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Piergiorgio Colombara – Passi Celate
Per questa V° edizione la Rocca Estense apre le sale affrescate del piano nobile alle sculture di Piergiorgio Colombara, a cui dedica la personale dal titolo Passi Celate
Comunicato stampa
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Da alcuni anni la Rocca Estense di San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia, porta avanti una serie d’iniziative artistiche – soprattutto di scultura - atte alla promozione dell’arte contemporanea all’interno dei suoi antichi spazi ricchi di reperti e di memorie storico-artistiche, che vanno dal XIV secolo ad oggi.
Per questa V° edizione la Rocca Estense apre le sale affrescate del piano nobile alle sculture di Piergiorgio Colombara, a cui dedica la personale dal titolo Passi Celate.
Piergiorgio Colombara presenta una serie di sculture di grandi e medie dimensioni in bronzo e vetro che riassumono la sua poetica del sublime nell’arte. La dimensione del sacro e della spiritualità sono rappresentate attraverso la citazione del mondo antico – le icone e gli ex voto che inserisce in alcune sue opere – e le forme geometriche della scultura contemporanea che, elaborate insieme, assumono spesso l’immagine di “strumenti”, di oggetti archetipici che evocano il suono, la musica o all’opposto il silenzio.
Posizionata sotto il loggiato del cortile d’ingresso alla Rocca, l’opera Il Mulino apre il percorso della mostra. Si tratta di un grande cono in bronzo su cui poggiano delle pale che ricordano le parti di uno strumento musicale. Alcune opere appese al soffitto dello scalone conducono lo spettatore alle tre sale del piano nobile, dove l’artista espone una selezione significativa del lavoro dell’ultimo decennio. Installate al muro della prima sala, l’artista espone un gruppo di opere della serie “Bugie” con le riconoscibili fiaccole in vetro, mentre nelle sale a seguire Piergiorgio Colombara crea una dimensione di leggerezza materica e di musicalità delle forme con i lavori delle serie “Exvetro” e “Exbronzo”
Il giorno dell’inaugurazione della mostra, alle ore 12, sarà anche presentata una performance dal titolo Purgatorio 13. Su musiche di Massimiliano Damerini – presente alla performance – la voce recitante di Rita Sartori e la danza di Claudia Campanella si relazioneranno all’opera di Piergiorgio Colombara in un intervento di narrazione e di proiezione di un video realizzato da Claudio Maccagna.
La mostra è corredata da una monografia edita da De Ferrari con i contributi critici del curatore e dei critici Francesco Poli, Sandro Parmiggiani, del filosofo Massimo Donà e un’intervista all’artista di Maurizio Monero.
La performance è resa possibile grazie al contributo dell’azienda Coopselios di Reggio Emilia.
Piergiorgio Colombara, una biografia
Piergiorgio Colombara nasce a Genova. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Barabino, frequenta la facoltà di Architettura al Politecnico di Milano ed a Genova, dove si laurea nel 1974, con una tesi sullo spazio teatrale. Nel 1978 viene segnalato al XVIII Premio Internacional de Dibuix Joan Mirò tenuto nella fondazione Joan Mirò a Barcellona. Dalla fine degli anni settanta all’inizio del decennio successivo lavora ai cicli “Spartiture” e “Cosmagonie”, esposte al Mercato del sale a Milano ed a Palazzo Cattaneo a Genova; grandi tele dove già si delineano i temi che accompagneranno fino ad oggi la sua ricerca, e cioè: lo spazio, il tempo, la memoria ed il silenzio, visibili questi temi nella produzione degli anni ’83-’84 come nelle installazioni: “Ma perchè giunge a rapidi passi un messaggero?”, “Il carro di fuoco” ed il “Canto della clessidra” esposte in occasione delle mostre nelle gallerie Avida Dollars di Milano ed Unimedia di Genova.
Dall’84 si dedica prevalentemente alla scultura, dando vita a numerosi cicli come “Sculture senza suono”, “Urne”, “Anelli”, “Tremule”, “Orliquie”, “Bugie”, “Fumerio” e “Segrete”, opere queste che nei seguenti anni saranno presentate in moltissime mostre e manifestazioni nazionale ed internazionali: al Grand Palais di Parigi, al Museo Italo-Americano di San Francisco, al Kunstverein di Amburgo, alla Skulptur Heute di Hochenfelden, alla Gallerie Marie-Louise Wirth di Zurigo, alla X Biennale d’arte sacra di S. Gabriele, al Palazzo delle esposizioni di Roma, al Palazzo Magnani di Reggio Emilia, all’Istituto di Cultura di Vienna e di Zurigo. Opere di notevoli dimensioni come “Plumbatarum”, “Clessidra”, “Mulino”, presentato nella mostra di Cà Pesaro a Venezia nel 1994; “Eo” esposta insieme a “Cantoria” nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia; “Il canto di arparca” con la quale ha vinto nel 1999 il concorso, ad invito, per il monumento alla pace ed ai caduti di Camponogara (Venezia).
In tutte queste opere sono impiegati diversi materiali, dai metalli (ottone e rame) alla cera, al piombo ed al vetro soffiato che dialoga (la sua ombra) con la durezza del ferro e del bronzo, il materiale principale del più recente ciclo “Exbronzo” (che segue gli altri tre “Excera”, “Expiombo” e “Exvetro”) esposto a Milano nel 2003 e nel 2004 dallo Studio Copernico di Nicola Loi al Palazzo Permanente e recentemente, sempre a Milano, allo Studiosei Arte Contemporanea.
“Nei lavori di bronzo si possono evidenziare due temi ricorrenti nella mia poetica: l’assenza-silenzio e la memoria-tempo” come ricorda Colombara nell’intervista rilasciata a Maurizio Monero. Il suono (o la sua assenza) è l’altro dei temi che spesso ricorre nelle sue opere e nei titoli di queste, dalle prime “Spartiture” alle “Senza suono” e “Suononous”. Infatti fin dall’esordio del suo “fare”, nelle opere di Colombara vi è un rapporto costante sia con la musica sia con i musicisti ed in particolare con il pianista compositore Massimiliano Damerini, con il quale, nell’arco di 25 anni, ha collaborato a costruire concerti ed azioni teatrali (la messa in scena di Medea di Seneca nel 1983) in musei, gallerie d’arte, chiese e teatri insieme all’attrice Rita Sartori ed ultimamente alla danzatrice e coreografa Claudia Campanella.
Nell’ottobre del 2002 al Teatro Farnese di Parma, Damerini ha eseguito in prima nazionale il trittico “Lacrime di vetro” composta da tre pezzi da lui composti ispirati alle sculture di Colombara: “Nascostamente”, “Volo” e “Exvetro”.
Piergiorgio Colombara viene invitato a collaborare con alcuni architetti per intervenire con la collocazione di sue opere in luoghi particolari; ricordiamo “Progetti dialoganti” per la facoltà di Architettura con l’architetto Brunetto de Battè, nella Villa Sforza vicino a Reggio Emilia con l’architetto Paolo Bedogni e nella Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (Milano), con l’architetto Milena Matteini, per il Concorso Martini per i grandi giardini italiani, vincendo il primo premio.
Per questa V° edizione la Rocca Estense apre le sale affrescate del piano nobile alle sculture di Piergiorgio Colombara, a cui dedica la personale dal titolo Passi Celate.
Piergiorgio Colombara presenta una serie di sculture di grandi e medie dimensioni in bronzo e vetro che riassumono la sua poetica del sublime nell’arte. La dimensione del sacro e della spiritualità sono rappresentate attraverso la citazione del mondo antico – le icone e gli ex voto che inserisce in alcune sue opere – e le forme geometriche della scultura contemporanea che, elaborate insieme, assumono spesso l’immagine di “strumenti”, di oggetti archetipici che evocano il suono, la musica o all’opposto il silenzio.
Posizionata sotto il loggiato del cortile d’ingresso alla Rocca, l’opera Il Mulino apre il percorso della mostra. Si tratta di un grande cono in bronzo su cui poggiano delle pale che ricordano le parti di uno strumento musicale. Alcune opere appese al soffitto dello scalone conducono lo spettatore alle tre sale del piano nobile, dove l’artista espone una selezione significativa del lavoro dell’ultimo decennio. Installate al muro della prima sala, l’artista espone un gruppo di opere della serie “Bugie” con le riconoscibili fiaccole in vetro, mentre nelle sale a seguire Piergiorgio Colombara crea una dimensione di leggerezza materica e di musicalità delle forme con i lavori delle serie “Exvetro” e “Exbronzo”
Il giorno dell’inaugurazione della mostra, alle ore 12, sarà anche presentata una performance dal titolo Purgatorio 13. Su musiche di Massimiliano Damerini – presente alla performance – la voce recitante di Rita Sartori e la danza di Claudia Campanella si relazioneranno all’opera di Piergiorgio Colombara in un intervento di narrazione e di proiezione di un video realizzato da Claudio Maccagna.
La mostra è corredata da una monografia edita da De Ferrari con i contributi critici del curatore e dei critici Francesco Poli, Sandro Parmiggiani, del filosofo Massimo Donà e un’intervista all’artista di Maurizio Monero.
La performance è resa possibile grazie al contributo dell’azienda Coopselios di Reggio Emilia.
Piergiorgio Colombara, una biografia
Piergiorgio Colombara nasce a Genova. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Barabino, frequenta la facoltà di Architettura al Politecnico di Milano ed a Genova, dove si laurea nel 1974, con una tesi sullo spazio teatrale. Nel 1978 viene segnalato al XVIII Premio Internacional de Dibuix Joan Mirò tenuto nella fondazione Joan Mirò a Barcellona. Dalla fine degli anni settanta all’inizio del decennio successivo lavora ai cicli “Spartiture” e “Cosmagonie”, esposte al Mercato del sale a Milano ed a Palazzo Cattaneo a Genova; grandi tele dove già si delineano i temi che accompagneranno fino ad oggi la sua ricerca, e cioè: lo spazio, il tempo, la memoria ed il silenzio, visibili questi temi nella produzione degli anni ’83-’84 come nelle installazioni: “Ma perchè giunge a rapidi passi un messaggero?”, “Il carro di fuoco” ed il “Canto della clessidra” esposte in occasione delle mostre nelle gallerie Avida Dollars di Milano ed Unimedia di Genova.
Dall’84 si dedica prevalentemente alla scultura, dando vita a numerosi cicli come “Sculture senza suono”, “Urne”, “Anelli”, “Tremule”, “Orliquie”, “Bugie”, “Fumerio” e “Segrete”, opere queste che nei seguenti anni saranno presentate in moltissime mostre e manifestazioni nazionale ed internazionali: al Grand Palais di Parigi, al Museo Italo-Americano di San Francisco, al Kunstverein di Amburgo, alla Skulptur Heute di Hochenfelden, alla Gallerie Marie-Louise Wirth di Zurigo, alla X Biennale d’arte sacra di S. Gabriele, al Palazzo delle esposizioni di Roma, al Palazzo Magnani di Reggio Emilia, all’Istituto di Cultura di Vienna e di Zurigo. Opere di notevoli dimensioni come “Plumbatarum”, “Clessidra”, “Mulino”, presentato nella mostra di Cà Pesaro a Venezia nel 1994; “Eo” esposta insieme a “Cantoria” nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia; “Il canto di arparca” con la quale ha vinto nel 1999 il concorso, ad invito, per il monumento alla pace ed ai caduti di Camponogara (Venezia).
In tutte queste opere sono impiegati diversi materiali, dai metalli (ottone e rame) alla cera, al piombo ed al vetro soffiato che dialoga (la sua ombra) con la durezza del ferro e del bronzo, il materiale principale del più recente ciclo “Exbronzo” (che segue gli altri tre “Excera”, “Expiombo” e “Exvetro”) esposto a Milano nel 2003 e nel 2004 dallo Studio Copernico di Nicola Loi al Palazzo Permanente e recentemente, sempre a Milano, allo Studiosei Arte Contemporanea.
“Nei lavori di bronzo si possono evidenziare due temi ricorrenti nella mia poetica: l’assenza-silenzio e la memoria-tempo” come ricorda Colombara nell’intervista rilasciata a Maurizio Monero. Il suono (o la sua assenza) è l’altro dei temi che spesso ricorre nelle sue opere e nei titoli di queste, dalle prime “Spartiture” alle “Senza suono” e “Suononous”. Infatti fin dall’esordio del suo “fare”, nelle opere di Colombara vi è un rapporto costante sia con la musica sia con i musicisti ed in particolare con il pianista compositore Massimiliano Damerini, con il quale, nell’arco di 25 anni, ha collaborato a costruire concerti ed azioni teatrali (la messa in scena di Medea di Seneca nel 1983) in musei, gallerie d’arte, chiese e teatri insieme all’attrice Rita Sartori ed ultimamente alla danzatrice e coreografa Claudia Campanella.
Nell’ottobre del 2002 al Teatro Farnese di Parma, Damerini ha eseguito in prima nazionale il trittico “Lacrime di vetro” composta da tre pezzi da lui composti ispirati alle sculture di Colombara: “Nascostamente”, “Volo” e “Exvetro”.
Piergiorgio Colombara viene invitato a collaborare con alcuni architetti per intervenire con la collocazione di sue opere in luoghi particolari; ricordiamo “Progetti dialoganti” per la facoltà di Architettura con l’architetto Brunetto de Battè, nella Villa Sforza vicino a Reggio Emilia con l’architetto Paolo Bedogni e nella Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (Milano), con l’architetto Milena Matteini, per il Concorso Martini per i grandi giardini italiani, vincendo il primo premio.
07
maggio 2006
Piergiorgio Colombara – Passi Celate
Dal 07 maggio all'undici giugno 2006
arte contemporanea
Location
ROCCA ESTENSE
San Martino In Rio, Corso Umberto I, 22, (Reggio Nell'emilia)
San Martino In Rio, Corso Umberto I, 22, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
mercoledì 10-12,30; giovedì 15,30-18,30
sabato 10-12,30; domenica 10-12,30 e 15,30-18,30
gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
7 Maggio 2006, ore 11
Autore
Curatore



