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Stile Maharajah
La mostra vuole essere un’importante rassegna fotografica dei meravigliosi pezzi commissionati dai principi indiani alle più importanti case di produzione europee
Comunicato stampa
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In un articolo apparso sul Sunday Express nel 1928 il Maharajah Bhupinder Singh di Patiala chiamava in causa l’opinione pubblica britannica, la quale sosteneva che i principi indiani “non hanno altro da fare che vivere nel lusso e spendere soldi a palate”.
Effettivamente, agli occhi degli occidentali i principi indiani sono sempre apparsi smisuratamente ricchi. Fin dai primi contatti, gli europei presso le corti indiane rimasero esterrefatti dallo splendore dei reali, i cui atteggiamenti assolutisti e stravaganti parevano non avere precedenti in patria.
Nell’immaginario collettivo i principi indiani sono sempre stati considerati come personaggi di un mondo fiabesco, immersi nel lusso più sfrenato. La parola stessa “Maharajah” evoca immagini fantastiche.
La mostra vuole essere un’importante rassegna fotografica dei meravigliosi pezzi commissionati dai principi indiani alle più importanti case di produzione europee, da Van Cleef & Arpels a Cartier a Boucheron, da Ferragamo a Louis Vuitton, da Jaeger-LeCoultre a Baccarat a Christofle a Lalique, da Rolls-Royce a Bentley.
A partire dalla fine del XVIII secolo infatti, con l’avvento della Pax Britannica che garantiva la stabilità dei confini e permetteva ai principi indiani di non dover più sostenere le spese legate a eserciti o guerre, i principi indiani poterono destinare le loro ricchezze alla costruzione di dimore regali e all’acquisizione di beni di lusso e, data la grande influenza della dominazione inglese, il modello europeo era quello più seguito.
Senza badare a spese, i Maharajah fecero costruire dimore sfarzose, ingaggiando i più importanti architetti europei, commissionarono schiere d’automobili, fecero reincastonare i gioielli di famiglia dai migliori orafi dell’epoca, ordinarono ai più famosi stilisti abiti ed accessori personali, e divennero i principali acquirenti di pezzi di arredamento unici dei designer occidentali. I principi indiani si confermarono quindi come i nuovi committenti creativi del più raffinato design europeo.
Gli articoli in sé sono significativi dal punto di vista estetico e sono altamente rappresentativi del gusto principesco, ma ancora più importante è ciò che rivelano circa l’interesse con cui i Maharajah guardavano all’Europa per soddisfare il loro appetito verso i beni di lusso.
La mostra è a cura di Amin Jaffer, appena nominato Direttore Internazionale di Arte Orientale di Christie’s International, con la responsabilità di sviluppare il marchio Christie’s in India e nelle comunità indiane nel mondo. Grande esperto d’arte e di arredamento indiano, vive a Londra ed è stato curatore del Victoria and Albert Museum. Ha organizzato conferenze internazionali e molte mostre in tutto il mondo e ha scritto importanti volumi come Furniture from British India and Ceylon.
Effettivamente, agli occhi degli occidentali i principi indiani sono sempre apparsi smisuratamente ricchi. Fin dai primi contatti, gli europei presso le corti indiane rimasero esterrefatti dallo splendore dei reali, i cui atteggiamenti assolutisti e stravaganti parevano non avere precedenti in patria.
Nell’immaginario collettivo i principi indiani sono sempre stati considerati come personaggi di un mondo fiabesco, immersi nel lusso più sfrenato. La parola stessa “Maharajah” evoca immagini fantastiche.
La mostra vuole essere un’importante rassegna fotografica dei meravigliosi pezzi commissionati dai principi indiani alle più importanti case di produzione europee, da Van Cleef & Arpels a Cartier a Boucheron, da Ferragamo a Louis Vuitton, da Jaeger-LeCoultre a Baccarat a Christofle a Lalique, da Rolls-Royce a Bentley.
A partire dalla fine del XVIII secolo infatti, con l’avvento della Pax Britannica che garantiva la stabilità dei confini e permetteva ai principi indiani di non dover più sostenere le spese legate a eserciti o guerre, i principi indiani poterono destinare le loro ricchezze alla costruzione di dimore regali e all’acquisizione di beni di lusso e, data la grande influenza della dominazione inglese, il modello europeo era quello più seguito.
Senza badare a spese, i Maharajah fecero costruire dimore sfarzose, ingaggiando i più importanti architetti europei, commissionarono schiere d’automobili, fecero reincastonare i gioielli di famiglia dai migliori orafi dell’epoca, ordinarono ai più famosi stilisti abiti ed accessori personali, e divennero i principali acquirenti di pezzi di arredamento unici dei designer occidentali. I principi indiani si confermarono quindi come i nuovi committenti creativi del più raffinato design europeo.
Gli articoli in sé sono significativi dal punto di vista estetico e sono altamente rappresentativi del gusto principesco, ma ancora più importante è ciò che rivelano circa l’interesse con cui i Maharajah guardavano all’Europa per soddisfare il loro appetito verso i beni di lusso.
La mostra è a cura di Amin Jaffer, appena nominato Direttore Internazionale di Arte Orientale di Christie’s International, con la responsabilità di sviluppare il marchio Christie’s in India e nelle comunità indiane nel mondo. Grande esperto d’arte e di arredamento indiano, vive a Londra ed è stato curatore del Victoria and Albert Museum. Ha organizzato conferenze internazionali e molte mostre in tutto il mondo e ha scritto importanti volumi come Furniture from British India and Ceylon.
20
ottobre 2007
Stile Maharajah
Dal 20 ottobre al 22 novembre 2007
fotografia
Location
SPAZIO WHITE STAR ADVENTURE
Milano, Piazza Filippo Meda, (Milano)
Milano, Piazza Filippo Meda, (Milano)
Vernissage
20 Ottobre 2007, ore 18
Curatore