Dal prossimo 28 maggio la galleria Stragapede Perini ospita la collettiva Il corpo lo sa, un abbraccio degli scatti di tre artiste, tre fotografe, tre donne: Monica Papagna, Anna Fabroni, Julia Krahn.

Diverse per età, origini, storia personale, il minimo comune denominatore del trittico così composto è l'attenzione riservata al corpo femminile, vero protagonista della loro indagine fotografica. Pur differente per ciascuna, lo stile in cui esso viene rappresentato esprime delicatezza nel tocco e una ricerca interiore complessa e profonda.

Il corpo sa tutto, ma non è rivelatore. Il corpo preferisce suggerire - piutosto che urlare - l'animo di colui che incarna, il contesto in cui è posto, il momento che vive. Monica Papagna con le sue luci tra il rosso e il nero, Julia Krahn con le sue atmosfere intimiste, Anna Fabroni e i suoi autoritratti, tutte si pongono in ascolto di emozioni, pensieri, sentimenti.

Attraverso le possibilità messe a disposizione dal medium fotografico, i giochi di luce, l'uso del colore, la gestione delle forme, le tre fotografe traducono in immagine il messaggio che il corpo fa trapelare. Al contempo, ognuna di loro come un "deus ex machina" crea le circostanze ideali affinchè l'immagine sia portatrice di frasi sospese che lo spettatore dovrà completare, sull'onda del piacere estetico ed emotivo.

Roberta Gibillini




NOTE BIOGRAFICHE


Monica Papagna si forma alla John Kaverdash School di Milano. Fondamentale per la sua fotografia è l’incontro con Paul Elledge, suo insegnante ai corsi del TPW. Monica Papagna ha creato due cicli fotografici intitolati Disturbing e I sette non peccati capitali, entrambi esposti nel 2006. L’anno successivo è stato dedicato all’ideazione e concretizzazione del progetto Fil rouge. Quest’ultimo lavoro è stato presentato in una mostra alla galleria Marana Rooms di Torino che ora la rappresenta. Monica Papagna conta esposizioni a Menaggio, Firenze, Lubjana (Slovenia), Minneapolis (U.S.A), Barcellona, Milano.


Julia Krahn nata in Germania vive e lavora a Milano dal 2001 come fotografa professionista.

Il suo primo approccio con la fotografia è stato di tipo artistico, aprroccio che ha cercato di mantenere con la costante ricerca e realizzazione di ventina di mostre. Vieni rapresentata della Galleria Magrorocca a Milano. In questa mostra torna al suo primo soggetto, l’autoscatto.

"(…) il suo obbiettivo è un obice. Attraverso i suoi autoscatti fa il mestiere di un cieco.

Non fotografa ciò che vede, ma ciò che pensa e cosa dice a sé stessa su ciò che ha visto."

(Gian Paolo Serino)


Anna Fabroni si avvicina all'autoritratto nel 2001.Il suo primo lavoro Costole viene premiato all'interno della manifestazione portfolio in piazza, dove conosce il suo attuale curatore Fabrizio Boggiano. Nel 2004 esce il suo primo libro fotografico Costole edito in collaborazione con la Contrasto e la Noivoi. Da qui Vanity e Attraversome, quest'ultimo in esposizone alla Biennale di Alessandira da fine maggio2008. Espone a Genova Roma Bologna Copenhagen, Amburgo e San Marino ed è presente all'interno della collettiva Suoni e Visioni.