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Paolo Minoli – La poetica della luce
La galleria Valente Artecontemporanea apre la stagione espositiva del nuovo anno con una mostra personale dedicata all’artista canturino Paolo Minoli
Comunicato stampa
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La galleria Valente Artecontemporanea apre la stagione espositiva del nuovo anno con una mostra personale dedicata all’artista canturino Paolo Minoli.
Si tratta di una ricognizione su lavori complementari che ben illustrano la ricerca condotta da Minoli nell’ultimo trentennio della sua rigorosa ed assidua attività.
Come ha recentemente scritto Luigi Cavadini “…L’immagine di Paolo Minoli, per quanti ne hanno conosciuto ed apprezzato la creatività artistica, si intreccia o, meglio, si confonde con il vibrare dei colori sui fondi bianchi, blu e rossi delle sue tele. Che sono, nel loro maturare, nel loro essere e modificarsi anno per anno, nel loro giungere fino alla fine, lo specchio concreto della sua personalità.
Minoli ha percorso negli ultimi trent’anni una strada non certo facile, confrontato con i problemi di sempre di un artista, quelli del colore e della luce. E per fare questo ha scelto la strada più difficile, muovendosi in un’arte che non è quella più accessibile della figurazione (quanta luce e quanto colore nelle tele degli antichi ma anche degli impressionisti!), ma l’arte rigorosa, controllata in ogni presenza (e in ogni assenza) dell’astrazione concreta: astrazione perché si stacca dal reale, concreta perché dà visibilità alle idee, al pensiero. Sui percorsi tracciati da grandi maestri del Novecento che hanno saggiato il rigore cartesiano della costruzione assieme al valore evocativo della poesia (che è parola, certo, ma qui, soprattutto, colore). Numerose le ascendenze della sua ricerca, che partono da molto lontano, incrociano le esperienze di Mondrian, di De Stijl e del Bauhaus e trovano poi una sollecitazione fruttuosa nell’incontro con le opere di Josef Albers, Johannes Itten, Max Bill, Richard-Paul Lohse. Lavori, questi, che sembrano vivere di un pensiero asettico, distaccato, spesso freddo. Eppure posseggono una energia mentale che Minoli accoglie e adatta alla sua sensibilità, mediando la freddezza svizzera con la propria vivacità esistenziale di uomo pratico, ma anche di uomo che sa di non poter vivere aggrappato solo alla terra.
Gli incontri ravvicinati, poi, con i maestri dell’astrattismo italiano (Munari, Veronesi, Reggiani, Fontana, Melotti; e i comaschi Rho, Badiali, Galli, Radice) e con le intenzioni di una architettura, quella razionalista, che risponde ai suoi canoni di rigore e ortogonalità, accrescono l’urgenza di una pittura di idee che però sia nello stesso tempo una pittura di esperienza e di studio. Minoli non ha mai lasciato nulla al caso: ciò che nel suo lavoro è, in apparenza, semplice è il frutto di un lungo costante impegno, di un “disegno” che è vero disegno alla maniera antica, di una ricerca che puntualizza ogni luogo (di segno e di colore) e che programma l’evolvere della luce”
Paolo Minoli è nato nel 1942 a Cantù dove ha vissuto e lavorato per tutta la vita. Ha frequentato, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Diploma “maestro d’arte” nel 1961, ha insegnato all’Istituto Statale d’Arte di Cantù dal 1964 al 1978. La sua prima uscita pubblica importante si ebbe nel 1968 alla rassegna nazionale per giovani pittori del premio “San Fedele” di Milano. Docente del corso speciale di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dal 1979 e ha collaborato, in qualità di consulente, con aziende per l’applicazione di gamme cromatiche nella produzione industriale.
È stato direttore artistico della collana d’arte pubblicata dalle edizioni RS di Como (1975-1986) e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico On Color di Cantù, in rapporto di collaborazione con diversi artisti, fra i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e Mario Nigro.
È stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1982 nel padiglione ufficiale italiano e nel 1986 per il settore “Colore”, nell’ambito della rassegna Arte e Scienza.
Nel 1992 ha realizzato per la cittadina di Saulgau, in Germania, una scultura d’acciaio di 8 metri d’altezza e un’altra grande scultura è stata collocata nel 1994 nel parco del Museum Bertholdsburg a Schleusingen.
Nel 1999 fu invitato alla XIII Quadriennale d’arte di Roma.”Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale”.
Fra le sculture monumentali sistemate in spazi pubblici ricordiamo il dittico Storie di Scena del Parco della scultura di Viadana e la Stele di oltre 5 metri di altezza collocata, nel centro della fontana progettata dall’architetto Mario Di Salvo per la via Garibaldi a Como. Oltre che presidente dell’Associazione amici dei musei della città di Cantù fin dalla sua fondazione, Minoli è stato membro del comitato scientifico della Galleria del Design e dell’Arredamento, della Collezione Bruno Munari di Cantù e del Comitato Luigi Veronesi a Milano.
Varie sono le monografie dedicate al suo lavoro e pubblicate in Italia, Svizzera e Germania, e molti gli storici e i critici dell’arte che si sono interessati alla sua opera: fra di essi ricordiamo Luciano Caramel, Umbro Apollonio, Alberto Veca, Giovanni Anzani, Attilio Marcolli, Francesco poli, Carlo Belloli, Elena Pontiggia, Giuseppe Bonini, Matthias Bärmann, Flaminio Gualdoni, Claudio Cerritelli, Carlo Pirovano.
Per iniziativa di Paolo Minoli è stata costituita, poco prima della sua morte, la Fondazione Casaperlarte con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse espressioni.
Il 23 dicembre 2004, sul rondò del Bersagliere, all’ingresso di Cantù, è stata inaugurata la scultura monumentale “Asteria…tra le pieghe del vento e la porta delle stelle”, alta quasi cinque metri e mezzo, eseguita in acciaio corten e donata da Minoli alla sua città.
Si tratta di una ricognizione su lavori complementari che ben illustrano la ricerca condotta da Minoli nell’ultimo trentennio della sua rigorosa ed assidua attività.
Come ha recentemente scritto Luigi Cavadini “…L’immagine di Paolo Minoli, per quanti ne hanno conosciuto ed apprezzato la creatività artistica, si intreccia o, meglio, si confonde con il vibrare dei colori sui fondi bianchi, blu e rossi delle sue tele. Che sono, nel loro maturare, nel loro essere e modificarsi anno per anno, nel loro giungere fino alla fine, lo specchio concreto della sua personalità.
Minoli ha percorso negli ultimi trent’anni una strada non certo facile, confrontato con i problemi di sempre di un artista, quelli del colore e della luce. E per fare questo ha scelto la strada più difficile, muovendosi in un’arte che non è quella più accessibile della figurazione (quanta luce e quanto colore nelle tele degli antichi ma anche degli impressionisti!), ma l’arte rigorosa, controllata in ogni presenza (e in ogni assenza) dell’astrazione concreta: astrazione perché si stacca dal reale, concreta perché dà visibilità alle idee, al pensiero. Sui percorsi tracciati da grandi maestri del Novecento che hanno saggiato il rigore cartesiano della costruzione assieme al valore evocativo della poesia (che è parola, certo, ma qui, soprattutto, colore). Numerose le ascendenze della sua ricerca, che partono da molto lontano, incrociano le esperienze di Mondrian, di De Stijl e del Bauhaus e trovano poi una sollecitazione fruttuosa nell’incontro con le opere di Josef Albers, Johannes Itten, Max Bill, Richard-Paul Lohse. Lavori, questi, che sembrano vivere di un pensiero asettico, distaccato, spesso freddo. Eppure posseggono una energia mentale che Minoli accoglie e adatta alla sua sensibilità, mediando la freddezza svizzera con la propria vivacità esistenziale di uomo pratico, ma anche di uomo che sa di non poter vivere aggrappato solo alla terra.
Gli incontri ravvicinati, poi, con i maestri dell’astrattismo italiano (Munari, Veronesi, Reggiani, Fontana, Melotti; e i comaschi Rho, Badiali, Galli, Radice) e con le intenzioni di una architettura, quella razionalista, che risponde ai suoi canoni di rigore e ortogonalità, accrescono l’urgenza di una pittura di idee che però sia nello stesso tempo una pittura di esperienza e di studio. Minoli non ha mai lasciato nulla al caso: ciò che nel suo lavoro è, in apparenza, semplice è il frutto di un lungo costante impegno, di un “disegno” che è vero disegno alla maniera antica, di una ricerca che puntualizza ogni luogo (di segno e di colore) e che programma l’evolvere della luce”
Paolo Minoli è nato nel 1942 a Cantù dove ha vissuto e lavorato per tutta la vita. Ha frequentato, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Diploma “maestro d’arte” nel 1961, ha insegnato all’Istituto Statale d’Arte di Cantù dal 1964 al 1978. La sua prima uscita pubblica importante si ebbe nel 1968 alla rassegna nazionale per giovani pittori del premio “San Fedele” di Milano. Docente del corso speciale di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dal 1979 e ha collaborato, in qualità di consulente, con aziende per l’applicazione di gamme cromatiche nella produzione industriale.
È stato direttore artistico della collana d’arte pubblicata dalle edizioni RS di Como (1975-1986) e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico On Color di Cantù, in rapporto di collaborazione con diversi artisti, fra i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e Mario Nigro.
È stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1982 nel padiglione ufficiale italiano e nel 1986 per il settore “Colore”, nell’ambito della rassegna Arte e Scienza.
Nel 1992 ha realizzato per la cittadina di Saulgau, in Germania, una scultura d’acciaio di 8 metri d’altezza e un’altra grande scultura è stata collocata nel 1994 nel parco del Museum Bertholdsburg a Schleusingen.
Nel 1999 fu invitato alla XIII Quadriennale d’arte di Roma.”Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale”.
Fra le sculture monumentali sistemate in spazi pubblici ricordiamo il dittico Storie di Scena del Parco della scultura di Viadana e la Stele di oltre 5 metri di altezza collocata, nel centro della fontana progettata dall’architetto Mario Di Salvo per la via Garibaldi a Como. Oltre che presidente dell’Associazione amici dei musei della città di Cantù fin dalla sua fondazione, Minoli è stato membro del comitato scientifico della Galleria del Design e dell’Arredamento, della Collezione Bruno Munari di Cantù e del Comitato Luigi Veronesi a Milano.
Varie sono le monografie dedicate al suo lavoro e pubblicate in Italia, Svizzera e Germania, e molti gli storici e i critici dell’arte che si sono interessati alla sua opera: fra di essi ricordiamo Luciano Caramel, Umbro Apollonio, Alberto Veca, Giovanni Anzani, Attilio Marcolli, Francesco poli, Carlo Belloli, Elena Pontiggia, Giuseppe Bonini, Matthias Bärmann, Flaminio Gualdoni, Claudio Cerritelli, Carlo Pirovano.
Per iniziativa di Paolo Minoli è stata costituita, poco prima della sua morte, la Fondazione Casaperlarte con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse espressioni.
Il 23 dicembre 2004, sul rondò del Bersagliere, all’ingresso di Cantù, è stata inaugurata la scultura monumentale “Asteria…tra le pieghe del vento e la porta delle stelle”, alta quasi cinque metri e mezzo, eseguita in acciaio corten e donata da Minoli alla sua città.
14
gennaio 2007
Paolo Minoli – La poetica della luce
Dal 14 gennaio al 28 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
VALENTE ARTE CONTEMPORANEA
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 e 16-19
Vernissage
14 Gennaio 2007, ore 11
Autore



