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La vanità del tempo
Due rari orologi milanesi neoclassici in mostra
Comunicato stampa
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Il Neoclassicismo italiano, per quanto riguarda le arti decorative, è ancora costellato da episodi e personalità quasi del tutto sconosciuti. Accanto ai grandi protagonisti, alle prese con celeberrime commesse ampiamente documentate, vi fu un tessuto connettivo ricchissimo e complesso che oggi ancora sfugge ad un’analisi storiografica, sia per la scarsità di documenti, che per la perdita stessa di opere che non hanno resistito all’impatto del tempo. Ricomporre un intreccio di relazioni artistiche e culturali che si allontani dai fasti istituzionali, diviene così arduo e periglioso.
Una ricerca lenta e difficile, irta di vicoli ciechi, che obbliga a volte, a riporre nei cassetti frammenti di storie indecifrabili, ma che se affrontata con metodo e dedizione, riserva sorprese affascinanti, lo sciogliersi e il rivelarsi degli infiniti fili mancanti di un fertile contesto sociale, culturale ed artistico sorprendente per la ricchezza dei mezzi toni e delle sfumature.
Riemergono i tratti di personalità condannate al cupio dissolvi, date, opere che non hanno ancora trovato la corretta chiave di lettura divengono testimonianze preziose e proficue di scambi culturali e di repentini mutamenti del Gusto che con sorprendente freschezza si svelano alla nostra contemporaneità.
E’ questo il caso dei due orologi che saranno visibili dal 19 febbraio al 7 marzo, presso il Laboratorio Beretti. Si tratta di un monumentale cartel in legno intagliato e dorato ispirato ai modelli Parigi del primissimo gusto Louis XVI - proveniente da un palazzo legato alla corte arciducale di Ferdinando -, e una pendola da camino in cui quegli stessi modelli sono ancora declinati con l’ultima bizzarra moda della migliore rocaille internazionale: la cinoiserie.
Sono opere di un artista completamente dimenticato sino ad oggi: un orologiaio milanese, il cui cognome fu Mazzucchelli (nemmeno il suo nome proprio è ancora riemerso), personalità informatissima sulle mode europee dell’abitare.
Dovette essere un viaggiatore tra Milano, Parigi e Vienna. A Milano diede il via ad una produzione di orologi tanto alla moda quanto preziosi. Orologi che per almeno un quarto di secolo (dal 1770 al 1795 ca.) rappresentarono agli occhi dei contemporanei l’orologeria neoclassica milanese.
Sono manufatti che traducono, nella lingua del neoclassicismo milanese di Giuseppe Piermarini, Giocondo Albertolli, Agostino Gerli, i dictat dei grandi decoratori Parigini, Jean-Charles Delafosse, Pierre.Antoine Foullet, La Pautre.
Mancando però a Milano l’industria del bronzo ornamentale dorato, Mazzucchelli vi sopperì con manufatti in legno di straordinaria qualità, risultato di una secolare tradizione cittadina nell’arte dell’intaglio.
Oggi le opere con certezza riconducibili al Mazzucchelli sono rarissime e si contano sulle dita di una mano (tutte, tranne una conservata presso le Civiche Raccolte d’Arte applicata del Comune di Milano, in collezioni private). La loro natura fragilissima ha fatto si che siano andate in gran parte perdute.
I due incantevoli orologi presentati nel suggestivo contesto della bottega di restauro di Giuseppe Beretti, ci appaiono come fastosi simulacri di una eclettica e giocosa arcadia, che restituiscono, nel loro delicato vigore che ha sfidato la vanitas del tempo, un’affascinante sfumatura della storia del Gusto chiamata Neoclassicismo.
Una ricerca lenta e difficile, irta di vicoli ciechi, che obbliga a volte, a riporre nei cassetti frammenti di storie indecifrabili, ma che se affrontata con metodo e dedizione, riserva sorprese affascinanti, lo sciogliersi e il rivelarsi degli infiniti fili mancanti di un fertile contesto sociale, culturale ed artistico sorprendente per la ricchezza dei mezzi toni e delle sfumature.
Riemergono i tratti di personalità condannate al cupio dissolvi, date, opere che non hanno ancora trovato la corretta chiave di lettura divengono testimonianze preziose e proficue di scambi culturali e di repentini mutamenti del Gusto che con sorprendente freschezza si svelano alla nostra contemporaneità.
E’ questo il caso dei due orologi che saranno visibili dal 19 febbraio al 7 marzo, presso il Laboratorio Beretti. Si tratta di un monumentale cartel in legno intagliato e dorato ispirato ai modelli Parigi del primissimo gusto Louis XVI - proveniente da un palazzo legato alla corte arciducale di Ferdinando -, e una pendola da camino in cui quegli stessi modelli sono ancora declinati con l’ultima bizzarra moda della migliore rocaille internazionale: la cinoiserie.
Sono opere di un artista completamente dimenticato sino ad oggi: un orologiaio milanese, il cui cognome fu Mazzucchelli (nemmeno il suo nome proprio è ancora riemerso), personalità informatissima sulle mode europee dell’abitare.
Dovette essere un viaggiatore tra Milano, Parigi e Vienna. A Milano diede il via ad una produzione di orologi tanto alla moda quanto preziosi. Orologi che per almeno un quarto di secolo (dal 1770 al 1795 ca.) rappresentarono agli occhi dei contemporanei l’orologeria neoclassica milanese.
Sono manufatti che traducono, nella lingua del neoclassicismo milanese di Giuseppe Piermarini, Giocondo Albertolli, Agostino Gerli, i dictat dei grandi decoratori Parigini, Jean-Charles Delafosse, Pierre.Antoine Foullet, La Pautre.
Mancando però a Milano l’industria del bronzo ornamentale dorato, Mazzucchelli vi sopperì con manufatti in legno di straordinaria qualità, risultato di una secolare tradizione cittadina nell’arte dell’intaglio.
Oggi le opere con certezza riconducibili al Mazzucchelli sono rarissime e si contano sulle dita di una mano (tutte, tranne una conservata presso le Civiche Raccolte d’Arte applicata del Comune di Milano, in collezioni private). La loro natura fragilissima ha fatto si che siano andate in gran parte perdute.
I due incantevoli orologi presentati nel suggestivo contesto della bottega di restauro di Giuseppe Beretti, ci appaiono come fastosi simulacri di una eclettica e giocosa arcadia, che restituiscono, nel loro delicato vigore che ha sfidato la vanitas del tempo, un’affascinante sfumatura della storia del Gusto chiamata Neoclassicismo.
19
febbraio 2008
La vanità del tempo
Dal 19 febbraio al 07 marzo 2008
arti decorative e industriali
Location
LABORATORIO BERETTI
Milano, Via Jacopo Dal Verme, 2, (Milano)
Milano, Via Jacopo Dal Verme, 2, (Milano)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato 10,30-19




