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Buddha Image
Questa Mostra, la prima dedicata al tema sull’ Immagine del Buddha a Milano sulla varietà iconografica con cui viene rappresentato il Buddha , viene proposta come una ricostruzione di un pantheon Buddhista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Questa Mostra, la prima dedicata al tema sull' Immagine del Buddha a Milano sulla
varietà iconografica con cui viene rappresentato il Buddha , viene proposta come una
ricostruzione di un pantheon Buddhista e presenta un duplice percorso costituito da una
raccolta di statue raffiguranti diverse tipologie che nei secoli nei diversi territori
dell'Estremo Oriente ha assunto l'Immagine del Buddha inoltre dalla produzione artistica
e fotografica nel corsoo di un trentennio di Leo Antoniello in arte Leofilm.
Per comprendere la Mostra nella sua valenza estetica ed etica si deve tener conto della
riflessione comune di molte religioni sulla possibilità e sui limiti della rappresentazione del Divino
in quanto naturalmente eccedente ogni definizione sia verbale che concettuale o figurativa .
La realizzazione del pantheon esprime la possibilità di una infinita varietà di immagini, tutte
allusive alla natura del divino e nessuna esclusiva o esaustiva.
Un altro elemento importante per cogliere lo spirito con cui l'artista si è avvicinato alle immagini
del Buddha è dato dall'allestimento in forma “ work in progress “ , realizzazione e trasformazione
dell'immagine.
La mostra fotografica si articola infatti in varie sezioni che rappresentano le fasi di realizzazione
dell'opera , dalla raccolta delle immagini al momento dell' i spirazione,
alla elaborazione creativa attraverso l'uso del colore e l'applicazione di foglie d'oro.
Questo percorso e in particolare la fase dell'ispirazione ci ricorda la necessità di un processo
di purificazione per l'artista che crea immagini sacre, al fine di poter cogliere l'essenza del Divino
e restituirla in immagine senza perderne la sacralità.
“Terre del Mekong & Indochina
“associazione culturale & sociale info@terredelmekong.org
Il progetto e la Mostra : “ l'Immagine del Buddha “
Per la complessa e difficile realizzazione della Mostra,
l’Immagine del Budddha , verrà presentata in tempi e occasioni e spazi diversi
nella Città di Milano ed altre Città internazionali in un tempo necessario.
Desiderio dell'autore è coinvolgere in questo progetto, gli studiosi del Buddhismo
di tutto il Mondo così da creare un grande e importante documento,
corredato dalle bibliografie dei documenti storici e dalle successive Mostre dedicate.
La presentazione della prima mostra coinvolge la Città di Milano e i suoi Turisti
nel mese di Aprile in uno spazio centrale e suggestivo della Fornace Curti del 1.400,
poi successivamente in parte ne mese di Maggio negli spazi concessi dai negozi
della galleria Vittorio Emanuele, tra il Duomo e piazza della Scala ,
installando opere fotografiche con pannelli e sculture del Buddha .
L'Immagine del Buddha è una mostra dedicata all'arte del Divino,
l'arte millenaria di artisti sconosciuti che con le loro opere scultoree e manualità
di realizzazione e manifattura a tutti i livelli ne hanno realizzato e trasformato
nei secoli l'immagine del Buddha .
Storicamente nell'immaginario collettivo e popolare delle comunità dove il Buddhismo
si è radicato, l'immagine del Buddha figura come divino di sublime saggezza.
La figura di riferimento è quasi sempre quella del vecchio Monaco Buddista
o del Re regnante del tempo.
Per questo la sua immagine assume sembianze diverse nel corso dei secoli,
e i Templi a loro dedicati sono eretti nei luoghi in cui il Monaco o il Re hanno vissuto.
L'immagine del Buddha, realizzata con la scultura della pietra o del legno,
finita o in lavorazione ha immediatamente un valore Divino.
Per i Buddhisti l'Immagine del Buddha, o parti dell' opera o oggetti o simboli
hanno tutti merito di completa sacralità religiosa allo stesso pari.
L'opera realizzata anche se non di qualità artistica accademica di maestri della scultura,
ma semplicemente naive o etnica, acquisisce immediatamente la stessa importanza,
valore spirituale e Divino di quelle realizzate dai grandi artisti nel tempo.
Questa concezione ha permesso agli artisti o cultori delle arti, la realizzazione,
nei secoli, di Immagini del Buddha di qualsiasi manifattura e ha posto tutte le opere
alla pari, riconoscendole con un valore primario spirituale e Divino
piuttosto che artistico .
Per gli occidentali il riferimento al Buddha è unico e generico nel significato,
anche con immagini diverse.
Tuttavia mai è stato approfondito e studiato il perchè di tante trasformazioni.
Il percorso di questa mostra offre l'opportunità di conoscere l' argomento e studiare
la sua storia e trasformazione nel tempo.
E in programma un sito Web dedicato che servirà a documentare il progresso del
progetto del lavoro svolto, per gli studiosi e gli amici che vogliono collaborare .
www.buddhaimage.org - e-mail: info@buddhaimage.org
Associazione Terre del Mekong il sito sarà : www.buddhaimage.org
L'Immagine del Buddha - Aprile 2005
di Giangiorgio Pasqualotto ( Cattedra a filosofia Universita di Padova ), studioso laico di Buddhismo.
Per tutte le tradizioni religiose si è sempre posto il problema se, quanto e come sia possibile
fornire immagini del divino. Infatti,sia che il divino venga visto come Dio personale , sia che venga
inteso come Assoluto impersonale,l'immagine prodotta dall'uomo, pur al massimo delle sue capacità
espressive, non potrà mai rendere la realtà di qulcosa che, per definizione, è oltre ogni limite e, quindi,oltre ogni parola ed ogni figura.
Questa difficoltà appare massima per il Buddhismo, dato che la qualifica “ Buddha “ ( Risvegliato ) rinvia al Risveglio , alla Conoscenza Suprema ( Bodhi ), che è una condizione trascendentale ; ma, nel contempo, connota un uomo realmente vissuto e realmente morto.
L'artista che intende rappresentare l'Immagine del Buddha deve quindi tenere conto , contemporaneamente,
delle caratteristiche fisiche che accomunano Siddharta Gautama a tutti
gli uomini, ma anche le qualificazioni spirituali come la Bodhi o il Nirvana che si pongono al di la
di qualsiasi definizione .
E' questa una difficoltà con cui si sono sempre trovati a che fare gli artisti che intendevano
raffigurare il Cristo in quanto realtà dotata di qualità umane ma anche realtà divina trascendente
ogni possibile qualificazione. Così il Buddha , nel momento in cui diventa Dharmakaya
( Corpo della legge universale) ossia personificazione della verità posta oltre ogni descriminazione,
diventa irrapresentabile.
Infatti, fino agli inizi dell'era cristiana , l'arte buddhista raffiguro' il Buddha riccorrendo quasi esclusivamente
ai simboli che ricordavano la sua persona o la sua vita: l'albero sotto il quale realizzo il Risveglio ; la ruota
della Dottrina ; il trono dell'insegnamento ; la pianta del piede come orma della disciplina; lo stupa
( reliquario ) come segno del Nirvana raggiunto.
Questa prospettiva rigorosamente aniconica venne superata con le scuole del Buddhismo Mahayana, a
partire dal II sec. d.C. Cio' fu possibile considerando che la buddhità è, certo, irrapresentabile in linea
di principio perchè è oltre ogni espressione definita, ma di fatto puo' essere rappresentata se ci si attiene
ad una semplice avvertenza: quella per cui ogni rappresentazione è soltanto inadeguata, non impossibile.
In altri termini: ogni raffigurazione del Buddha va presa come un upaya, come mezzo provvisorio e
relativo utle per alludere, non per descrivere compiutamente la realtà assoluta.
Fatte queste precisazioni preliminari, è da ricordare che due sono i luoghi di origine dell'iconografia
buddhista: Mathura, a sud di Delhi, e il distretto di gandhara, nell'India del Nord Ovest, dovo profondo
fu l'influsso dell'arte scultorea greco-romana. Dal primo sito proviene un frammento ( ora custodito al
Museo di Monaco ) di un rilievo in arenaria rossa del II sec.d.C., raffigurante la parte superiore di un
Buddha seduto , vigoroso,con la mano destra nella posizione che ollontana la paura (abhaya mudra );
dal secondo proviene un rilievo a tutto tondo in ardesia ( ora custodito al Museo di Calcutta ) raffigurante
per intero la persona del Buddha seduto su un loto con le mani nella posizione del Dharmacakra Mudra
( messa in moto della Dottrina ), in un atteggiamento di serena concentrazione. Dal primo di questi due
modelli si svilupperanno le raffigurazioni nell'Asia meridionale; mentre dal secondo si svilupperanno quelle
un Asia centrale.
In questi due tipi di raffigurazione appaiono già i principali segni distintivi della figura del Buddha che
verranno quasi sempre mantenuti: gli occhi semichiusi per favorire al massimo la concentrazione meditativa;
i lobi delle orecchie allungati, in segno di nobiltà; il palmo della mano e le piante dei piedi con incisa la ruota
della conoscenza (Dharmacakra ); tra le soppraciglia l'urna ( ricciolo bianco ) punto di
irradiazione in ogni direzione della luce della saggezza;l'aureola ( equivalente alla doratura ) che indica la
luce della verità; l'usnia, protuberanza sul capo , segno di saggezza perfetta.
Caratteristica costante è l'assenza di qulsiasi ornamento.Cio' su cui il Buddha sta seduto puo essere: un
“ trono del leone “ ( dove”leone” richiama l'insegnamento del Buddhache, con un ruggito, sveglia i
cuccioli ); un fiore di loto, che è bianco pur nascendo nel fango, richiamo alla purezza di ogni essere
vivente malgrado il suo divenire dal samsara ( ciclo delle nascite ); un podio rotondo o rettangolare rientrante
a gradini ,verso il centro,simbolo dell'universo. Tra i simboli connessi alla figura del Buddha
il piu frequente è quello delle due gazzelle che reggono una ruota, a ricordo della messa in moto
della Dottrina avvenuta col primo discorso tenuto nel Parco ( delle gazzelle ) di Benares.
“ Terre del Mekong e& Indochina “
associazione culturale & sociale
L'associazione nasce in Indochina nel 1985, dal desiderio e la collaborazione di un gruppo di amici di
Leo Antoniello, suddivisi nei Paesi dei territori bagnati dal Fiume Mekong : 5.400 Km circa
in particolare Birmania, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam.
In Italia è registrata a Padova dall'anno 2001 , come associazione senza scopo di lucro, creando così ,
attività culturali: mostre sulla storia culturale ed artistica dei territori dell'Indochina, iniziative per la
raccolta di fondi per il sostegno delle attività sociali in Indochina , promuovendo poi nei villaggi sperduti
e piccole comunità , le attività artigianali e artistiche dei loro antenati, , insegnando insieme ai loro
anziani che sono i maestri delle tradizioni artistiche e artigianali, manufatti di grande qualità ,
utilizzando le tecniche particolari del passato e i materiali naturali delle loro terre :
bamboo, caolino , gres, cotoni e sete ... per realizzare prodotti destinati all'occidente , così creandosi
un'autonomia economica destinata alla sopravvivenza delle loro famiglie e comunità .
Accanto all'impegno a preservare la loro cultura , rispettando i loro tempi e tradizioni, l'Associazione
promuove anche la creazione di oggetti che , per qualità e design, possono soddisfare il gusto occidentale.
Si attiva, inoltre, nella raccolta di immagini e documenti che illustrino la storia e l'arte di queste popolazioni,
e nell'allestimento di mostre dedicate a tematiche diverse ma sempre estremamente originali.
Leofilm e le foto del Buddha
Leo Antoniello nasce nel '50 e cresce senza i genitori nei Martinitt e Fanciullezza i due collegi di Milano
del dopoguerra: a 12 anni, quando esce dalla Fanciullezza, è subito garzone di laboratorio do fotografia
in Corso Venezia, presso un anziano fotografo e cineasta del cinema muto ,
( fotografo personale di Francesca Bertini in arte Vanda Osiris ), così in camera oscura , sviluppando
pellicole e stampando foto, apprende l'”artigianato fotografico” e tutti i segreti dell'immagine.
Nel '68 dopo il servizio militare , viaggia in tutta Europa con l'autostop, sempre con macchina fotografica
nello zaino, fotografando gli artisti contemporanei a Parigi così come a Brera ( Milano ), dove per molti
anni vive e lavora con molti artisti, che cominciarono a chiamarlo Leofilm , così dedicandosi anche al
cinema sperimentale.
Caro amico e collaboratore degli artisti Remo Bianco e Raimond Hains ne eredita lo spirito artistico
della loro arte concettuale e raffinata e di tante altre esperienze.
Dal '72 in poi in Medio Oriente , a Beirut come reporter, nel '75 in India e poi nel Sout East Asiatico
e nelle Terre del Mekong : Thailandia , Birmania e Laos dopo gli anni '80 in Cambogia e Vietnam,
Oltre a conoscere la grande storia di queste Terre, i suoi interessi artistici si concentrano nelle migliaia di
statue del Buddha incontrate durante i viaggi e le fotografa tutte.
Poi, raccoglie documenti e libri sul Buddha , studiando le varie trsformazioni nei secoli dell'Immagine ,
le loro filosofie e dottrine, ricercando con la fotografia il pensioro dell' artista scultore che ne ha realizzato
l'opera in tempi remoti.
Solo dopo una lunga maturazione di pensiero ( un trentennio circa ), ne stampa le foto, nel Dicembre del
2004, interviene con creatività ( non dimenticando l'arte dei Maestri ), inserisce le fogli d'oro, in base alle
differenti immagini del Buddha , ponendosi “ in osservazione , accogliendo energie con l'intento di
trasmetterle spiritualmente a chi ne osserva le immagini .
Questa esposizione a Milano è la prima di una certa rilevanza, dedicata alla varietà iconografica con cui
viene rappresentato il Buddha , con il progetto di realizzare un documento storico sul tema dell'Immagine.
Le opere realizzate si possono acquisire , contribuendo così a sostenere l' associazione
“ Terre del Mekong & Indochina “ ed i progetti culturali e sociali che ne promuove, Leo Antoniello,
ne è presidente dell'associazione e si occupa anche da anni della raccolta delle immagini del
Buddha, e della vita sociale di alcune comunità in Indochina .
varietà iconografica con cui viene rappresentato il Buddha , viene proposta come una
ricostruzione di un pantheon Buddhista e presenta un duplice percorso costituito da una
raccolta di statue raffiguranti diverse tipologie che nei secoli nei diversi territori
dell'Estremo Oriente ha assunto l'Immagine del Buddha inoltre dalla produzione artistica
e fotografica nel corsoo di un trentennio di Leo Antoniello in arte Leofilm.
Per comprendere la Mostra nella sua valenza estetica ed etica si deve tener conto della
riflessione comune di molte religioni sulla possibilità e sui limiti della rappresentazione del Divino
in quanto naturalmente eccedente ogni definizione sia verbale che concettuale o figurativa .
La realizzazione del pantheon esprime la possibilità di una infinita varietà di immagini, tutte
allusive alla natura del divino e nessuna esclusiva o esaustiva.
Un altro elemento importante per cogliere lo spirito con cui l'artista si è avvicinato alle immagini
del Buddha è dato dall'allestimento in forma “ work in progress “ , realizzazione e trasformazione
dell'immagine.
La mostra fotografica si articola infatti in varie sezioni che rappresentano le fasi di realizzazione
dell'opera , dalla raccolta delle immagini al momento dell' i spirazione,
alla elaborazione creativa attraverso l'uso del colore e l'applicazione di foglie d'oro.
Questo percorso e in particolare la fase dell'ispirazione ci ricorda la necessità di un processo
di purificazione per l'artista che crea immagini sacre, al fine di poter cogliere l'essenza del Divino
e restituirla in immagine senza perderne la sacralità.
“Terre del Mekong & Indochina
“associazione culturale & sociale info@terredelmekong.org
Il progetto e la Mostra : “ l'Immagine del Buddha “
Per la complessa e difficile realizzazione della Mostra,
l’Immagine del Budddha , verrà presentata in tempi e occasioni e spazi diversi
nella Città di Milano ed altre Città internazionali in un tempo necessario.
Desiderio dell'autore è coinvolgere in questo progetto, gli studiosi del Buddhismo
di tutto il Mondo così da creare un grande e importante documento,
corredato dalle bibliografie dei documenti storici e dalle successive Mostre dedicate.
La presentazione della prima mostra coinvolge la Città di Milano e i suoi Turisti
nel mese di Aprile in uno spazio centrale e suggestivo della Fornace Curti del 1.400,
poi successivamente in parte ne mese di Maggio negli spazi concessi dai negozi
della galleria Vittorio Emanuele, tra il Duomo e piazza della Scala ,
installando opere fotografiche con pannelli e sculture del Buddha .
L'Immagine del Buddha è una mostra dedicata all'arte del Divino,
l'arte millenaria di artisti sconosciuti che con le loro opere scultoree e manualità
di realizzazione e manifattura a tutti i livelli ne hanno realizzato e trasformato
nei secoli l'immagine del Buddha .
Storicamente nell'immaginario collettivo e popolare delle comunità dove il Buddhismo
si è radicato, l'immagine del Buddha figura come divino di sublime saggezza.
La figura di riferimento è quasi sempre quella del vecchio Monaco Buddista
o del Re regnante del tempo.
Per questo la sua immagine assume sembianze diverse nel corso dei secoli,
e i Templi a loro dedicati sono eretti nei luoghi in cui il Monaco o il Re hanno vissuto.
L'immagine del Buddha, realizzata con la scultura della pietra o del legno,
finita o in lavorazione ha immediatamente un valore Divino.
Per i Buddhisti l'Immagine del Buddha, o parti dell' opera o oggetti o simboli
hanno tutti merito di completa sacralità religiosa allo stesso pari.
L'opera realizzata anche se non di qualità artistica accademica di maestri della scultura,
ma semplicemente naive o etnica, acquisisce immediatamente la stessa importanza,
valore spirituale e Divino di quelle realizzate dai grandi artisti nel tempo.
Questa concezione ha permesso agli artisti o cultori delle arti, la realizzazione,
nei secoli, di Immagini del Buddha di qualsiasi manifattura e ha posto tutte le opere
alla pari, riconoscendole con un valore primario spirituale e Divino
piuttosto che artistico .
Per gli occidentali il riferimento al Buddha è unico e generico nel significato,
anche con immagini diverse.
Tuttavia mai è stato approfondito e studiato il perchè di tante trasformazioni.
Il percorso di questa mostra offre l'opportunità di conoscere l' argomento e studiare
la sua storia e trasformazione nel tempo.
E in programma un sito Web dedicato che servirà a documentare il progresso del
progetto del lavoro svolto, per gli studiosi e gli amici che vogliono collaborare .
www.buddhaimage.org - e-mail: info@buddhaimage.org
Associazione Terre del Mekong il sito sarà : www.buddhaimage.org
L'Immagine del Buddha - Aprile 2005
di Giangiorgio Pasqualotto ( Cattedra a filosofia Universita di Padova ), studioso laico di Buddhismo.
Per tutte le tradizioni religiose si è sempre posto il problema se, quanto e come sia possibile
fornire immagini del divino. Infatti,sia che il divino venga visto come Dio personale , sia che venga
inteso come Assoluto impersonale,l'immagine prodotta dall'uomo, pur al massimo delle sue capacità
espressive, non potrà mai rendere la realtà di qulcosa che, per definizione, è oltre ogni limite e, quindi,oltre ogni parola ed ogni figura.
Questa difficoltà appare massima per il Buddhismo, dato che la qualifica “ Buddha “ ( Risvegliato ) rinvia al Risveglio , alla Conoscenza Suprema ( Bodhi ), che è una condizione trascendentale ; ma, nel contempo, connota un uomo realmente vissuto e realmente morto.
L'artista che intende rappresentare l'Immagine del Buddha deve quindi tenere conto , contemporaneamente,
delle caratteristiche fisiche che accomunano Siddharta Gautama a tutti
gli uomini, ma anche le qualificazioni spirituali come la Bodhi o il Nirvana che si pongono al di la
di qualsiasi definizione .
E' questa una difficoltà con cui si sono sempre trovati a che fare gli artisti che intendevano
raffigurare il Cristo in quanto realtà dotata di qualità umane ma anche realtà divina trascendente
ogni possibile qualificazione. Così il Buddha , nel momento in cui diventa Dharmakaya
( Corpo della legge universale) ossia personificazione della verità posta oltre ogni descriminazione,
diventa irrapresentabile.
Infatti, fino agli inizi dell'era cristiana , l'arte buddhista raffiguro' il Buddha riccorrendo quasi esclusivamente
ai simboli che ricordavano la sua persona o la sua vita: l'albero sotto il quale realizzo il Risveglio ; la ruota
della Dottrina ; il trono dell'insegnamento ; la pianta del piede come orma della disciplina; lo stupa
( reliquario ) come segno del Nirvana raggiunto.
Questa prospettiva rigorosamente aniconica venne superata con le scuole del Buddhismo Mahayana, a
partire dal II sec. d.C. Cio' fu possibile considerando che la buddhità è, certo, irrapresentabile in linea
di principio perchè è oltre ogni espressione definita, ma di fatto puo' essere rappresentata se ci si attiene
ad una semplice avvertenza: quella per cui ogni rappresentazione è soltanto inadeguata, non impossibile.
In altri termini: ogni raffigurazione del Buddha va presa come un upaya, come mezzo provvisorio e
relativo utle per alludere, non per descrivere compiutamente la realtà assoluta.
Fatte queste precisazioni preliminari, è da ricordare che due sono i luoghi di origine dell'iconografia
buddhista: Mathura, a sud di Delhi, e il distretto di gandhara, nell'India del Nord Ovest, dovo profondo
fu l'influsso dell'arte scultorea greco-romana. Dal primo sito proviene un frammento ( ora custodito al
Museo di Monaco ) di un rilievo in arenaria rossa del II sec.d.C., raffigurante la parte superiore di un
Buddha seduto , vigoroso,con la mano destra nella posizione che ollontana la paura (abhaya mudra );
dal secondo proviene un rilievo a tutto tondo in ardesia ( ora custodito al Museo di Calcutta ) raffigurante
per intero la persona del Buddha seduto su un loto con le mani nella posizione del Dharmacakra Mudra
( messa in moto della Dottrina ), in un atteggiamento di serena concentrazione. Dal primo di questi due
modelli si svilupperanno le raffigurazioni nell'Asia meridionale; mentre dal secondo si svilupperanno quelle
un Asia centrale.
In questi due tipi di raffigurazione appaiono già i principali segni distintivi della figura del Buddha che
verranno quasi sempre mantenuti: gli occhi semichiusi per favorire al massimo la concentrazione meditativa;
i lobi delle orecchie allungati, in segno di nobiltà; il palmo della mano e le piante dei piedi con incisa la ruota
della conoscenza (Dharmacakra ); tra le soppraciglia l'urna ( ricciolo bianco ) punto di
irradiazione in ogni direzione della luce della saggezza;l'aureola ( equivalente alla doratura ) che indica la
luce della verità; l'usnia, protuberanza sul capo , segno di saggezza perfetta.
Caratteristica costante è l'assenza di qulsiasi ornamento.Cio' su cui il Buddha sta seduto puo essere: un
“ trono del leone “ ( dove”leone” richiama l'insegnamento del Buddhache, con un ruggito, sveglia i
cuccioli ); un fiore di loto, che è bianco pur nascendo nel fango, richiamo alla purezza di ogni essere
vivente malgrado il suo divenire dal samsara ( ciclo delle nascite ); un podio rotondo o rettangolare rientrante
a gradini ,verso il centro,simbolo dell'universo. Tra i simboli connessi alla figura del Buddha
il piu frequente è quello delle due gazzelle che reggono una ruota, a ricordo della messa in moto
della Dottrina avvenuta col primo discorso tenuto nel Parco ( delle gazzelle ) di Benares.
“ Terre del Mekong e& Indochina “
associazione culturale & sociale
L'associazione nasce in Indochina nel 1985, dal desiderio e la collaborazione di un gruppo di amici di
Leo Antoniello, suddivisi nei Paesi dei territori bagnati dal Fiume Mekong : 5.400 Km circa
in particolare Birmania, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam.
In Italia è registrata a Padova dall'anno 2001 , come associazione senza scopo di lucro, creando così ,
attività culturali: mostre sulla storia culturale ed artistica dei territori dell'Indochina, iniziative per la
raccolta di fondi per il sostegno delle attività sociali in Indochina , promuovendo poi nei villaggi sperduti
e piccole comunità , le attività artigianali e artistiche dei loro antenati, , insegnando insieme ai loro
anziani che sono i maestri delle tradizioni artistiche e artigianali, manufatti di grande qualità ,
utilizzando le tecniche particolari del passato e i materiali naturali delle loro terre :
bamboo, caolino , gres, cotoni e sete ... per realizzare prodotti destinati all'occidente , così creandosi
un'autonomia economica destinata alla sopravvivenza delle loro famiglie e comunità .
Accanto all'impegno a preservare la loro cultura , rispettando i loro tempi e tradizioni, l'Associazione
promuove anche la creazione di oggetti che , per qualità e design, possono soddisfare il gusto occidentale.
Si attiva, inoltre, nella raccolta di immagini e documenti che illustrino la storia e l'arte di queste popolazioni,
e nell'allestimento di mostre dedicate a tematiche diverse ma sempre estremamente originali.
Leofilm e le foto del Buddha
Leo Antoniello nasce nel '50 e cresce senza i genitori nei Martinitt e Fanciullezza i due collegi di Milano
del dopoguerra: a 12 anni, quando esce dalla Fanciullezza, è subito garzone di laboratorio do fotografia
in Corso Venezia, presso un anziano fotografo e cineasta del cinema muto ,
( fotografo personale di Francesca Bertini in arte Vanda Osiris ), così in camera oscura , sviluppando
pellicole e stampando foto, apprende l'”artigianato fotografico” e tutti i segreti dell'immagine.
Nel '68 dopo il servizio militare , viaggia in tutta Europa con l'autostop, sempre con macchina fotografica
nello zaino, fotografando gli artisti contemporanei a Parigi così come a Brera ( Milano ), dove per molti
anni vive e lavora con molti artisti, che cominciarono a chiamarlo Leofilm , così dedicandosi anche al
cinema sperimentale.
Caro amico e collaboratore degli artisti Remo Bianco e Raimond Hains ne eredita lo spirito artistico
della loro arte concettuale e raffinata e di tante altre esperienze.
Dal '72 in poi in Medio Oriente , a Beirut come reporter, nel '75 in India e poi nel Sout East Asiatico
e nelle Terre del Mekong : Thailandia , Birmania e Laos dopo gli anni '80 in Cambogia e Vietnam,
Oltre a conoscere la grande storia di queste Terre, i suoi interessi artistici si concentrano nelle migliaia di
statue del Buddha incontrate durante i viaggi e le fotografa tutte.
Poi, raccoglie documenti e libri sul Buddha , studiando le varie trsformazioni nei secoli dell'Immagine ,
le loro filosofie e dottrine, ricercando con la fotografia il pensioro dell' artista scultore che ne ha realizzato
l'opera in tempi remoti.
Solo dopo una lunga maturazione di pensiero ( un trentennio circa ), ne stampa le foto, nel Dicembre del
2004, interviene con creatività ( non dimenticando l'arte dei Maestri ), inserisce le fogli d'oro, in base alle
differenti immagini del Buddha , ponendosi “ in osservazione , accogliendo energie con l'intento di
trasmetterle spiritualmente a chi ne osserva le immagini .
Questa esposizione a Milano è la prima di una certa rilevanza, dedicata alla varietà iconografica con cui
viene rappresentato il Buddha , con il progetto di realizzare un documento storico sul tema dell'Immagine.
Le opere realizzate si possono acquisire , contribuendo così a sostenere l' associazione
“ Terre del Mekong & Indochina “ ed i progetti culturali e sociali che ne promuove, Leo Antoniello,
ne è presidente dell'associazione e si occupa anche da anni della raccolta delle immagini del
Buddha, e della vita sociale di alcune comunità in Indochina .
05
aprile 2006
Buddha Image
Dal 05 aprile al 06 maggio 2006
arte contemporanea
Location
FORNACE CURTI
Milano, Via Walter Tobagi, 8, (Milano)
Milano, Via Walter Tobagi, 8, (Milano)
Orario di apertura
Martedi / Sabato dalle 13.00 alle 18.00
dal 5 al 10 Aprile dalle ore 10.00 alle 19.00



