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Marc Chagall – L’incredibile apparente
Le due collezioni proposte, mostrano come l’arte di Chagall non sia un’arte onirica e visionaria ma rispecchi la sua esperienza di vita: “Anime morte” fa riferimento alle sue origini russe, mentre “Esodo” mette in primo piano la sua origine ebraica”. La raccolta comprende 96 incisioni all’acquaforte e acquatinta incise dal grande maestro russo fra il 1923 e il 1927.
Comunicato stampa
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La raccolta comprende 96 incisioni all'acquaforte e acquatinta incise dal grande maestro russo fra il 1923 e il 1927.
Nel 1922 l’artista abbandona la Russia ed il suo trasferimento a Parigi viene a coincidere con l’avvio di un’intensa attività incisoria, pratica che egli non considererà mai come mero riflesso della pittura ma della quale avvertirà fin dall’inizio la specifica sensibilità e raffinatezza.
Affascinato dalla possibilità di moltiplicazione dell'originale e della diffusione dell'opera, tra il 1924 e 1945 Chagall adotta come mezzo espressivo d'elezione l'acquaforte.
Un'occasione per concretizzare questa sua passione gli venne fornita dall'illuminato Ambroise Vollard. Quando ancora era a Berlino, Chagall era stato messo al corrente dall'amico Blaise Cendrars, che l'editore francese voleva conoscerlo. A Parigi vi fu l'incontro tra i due, durante il quale Vollard propose al pittore russo di illustrare "Le Anime Morte" di Gogol. Chagall ne fu entusiasta e lavorò alle lastre di rame dal '23 al '27, anche se le acqueforti furono diffuse solo dal '48.
Il romanzo fornisce uno spaccato della Russia familiare all'artista. Imperniato sulle desolanti condizioni di civiltà di metà Ottocento del grande paese, "Le Anime Morte" mette in rilievo la squallida nullità che domina il mondo attraverso la descrizione dei viaggi di Cicikov, il misero e mediocre protagonista.
In questa serie l'artista si rivela un illustratore fine ed attento, le sue immagini non mirano a corrodere il testo, ma a trasporlo con esattezza e puntualità, pur senza ripeterlo pedissequamente. Chagall commenta le vicende di Cicikov, uomo losco e senza scrupoli che acquistava a basso prezzo i servi della gleba morti ma non ancora depennati dai registri, per impiegarli successivamente. In questo corpus Chagall dà sfogo ad un'esuberanza illustrativa di rara ricchezza.
Svariate sono le strutturazioni delle immagini: alcune di esse, essenzialmente quelle iniziali, sono incentrate su descrizioni di eventi o località che implicano una narrazione minuziosa ed un'osservazione particolareggiata.
In esse si avverte la padronanza con la quale Chagall organizza il foglio, presumibile retaggio di scenografie teatrali, riscontrabili nelle soluzioni di tipo illusionistico, nella ricerca di profondità che travalica il piano del supporto cartaceo.
In queste splendide tavole, ciò che si impone con forza è l'acutezza della visione, in ogni scena viene colta la vita nei suoi aspetti quotidiani. Chagall evita la satira e la caricatura, ad esse preferisce una poesia fatta di tenerezza, di truculenza e di vitalità che rende l'opera unica per immediatezza e freschezza.
Le lastre furono stampate nel 1948 dall'Imprimerie Nationale de France sotto la direzione di Raymond Blanchot.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: incisioni all’acquaforte e all’acquatinta
ANNO realizzazione: 1923-1927 stampa: 1948
MISURE foglio: cm 38x28
EDIZIONE: l’edizione di 368 esemplari è a cura di Tèriade e stampata da Louis Fort
NOTE: la serie è firmata e datata 1951 sulla pagina di titolo
BIBLIOGRAFIA: Paola Jori (a cura di), Marc Chagall. Le anime morte, cat. mostra Desenzano del Garda, Galleria Civica, luglio-agosto 1991, Edizioni Nuovi strumenti, Brescia, 1991; Le anime morte di Nikolaj Gogol': 96 acqueforti originali di Marc Chagall, cat. mostra Milano, Galleria Librex, ottobre/novembre 1984, nota critica e commento di Daniela Mancia, Librex, Milano, 1984; Charles Sorlier, Marc Chagall et Ambroise Vollard (textes de Marc Chagall, Andre Malraux, Robert Marteau ) Galerie Matignon, Paris, 1981, pp. 20-73
LA STORIA DELL'ESODO (1966)
24 opere
Quando gli venne proposto di illustrare La Storia dell'Esodo, Chagall si riservò un lungo periodo di riflessione prima di accettare l'offerta.
L’artista aveva infatti già lavorato molto sulla vita di Mosé eseguendo dal 1931 al 1939 le 105 incisioni per illustrare la Bibbia, e l'idea di lavorare ancora su questo soggetto non lo entusiasmava. Gli era rimasto però il rimpianto di non aver potuto interpretare con il colore, nei tempi passati, la Bibbia e le Favole di La Fontaine per la mancanza, all'epoca, di laboratori specializzati nella stampa litografica.
L'eccellente rapporto di lavoro che si era instaurato nel frattempo con Fernand Mourlot lo convinse definitivamente a ritentare l'esperienza, usando gli stessi soggetti che aveva creato per illustrare la Bibbia.
Si ritrovano così ne La Storia dell'Esodo "La nascita di Mosé", "Il roveto ardente", "Mosé e il serpente", "Aronne e il candelabro" etc., opere del tutto simili per stile e composizione a quelle incise su rame e stampate in bianco e nero.
Nonostante siano passati 25 anni dalle illustrazioni per la Bibbia, e la diversa tecnica usata, Chagall tiene fede a se stesso e alla sua vena poetica.
Le 24 litografie sono pervase da un profondo studio interiore e da una sentita ricerca spirituale.
La comprensione di questo ciclo di opere va ricondotta a due elementi fondanti della poetica di Chagall. Da un lato la sua origine e l’infanzia trascorsa a Vitebsk, dall’altro l’appartenenza al movimento ebraico dello “chadismo”.
Ennesima prova del suo innato talento come “cantastorie”, in questo ciclo di opere Chagall rimane ancorato al procedere sintattico del racconto, istituendo un parallelo senza possibilità di equivoco tra l’immagine e il corrispettivo riferimento biblico.
Dal momento in cui Mosé viene trovato dalla figlia del faraone fra i giunchi della palude all'arrivo nella Terra Promessa, l'unità di concezione non viene mai meno e la maestria nell'uso della litografia come mezzo espressivo gli permette di usare un'infinita gamma di colori e sfumature.
La serie può essere accostata all’Aliyah di Dalì e alla Bibbia di Chagall.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: litografie a colori
ANNO realizzazione: 1966
MISURE foglio: cm 52x39,5
EDIZIONE: 265 esemplari stampati da Mourlot e pubblicati da Leon Amiel a Parigi
NOTE: la serie è firmata da Chagall sulla pagina di giustificazione
BIBLIOGRAFIA: Mourlot e Sorlier, Litographs of Chagall, André Sauret, 1969, vol. III, pp. 94-102; Charles Sorlier , Le livre des livres, André Sauret e Michèle Trinckel, 1990, pp.102-104; Orietta Berlanda (a cura di), Chagall – Dalì. La storia dell’esodo – Aliyah, cat. mostra, Stampacolor, Sassari, 1999.
Nel 1922 l’artista abbandona la Russia ed il suo trasferimento a Parigi viene a coincidere con l’avvio di un’intensa attività incisoria, pratica che egli non considererà mai come mero riflesso della pittura ma della quale avvertirà fin dall’inizio la specifica sensibilità e raffinatezza.
Affascinato dalla possibilità di moltiplicazione dell'originale e della diffusione dell'opera, tra il 1924 e 1945 Chagall adotta come mezzo espressivo d'elezione l'acquaforte.
Un'occasione per concretizzare questa sua passione gli venne fornita dall'illuminato Ambroise Vollard. Quando ancora era a Berlino, Chagall era stato messo al corrente dall'amico Blaise Cendrars, che l'editore francese voleva conoscerlo. A Parigi vi fu l'incontro tra i due, durante il quale Vollard propose al pittore russo di illustrare "Le Anime Morte" di Gogol. Chagall ne fu entusiasta e lavorò alle lastre di rame dal '23 al '27, anche se le acqueforti furono diffuse solo dal '48.
Il romanzo fornisce uno spaccato della Russia familiare all'artista. Imperniato sulle desolanti condizioni di civiltà di metà Ottocento del grande paese, "Le Anime Morte" mette in rilievo la squallida nullità che domina il mondo attraverso la descrizione dei viaggi di Cicikov, il misero e mediocre protagonista.
In questa serie l'artista si rivela un illustratore fine ed attento, le sue immagini non mirano a corrodere il testo, ma a trasporlo con esattezza e puntualità, pur senza ripeterlo pedissequamente. Chagall commenta le vicende di Cicikov, uomo losco e senza scrupoli che acquistava a basso prezzo i servi della gleba morti ma non ancora depennati dai registri, per impiegarli successivamente. In questo corpus Chagall dà sfogo ad un'esuberanza illustrativa di rara ricchezza.
Svariate sono le strutturazioni delle immagini: alcune di esse, essenzialmente quelle iniziali, sono incentrate su descrizioni di eventi o località che implicano una narrazione minuziosa ed un'osservazione particolareggiata.
In esse si avverte la padronanza con la quale Chagall organizza il foglio, presumibile retaggio di scenografie teatrali, riscontrabili nelle soluzioni di tipo illusionistico, nella ricerca di profondità che travalica il piano del supporto cartaceo.
In queste splendide tavole, ciò che si impone con forza è l'acutezza della visione, in ogni scena viene colta la vita nei suoi aspetti quotidiani. Chagall evita la satira e la caricatura, ad esse preferisce una poesia fatta di tenerezza, di truculenza e di vitalità che rende l'opera unica per immediatezza e freschezza.
Le lastre furono stampate nel 1948 dall'Imprimerie Nationale de France sotto la direzione di Raymond Blanchot.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: incisioni all’acquaforte e all’acquatinta
ANNO realizzazione: 1923-1927 stampa: 1948
MISURE foglio: cm 38x28
EDIZIONE: l’edizione di 368 esemplari è a cura di Tèriade e stampata da Louis Fort
NOTE: la serie è firmata e datata 1951 sulla pagina di titolo
BIBLIOGRAFIA: Paola Jori (a cura di), Marc Chagall. Le anime morte, cat. mostra Desenzano del Garda, Galleria Civica, luglio-agosto 1991, Edizioni Nuovi strumenti, Brescia, 1991; Le anime morte di Nikolaj Gogol': 96 acqueforti originali di Marc Chagall, cat. mostra Milano, Galleria Librex, ottobre/novembre 1984, nota critica e commento di Daniela Mancia, Librex, Milano, 1984; Charles Sorlier, Marc Chagall et Ambroise Vollard (textes de Marc Chagall, Andre Malraux, Robert Marteau ) Galerie Matignon, Paris, 1981, pp. 20-73
LA STORIA DELL'ESODO (1966)
24 opere
Quando gli venne proposto di illustrare La Storia dell'Esodo, Chagall si riservò un lungo periodo di riflessione prima di accettare l'offerta.
L’artista aveva infatti già lavorato molto sulla vita di Mosé eseguendo dal 1931 al 1939 le 105 incisioni per illustrare la Bibbia, e l'idea di lavorare ancora su questo soggetto non lo entusiasmava. Gli era rimasto però il rimpianto di non aver potuto interpretare con il colore, nei tempi passati, la Bibbia e le Favole di La Fontaine per la mancanza, all'epoca, di laboratori specializzati nella stampa litografica.
L'eccellente rapporto di lavoro che si era instaurato nel frattempo con Fernand Mourlot lo convinse definitivamente a ritentare l'esperienza, usando gli stessi soggetti che aveva creato per illustrare la Bibbia.
Si ritrovano così ne La Storia dell'Esodo "La nascita di Mosé", "Il roveto ardente", "Mosé e il serpente", "Aronne e il candelabro" etc., opere del tutto simili per stile e composizione a quelle incise su rame e stampate in bianco e nero.
Nonostante siano passati 25 anni dalle illustrazioni per la Bibbia, e la diversa tecnica usata, Chagall tiene fede a se stesso e alla sua vena poetica.
Le 24 litografie sono pervase da un profondo studio interiore e da una sentita ricerca spirituale.
La comprensione di questo ciclo di opere va ricondotta a due elementi fondanti della poetica di Chagall. Da un lato la sua origine e l’infanzia trascorsa a Vitebsk, dall’altro l’appartenenza al movimento ebraico dello “chadismo”.
Ennesima prova del suo innato talento come “cantastorie”, in questo ciclo di opere Chagall rimane ancorato al procedere sintattico del racconto, istituendo un parallelo senza possibilità di equivoco tra l’immagine e il corrispettivo riferimento biblico.
Dal momento in cui Mosé viene trovato dalla figlia del faraone fra i giunchi della palude all'arrivo nella Terra Promessa, l'unità di concezione non viene mai meno e la maestria nell'uso della litografia come mezzo espressivo gli permette di usare un'infinita gamma di colori e sfumature.
La serie può essere accostata all’Aliyah di Dalì e alla Bibbia di Chagall.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: litografie a colori
ANNO realizzazione: 1966
MISURE foglio: cm 52x39,5
EDIZIONE: 265 esemplari stampati da Mourlot e pubblicati da Leon Amiel a Parigi
NOTE: la serie è firmata da Chagall sulla pagina di giustificazione
BIBLIOGRAFIA: Mourlot e Sorlier, Litographs of Chagall, André Sauret, 1969, vol. III, pp. 94-102; Charles Sorlier , Le livre des livres, André Sauret e Michèle Trinckel, 1990, pp.102-104; Orietta Berlanda (a cura di), Chagall – Dalì. La storia dell’esodo – Aliyah, cat. mostra, Stampacolor, Sassari, 1999.
17
novembre 2007
Marc Chagall – L’incredibile apparente
Dal 17 novembre 2007 al 24 marzo 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO DINAMICO DEL LATERIZIO E DELLE TERRECOTTE – PALAZZO PIETROMARCHI
Marsciano, Piazza San Giovanni, (Perugia)
Marsciano, Piazza San Giovanni, (Perugia)
Biglietti
€ 5,00 intero
€ 3,00 ridotto (ultra65, ragazzi fino a 25 anni, gruppi da 15 persone in su)
€ 1,00 bambini
Orario di apertura
10.30-13.00 / 15.00-17.30
Autore




