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Roberta Lotto – La Fabula dello Scontro
Dal viaggio l’incontro, dal viaggio il racconto, la testimonianza perimmagini di una tradizione, di un evento tramandato fino a noi dileggendari eroi costantemente impegnati a lottare contro le forze del male
Comunicato stampa
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Dal viaggio l'incontro, dal viaggio il racconto, la testimonianza perimmagini di una tradizione, di un evento tramandato fino a noi dileggendari eroi costantemente impegnati a lottare contro le forze del male. Leggende, miti e storie per il combattimento corpo a corpo – la lottauno dei più antichi sport conosciuti, dal bronzo trovato a Babilonia aidipinti nelle tombe egizie, dall'Iran fino alla Turchia.Roberta Lotto vive a Padova: partecipa da tempo come socio alle attività del Foto Club Padova e alnuovo gruppo fotografico FAAPP, del quale è una dei fondatori.Attualmente si occupa attivamente come curatrice delle esposizioni della Young Photo Gallery,istituita insieme ad altri amici.
LA FABULA DELLO SCONTROEdirne (Turchia), 626' KirkpinarI lottatori (pehlivan) a torso nudo, indossano un robusto pantalone di cuoio di straordinaria fatturalungo fino al polpaccio (kispet). Da un grande recipiente, sistemato ai margini del campo, prendonoolio di oliva e se ne cospargono il corpo e l'indumento.Questa l'impresa, una presa da instaurare, andare verso la presa per lo scontro, in untempo infinito che sembra scivolare via come l'olio.La pratica dell'unzione è forse uno dei riferimenti più certi della continuità della lotta antica conquella turca: Kirkpinar, il torneo che si tiene ciascun anno dal 1346 nella città di Edirne in Turchia.Calma, concentrazione, disciplina. E' una vera gara che li vede stagliarsi nel valore della lotta.Le gare si svolgono all'aperto, su un terreno erboso, accompagnate dal suono ossessivo di tamburi estrumenti a fiato usati fin dai tempi più antichi.Testimoni dell'antica tradizione, nel cerimoniale dei movimenti, nella ripetizione di quelrito che partecipa all'instaurazione del mito.Immarcescibili alle mode turistiche e alla degradazione in 'evento ludico'.La storia: nel 1346 Suleyman Pasa, conquistatore di città e fortezze della Tracia, si accampò nellevicinanze di Adrianopoli, con quaranta guerrieri.Durante la sosta i guerrieri erano soliti organizzareincontri di lotta.Gli ultimi due rimasti in gara lottarono a lungo senza che l'uno riuscisse a prevaleresull'altro.Lottarono ininterrottamente fino a notte. Al mattino vennero trovarono morti, i loro corpiancora avvinti insieme.Furono sepolti sotto una pianta di fico. I compagni tornati qualche tempodopo, scoprirono che sul luogo erano scaturite numerose sorgenti d'acqua. E fu così che quel postoprese il nome di Kirkpinar (Quaranta Sorgenti). Più tardi in memoria dei due eroi e per inaugurarela conquista di Adrianopoli (in seguito diventata Edirne, capitale dell'Impero Ottomano) il sultanoMurat I fece disputare il primo torneo di lotta. Quindi il torneo di Kirkpinar, a somiglianza degliantichi giochi, prende origine da una celebrazione funebre.Non è la presa di un ricordo, ma la memoria in atto di ciò che non è mai andato perduto.Nella fase preparatoria al combattimento, tutto avviene in un rituale: la presentazione, il saluto, lapreghiera, gli inchini solenni alla terra, la coreografia dei salti e degli incitamenti.I predestinati all'arte della resistenza, ben sanno che alla vittoria partecipa anche unbuon auspicio, questo il teatro anticipatorio di quella scena che sembra alludere allarappresentazione dell'empasse.Poi la fase di avvicinamento dei contendenti sorteggiati, i quali prima di affrontarsi, si incrocianovarie volte, poi si toccano reciprocamente i polpacci, la schiena e si stringono al collo, infine lemani, a più riprese, e iniziano il combattimento.Quel combattimento antico che trova la sua effige in un bronzo babilonese di 4650 annifa e il suo orgoglio nei guerrieri che si contrastano temerariamente cimentandosi nellapiù dura opposizione.Gli atleti, il cui numero oggi arriva fino a mille, sono divisi in categorie. La vittoria si consegue invari modi: quando l'avversario viene messo con le spalle a terra o è in condizione di manifestainferiorità o viene proiettato su un fianco,così che spalla ed anca tocchino contemporaneamente ilsuolo, oppure (è questa una peculiarità della lotta turca) viene sollevato da terra e trasportato per trepassi.Il vincitore del torneo annuale è chiamato spehlivan e, se per tre anni consecutivi, riceve unacintura dorata. Oltre ai premi in denaro vengono assegnati, secondo antiche usanze, cavalli e tori.Questo il viaggio a Edirne che si forma, si trae e arriva a scriversi nel colore delbianco e nero, colore che si definisce nell'ombra, nello sfumato, non tutto chiaro,non tutto scuro: inconciliabile chiaroscuro.
LA FABULA DELLO SCONTROEdirne (Turchia), 626' KirkpinarI lottatori (pehlivan) a torso nudo, indossano un robusto pantalone di cuoio di straordinaria fatturalungo fino al polpaccio (kispet). Da un grande recipiente, sistemato ai margini del campo, prendonoolio di oliva e se ne cospargono il corpo e l'indumento.Questa l'impresa, una presa da instaurare, andare verso la presa per lo scontro, in untempo infinito che sembra scivolare via come l'olio.La pratica dell'unzione è forse uno dei riferimenti più certi della continuità della lotta antica conquella turca: Kirkpinar, il torneo che si tiene ciascun anno dal 1346 nella città di Edirne in Turchia.Calma, concentrazione, disciplina. E' una vera gara che li vede stagliarsi nel valore della lotta.Le gare si svolgono all'aperto, su un terreno erboso, accompagnate dal suono ossessivo di tamburi estrumenti a fiato usati fin dai tempi più antichi.Testimoni dell'antica tradizione, nel cerimoniale dei movimenti, nella ripetizione di quelrito che partecipa all'instaurazione del mito.Immarcescibili alle mode turistiche e alla degradazione in 'evento ludico'.La storia: nel 1346 Suleyman Pasa, conquistatore di città e fortezze della Tracia, si accampò nellevicinanze di Adrianopoli, con quaranta guerrieri.Durante la sosta i guerrieri erano soliti organizzareincontri di lotta.Gli ultimi due rimasti in gara lottarono a lungo senza che l'uno riuscisse a prevaleresull'altro.Lottarono ininterrottamente fino a notte. Al mattino vennero trovarono morti, i loro corpiancora avvinti insieme.Furono sepolti sotto una pianta di fico. I compagni tornati qualche tempodopo, scoprirono che sul luogo erano scaturite numerose sorgenti d'acqua. E fu così che quel postoprese il nome di Kirkpinar (Quaranta Sorgenti). Più tardi in memoria dei due eroi e per inaugurarela conquista di Adrianopoli (in seguito diventata Edirne, capitale dell'Impero Ottomano) il sultanoMurat I fece disputare il primo torneo di lotta. Quindi il torneo di Kirkpinar, a somiglianza degliantichi giochi, prende origine da una celebrazione funebre.Non è la presa di un ricordo, ma la memoria in atto di ciò che non è mai andato perduto.Nella fase preparatoria al combattimento, tutto avviene in un rituale: la presentazione, il saluto, lapreghiera, gli inchini solenni alla terra, la coreografia dei salti e degli incitamenti.I predestinati all'arte della resistenza, ben sanno che alla vittoria partecipa anche unbuon auspicio, questo il teatro anticipatorio di quella scena che sembra alludere allarappresentazione dell'empasse.Poi la fase di avvicinamento dei contendenti sorteggiati, i quali prima di affrontarsi, si incrocianovarie volte, poi si toccano reciprocamente i polpacci, la schiena e si stringono al collo, infine lemani, a più riprese, e iniziano il combattimento.Quel combattimento antico che trova la sua effige in un bronzo babilonese di 4650 annifa e il suo orgoglio nei guerrieri che si contrastano temerariamente cimentandosi nellapiù dura opposizione.Gli atleti, il cui numero oggi arriva fino a mille, sono divisi in categorie. La vittoria si consegue invari modi: quando l'avversario viene messo con le spalle a terra o è in condizione di manifestainferiorità o viene proiettato su un fianco,così che spalla ed anca tocchino contemporaneamente ilsuolo, oppure (è questa una peculiarità della lotta turca) viene sollevato da terra e trasportato per trepassi.Il vincitore del torneo annuale è chiamato spehlivan e, se per tre anni consecutivi, riceve unacintura dorata. Oltre ai premi in denaro vengono assegnati, secondo antiche usanze, cavalli e tori.Questo il viaggio a Edirne che si forma, si trae e arriva a scriversi nel colore delbianco e nero, colore che si definisce nell'ombra, nello sfumato, non tutto chiaro,non tutto scuro: inconciliabile chiaroscuro.
07
febbraio 2008
Roberta Lotto – La Fabula dello Scontro
Dal 07 al 29 febbraio 2008
fotografia
Location
GODENDA PHOTO GALLERY
Padova, Via Francesco Squarcione, 4/6, (Padova)
Padova, Via Francesco Squarcione, 4/6, (Padova)
Orario di apertura
12-14 e 18.30-21.30. Chiuso domenica e lunedì
Vernissage
7 Febbraio 2008, ore 18.30
Autore




