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Cracking – Arte di rottura
La Fondazione Antonio Mazzotta riapre la stagione espositiva a settembre con una antologica dedicata al movimento Cracking Art
Comunicato stampa
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La Fondazione Antonio Mazzotta riapre la stagione espositiva a settembre con una antologica dedicata al movimento Cracking Art.
La mostra vuol essere un primo tentativo di riflessione sull’attività e la poetica del gruppo che in questi ultimi anni ha attirato particolarmente l’interesse della critica d’arte con la sua “arte ironica e dissacratoria”, come l’ha definita recentemente in un articolo Philippe Daverio.
Negli ultimi tempi inoltre la loro attività esposititiva in Italia e all’Estero sì è notevolmente intensificata. Attualmente loro mostre sono a Roma, Mosca, Orio Al Serio. Chi avesse visitato l’ultima Biennale di Venezia non può non aver visto gli enormi coccodrilli rossi disposti lungo il Canal Grande. A questo tipo di installazioni – create a tutela dell’ambiente, realizzate in plastica riciclata, che riprendono le forme di animali in pericolo di estinzione (delfini, gabbiani, stelle marine, tartarughe, pinguini ecc.) disseminate nelle città e in spazi aperti – il movimento deve infatti in gran parte il suo affermarsi in campo internazionale.
Basterà ricordare i mille delfini d’oro che gli artisti appesero in piazza del Duomo a Milano nel 1996, su invito di Philippe Daverio o la Biennale di Venezia del 2001, curata da Harald Szeemann, dove all’interno dei Giardini collocarono centinaia di tartarughe dorate che sembravano uscire dall’acqua della laguna.
Il gruppo nasce il 30 maggio 1993 con la firma dei primo manifesto, definito “del terzo millennio”. Ideologo del gruppo è Omar Ronda.
Gli artisti che vi aderiscono (con Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco) sono fautori di una nuova filosofia delle materie che trova nel petrolio/plastica il mezzo di espressione più idoneo alla loro creatività.
Sin dalla prima mostra lo stesso anno a Milano (EPOCALE), curata di Tommaso Trini e Luca Beatrice, nella loro poetica si evidenzia un forte impegno sociale ed ambientale e l’uso rivoluzionario ed innovativo di materie plastiche diverse ed evocative di un rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale.
Gli artisti cracking tendono a ritrovare nelle varie immagini e forme naturalistiche, che realizzano con materiali plastici diversi, la natura antica che si cela nella materia stessa e che attraverso sedimentazioni millenarie ha generato il petrolio, “sintesi organica di tutto il vissuto del pianeta”. Il petrolio cosiddetto greggio, che sgorga tiepido dalla madre terra, è infatti la materia naturale per eccellenza, essendo l’erede genetico di ogni vita animale e vegetale, dalla nascita dell’universo sino a noi, che a nostra volta siamo destinati a divenirne parte. L’utilizzo e lo sfruttamento del greggio necessitano di un procedimento petrolchimico denominato “cracking” (dal quale il movimento prende nome), un processo che ha lo scopo di spezzare le catene molecolari del greggio (materia naturale) per trasformarlo in un magma (artificiale) sintetico dal quale si ottengono infiniti derivati utili alla civiltà contemporanea, quali idrocarburi, fibre tessili, prodotti cosmetici e farmaceutici, polimeri e monomeri che danno origine alle materie plastiche; queste ultime, nelle più diverse forme e colorazioni, ormai ci circondano e proliferano in maniera esponenziale invadendo la nostra vita e l’ambiente, sino ad entrare in simbiosi con l’organismo umano. La filosofia degli artisti Cracking è dunque quella di utilizzare icone e simulacri plastici della natura per restituire al petrolio la sua antica immagine organica.
La mostra milanese, ospitata dalla Fondazione Antonio Mazzotta, presenterà oltre cento opere (installazioni, dipinti, “animali in pericolo di estinzione”) scelte in tutto l’arco della loro attività, suddivise secondo un allestimento che intende creare sette mostre monografiche riassuntive per ogni artista. Ci saranno i “frozen” di Omar Ronda, i “cloni” di William Sweetlove, le “resine” di Renzo Nucara”, i “fossili” di Marco Veronese, i “virus” e le “giungle” di Alex Angi, i “giardini” di Carlo Rizzetti, i “siliconi” di Kicco.
Per la manifestazione milanese verrà realizzato un importante volume, edito da Mazzotta, con testi di Piero Adorno, Claude Laurent e Francesco Santaniello.
Molte altre pubblicazioni sono state realizzate in passato dalla casa editrice, che inoltre sta preparando il catalogo generale delle opere di Omar Ronda:
Epocale. Pop Art, Graffiti Art, Cracking Art (a cura di Gianni Pozzi, 1998); Cracking Art. Naturale/artificiale (a cura di Gianni Pozzi, 1999); Arte stupefacente. Da Dada alla Cracking Art (a cura di Philippe Daverio, 2004); Cracking art. Nascita di un’avanguardia (a cura di Martina Corgnati con la collaborazione di Elena Forin, 2005).
Le iniziative della Sezione didattica rivolte alle scuole mirano a far riflettere i più giovani su alcune tematiche di grande attualità legate all’ecologia e a sensibilizzarli nella tutela dell’ambiente. Le attività incentrate sul tema del riciclo e del rispetto della natura fanno da corollario alla visita guidata intesa a ripercorrere le fasi salienti della storia del gruppo Cracking e dei singoli protagonisti. Analogie e differenze con gli artisti del passato cui i “crackers” si sono ispirati faranno emergere una veloce e divertente panoramica dall’arte barocca della fine del Cinquecento ai giorni nostri sorprendendo i visitatori con paradossali rassomiglianze e citazioni.
Per informazioni: Segreteria didattica 02 86912297, orario 10-15 dal lunedì al venerdì.
La mostra vuol essere un primo tentativo di riflessione sull’attività e la poetica del gruppo che in questi ultimi anni ha attirato particolarmente l’interesse della critica d’arte con la sua “arte ironica e dissacratoria”, come l’ha definita recentemente in un articolo Philippe Daverio.
Negli ultimi tempi inoltre la loro attività esposititiva in Italia e all’Estero sì è notevolmente intensificata. Attualmente loro mostre sono a Roma, Mosca, Orio Al Serio. Chi avesse visitato l’ultima Biennale di Venezia non può non aver visto gli enormi coccodrilli rossi disposti lungo il Canal Grande. A questo tipo di installazioni – create a tutela dell’ambiente, realizzate in plastica riciclata, che riprendono le forme di animali in pericolo di estinzione (delfini, gabbiani, stelle marine, tartarughe, pinguini ecc.) disseminate nelle città e in spazi aperti – il movimento deve infatti in gran parte il suo affermarsi in campo internazionale.
Basterà ricordare i mille delfini d’oro che gli artisti appesero in piazza del Duomo a Milano nel 1996, su invito di Philippe Daverio o la Biennale di Venezia del 2001, curata da Harald Szeemann, dove all’interno dei Giardini collocarono centinaia di tartarughe dorate che sembravano uscire dall’acqua della laguna.
Il gruppo nasce il 30 maggio 1993 con la firma dei primo manifesto, definito “del terzo millennio”. Ideologo del gruppo è Omar Ronda.
Gli artisti che vi aderiscono (con Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco) sono fautori di una nuova filosofia delle materie che trova nel petrolio/plastica il mezzo di espressione più idoneo alla loro creatività.
Sin dalla prima mostra lo stesso anno a Milano (EPOCALE), curata di Tommaso Trini e Luca Beatrice, nella loro poetica si evidenzia un forte impegno sociale ed ambientale e l’uso rivoluzionario ed innovativo di materie plastiche diverse ed evocative di un rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale.
Gli artisti cracking tendono a ritrovare nelle varie immagini e forme naturalistiche, che realizzano con materiali plastici diversi, la natura antica che si cela nella materia stessa e che attraverso sedimentazioni millenarie ha generato il petrolio, “sintesi organica di tutto il vissuto del pianeta”. Il petrolio cosiddetto greggio, che sgorga tiepido dalla madre terra, è infatti la materia naturale per eccellenza, essendo l’erede genetico di ogni vita animale e vegetale, dalla nascita dell’universo sino a noi, che a nostra volta siamo destinati a divenirne parte. L’utilizzo e lo sfruttamento del greggio necessitano di un procedimento petrolchimico denominato “cracking” (dal quale il movimento prende nome), un processo che ha lo scopo di spezzare le catene molecolari del greggio (materia naturale) per trasformarlo in un magma (artificiale) sintetico dal quale si ottengono infiniti derivati utili alla civiltà contemporanea, quali idrocarburi, fibre tessili, prodotti cosmetici e farmaceutici, polimeri e monomeri che danno origine alle materie plastiche; queste ultime, nelle più diverse forme e colorazioni, ormai ci circondano e proliferano in maniera esponenziale invadendo la nostra vita e l’ambiente, sino ad entrare in simbiosi con l’organismo umano. La filosofia degli artisti Cracking è dunque quella di utilizzare icone e simulacri plastici della natura per restituire al petrolio la sua antica immagine organica.
La mostra milanese, ospitata dalla Fondazione Antonio Mazzotta, presenterà oltre cento opere (installazioni, dipinti, “animali in pericolo di estinzione”) scelte in tutto l’arco della loro attività, suddivise secondo un allestimento che intende creare sette mostre monografiche riassuntive per ogni artista. Ci saranno i “frozen” di Omar Ronda, i “cloni” di William Sweetlove, le “resine” di Renzo Nucara”, i “fossili” di Marco Veronese, i “virus” e le “giungle” di Alex Angi, i “giardini” di Carlo Rizzetti, i “siliconi” di Kicco.
Per la manifestazione milanese verrà realizzato un importante volume, edito da Mazzotta, con testi di Piero Adorno, Claude Laurent e Francesco Santaniello.
Molte altre pubblicazioni sono state realizzate in passato dalla casa editrice, che inoltre sta preparando il catalogo generale delle opere di Omar Ronda:
Epocale. Pop Art, Graffiti Art, Cracking Art (a cura di Gianni Pozzi, 1998); Cracking Art. Naturale/artificiale (a cura di Gianni Pozzi, 1999); Arte stupefacente. Da Dada alla Cracking Art (a cura di Philippe Daverio, 2004); Cracking art. Nascita di un’avanguardia (a cura di Martina Corgnati con la collaborazione di Elena Forin, 2005).
Le iniziative della Sezione didattica rivolte alle scuole mirano a far riflettere i più giovani su alcune tematiche di grande attualità legate all’ecologia e a sensibilizzarli nella tutela dell’ambiente. Le attività incentrate sul tema del riciclo e del rispetto della natura fanno da corollario alla visita guidata intesa a ripercorrere le fasi salienti della storia del gruppo Cracking e dei singoli protagonisti. Analogie e differenze con gli artisti del passato cui i “crackers” si sono ispirati faranno emergere una veloce e divertente panoramica dall’arte barocca della fine del Cinquecento ai giorni nostri sorprendendo i visitatori con paradossali rassomiglianze e citazioni.
Per informazioni: Segreteria didattica 02 86912297, orario 10-15 dal lunedì al venerdì.
13
settembre 2007
Cracking – Arte di rottura
Dal 13 settembre al 21 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
FAM – FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Biglietti
intero € 8,00; ridotti € 6/4,50
Orario di apertura
10-19.30; martedì e giovedì 10-22.30
Vernissage
13 Settembre 2007, ore 18
Editore
MAZZOTTA
Autore