacavallo.
1985 - Castello Pasquini, "Omaggio a Dino Campana", Castiglioncello.
1986 - Galleria Edizioni Il Ponte, l’Artista Lenzini allestisce una prima rassegna di taglio antologico "Le crisalidi di Lenzini" presentato da Carlo Bojani , Firenze.
- Palazzo Comunale, "Oltre il paesaggio" , Grizzana Morandi.
1987 - Chiesa di San Romano, "Sulle orme di Orlando" , Ferrara.
1987- XIV Biennale di grafica, MISKOLOC.
1988 - Pinacoteca Civica "Segni nella Romagna degli anni '80", Bagnacavallo.
- Palazzo della Penna, "I celebranti della cripta d' Orlando", Perugia.
- Galleria Il Prato dei Miracoli, "I celebranti al Prato dei Miracoli", Pisa.
1989 - Istituto di Cultura Casa Cini, Ferrara.
1990 - Centro Civico di Porta Modena, "Opere su carta" Crevalcore.
- Centro Culturale Nuovo Ruolo, Forlì.
- Galleria D. Baccarini, Faenza.
1991 - Palazzo del Podestà, "L'arte contemporanea a Bologna" Bologna.
- Palazzo delle Esposizioni, "La chioma della cometa''', Faenza.
- Centro Internacional De Arte, "Certamen Internacional de Obra grafica" , SALAMANCA.
1994 - Galleria San Fedele, "Incisione - divagazioni sul tema", Milano.
1995 - Sala Forum , Faenza.
- Centro Culturale Polivalente, "La guerra, la desolazione, il dolore, la speranza", Bagnacavallo.
- Pinacoteca e Galleria d'Arte Contemporanea, "In Armonia - segni e scritture per Raffaele Biolchini" , Pavullo.
1996 - Circolo Artistico Iterarte, "Segno e materia” , Bologna.
- Pinacoteca Civica, " La Metamorfosi dell'Angelo" , Cento.
- Galleria l'Ariete, " La Metamorfosi dell'Angelo", Bologna.
1997 - Seminario Arcivescovile, "Prima TRIENNALE d'Arte Sacra Contemporanea", Lecce.
- Villa del Cardinale, "L’evoluzione della forma" , Torre del Greco.
1998 affresca una volta con “l’Allegoria del Fuoco” nel Palazzo Comunale del Settore Territorio a Faenza.
- Chiesa di Boccaquattro, "Il tempo, la materia, l'eterno" , Cesena.
- Collettiva Pictura a cura di M. Pasquali.
1999 l’Artista Lenzini tiene una personale nell'aula dei Santi del Palazzo Vescovile di Faenza dedicata alle immagini del Crocefisso;
- Presenta opere alla mostra dedicata a “Giuseppe, Il lavoro, il sogno, la paternità,” allestita, a cura di Maria Censi, nel Museo Sandro Parmeggiani a Cento.
EVENTI SOSTENUTI DALL’ARTISTA PER VALORIZZARE LA CIVILTA’ ARTISTICA DELLA SUA CITTA’:
• Nel 1981 l’Artista collabora alla mostra bolognese su “Alfonso Rubbiani: i Veri e i Falsi storici” con uno studio sui rapporti culturali esistenti tra l’ambiente faentino e quello bolognese negli anni del Liberty.
• 1982 Lenzini è fra gli autori della Mostra antologica organizzata per il CENTENARIO della nascita di Domenico Baccarini occupandosi in particolare della sua produzione grafica.
• 1988 cura l’allestimento dell’antologica di Giovanni Romagnoli allestita al Palazzo Podestà di Faenza presentata da Carlo Spadoni, nella stessa sede ordina l’esposizione dedicata a Gianna Boschi curata da Franco Solmi.
Contribuisce con 2 Saggi ai “Quaderni della Cattedrale di Faenza”;
• Lavora per il MUSEO INTERNAZIONALE delle Ceramiche, preparando uno studio in corso di pubblicazione sulle vicende storiche-architettoniche dell’Antico Monastero di S. Maglorio.
• Nel 1990, collabora al volume monografico sullo scenografo faentino del XIX secolo.
• Nel 1998 per la Collana “Chiese Monumentali d’Italia” dell’Editore Cardini di Firenze, Lenzini cura il capitolo relativo agli aspetti decorativi degli interventi sette-ottocenteschi della Cattedrale di Faenza.
SUE OPERE SI TROVANO IN VARIE COLLEZIONI PUBBLICHE:
- Accademia Nazionale di S. Luca di Roma - Galleria d’Arte Moderna di Faenza –
Casa “G. Cini” di Ferrara - Gabinetto della grafica di Bagnacavallo –
Raccolta Lercaro a San Lazzaro di Savena (Bologna).
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Pietro Lenzini è in attività dal 1976, registra al suo attivo l’allestimento di numerose Mostre Personali e Collettive in ITALIA e all’ESTERO ricevendo i migliori apprezzamenti dal pubblico e dalla critica più qualificata.
06
settembre 2008
Pietro Lenzini
Dal 06 al 28 settembre 2008
arte contemporanea
Location
ORATORIO DEI SANTISSIMI CARLO BORROMEO E ANTONIO DI PADOVA
Palazzuolo Sul Senio, Piazza Ettore Alpi, (Firenze)
Palazzuolo Sul Senio, Piazza Ettore Alpi, (Firenze)
Orario di apertura
venerdì e sabato: dalle ore 16.00 alle ore 19.00 - domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Vernissage
6 Settembre 2008, ore 17,30
Sito web
www.lenzinipietro.it
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