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Serena Giorgi – In memoria di me. Albero!
Dipinti, tavole in plexiglass, libri d’artista nel progetto installazione-intervento al Palazzetto, percorso etico ed estetico nel “tempo biologico contemporaneo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“In memoria di me. Albero!”: Serena Giorgi in mostra a Cecina
Dipinti, tavole in plexiglass, libri d’artista nel progetto
installazione-intervento al Centro Espositivo il “Palazzetto”,
percorso etico ed estetico nel “tempo biologico contemporaneo”
Lo spostamento reale interattivo lungo un percorso in più stanze in
successione di senso, dai libri-diario, personalissime opere d’arte
ricostruite con oggetti di recupero, al riciclaggio dei materiali più
disparati ricontestualizzati nella ricostruzione semantica di nuovi
significati, fra pittura, grafica, scultura e videoarte, s’inaugura a
Cecina (LI) sabato 5 luglio ore 18, presso la sede del Centro
Espositivo “Il Palazzetto” la mostra “In memoria di me. Albero!” nata
dalle ultime ricerche di indagine immedesimativa e partecipe sulle
urgenze biologiche ed ambientali più attuali dell’artista cecinese
Serena Giorgi, classe 1969, allieva di Stepan Zavrel, Kveta Packowska e
Elias Benavides, diplomata all’Istituto Statale d’arte di Volterra e
all’Accademia di Firenze, attualmente residente stabile nella città di
Milano.
Nell’evento d’arte contemporanea patrocinato dal Comune di Cecina e co-
organizzato dall’associazione “Tetro dell’Anima”, una ricostruzione
simbolica e surreale della società contemporanea mondiale che decide di
“guardasi dentro” attraverso i resti e la realtà oggettiva e
preponderante dei suoi stessi “rifiuti”. Sugli assi di una ricerca
concettuale ed etico-pedagogica delineatasi in un arco temporale di
circa due anni e suggestionata dalla lettura partecipe della favola di
Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi”, si struttura il progetto-
intervento in installazione e dai connotati site-specific nell’ambiente
anonimo e confortante insieme nella sede del Centro Espositivo di
Cecina, che apre i sentieri di una riflessione universale ed
archetipica sullo stato contemporaneo esistenziale, in un aggancio tra
la memoria antica dell’individuo ed i più urgenti interrogativi
ecologici ed ambientali.
Un itinerario che inizia con la presentazione dei “libri-opera” unica,
in una citazione autoricorsiva del libro che riflette su di Sé e sul
suo potenziale di narrazione e conservazione dei significati e della
memoria, in una sorta di espressionismo tridimensionale costruito nella
materia plastica post-uso e già in via di ulteriore trasformazione e
deterioramento.
Si delinea, sulla scia di precipitati di ricordo, appunti
ricontestualizzati, accennati in piccoli strappi decentrati sui
multilivelli materici di costruzione delle pagine, strappi ricorrenti e
vagamente ossessivi in apertura di riflessione in divenire su un
passato recente, un lavoro complesso di indagine sui percorsi
sconosciuti ed imminenti di un tempo complesso e già post post-moderno.
Dai books di conservazione e citazione della memoria contemporanea,
alle opere bidimensionali e grafiche ed alle composizioni-scultura,
dove il neogotico dei soggetti fiabeschi (il “cavaliere verde”, il “bla
bla bla imbottigliato”, la “nuvola nera”, l’ “albero che diventò
angelo”), come da illustrazione esorcizzante di taglio psicoanalitico-
infantile, re-inventano sul limite estremo del significato e della
forma-non forma del materiale urbano di recupero, le cui cromie
sintetiche sono accentuate da interventi pittorici successivi, un mondo
parallelo che, nei timbri cupi e anonimi di periferie urbane,
ricostruisce in un messaggio fanciullesco e primordiale, attraverso le
plastica, i vetri, i rimandi materici di un’arte povera e concettuale
sui resti di vita quotidiana e dalle suggestioni metropolitane, i
precipitati mnestici di un ambiente naturale, fonte originaria di
equilibrio e di rinnovata straordinaria felicità, nell’autoevidenza
della sua stessa riscoperta e magica semplicità.
Fra etica ed estetica, un itinerario nella realtà oggettuale e nella
creazione artistica e visionaria, che conduce fino all’installazione
allestita nell’ultima delle stanze adibite al progetto, dove è
rappresentata nel dipinto di sintesi “Nostalgia del futuro”,
rielaborato nella forza semantica ed emozionale di una installazione
video volutamente disorientante, l’incombente “nube nera” dei rifiuti
urbani, esorcizzata nel nuovo ambiente di senso costruito attraverso le
soluzioni concettuali dell’arte contemporanea, in un gioco continuo di
osmosi tra la forza della consapevolezza disarmante di un dramma
incombente, subconscio ed universale, di un’anomia imperante e
spaesante, e l’intervento creativo della ricostruzione di un senso
minimo, che si delinea nell’incertezza della direzione ed il
disorientamento di un futuro già in via di vertiginosa archiviazione,
nell’azione individuale e sociale dell’Uomo nel suo ambiente, che
modifica prima ancora di una sedimentazione del senso compiuta, gli
stessi spazi simbolici ed oggettivo-strutturali della sua esistenza
attuale.
Nelle tavole bidimensionali, così come nei libri-testamento ultimo e
fiabesco della contemporaneità, sui timbri magnetici di un verde fra il
naturale e l’innaturale, la fluidità plastica dell’amalgama dell’opera,
tra astratto e figurativo arcaico bidimensionale, che rievoca e quasi
invoca il ritorno “al petrolio originario”, attraverso un lirico lavoro
interpretativo, passa il messaggio forte di una speranza che rende auto-
evidenti le modalità tramite cui la società contemporanea, nelle ceneri
della sua stessa decadenza, e nel coraggio di uno sguardo creativo
alla realtà imminente delle sue urgenze, nella rappresentazione
decisiva che passa dall’acquisizione consapevole dei suoi ridondanti
rifiuti, decide di raccontarsi e, nella creazione reale di un
itinerario sperimentale di senso ultimo si dà la possibilità di
“guardarsi ancora dentro”.
Nella ricerca di un nuovo, sconosciuto, riconciliante e salvifico
significato di recupero estremo, sul baratro ultimo di un caos creativo
ed incombente e dagli scenari inquietanti di una distruzione ora
immaginaria ora reale, totalizzante e dalle suggestionanti simbologie
urbane dagli scenari apocalittici e finali, la consapevolezza si
materializza nella proiezione ultima di un video anonimo, dove il ritmo
apatico di uno spaccato di vita sociale quotidiana si svolge sotto una
nube tossica archetipica, ma forse già in via di evanescenza nel
momento estremo del concretizzarsi ultimo della sua più compiuta
rappresentazione.
Dipinti, tavole in plexiglass, libri d’artista nel progetto
installazione-intervento al Centro Espositivo il “Palazzetto”,
percorso etico ed estetico nel “tempo biologico contemporaneo”
Lo spostamento reale interattivo lungo un percorso in più stanze in
successione di senso, dai libri-diario, personalissime opere d’arte
ricostruite con oggetti di recupero, al riciclaggio dei materiali più
disparati ricontestualizzati nella ricostruzione semantica di nuovi
significati, fra pittura, grafica, scultura e videoarte, s’inaugura a
Cecina (LI) sabato 5 luglio ore 18, presso la sede del Centro
Espositivo “Il Palazzetto” la mostra “In memoria di me. Albero!” nata
dalle ultime ricerche di indagine immedesimativa e partecipe sulle
urgenze biologiche ed ambientali più attuali dell’artista cecinese
Serena Giorgi, classe 1969, allieva di Stepan Zavrel, Kveta Packowska e
Elias Benavides, diplomata all’Istituto Statale d’arte di Volterra e
all’Accademia di Firenze, attualmente residente stabile nella città di
Milano.
Nell’evento d’arte contemporanea patrocinato dal Comune di Cecina e co-
organizzato dall’associazione “Tetro dell’Anima”, una ricostruzione
simbolica e surreale della società contemporanea mondiale che decide di
“guardasi dentro” attraverso i resti e la realtà oggettiva e
preponderante dei suoi stessi “rifiuti”. Sugli assi di una ricerca
concettuale ed etico-pedagogica delineatasi in un arco temporale di
circa due anni e suggestionata dalla lettura partecipe della favola di
Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi”, si struttura il progetto-
intervento in installazione e dai connotati site-specific nell’ambiente
anonimo e confortante insieme nella sede del Centro Espositivo di
Cecina, che apre i sentieri di una riflessione universale ed
archetipica sullo stato contemporaneo esistenziale, in un aggancio tra
la memoria antica dell’individuo ed i più urgenti interrogativi
ecologici ed ambientali.
Un itinerario che inizia con la presentazione dei “libri-opera” unica,
in una citazione autoricorsiva del libro che riflette su di Sé e sul
suo potenziale di narrazione e conservazione dei significati e della
memoria, in una sorta di espressionismo tridimensionale costruito nella
materia plastica post-uso e già in via di ulteriore trasformazione e
deterioramento.
Si delinea, sulla scia di precipitati di ricordo, appunti
ricontestualizzati, accennati in piccoli strappi decentrati sui
multilivelli materici di costruzione delle pagine, strappi ricorrenti e
vagamente ossessivi in apertura di riflessione in divenire su un
passato recente, un lavoro complesso di indagine sui percorsi
sconosciuti ed imminenti di un tempo complesso e già post post-moderno.
Dai books di conservazione e citazione della memoria contemporanea,
alle opere bidimensionali e grafiche ed alle composizioni-scultura,
dove il neogotico dei soggetti fiabeschi (il “cavaliere verde”, il “bla
bla bla imbottigliato”, la “nuvola nera”, l’ “albero che diventò
angelo”), come da illustrazione esorcizzante di taglio psicoanalitico-
infantile, re-inventano sul limite estremo del significato e della
forma-non forma del materiale urbano di recupero, le cui cromie
sintetiche sono accentuate da interventi pittorici successivi, un mondo
parallelo che, nei timbri cupi e anonimi di periferie urbane,
ricostruisce in un messaggio fanciullesco e primordiale, attraverso le
plastica, i vetri, i rimandi materici di un’arte povera e concettuale
sui resti di vita quotidiana e dalle suggestioni metropolitane, i
precipitati mnestici di un ambiente naturale, fonte originaria di
equilibrio e di rinnovata straordinaria felicità, nell’autoevidenza
della sua stessa riscoperta e magica semplicità.
Fra etica ed estetica, un itinerario nella realtà oggettuale e nella
creazione artistica e visionaria, che conduce fino all’installazione
allestita nell’ultima delle stanze adibite al progetto, dove è
rappresentata nel dipinto di sintesi “Nostalgia del futuro”,
rielaborato nella forza semantica ed emozionale di una installazione
video volutamente disorientante, l’incombente “nube nera” dei rifiuti
urbani, esorcizzata nel nuovo ambiente di senso costruito attraverso le
soluzioni concettuali dell’arte contemporanea, in un gioco continuo di
osmosi tra la forza della consapevolezza disarmante di un dramma
incombente, subconscio ed universale, di un’anomia imperante e
spaesante, e l’intervento creativo della ricostruzione di un senso
minimo, che si delinea nell’incertezza della direzione ed il
disorientamento di un futuro già in via di vertiginosa archiviazione,
nell’azione individuale e sociale dell’Uomo nel suo ambiente, che
modifica prima ancora di una sedimentazione del senso compiuta, gli
stessi spazi simbolici ed oggettivo-strutturali della sua esistenza
attuale.
Nelle tavole bidimensionali, così come nei libri-testamento ultimo e
fiabesco della contemporaneità, sui timbri magnetici di un verde fra il
naturale e l’innaturale, la fluidità plastica dell’amalgama dell’opera,
tra astratto e figurativo arcaico bidimensionale, che rievoca e quasi
invoca il ritorno “al petrolio originario”, attraverso un lirico lavoro
interpretativo, passa il messaggio forte di una speranza che rende auto-
evidenti le modalità tramite cui la società contemporanea, nelle ceneri
della sua stessa decadenza, e nel coraggio di uno sguardo creativo
alla realtà imminente delle sue urgenze, nella rappresentazione
decisiva che passa dall’acquisizione consapevole dei suoi ridondanti
rifiuti, decide di raccontarsi e, nella creazione reale di un
itinerario sperimentale di senso ultimo si dà la possibilità di
“guardarsi ancora dentro”.
Nella ricerca di un nuovo, sconosciuto, riconciliante e salvifico
significato di recupero estremo, sul baratro ultimo di un caos creativo
ed incombente e dagli scenari inquietanti di una distruzione ora
immaginaria ora reale, totalizzante e dalle suggestionanti simbologie
urbane dagli scenari apocalittici e finali, la consapevolezza si
materializza nella proiezione ultima di un video anonimo, dove il ritmo
apatico di uno spaccato di vita sociale quotidiana si svolge sotto una
nube tossica archetipica, ma forse già in via di evanescenza nel
momento estremo del concretizzarsi ultimo della sua più compiuta
rappresentazione.
05
luglio 2008
Serena Giorgi – In memoria di me. Albero!
Dal 05 al 22 luglio 2008
arte contemporanea
Location
CENTRO ESPOSITIVO COMUNALE IL PALAZZETTO
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, (Livorno)
Orario di apertura
17.30-20 e 21.30-23.30
Vernissage
5 Luglio 2008, ore 18
Sito web
www.association-marcopolo.org
Ufficio stampa
ACCADEMIA LIBERA NATURA E CULTURA
Autore




