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Cai Guo Qiang – Stage
un progetto specifico, estremamente articolato, che si sviluppa in parte all’interno della galleria, più precisamente nella platea e in parte sul territorio, nella campagna intorno a San Gimignano
Comunicato stampa
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Per la sua prima personale a Galleria Continua Cai Guo Qiang presenta ‘Stage’, un progetto specifico, estremamente articolato, che si sviluppa in parte all’interno della galleria, più precisamente nella platea e in parte sul territorio, nella campagna intorno a San Gimignano.
Cai disegna e costruisce per la mostra un grande palco, una pedana con struttura in ferro molto leggera ed esile ma nel contempo estremamente visibile e luminosa. Una specie di pedana-faro, avvistabile in lontananza e da diversi punti di osservazione, che intende attirare su di sé l’attenzione del mondo contemporaneo per poi spostarla verso una riflessione sulla storia e gli scenari passati. Un omaggio al ricordo, ‘Stage’ è la mise en scène del trascorre del tempo e delle grandi trasformazioni sociali. Così Cai Guo Qiang descrive il progetto: ‘Looking from the ancient road, the viewer stands between the mountain range and the empty stage, with the towers of civilization as the theatrical backdrop. These two vantage points allow the viewer to choose the focus of the piece and place oneself within the narrative of history, civilization and nature is instantaneously played out on this empty stage within the shifting light of the day, night and season.’
Il palco viene ripreso con una inquadratura fissa, quasi atemporale, che lo proietta in tempo reale, 24 ore su 24, sullo schermo della platea riportando così lo spazio alla funzione originaria: non più galleria espositiva ma cinema. Cai pratica una complessa sovrapposizione di frammenti temporali, accompagnandoci in questo modo in un viaggio tra esterno ed interno che attraversa varie dimensioni della storia, dal primo nucleo abitato etrusco alle possenti torri medioevali fino ad oggi. Un viaggio, potremmo dire, anche nella memoria di ogni singolo individuo e nella memoria collettiva. ‘Stage’ è un ponte che attraversa il tempo per diventare, in quell’immagine proiettata sul grande schermo della platea, immobile eppure costantemente mutevole, la voce del paesaggio, dell’arte e della storia.
Cai Guo Qiang è indubbiamente da considerarsi uno degli artisti che meglio rappresenta la Cina contemporanea: attento osservatore del presente e, nel contempo, meticoloso studioso storico. Tanto nella scelta dei materiali quanto nei soggetti le sue opere presentano chiari riferimenti alla Cina e alle sue tradizioni millenarie così come evidenziano la ricerca continua di un dialogo e di un punto di contatto con la cultura occidentale. Nato nel 1957 a Quanzhou, nella provincia del Fujian, Cai Guo Qiang studia scenografia presso l’Accademia di Arte Drammatica di Shanghai; nel 1986 si trasferisce a Tokyo, qui inizia la sua carriera d’artista, vi resta circa dieci anni per poi spostarsi a New York. Nel lavoro di Cai Guo Qiang l’opera tende a moltiplicarsi, declinandosi in diversi oggetti e in diversi media espressivi: la performance come evento irripetibile talvolta deflagrante ma comunque delicato ed effimero, il video come documentazione e memoria, i dipinti come interpretazione del reale. Nei disegni dell’artista frequenti si confermano i riferimenti alla cultura tradizionale e alla simbologia (i dragoni, la medicina cinese, il fengshui, la polvere da sparo). Numerose inoltre le collaborazioni artistiche con specialisti di diverse discipline: scienziati, medici, architetti, coreografi e compositori.
Tra le esposizioni realizzate in tutto il mondo ricordiamo: Transparent Monument, The Metropolitan Museum of Art, New York, New York, 2006; Head On, Deutsche Guggenheim, Berlin, Germany, 2006; Inopportune, Mass MoCA, North Adams, 2005; Tornado: Explosion Project for the Festival of China, John F.Kennedy Center for Performing Arts, Washington, D.C., USA, 2005; Light Cycle: Explosion Project for Central Park, Creative Time, New York, 2003; Ye Gong Hao Long: Explosion Project for Tate Modern, Tate Modern, London, 2003; Transient Rainbow, Museum of Modern Art, New York, 2002; Cai Guo-Qiang: An Arbitrary History, Musee d'Art Contemporain, Lyon, 2001; Cultural Melting Bath: Projects for the 20th Century, Queens Museum of Art, New York, 1997; Flying Dragon in the Heavens, Louisiana Museum of Modern Art, Humblebaek. The Everything Is Museum series, è un lavoro nel quale Cai Guo-Qiang trasforma spazi alternativi in spazi espositivi tra questi DMoCA: Dragon Museum of Contemporary Art, Niigata, Japan; UMoCA: Under Museum of Contemporary Art, Colla di Val d’Elsa, Italia e, di recente, BMoCA: Bunker Museum of Contemporary Art: Cai Quo-Qiang ha inoltre curato il Padiglione cinese alla 51° Biennale di Venezia, 2005. Tra i premi ricordiamo, tra tutti, il prestigioso Leone D’Oro conferitogli alla 48° Biennale di Venezia.
Cai disegna e costruisce per la mostra un grande palco, una pedana con struttura in ferro molto leggera ed esile ma nel contempo estremamente visibile e luminosa. Una specie di pedana-faro, avvistabile in lontananza e da diversi punti di osservazione, che intende attirare su di sé l’attenzione del mondo contemporaneo per poi spostarla verso una riflessione sulla storia e gli scenari passati. Un omaggio al ricordo, ‘Stage’ è la mise en scène del trascorre del tempo e delle grandi trasformazioni sociali. Così Cai Guo Qiang descrive il progetto: ‘Looking from the ancient road, the viewer stands between the mountain range and the empty stage, with the towers of civilization as the theatrical backdrop. These two vantage points allow the viewer to choose the focus of the piece and place oneself within the narrative of history, civilization and nature is instantaneously played out on this empty stage within the shifting light of the day, night and season.’
Il palco viene ripreso con una inquadratura fissa, quasi atemporale, che lo proietta in tempo reale, 24 ore su 24, sullo schermo della platea riportando così lo spazio alla funzione originaria: non più galleria espositiva ma cinema. Cai pratica una complessa sovrapposizione di frammenti temporali, accompagnandoci in questo modo in un viaggio tra esterno ed interno che attraversa varie dimensioni della storia, dal primo nucleo abitato etrusco alle possenti torri medioevali fino ad oggi. Un viaggio, potremmo dire, anche nella memoria di ogni singolo individuo e nella memoria collettiva. ‘Stage’ è un ponte che attraversa il tempo per diventare, in quell’immagine proiettata sul grande schermo della platea, immobile eppure costantemente mutevole, la voce del paesaggio, dell’arte e della storia.
Cai Guo Qiang è indubbiamente da considerarsi uno degli artisti che meglio rappresenta la Cina contemporanea: attento osservatore del presente e, nel contempo, meticoloso studioso storico. Tanto nella scelta dei materiali quanto nei soggetti le sue opere presentano chiari riferimenti alla Cina e alle sue tradizioni millenarie così come evidenziano la ricerca continua di un dialogo e di un punto di contatto con la cultura occidentale. Nato nel 1957 a Quanzhou, nella provincia del Fujian, Cai Guo Qiang studia scenografia presso l’Accademia di Arte Drammatica di Shanghai; nel 1986 si trasferisce a Tokyo, qui inizia la sua carriera d’artista, vi resta circa dieci anni per poi spostarsi a New York. Nel lavoro di Cai Guo Qiang l’opera tende a moltiplicarsi, declinandosi in diversi oggetti e in diversi media espressivi: la performance come evento irripetibile talvolta deflagrante ma comunque delicato ed effimero, il video come documentazione e memoria, i dipinti come interpretazione del reale. Nei disegni dell’artista frequenti si confermano i riferimenti alla cultura tradizionale e alla simbologia (i dragoni, la medicina cinese, il fengshui, la polvere da sparo). Numerose inoltre le collaborazioni artistiche con specialisti di diverse discipline: scienziati, medici, architetti, coreografi e compositori.
Tra le esposizioni realizzate in tutto il mondo ricordiamo: Transparent Monument, The Metropolitan Museum of Art, New York, New York, 2006; Head On, Deutsche Guggenheim, Berlin, Germany, 2006; Inopportune, Mass MoCA, North Adams, 2005; Tornado: Explosion Project for the Festival of China, John F.Kennedy Center for Performing Arts, Washington, D.C., USA, 2005; Light Cycle: Explosion Project for Central Park, Creative Time, New York, 2003; Ye Gong Hao Long: Explosion Project for Tate Modern, Tate Modern, London, 2003; Transient Rainbow, Museum of Modern Art, New York, 2002; Cai Guo-Qiang: An Arbitrary History, Musee d'Art Contemporain, Lyon, 2001; Cultural Melting Bath: Projects for the 20th Century, Queens Museum of Art, New York, 1997; Flying Dragon in the Heavens, Louisiana Museum of Modern Art, Humblebaek. The Everything Is Museum series, è un lavoro nel quale Cai Guo-Qiang trasforma spazi alternativi in spazi espositivi tra questi DMoCA: Dragon Museum of Contemporary Art, Niigata, Japan; UMoCA: Under Museum of Contemporary Art, Colla di Val d’Elsa, Italia e, di recente, BMoCA: Bunker Museum of Contemporary Art: Cai Quo-Qiang ha inoltre curato il Padiglione cinese alla 51° Biennale di Venezia, 2005. Tra i premi ricordiamo, tra tutti, il prestigioso Leone D’Oro conferitogli alla 48° Biennale di Venezia.
25
marzo 2006
Cai Guo Qiang – Stage
Dal 25 marzo al 29 aprile 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14-19
Vernissage
25 Marzo 2006, ore 18-24
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore




