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Federico Severino – L’ultimo visionario
Un viaggio nell’inferno più intimo dell’esistenza, alla scoperta di una nuova e drammatica mitologia contemporanea
Comunicato stampa
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Un viaggio nell’inferno più intimo dell’esistenza, alla scoperta di una nuova e drammatica mitologia contemporanea: la Galleria Arsmedia di Bergamo ospita dall’8 aprile al 14 maggio 2006 la mostra “Federico Severino. L’ultimo visionario”.
Una quindicina di sculture in terracotta e un’opera di grandi dimensioni (Amanti), di recente produzione, restituiscono l’affascinante universo poetico dello scultore bresciano, considerato uno degli autori più intensi e visionari nel panorama della scultura contemporanea.
L’opera di Severino vive della tensione tra due poli. Da una parte il divagare colto e drammaticamente eccitato nei labirinti della storia dell’arte (Severino ha conseguito la laurea in filosofia, sulle orme del padre, il noto filosofo Emanuele Severino), a catturare suggestioni, mai citazioni o lezioni da seguire: la solennità dell'altorilievo di un sarcofago etrusco, un dettaglio ritrovato in un portale barocco, un'espressione allucinata rubata al ricordo di un passo dantesco o alla scultura trecentesca, la pulsante vivacità della materia di un Medardo Rosso o di un Rodin, l’esasperata deformità dell’Espressionismo.
Dall’altro lato la scultura di Severino porta l’impronta di una fervida capacità inventiva che si muove disincantata nella dimensione più notturna dell’anima, nelle stanze segrete dell’inconscio, pronta a dare forma ai fantasmi interiori, le pulsioni più segrete, gli incubi che abitano dalla notte dei tempi l’animo umano.
Ne nasce un’ iconologia allo stesso tempo magica e inquietante, che spazia dalle figure del mito a quelle del sacro: “Non è certo l’eleganza il fine, palese o recondito, della sua operazione espressiva; il violento stirarsi dei tratti fisionomici, lo straziato arrovellarsi dei corpi, l’aspro articolarsi delle mani artigliate e il continuo metamorfismo che coglie a mezza via le figure umane e bestiali (l’uomo che si fa mostro, il mostro che si rivela uomo) assecondando stilisticamente e iconograficamente un senso terrificante della condizione esistenziale.” (Rossana Bossaglia).
In mostra dunque la visione terrificante, eppure fatalmente seducente, di un’inferno quotidiano: i volti contratti di fauni, demoni e minotauri; le espressioni stralunate di anime fluttuanti nel limbo; le membra ischeletrite di moderne Elettre che covano segrete vendette; i corpi avvinghiati di disperati amanti.
NOTE BIOGRAFICHE
Federico Severino è nato a Brescia nel 1953. Vive e opera in Franciacorta (Brescia).
Personalità complessa ed eclettica, Severino si rivolge con passione agli studi di filosofia fino alla laurea, maturando contemporaneamente i suoi studi artistici da autodidatta. Già nel 1974 si propone sul panorama espositivo, con i temi inquietanti e la straordinaria suggestione che caratterizzeranno la sua ricca produzione. Nel 1992 viene pubblicata la monografia a cura di Alberto Crespi e Fausto Lorenzi che documentano la sua produzione dal 1980 al 1992. Numerose sono le opere monumentali realizzate per enti pubblici, religiosi e privati. Tra di essi: l’arredo dell’Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno (BS), Ospedale poliambulanza di Brescia (Ex). Madonna con bambino 1986-87 (bronzo); Seminario vescovile (BS). Altorilievo Paolo VI e busto vescovo 1986-1995; medaglia ufficiale XIX Anno G. Paolo II, Vaticano (1997); Casinò Saint Vincent, Multipli e medaglie “La fortuna” (1998); Chiesa S. Lorenzo di Brescia, Altorilievo Santa M.C. di Rosa e tabernacolo (1999-2000); arredi e sculture per le parrocchiali di Manerbio, Verolavecchia, Cemmo, Edolo, Bovezzo, Bagnolo Mella, Bondo, Campione del Garda. Tra le mostre personali e collettive: Collettiva Arte Sacra a Palazzo ex Monte di Pietà di Brescia (1987); Personale ai Musei Diocesani S. Francesco a Brescia (1988); Personale a Palazzo Martinengo (Brescia, 1994); Personale Comune di Pietrasanta (1996, Lucca); Personale Centro Arte Moderna di Pisa (2000).
Una quindicina di sculture in terracotta e un’opera di grandi dimensioni (Amanti), di recente produzione, restituiscono l’affascinante universo poetico dello scultore bresciano, considerato uno degli autori più intensi e visionari nel panorama della scultura contemporanea.
L’opera di Severino vive della tensione tra due poli. Da una parte il divagare colto e drammaticamente eccitato nei labirinti della storia dell’arte (Severino ha conseguito la laurea in filosofia, sulle orme del padre, il noto filosofo Emanuele Severino), a catturare suggestioni, mai citazioni o lezioni da seguire: la solennità dell'altorilievo di un sarcofago etrusco, un dettaglio ritrovato in un portale barocco, un'espressione allucinata rubata al ricordo di un passo dantesco o alla scultura trecentesca, la pulsante vivacità della materia di un Medardo Rosso o di un Rodin, l’esasperata deformità dell’Espressionismo.
Dall’altro lato la scultura di Severino porta l’impronta di una fervida capacità inventiva che si muove disincantata nella dimensione più notturna dell’anima, nelle stanze segrete dell’inconscio, pronta a dare forma ai fantasmi interiori, le pulsioni più segrete, gli incubi che abitano dalla notte dei tempi l’animo umano.
Ne nasce un’ iconologia allo stesso tempo magica e inquietante, che spazia dalle figure del mito a quelle del sacro: “Non è certo l’eleganza il fine, palese o recondito, della sua operazione espressiva; il violento stirarsi dei tratti fisionomici, lo straziato arrovellarsi dei corpi, l’aspro articolarsi delle mani artigliate e il continuo metamorfismo che coglie a mezza via le figure umane e bestiali (l’uomo che si fa mostro, il mostro che si rivela uomo) assecondando stilisticamente e iconograficamente un senso terrificante della condizione esistenziale.” (Rossana Bossaglia).
In mostra dunque la visione terrificante, eppure fatalmente seducente, di un’inferno quotidiano: i volti contratti di fauni, demoni e minotauri; le espressioni stralunate di anime fluttuanti nel limbo; le membra ischeletrite di moderne Elettre che covano segrete vendette; i corpi avvinghiati di disperati amanti.
NOTE BIOGRAFICHE
Federico Severino è nato a Brescia nel 1953. Vive e opera in Franciacorta (Brescia).
Personalità complessa ed eclettica, Severino si rivolge con passione agli studi di filosofia fino alla laurea, maturando contemporaneamente i suoi studi artistici da autodidatta. Già nel 1974 si propone sul panorama espositivo, con i temi inquietanti e la straordinaria suggestione che caratterizzeranno la sua ricca produzione. Nel 1992 viene pubblicata la monografia a cura di Alberto Crespi e Fausto Lorenzi che documentano la sua produzione dal 1980 al 1992. Numerose sono le opere monumentali realizzate per enti pubblici, religiosi e privati. Tra di essi: l’arredo dell’Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno (BS), Ospedale poliambulanza di Brescia (Ex). Madonna con bambino 1986-87 (bronzo); Seminario vescovile (BS). Altorilievo Paolo VI e busto vescovo 1986-1995; medaglia ufficiale XIX Anno G. Paolo II, Vaticano (1997); Casinò Saint Vincent, Multipli e medaglie “La fortuna” (1998); Chiesa S. Lorenzo di Brescia, Altorilievo Santa M.C. di Rosa e tabernacolo (1999-2000); arredi e sculture per le parrocchiali di Manerbio, Verolavecchia, Cemmo, Edolo, Bovezzo, Bagnolo Mella, Bondo, Campione del Garda. Tra le mostre personali e collettive: Collettiva Arte Sacra a Palazzo ex Monte di Pietà di Brescia (1987); Personale ai Musei Diocesani S. Francesco a Brescia (1988); Personale a Palazzo Martinengo (Brescia, 1994); Personale Comune di Pietrasanta (1996, Lucca); Personale Centro Arte Moderna di Pisa (2000).
08
aprile 2006
Federico Severino – L’ultimo visionario
Dall'otto aprile al 14 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARSMEDIA
Bergamo, Via San Tomaso, 49b, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 49b, (Bergamo)
Orario di apertura
tutti i giorni 16-19 o su appuntamento
Vernissage
8 Aprile 2006, ore 18
Autore




