Sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto – su commissione del banchiere Enrico Scrovegni, – affrescava a Padova la Cappella intitolata a Santa Maria della Carità. Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita per accogliere il committente e i suoi discendenti dopo la morte, è considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell’arte occidentale. Gli affreschi, dopo un accurato restauro, sono ritornati all’antico splendore rivelando la bellezza e la genialità della pittura giottesca, che influenzò generazioni di artisti e mutò i canoni stilistici dell’arte italiana ed europea. Ora anche a Bologna è possibile scoprire questa opera d'arte, unica nel suo genere, a partire dal 30 settembre.

La mostra "Il Vangelo secondo Giotto", curata dal prof. Roberto Filippetti, è una fedele riproduzione fotografica in scala 1:4 delle pareti della Cappella degli Scrovegni dopo i restauri del 2002. Essa permette di cogliere la poesia iconica delle corrispondenze verticali e frontali, del simbolismo dei colori, dei numeri, delle prospettive.

L’eccezionalità dell’evento consiste nel poter visionare le riproduzioni degli affreschi padovani, consentendo di carpire particolari e sfumature impossibili da cogliere dal vero poiché condizionati da un tempo di visita estremamente limitato. L’intento è quello di suscitare nel visitatore il desiderio di vedere dal vivo l’originale con una maggiore consapevolezza.