La mostra, segna il “risveglio” creativo di Enrico Bentivoglio, artista tra i più interessanti della fine degli anni ’80 tra i fautori di una neoconcettualità come via d’uscita dal postmoderno che recuperava valenze cangianti, manuali e fattuali nell’indagine sul linguaggio pensato attraverso vari media, con un lavoro emblematico pensato e “costruito” durante la sua assenza dal mondo dell’arte, ma non dal processo creativo, che comprende: una vetrina di miniature su carta, un olio su tela “Pittura del parlare”, un acquarello, due disegni, tre lavori su carta “Disegni del parlare” uno dei quali è scritto insieme a Patrizia Ferri. Completa la mostra un video dal titolo “indagine sulla pratica dell’autoanalisi”, nato con le opere – come i video, girati dal 1993 al 1995, nei quali la presenza del disegno, della fotografia o della pittura è una presenza fisica fissa di relazione con l’immagine e la drammaturgia del video.

L’installazione, pensata come un corpo, un vero e proprio organismo scomposto e ricomposto in tutte le sue parti, è, secondo la curatrice, come una ragnatela formata da vissuti «… improntati ad una severa autoanalisi» e «da scritture automatiche» che «… il sensibilissimo sismografo» dell’artista regista.