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Maurizio Galimberti – New York Polaroid…
una personale dedicata al nuovo ciclo di lavori di Maurizio Galimberti, raccolti nel prezioso libro edito da Damiani
Comunicato stampa
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Prima o poi si intrufola nei sogni di tutti, sussurra, nelle orecchie di chi dorme, la sua bellezza, l’estensione dei suoi domini, risveglia il desiderio di dominarla, di comprenderne i più intimi segreti.
New York, New York, questa instancabile ammaliatrice ha stregato di nuovo, nelle sue spire ha catturato Maurizio Galimberti e gli ha fatto gentile richiesta di ritrarla, per avere, la Vanitosa, un nuovo volto da mostrare, inedito.
L’artista, affascinato dalla proposta, incapace a dire di no, non esita un istante, e subitamente si pone al servizio della “Signora città” più ambita da artisti e intellettuali.
La sua dimestichezza con il mestiere, lo ricordiamo, si è formata all’ombra di città più modeste, ma non meno accattivanti quale Milano, di cui già si è avuto modo di ammirare, ad esempio, la splendida restituzione di P.zza Diaz. Forte di questi precedenti studi non teme disattendere le aspettative della metropoli statunitense. Così sul finire del 2006, giunge nella Grande mela: “appena arrivato sono rimasto colpito dalla maestosità, dalla forza e dalle luci di questa metropoli”; questa a caldo la prima impressione.
Silenzioso osservatore, inosservato, è libero di cogliere della città ciò che più lo attira: dagli svettanti grattacieli del centro agli edifici imbragati dalle impalcature, dalle vetrine dei bar ai grandi taxi gialli; realtà minute, queste ultime, quotidiane, catturate dalla Polaroid e rielaborate.
Presenze e tracce, brani di cielo, le architetture di Galimberti sono come risistemizzate, scompaginate, al fine di configurare un nuovo ordine, una nuova trama della visione. Immagini matematiche, armoniche, musicali emergono da questo studio puntuale e variegato che l’artista ha condotto con il solo ausilio di una Polaroid ed un spazzolino da denti, di cui scopre nuove potenzialità.
La New York celeste e la New York terrestre sono ai nostri piedi, si presentano davanti ai nostri occhi come ritratti studiati, sostenuti da precisi rapporti, eppure così straordinariamente spalancati sulla porta dell’immaginazione. Galimberti ha realizzato 190 scatti in un mese, di cui in mostra viene presentata una selezione, del tutto inedita.
New York Flatiron Corner Musicato e New York Tribute to Moma, tra i mosaici, ben rappresentano il tributo dell’artista ad alcuni degli edifici della città più rappresentativi per la sapienza architettonica in essi profusa.
Taxis, Teady, Union flag e altri costituiscono il nucleo dei “frottages”in mostra, polaroid modificate e manipolate sul momento. Infine, in esclusiva, uno dei suoi ritratti, disciplina nella quale l’artista può ormai definirsi capolista, a seguito dei successi riscossi anche in ambito internazionale.
Francesca Coppola
New York, New York, questa instancabile ammaliatrice ha stregato di nuovo, nelle sue spire ha catturato Maurizio Galimberti e gli ha fatto gentile richiesta di ritrarla, per avere, la Vanitosa, un nuovo volto da mostrare, inedito.
L’artista, affascinato dalla proposta, incapace a dire di no, non esita un istante, e subitamente si pone al servizio della “Signora città” più ambita da artisti e intellettuali.
La sua dimestichezza con il mestiere, lo ricordiamo, si è formata all’ombra di città più modeste, ma non meno accattivanti quale Milano, di cui già si è avuto modo di ammirare, ad esempio, la splendida restituzione di P.zza Diaz. Forte di questi precedenti studi non teme disattendere le aspettative della metropoli statunitense. Così sul finire del 2006, giunge nella Grande mela: “appena arrivato sono rimasto colpito dalla maestosità, dalla forza e dalle luci di questa metropoli”; questa a caldo la prima impressione.
Silenzioso osservatore, inosservato, è libero di cogliere della città ciò che più lo attira: dagli svettanti grattacieli del centro agli edifici imbragati dalle impalcature, dalle vetrine dei bar ai grandi taxi gialli; realtà minute, queste ultime, quotidiane, catturate dalla Polaroid e rielaborate.
Presenze e tracce, brani di cielo, le architetture di Galimberti sono come risistemizzate, scompaginate, al fine di configurare un nuovo ordine, una nuova trama della visione. Immagini matematiche, armoniche, musicali emergono da questo studio puntuale e variegato che l’artista ha condotto con il solo ausilio di una Polaroid ed un spazzolino da denti, di cui scopre nuove potenzialità.
La New York celeste e la New York terrestre sono ai nostri piedi, si presentano davanti ai nostri occhi come ritratti studiati, sostenuti da precisi rapporti, eppure così straordinariamente spalancati sulla porta dell’immaginazione. Galimberti ha realizzato 190 scatti in un mese, di cui in mostra viene presentata una selezione, del tutto inedita.
New York Flatiron Corner Musicato e New York Tribute to Moma, tra i mosaici, ben rappresentano il tributo dell’artista ad alcuni degli edifici della città più rappresentativi per la sapienza architettonica in essi profusa.
Taxis, Teady, Union flag e altri costituiscono il nucleo dei “frottages”in mostra, polaroid modificate e manipolate sul momento. Infine, in esclusiva, uno dei suoi ritratti, disciplina nella quale l’artista può ormai definirsi capolista, a seguito dei successi riscossi anche in ambito internazionale.
Francesca Coppola
10
maggio 2007
Maurizio Galimberti – New York Polaroid…
Dal 10 maggio al 09 giugno 2007
fotografia
Location
BAG GALLERY MILANO – BOSCOLO EXEDRA
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16-20
Vernissage
10 Maggio 2007, ore 18.30
Editore
DAMIANI
Autore


