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Spazio!
Questo primo esperimento di SPAZIO! mette a confronto Sara Basta e Valentina Seri, Sara con un video e un’installazione cocepita per la sala concerti e Valentina con una doppia serie fotografica che entra in dialogo nella sala video
Comunicato stampa
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Con SPAZIO! Il Circolo degli Artisti inaugura una nuova stagione di Arte del Territorio che allarga i propri orizzonti alla produzione di lavori di giovani artisti emergenti e si propone come centro di propulsione culturale a 360 gradi, che vede attivamente coinvolti tutti i soggetti che ne sono partecipi, “dal produttore al consumatore”: uno Spazio veramente Altro che si pone come alternativa ai circuiti elitari dell’arte contemporanea.
Come già accade per quanto riguarda il panorama musicale, anche per la sua rassegna domenicale dedicata alle Arti Visive, il Circolo non solo promuove e propone al suo pubblico le più stimolanti situazioni attuali, ma si mette in gioco facendosi coinvolgere in prima linea con progetti e produzioni in piena libertà espressiva realizzati ad hoc per gli spazi di via Casilina vecchia 42.
Questo primo esperimento di SPAZIO! mette a confronto Sara Basta e Valentina Seri, Sara con un video e un’installazione cocepita per la sala concerti e Valentina con una doppia serie fotografica che entra in dialogo nella sala video.
Valentina si è diplomata lo scorso anno alla Scuola Romana di Fotografia e questa è, a parte le mostre organizzate dalla scuola, la prima volta che espone in uno spazio pubblico. I lavori che presenta al Circolo degli Artisti sono ancora in un certo senso incompleti, di certo dei work in progress, che tuttavia riescono a creare delle piccole storie cariche di surreale e a volte un po’ amara ironia.
Sara invece si è già un pò rodata: ha avuto a che fare con fruitori ufficiosi e ufficiali e con altri artisti più o meno coetanei, senza per questo perdere quella spontanea capacità di costruire mondi che nascono dalla sua attenzione a stati affettivi, momenti ed istanti.
Spazi interni o interiori, quelli di entrambe, che giocano intorno ai temi della quotidianità, dell’intimità, spazi d’interazione, di condivisione, ma soprattutto spazi che giocano intorno a quanto di mancato è ad essi connesso: la giornata ideale, la casa tipo, l’amore, la convivenza si mostrano nei loro aspetti distorti, trasformandosi come in realtà alla rovescia.
In Dentro e fuori (casa), Valentina si muove sulla falsa riga delle “piccole cose di pessimo gusto”, con un approccio tagliente alla realtà casalinga che ricorda quello di Richard Billingham, passando dai luoghi familiari che fanno perno sui rituali domestici -quelli che ruotano fra salotto e cucina, in un lento sciabattare di abitudini ovattate-, al mondo silenzioso, che ha odore di polvere, ammantato di ricordi, di un’anziana signora che la ospita.
Dall’operosità fatta di nulla in continuo movimento a spostamenti di assenze dal peso quasi palpabile, le foto di Valentina si perdono a volte in buffe geometrie, in vivaci ondate di tovaglie bianche, in lampadari-aureole o fiori che sembrano voler superare la cornice per strabordare nella realtà, trasformando la scialba quotidianità in qualcosa di tutto sommato un po’ assurdo, oppure si ammantano di luce pulviscolare, si chiudono in piccole bolle di realtà che si caricano di atmosfere oniriche, da Alice nel Paese delle Meraviglie, dove le cose diventano paesaggi immaginari e gli spazi della contemporaneità sono catapultati in tempi anteriori, colorati di nebbia, come immagini ripescate in un cassetto dei ricordi che scompaiono dietro disegni di luce.
Gli spazi di Sara sono invece animati di una paradossale mobilità, spazi senza tempo o fatti di un tempo che potrebbe ripetersi uguale all’infinito. Spazi isolati che trovano concretezza al confine fra metafora e realtà e che trasformano la metafora in realtà e viceversa.
Il suo video Pigiami per coppie stabili racconta di un uomo e una donna uniti dai loro pigiami che si muovono in piedi davanti a un letto disegnato. Astrazione in verticale di una realtà orizzontale, mette in scena le difficoltà e i limiti di un rapporto simbiotico dove dipendenza e necessità di separarsi convivono insieme senza giungere ad alcuna risoluzione. E sempre sulla doppiezza, che ora è ambivalenza ora semplice raddoppiamento, si incentra anche l’installazione Toccami non mi toccare, variazione sul tema, che qui si trasforma in una surreale invasione, di bambole che ricordano quell’essere bicefalo e bisessuato, “che è il vero organismo biologico e pensante”, di cui parla Calvino. Le bambole di Sara, senza giocare sulle grandi dimensioni usate da Marina Paris o sul feticismo di un Hans Bellmer, non hanno bisogno che delle loro piccole dimensioni, con le loro forme appena abbozzate, le loro silhouettes che sembrano a volte mozzate, per parlarci di quell’utopia di fusione l’uno nell’ altro, non per esclusione di un carattere, ma per somma e integrazione. E tuttavia le scritte sulle teste di questi assurdi personaggi ci mostrano ancora una volta la contraddizione interna ad ogni relazione e la possibilità che si dimentichino i confini e si perda parte di sè.
Due sguardi al femminile, due prospettive che partono dalla propria esperienza personale, da una dimensione appunto interna o interiore che esplora e tocca però spazi comuni e collettivi.
Come già accade per quanto riguarda il panorama musicale, anche per la sua rassegna domenicale dedicata alle Arti Visive, il Circolo non solo promuove e propone al suo pubblico le più stimolanti situazioni attuali, ma si mette in gioco facendosi coinvolgere in prima linea con progetti e produzioni in piena libertà espressiva realizzati ad hoc per gli spazi di via Casilina vecchia 42.
Questo primo esperimento di SPAZIO! mette a confronto Sara Basta e Valentina Seri, Sara con un video e un’installazione cocepita per la sala concerti e Valentina con una doppia serie fotografica che entra in dialogo nella sala video.
Valentina si è diplomata lo scorso anno alla Scuola Romana di Fotografia e questa è, a parte le mostre organizzate dalla scuola, la prima volta che espone in uno spazio pubblico. I lavori che presenta al Circolo degli Artisti sono ancora in un certo senso incompleti, di certo dei work in progress, che tuttavia riescono a creare delle piccole storie cariche di surreale e a volte un po’ amara ironia.
Sara invece si è già un pò rodata: ha avuto a che fare con fruitori ufficiosi e ufficiali e con altri artisti più o meno coetanei, senza per questo perdere quella spontanea capacità di costruire mondi che nascono dalla sua attenzione a stati affettivi, momenti ed istanti.
Spazi interni o interiori, quelli di entrambe, che giocano intorno ai temi della quotidianità, dell’intimità, spazi d’interazione, di condivisione, ma soprattutto spazi che giocano intorno a quanto di mancato è ad essi connesso: la giornata ideale, la casa tipo, l’amore, la convivenza si mostrano nei loro aspetti distorti, trasformandosi come in realtà alla rovescia.
In Dentro e fuori (casa), Valentina si muove sulla falsa riga delle “piccole cose di pessimo gusto”, con un approccio tagliente alla realtà casalinga che ricorda quello di Richard Billingham, passando dai luoghi familiari che fanno perno sui rituali domestici -quelli che ruotano fra salotto e cucina, in un lento sciabattare di abitudini ovattate-, al mondo silenzioso, che ha odore di polvere, ammantato di ricordi, di un’anziana signora che la ospita.
Dall’operosità fatta di nulla in continuo movimento a spostamenti di assenze dal peso quasi palpabile, le foto di Valentina si perdono a volte in buffe geometrie, in vivaci ondate di tovaglie bianche, in lampadari-aureole o fiori che sembrano voler superare la cornice per strabordare nella realtà, trasformando la scialba quotidianità in qualcosa di tutto sommato un po’ assurdo, oppure si ammantano di luce pulviscolare, si chiudono in piccole bolle di realtà che si caricano di atmosfere oniriche, da Alice nel Paese delle Meraviglie, dove le cose diventano paesaggi immaginari e gli spazi della contemporaneità sono catapultati in tempi anteriori, colorati di nebbia, come immagini ripescate in un cassetto dei ricordi che scompaiono dietro disegni di luce.
Gli spazi di Sara sono invece animati di una paradossale mobilità, spazi senza tempo o fatti di un tempo che potrebbe ripetersi uguale all’infinito. Spazi isolati che trovano concretezza al confine fra metafora e realtà e che trasformano la metafora in realtà e viceversa.
Il suo video Pigiami per coppie stabili racconta di un uomo e una donna uniti dai loro pigiami che si muovono in piedi davanti a un letto disegnato. Astrazione in verticale di una realtà orizzontale, mette in scena le difficoltà e i limiti di un rapporto simbiotico dove dipendenza e necessità di separarsi convivono insieme senza giungere ad alcuna risoluzione. E sempre sulla doppiezza, che ora è ambivalenza ora semplice raddoppiamento, si incentra anche l’installazione Toccami non mi toccare, variazione sul tema, che qui si trasforma in una surreale invasione, di bambole che ricordano quell’essere bicefalo e bisessuato, “che è il vero organismo biologico e pensante”, di cui parla Calvino. Le bambole di Sara, senza giocare sulle grandi dimensioni usate da Marina Paris o sul feticismo di un Hans Bellmer, non hanno bisogno che delle loro piccole dimensioni, con le loro forme appena abbozzate, le loro silhouettes che sembrano a volte mozzate, per parlarci di quell’utopia di fusione l’uno nell’ altro, non per esclusione di un carattere, ma per somma e integrazione. E tuttavia le scritte sulle teste di questi assurdi personaggi ci mostrano ancora una volta la contraddizione interna ad ogni relazione e la possibilità che si dimentichino i confini e si perda parte di sè.
Due sguardi al femminile, due prospettive che partono dalla propria esperienza personale, da una dimensione appunto interna o interiore che esplora e tocca però spazi comuni e collettivi.
26
novembre 2006
Spazio!
26 novembre 2006
serata - evento
giovane arte
giovane arte
Location
CIRCOLO DEGLI ARTISTI
Roma, Via Casilina Vecchia, 42, (Roma)
Roma, Via Casilina Vecchia, 42, (Roma)
Vernissage
26 Novembre 2006, ore 19
Autore
Curatore




