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Walter Vanni – Terre lontane
Tecniche miste, oli, chine
Comunicato stampa
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“(...) Le composizioni di Walter Vanni, pittore che conosco e seguo da anni, sono piene di colore e riversano nell’occhio attento di chi ama il frastornio della gamma cromatica dell’arcobaleno, la luce carezzevole di un’alba dorata o il rosso infuocato di un tramonto carico di aspettative. Gli spaccati di pietre, gli squarci del mare, gli angeli stilizzati a metà tra umano e divino, gli angoli abitati dall’uomo dimenticati dal tempo, sono solamente la ‘memoria’ di una serie di viaggi che egli ha fatto in Oriente. Un percorso che, come racconta, è non solo un semplice itinerario, ma un riandare a ritroso del tempo perduto che ognuno inconsciamente porta dentro. Il patrimonio ancestrale che ci è stato dato dagli avi fin dalle origini del mondo, ma che pochi di noi riescono ancora a trasmettere, ecco... lui è uno dei pochi che ne riconosce ancora il valore e l’importanza.
Questa sua conoscenza la evidenzia con quelle opere le quali, come per magia, diventano veri e propri luoghi della meditazione interiore, di quegli infiniti mondi delle idee intuiti da Platone e trasmesse ai suoi seguaci. La rivelazione del soprannaturale in Walter Vanni non assume propriamente la veste religiosa, , ma una ‘religione naturale’ per cui l’uomo dotato di una certa sensibilità se ne può avvalere per ritrovare un equilibrio interiore, altrimenti smarrito nel frenetico mondo tecnologico. Chi non ricorda i “televisori fossili” che egli realizzò qualche anno fa, contenitori vuoti all’interno dei quali l’uomo vedeva futili slogan pubblicitari perdendo la voce dell’intelligenza?
La tavolozza dei colori che egli individua per le sue idee interiori, sono voluti non a caso. Il rosso acceso, il blu oltremare, il verde veronese, il giallo, l’oro, rispecchiano i sapori, gli odori, le tradizioni del paesaggio indiano. I simboli sono della sua religione naturale: le steli corrose dal vento dei secoli che si innalzano sulle dune di terra assolata, serpenti e uccelli raffiguranti il bene e il mare danzano in un eterno conflitto cosmico. Ma quello secondo cui vale la pena di riflettere sulla sua galleria di opere, è la certezza di poter gustare la misteriosa terra dell’India, del Nepal, non attraverso un mero obiettivo fotografico, bensì nel messaggio che invia. Una riscoperta percettivo-sensoriale che l’uomo – in questo caso l’artista – ha voluto farci partecipi quando è andato a Benares, sulle rive del Gange, allorché ha camminato ed ascoltato il silenzio degli alberi, il canto degli uccelli, e c’è stato l’incontro con una giovane lebbrosa; tutto questo lo ha rappresentato tramite una visione poetica interiore che solamente l’arte può rendere in tutto il suo splendore.
(Elisabetta Caporali, critico d’arte)
Walter Vanni è nato a Milano nel 1959, risiede a Pisa. Ha viaggiato nell’intera Europa, per portarsi quindi in Brasile e in India. Alla fine del ’98 soggiorna in Nepal per due mesi, realizzando circa ottocento opere a tecnica mista su carta. Ha tenuto numerose personali e collettive a Pisa, Lucca, Ferrara, Rovigo, Bruxelles, New York, Genova, La Spezia, Spoleto, Venezia.
Questa sua conoscenza la evidenzia con quelle opere le quali, come per magia, diventano veri e propri luoghi della meditazione interiore, di quegli infiniti mondi delle idee intuiti da Platone e trasmesse ai suoi seguaci. La rivelazione del soprannaturale in Walter Vanni non assume propriamente la veste religiosa, , ma una ‘religione naturale’ per cui l’uomo dotato di una certa sensibilità se ne può avvalere per ritrovare un equilibrio interiore, altrimenti smarrito nel frenetico mondo tecnologico. Chi non ricorda i “televisori fossili” che egli realizzò qualche anno fa, contenitori vuoti all’interno dei quali l’uomo vedeva futili slogan pubblicitari perdendo la voce dell’intelligenza?
La tavolozza dei colori che egli individua per le sue idee interiori, sono voluti non a caso. Il rosso acceso, il blu oltremare, il verde veronese, il giallo, l’oro, rispecchiano i sapori, gli odori, le tradizioni del paesaggio indiano. I simboli sono della sua religione naturale: le steli corrose dal vento dei secoli che si innalzano sulle dune di terra assolata, serpenti e uccelli raffiguranti il bene e il mare danzano in un eterno conflitto cosmico. Ma quello secondo cui vale la pena di riflettere sulla sua galleria di opere, è la certezza di poter gustare la misteriosa terra dell’India, del Nepal, non attraverso un mero obiettivo fotografico, bensì nel messaggio che invia. Una riscoperta percettivo-sensoriale che l’uomo – in questo caso l’artista – ha voluto farci partecipi quando è andato a Benares, sulle rive del Gange, allorché ha camminato ed ascoltato il silenzio degli alberi, il canto degli uccelli, e c’è stato l’incontro con una giovane lebbrosa; tutto questo lo ha rappresentato tramite una visione poetica interiore che solamente l’arte può rendere in tutto il suo splendore.
(Elisabetta Caporali, critico d’arte)
Walter Vanni è nato a Milano nel 1959, risiede a Pisa. Ha viaggiato nell’intera Europa, per portarsi quindi in Brasile e in India. Alla fine del ’98 soggiorna in Nepal per due mesi, realizzando circa ottocento opere a tecnica mista su carta. Ha tenuto numerose personali e collettive a Pisa, Lucca, Ferrara, Rovigo, Bruxelles, New York, Genova, La Spezia, Spoleto, Venezia.
02
maggio 2007
Walter Vanni – Terre lontane
Dal 02 al 31 maggio 2007
arte contemporanea
Location
SALETTA NERI
Pietrasanta, Via Tonfano, 133, (Lucca)
Pietrasanta, Via Tonfano, 133, (Lucca)
Orario di apertura
9-22. Lunedì chiuso
Sito web
www.leonardesca.it
Autore
Curatore



