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Ernesto Porcari – Segni di ferro
In mostra una selezione di opere realizzate dall’artista a partire dal 2005, risultati recenti di una scultura che, a partire dagli anni Novanta, persegue un’idea di tridimensionalità conquistata attraverso l’uso privilegiato del ferro
Comunicato stampa
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Giovedì 14 giugno 2007 alle ore 18.30, la galleria il bulino artecontemporanea inaugura il secondo appuntamento del nuovo ciclo espositivo con la mostra “segni di ferro” dello scultore Ernesto Porcari. Porcari è autore di una ricerca che fonda i propri postulati sulla poetica del vuoto, della sospensione e della leggerezza. In mostra una selezione di opere realizzate dall’artista a partire dal 2005, risultati recenti di una scultura che, a partire dagli anni Novanta, persegue un’idea di tridimensionalità conquistata attraverso l’uso privilegiato del ferro. Attraverso un processo di lavorazione lento e rigoroso, Porcari agisce su regolari barre di ferro alterandone le caratteristiche fisiche e visive: le flette e le torce con forza, le salda, le brucia e le assottilia fino a raggiungere l’essenza vitale del proprio immaginario poetico. Nascono allora sculture leggere, fatte di fili di ferro, di piccole lamine di metallo che, ha scritto Fabrizio d’Amico, “s’arrampicano nello spazio, divagano, s’impuntano in incontri inattesi, e infine disegnano un’idea che finisce per rispecchiarsi in un titolo - nato chissà quando nel corso del processo ideativo”.
La materia, transito obbligatorio per l’artista e fonte ispiratrice del primo pensiero di forma, viene superata da Porcari attraverso una “tecnica” del comporre e del lavorare il metallo che ne dimentica sia il peso che la fisicità affidandosi invece al potere generativo del segno. Un segno che l’artista articola e ripete nello spazio fino a raggiungere, attraverso l’uso di un linguaggio rigorosamente astratto, una figura cui poter dare un titolo. Il nominare questa figura con una parola, evocativa, ironica o nata dall’incanto per la parola stessa, permette all’artista di definire il ritmo con cui le proprie sculture appaiono nello spazio. Uno spazio che la scultura di Porcari, con i propri profili duri e modulati, è in grado di ridisegnare caricandolo di espressività ma anche di grandi attese. Le sue strutture, sempre date in una forma conclusa, segnano il perimetro che definisce il pieno della scultura, la sua forma positiva, mentre lo spazio che le circonda produce il senso di sospensione di un vuoto. “Il mio tentativo - ha dichiarato l’artista - è di dare concretezza a delle idee: è un po’ la vecchia idea platonica del mondo delle idee, che per me sono vive, in continuo movimento. Nella ricerca della forma tridimensionale immagino le cose come occupate da un vuoto che nella mia mente è un pieno”.
Il lavoro di Ernesto Porcari s’inserisce appieno nell’alveo storico di quella ricerca che sradica la concezione scultorea dalla modellazione di volumi e dall’occupazione spaziale di un pieno. Una ricerca che trova conforto in quell’idea di scultura verificata negli anni da artisti come Giacometti, Calder, Melotti e che riattinge anche alla lezione di quel surrealismo astratto che, nel dopoguerra, non aveva smesso di pensare alla “figura”.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da "Il Bulino-Edizioni", con testi di Luca Arnaudo e Alessio Verzenassi
_______________
ERNESTO PORCARI è nato a Norma (LT) nel 1951, vive e lavora a Roma. Dedicatosi alla pittura negli anni Settanta, nel 1982 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove frequenta il corso d’incisione diretto da Guido Strazza. La scoperta delle qualità del segno grafico esercita una forte influenza sul suo lavoro che, attraverso l’assidua sperimentazione tecnico-materica, lo porta ad adottare, in pittura, materiali eterogenei e contrastanti quali cartapesta, plastica e filo di ferro. Agli inizi degli anni Novanta iniziano le prime indagini sullo spazio che lo accostano progressivamente ai temi e alle forme della scultura. Del 1993 è la prima personale di scultura presso la Galleria Miralli-Palazzo Chigi di Viterbo. Nel 1997 espone al Centro per la Scultura Contempornaea alla Torre Martiniana di Cagli (PU). Nello stesso anno partecipa alla Prima Edizione della Rassegna d'Arte Contemporanea all’Ex Mattatoio di Roma e alcune sue opere entrano a far parte delle collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. Nel 1999 vince il concorso nazionale per la realizzazione di un’opera monumentale a Roma.
Tra le mostre recenti: 2006: Galleria Miralli-Palazzo Chigi di Viterbo; Fondazione Tito Balestra di Longiano; 2005: Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli; 2002: Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno; 2001, PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara; 2000: partecipa a diverse rassegne di scultura che fanno una ricognizione sulla ricerca contemporanea in Italia: Matera presso le Chiese Rupesti; Castello di Vigevano; Germania presso la Banca Centrale Europea di Francoforte
La materia, transito obbligatorio per l’artista e fonte ispiratrice del primo pensiero di forma, viene superata da Porcari attraverso una “tecnica” del comporre e del lavorare il metallo che ne dimentica sia il peso che la fisicità affidandosi invece al potere generativo del segno. Un segno che l’artista articola e ripete nello spazio fino a raggiungere, attraverso l’uso di un linguaggio rigorosamente astratto, una figura cui poter dare un titolo. Il nominare questa figura con una parola, evocativa, ironica o nata dall’incanto per la parola stessa, permette all’artista di definire il ritmo con cui le proprie sculture appaiono nello spazio. Uno spazio che la scultura di Porcari, con i propri profili duri e modulati, è in grado di ridisegnare caricandolo di espressività ma anche di grandi attese. Le sue strutture, sempre date in una forma conclusa, segnano il perimetro che definisce il pieno della scultura, la sua forma positiva, mentre lo spazio che le circonda produce il senso di sospensione di un vuoto. “Il mio tentativo - ha dichiarato l’artista - è di dare concretezza a delle idee: è un po’ la vecchia idea platonica del mondo delle idee, che per me sono vive, in continuo movimento. Nella ricerca della forma tridimensionale immagino le cose come occupate da un vuoto che nella mia mente è un pieno”.
Il lavoro di Ernesto Porcari s’inserisce appieno nell’alveo storico di quella ricerca che sradica la concezione scultorea dalla modellazione di volumi e dall’occupazione spaziale di un pieno. Una ricerca che trova conforto in quell’idea di scultura verificata negli anni da artisti come Giacometti, Calder, Melotti e che riattinge anche alla lezione di quel surrealismo astratto che, nel dopoguerra, non aveva smesso di pensare alla “figura”.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da "Il Bulino-Edizioni", con testi di Luca Arnaudo e Alessio Verzenassi
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ERNESTO PORCARI è nato a Norma (LT) nel 1951, vive e lavora a Roma. Dedicatosi alla pittura negli anni Settanta, nel 1982 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove frequenta il corso d’incisione diretto da Guido Strazza. La scoperta delle qualità del segno grafico esercita una forte influenza sul suo lavoro che, attraverso l’assidua sperimentazione tecnico-materica, lo porta ad adottare, in pittura, materiali eterogenei e contrastanti quali cartapesta, plastica e filo di ferro. Agli inizi degli anni Novanta iniziano le prime indagini sullo spazio che lo accostano progressivamente ai temi e alle forme della scultura. Del 1993 è la prima personale di scultura presso la Galleria Miralli-Palazzo Chigi di Viterbo. Nel 1997 espone al Centro per la Scultura Contempornaea alla Torre Martiniana di Cagli (PU). Nello stesso anno partecipa alla Prima Edizione della Rassegna d'Arte Contemporanea all’Ex Mattatoio di Roma e alcune sue opere entrano a far parte delle collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. Nel 1999 vince il concorso nazionale per la realizzazione di un’opera monumentale a Roma.
Tra le mostre recenti: 2006: Galleria Miralli-Palazzo Chigi di Viterbo; Fondazione Tito Balestra di Longiano; 2005: Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli; 2002: Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno; 2001, PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara; 2000: partecipa a diverse rassegne di scultura che fanno una ricognizione sulla ricerca contemporanea in Italia: Matera presso le Chiese Rupesti; Castello di Vigevano; Germania presso la Banca Centrale Europea di Francoforte
14
giugno 2007
Ernesto Porcari – Segni di ferro
Dal 14 giugno al 14 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL BULINO ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Urbana, 148, (Roma)
Roma, Via Urbana, 148, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:30, esclusi festivi
Vernissage
14 Giugno 2007, ore 18,30
Ufficio stampa
ALAN SANTARELLI
Autore




