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Il Novecento. Molteplici prospettive per uno sguardo d’insieme
Una mostra che vuole indagare a fondo il Novecento, dando spazio alle molteplici voci che lo hanno animato, sia in campo italiano che in quello internazionale
Comunicato stampa
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È un progetto ambizioso quello che sta alla base dell’allestimento della mostra “Il Novecento. Molteplici prospettive per uno sguardo d’insieme” presso la Galleria d’Arte Maggiore: raccontare quasi un secolo di storia dell’arte, dagli anni del Cubismo fino alle nuove tendenze contemporanee. Una mostra, quindi, che vuole indagare a fondo il Novecento, dando spazio alle molteplici voci che lo hanno animato, sia in campo italiano che in quello internazionale, per restituire al visitatore un quadro sintetico ma ben strutturato di questo secolo così ricco di cambiamenti e innovazioni e per questo così affascinante. Un compito ambizioso sì, ma che Franco e Roberta Calarota sono sicuri di portare a termine puntando sulla qualità sia degli artisti, già in molti casi protagonisti di personali presso la Galleria, sia delle singole opere proposte.
Alla base di questa interessante collettiva c’è la stessa filosofia che da sempre accompagna Franco e Roberta Calarota nella loro attività di galleristi e curatori: l’attenzione e l’amore per i grandi artisti che hanno fatto la storia dell’arte del Novecento si sposa con il vivo interesse per quanto sta accadendo sulla scena contemporanea. Passato e presente, figurativo e non figurativo, si rincorrono quindi sulle pareti della Galleria d’Arte Maggiore e inducono a riflettere sulle possibili direzioni future dell’arte.
Punto di partenza di questo virtuale viaggio nel Novecento sono le avanguardie storiche, dal Cubismo di Braque alla Metafisica sospesa ed enigmatica di De Chirico fino al Surrealismo di Savinio. Passaggi quasi obbligati sono l’esperienza futurista di Severini, che si confronta con l’opera giocosa e colorata di Depero, e il gusto inconfondibile per le presenze immote e silenziose di Giorgio Morandi. La stagione informale è rappresentata da una selezione di quegli artisti che il critico Lionello Venturi ha riunito sotto l’etichetta di “astratto-concreti”: Giuseppe Santomaso, Mattia Moreni, Antonio Corpora, Renato Guttuso e Leoncillo. Ci sono poi i segni a “forchetta” di Giuseppe Caporossi che si dispongono sulla tela secondo scansioni ritmiche e anche l’Espressionismo Astratto americano fa sentire la sua presenza attraverso la personale interpretazione di Toti Scialoja.
Si inserisce quindi l’opera di Vasco Bendini che, dopo diverse sperimentazioni, torna alle soluzioni pittoriche di specie informale. L’attenzione si sposta poi sulle tessiture di fasce di colore di Piero Dorazio, sul Nuclearismo di Enrico Baj e sulle mappe di Mario Nanni. La tavolozza ridotta ma materia di Nino Longobardi si confronta con gli acquarelli fortemente evocativi di Davide Benati. La mostra non vuole però focalizzarsi solo sulla pittura e lascia quindi spazio anche alla scultura di Mirò, di Arnaldo Pomodoro, con le sue opere in bronzo tagliato e lavorato per mostrare il tormento interno della materia, e di Fabrizio Plessi, i cui video portano un tocco di sonorità nella Galleria. La scena internazionale spazia dall’Olanda di Karel Appel, il rappresentante del gruppo Cobra soprannominato “la bestia del colore”, alla Spagna di Antoni Clavé, fino al Nouveau Réalisme di Arman con le sue famose accumulazioni e alla colorata Pop Art inglese di Allen Jones. Si potrà infine ammirare l’Optical Art di Victor Vasarely fatta di caleidoscopiche composizioni.
Una mostra quindi ricca di spunti di riflessione e di stimoli che vuole guardare avanti senza dimenticare il passato per capire le origini delle ricerche più innovative dei nostri giorni.
Alla base di questa interessante collettiva c’è la stessa filosofia che da sempre accompagna Franco e Roberta Calarota nella loro attività di galleristi e curatori: l’attenzione e l’amore per i grandi artisti che hanno fatto la storia dell’arte del Novecento si sposa con il vivo interesse per quanto sta accadendo sulla scena contemporanea. Passato e presente, figurativo e non figurativo, si rincorrono quindi sulle pareti della Galleria d’Arte Maggiore e inducono a riflettere sulle possibili direzioni future dell’arte.
Punto di partenza di questo virtuale viaggio nel Novecento sono le avanguardie storiche, dal Cubismo di Braque alla Metafisica sospesa ed enigmatica di De Chirico fino al Surrealismo di Savinio. Passaggi quasi obbligati sono l’esperienza futurista di Severini, che si confronta con l’opera giocosa e colorata di Depero, e il gusto inconfondibile per le presenze immote e silenziose di Giorgio Morandi. La stagione informale è rappresentata da una selezione di quegli artisti che il critico Lionello Venturi ha riunito sotto l’etichetta di “astratto-concreti”: Giuseppe Santomaso, Mattia Moreni, Antonio Corpora, Renato Guttuso e Leoncillo. Ci sono poi i segni a “forchetta” di Giuseppe Caporossi che si dispongono sulla tela secondo scansioni ritmiche e anche l’Espressionismo Astratto americano fa sentire la sua presenza attraverso la personale interpretazione di Toti Scialoja.
Si inserisce quindi l’opera di Vasco Bendini che, dopo diverse sperimentazioni, torna alle soluzioni pittoriche di specie informale. L’attenzione si sposta poi sulle tessiture di fasce di colore di Piero Dorazio, sul Nuclearismo di Enrico Baj e sulle mappe di Mario Nanni. La tavolozza ridotta ma materia di Nino Longobardi si confronta con gli acquarelli fortemente evocativi di Davide Benati. La mostra non vuole però focalizzarsi solo sulla pittura e lascia quindi spazio anche alla scultura di Mirò, di Arnaldo Pomodoro, con le sue opere in bronzo tagliato e lavorato per mostrare il tormento interno della materia, e di Fabrizio Plessi, i cui video portano un tocco di sonorità nella Galleria. La scena internazionale spazia dall’Olanda di Karel Appel, il rappresentante del gruppo Cobra soprannominato “la bestia del colore”, alla Spagna di Antoni Clavé, fino al Nouveau Réalisme di Arman con le sue famose accumulazioni e alla colorata Pop Art inglese di Allen Jones. Si potrà infine ammirare l’Optical Art di Victor Vasarely fatta di caleidoscopiche composizioni.
Una mostra quindi ricca di spunti di riflessione e di stimoli che vuole guardare avanti senza dimenticare il passato per capire le origini delle ricerche più innovative dei nostri giorni.
27
ottobre 2007
Il Novecento. Molteplici prospettive per uno sguardo d’insieme
Dal 27 ottobre al 15 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MAGGIORE
Bologna, Via D'Azeglio, 15, (Bologna)
Bologna, Via D'Azeglio, 15, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni, ore 10.30 - 12.30 / 16.30 - 19.30; chiuso la domenica e il lunedì mattina
Autore
Curatore