Si apre domani ai Musei di San Salvatore in Lauro la mostra “Ben Ormenese. Opere 1960-2006” realizzata da Il Cigno Edizioni in collaborazione con il Pio Sodalizio dei Piceni e il Comune di Roma, a cura di Giovanni Granzotto.

Ad inaugurare l’eccezionale esposizione sarà l’On. Antonio Tajani, insieme a Lorenzo Zichichi de Il Cigno Edizioni e Giorgio Bizzarri del Pio Sodalizio dei Piceni.

Mentre in questi giorni il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo celebra con una grande esposizione il movimento artistico del Cinetismo, con questa mostra Roma ospita uno dei massimi esponenti del movimento artistico che Argan descrisse come “capace di rappresentare in modo consapevole sia le caratteristiche che la complessità della modernità”: Ben Ormenese.

“Un artista che crea opere che mutano col mutare della luce e del punto di osservazione di chi le guarda – scrive l’On. Tajani nella sua prefazione al catalogo della mostra - Un artista che in più di quarant’anni di attività creativa non ha mai smesso di sperimentare, senza aver paura di mettere in discussione anche la sua intera opera, lavorando instancabilmente, procedendo per tentativi, reinvenzioni, sintesi”.

Allestita nella splendida cornice dei Musei di San Salvatore in Lauro, la mostra sviluppa un percorso che permette di cogliere la ricchezza e la complessità della produzione artistica di Ben Ormenese, valorizzandone la dinamicità e versatilità interpretativa.

Quelle del cinetista friulano sono opere dalle infinite sfaccettature ottiche, che interagiscono con lo spazio e con lo stesso osservatore, in un rapporto sinergico di continuo mutuo scambio.

“Sono partite da molto lontano ed hanno seguito processi alchemici piuttosto complicati le risoluzioni artistiche attuali di Ben Ormenese – spiega Giovanna Barbero nel suo contributo al catalogo edito da Il Cigno Edizioni - Di formazione culturale mitteleuropea, attraverso le esaltanti stagioni delle nuove avanguardie artistiche, assieme alle entusiastiche esperienze e scoperte giovanili, Ormenese ha sviluppato passo a passo il suo programma creativo, intimamente tracciato fin dalle origini del suo esprimersi”.

“Con le opere recenti – precisa Leonardo Conti - Ormenese ha messo a punto una macchina estetica, in grado di utilizzare la luce come elemento strutturale per costruire opere d’arte. In realtà, con una capacità sintetica straordinaria, egli non ha fatto altro che trarre le conclusioni di un ricercare durato più di trentacinque anni”.