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Un capolavoro per Milano. La Giuditta di Sandro Botticelli
La Giuditta (titolo completo Il ritorno di Giuditta a Betulia) si data intorno al 1470, in quella fase in cui Botticelli elimina progressivamente il chiaroscuro, proponendo una particolare interpretazione delle leggi prospettiche rinascimentali, cercando la definizione del movimento delle figure tramite eleganti evoluzioni dei panneggi
Comunicato stampa
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La Giuditta (titolo completo Il ritorno di Giuditta a Betulia) si data intorno al 1470, in quella fase in cui Botticelli elimina progressivamente il chiaroscuro, proponendo una particolare interpretazione delle leggi prospettiche rinascimentali, cercando la definizione del movimento delle figure tramite eleganti evoluzioni dei panneggi. Le figure, in questo modo, grazie alla particolare e raffinata incidenza della luce e alla ricercatezza ornamentale basata su un accentuato uso degli elementi lineari e cromatici, appaiono come eleganti silhouette più che corpi tridimensionali, aprendo a quella svolta stilistica che caratterizzerà l’arte del maestro fiorentino nei suoi anni maturi. Per l’occasione, sarà esposta anche un’altra tavola del Botticelli, La scoperta del cadavere di Oloferne, sempre proveniente dagli Uffizi, che completa idealmente il progetto narrativo dell’artista. Il tema di Giuditta è presente nell’arte italiana sin dal Medioevo, con una forte valenza simbolica. L’eroina biblica viene spesso interpretata come una figura mariana, soprattutto nel caso in cui se ne sottolinea il trionfo su Oloferne. Per questo motivo, nella tradizione iconografica, è molto più frequente la raffigurazione di Giuditta con ancora in mano la testa del nemico o, soprattutto a partire dal XVII secolo, la rappresentazione del momento preciso della decapitazione. Botticelli propone una lettura fedele del testo biblico, scegliendo uno schema compositivo del tutto nuovo e articolando la narrazione in due scene distinte nelle quali cambia tono e registro linguistico: il Ritorno di Giuditta a Betulia mostra colori chiari e toni luminosi ed è attraversato da un’aria leggera e quasi leziosa al contrario dei toni bui e drammatici della Scoperta del cadavere di Oloferne. Di straordinaria bellezza e intensità è il volto di Giuditta, con quella pensosa malinconia che caratterizza le opere del maestro fiorentino. Nelle prime cinque edizioni di Un Capolavoro per Milano, i visitatori sono stati oltre 150.00. Le opere esposte sono state: nel 2002, l'Ecce Homo di Antonello da Messina, prestito del Collegio Alberoni di Piacenza; nel 2003, l'Annunciazione di Domenico Beccafumi, proveniente dalla chiesa di San Martino e Santa Vittoria di Sarteano (Siena); nel 2004, la Cattura di Cristo del Caravaggio, proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino; nel 2006, la Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino di Andrea Mantenga, proveniente dal Kimbel Art Museum di Fort Worth in Texas: nel 2007, L’Annunciata di Antonello da Messina proveniente dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo
30
settembre 2008
Un capolavoro per Milano. La Giuditta di Sandro Botticelli
Dal 30 settembre al 14 dicembre 2008
arte antica
Location
MUSEO DIOCESANO
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Biglietti
€ 8,00 intero; € 6,00 gruppi; € 5,00 ridotto; € 2,00 scolaresche Martedì: ingresso € 4,00
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle 10 alle 18, escluso il lunedì
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore