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Casa d’Arte Ugo Nespolo
una personale dedicata all’artista torinese in cui le circa 30 opere esposte, selezionate dal curatore Riccardo Zelatore in collaborazione con Renata Bianconi e Ivano Balestrieri, evidenziano il percorso e la poetica creativa dell’Artista
Comunicato stampa
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Alla presenza di Ugo Nespolo sarà inaugurata il 6 Aprile alle ore 18.00 nei locali della Galleria Bianconi, a Milano in via Fiori Chiari 18, la mostra Casa d’Arte Ugo Nespolo.
La mostra, organizzata nuovamente in partnership - dopo le lusinghiere esperienze degli scorsi anni - da Galleria Bianconi e Il Mondo del Vetro, è una personale dedicata all’artista torinese in cui le circa 30 opere esposte, selezionate dal curatore Riccardo Zelatore in collaborazione con Renata Bianconi e Ivano Balestrieri, evidenziano il percorso e la poetica creativa dell’Artista.
Vetri, ceramiche, mobili, dipinti, carte, bronzi e tappeti testimoniano l’immagine di un intellettuale che lavora sui piani multipli del linguaggio artistico.
Questa visione di Nespolo quale artista a 360 gradi, proposta dalla mostra Casa d’Arte Ugo Nespolo alla Galleria Bianconi, riporterà alla memoria di molti l’importante monografica del ’95 tenutasi al Palazzo della Permanente di Milano. Anche oggi parlare di “Casa d’Arte” è sembrata la formula più calzante ed immediata per presentare l’opera di Nespolo quale protagonista poliedrico del panorama artistico contemporaneo, infaticabile testimone di come ricerca, sperimentazione, desiderio di rinnovamento possano rappresentare l’essenza di ogni artista.
Le Case d’Arte sono la realizzazione del tentativo degli artisti di superare il ristretto ambito della pittura o della scultura per dare all’arte una nuova identità che la introduce nella vita e nella quotidianità conferendole il potere di riplasmare l’ambiente domestico.
Nascono in Italia dopo la pubblicazione nel 1915 del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (Balla e Depero) che celebra l’idea di un’arte totalizzante senza divisione fra arte “alta e bassa”.
Un discorso che pone l’accento sulla valorizzazione delle arti applicate: ogni elemento del quotidiano, dell’ambiente in cui viviamo, dai mobili alle semplici tazzine in ceramica, dai tappeti ai dipinti.. tutto diviene arte, frutto d’invenzione artistica. Il risultato è un totale superamento del concetto di distinzione pregiudiziale fra Arti Maggiori e Arti Minori, non più Arte Applicata, ma semplicemente “Arte”, in tutte le sue possibili manifestazioni.
Esempi illustri di questi luoghi di sperimentazione sono la Casa d’Arte Italiana di Prampolini e Recchi e la Casa Balla (1918-20) a Roma, la Casa d’Arte Futurista Depero a Rovereto, la Casa dei Futuristi di Tatò , a Bologna poi trasferita nella Capitale, e altre a Palermo, Torino e Milano, ma anche al’estero: l’anglosassone Omega Workshop e l’Iistituto Staatliches Bauhaus in Weimar fondato nel 1919 da Gropius.
Con le Case d’Arte si opera dunque il superamento della figura dell’artista “puro”, relegato in confini tradizionali: ed è proprio questa idea nuova e dirompente “dell’arte diffusa”, come la definisce lo stesso Ugo Nespolo, che tale mostra vuole rappresentare .
Nespolo è solito infrangere le barriere comunicative tradizionali, a partire dalla sperimentazione di tecniche diverse e dalla indagine di materiali inconsueti, all’interno di un suo personale percorso progettuale che lo porta dalla pittura alla scultura senza soluzione di continuità.
Egli propone l’uscita dall’ambito circoscritto del dipinto per integrarlo con nuove espressioni estetiche, capaci di coinvolgere l’individuo secondo i principi d’integrazione totale delle arti con la realtà, tanto che lo si vede coinvolto nei più diversi campi d’espressione: le arti figurative, il cinema, la grafica pubblicitaria , il mobile, i vetri (splendidi eseguiti a Murano),le ceramiche, i tappeti, i bronzi.., quasi tutti documentati in questa mostra.
Portando avanti una sua originale linea di studio, come ha scritto Giuseppe Zaccaria ” Nespolo ha adottato la tecnica della citazione e dei procedimenti combinatori con risultati di sorprendente spregiudicatezza e straordinario potere evocativo….Si avvertono i suggerimenti culturali e letterari più disparati , (…)in una continua ricerca dell’inedito nell’edito”.
L’uso della citazione ha il suo corrispettivo, sul piano della tecnica compositiva, in uno dei procedimenti esecutivi privilegiati da Nespolo: la costruzione del quadro come puzzle, in cui le campiture cromatiche delle tessere che l’artista fa implodere o esplodere vengono a connettersi fra di loro componendo in un sottile equilibrio, molteplicità e unità, movimento e sospensione, frammentazione e riunificazione, varietà del disegno e nettezza del segno. Un’esecuzione segnata da una cromaticità squillante, dalla timbricità fauves e dai segni volutamente forti che ancor più accentuano il messaggio che l’artista vuole trasmettere all’osservatore.
All’origine c’è sempre l’idea di un mondo animato da immagini e rivestito di colori che interpretano esteticamente l’incontro tra figure e del canone visuale tradizionale e originali peculiarità delle immagini immateriali elaborate dalle nuove tecnologie. Nespolo scavalca di continuo il confine tra ricerca visuale ed espansioni decorative. Resta la persistenza e la necessità di valori estetici e la cura del ben fatto. La convincente felicità della pittura di Nespolo attraversa i formati, i decori, le veloci figure, le tralucenti immagini dei media elettronici inserendoli dentro una salda e oramai consolidata sintesi ridefinitoria. Il dettaglio diventa universalità e viceversa.
Egli trova il modo di integrare il piacere di formare l’oggetto, il suo colore brillante, la gradevolezza del segno, la spontaneità dell’intarsio, per alludere ad una utopica duplicazione dell’immaginario quotidiano.
L’equazione cara ai maestri del futurismo “ l’Arte invade la Vita” , ritrova senso e ironico splendore in tutta la Sua opera.
La mostra sarà corredata di catalogo curato da Riccardo Zelatore e introdotto da un’intervista di Silvia Robertazzi a Ugo Nespolo realizzata proprio in occasione di questa mostra.
La mostra, organizzata nuovamente in partnership - dopo le lusinghiere esperienze degli scorsi anni - da Galleria Bianconi e Il Mondo del Vetro, è una personale dedicata all’artista torinese in cui le circa 30 opere esposte, selezionate dal curatore Riccardo Zelatore in collaborazione con Renata Bianconi e Ivano Balestrieri, evidenziano il percorso e la poetica creativa dell’Artista.
Vetri, ceramiche, mobili, dipinti, carte, bronzi e tappeti testimoniano l’immagine di un intellettuale che lavora sui piani multipli del linguaggio artistico.
Questa visione di Nespolo quale artista a 360 gradi, proposta dalla mostra Casa d’Arte Ugo Nespolo alla Galleria Bianconi, riporterà alla memoria di molti l’importante monografica del ’95 tenutasi al Palazzo della Permanente di Milano. Anche oggi parlare di “Casa d’Arte” è sembrata la formula più calzante ed immediata per presentare l’opera di Nespolo quale protagonista poliedrico del panorama artistico contemporaneo, infaticabile testimone di come ricerca, sperimentazione, desiderio di rinnovamento possano rappresentare l’essenza di ogni artista.
Le Case d’Arte sono la realizzazione del tentativo degli artisti di superare il ristretto ambito della pittura o della scultura per dare all’arte una nuova identità che la introduce nella vita e nella quotidianità conferendole il potere di riplasmare l’ambiente domestico.
Nascono in Italia dopo la pubblicazione nel 1915 del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (Balla e Depero) che celebra l’idea di un’arte totalizzante senza divisione fra arte “alta e bassa”.
Un discorso che pone l’accento sulla valorizzazione delle arti applicate: ogni elemento del quotidiano, dell’ambiente in cui viviamo, dai mobili alle semplici tazzine in ceramica, dai tappeti ai dipinti.. tutto diviene arte, frutto d’invenzione artistica. Il risultato è un totale superamento del concetto di distinzione pregiudiziale fra Arti Maggiori e Arti Minori, non più Arte Applicata, ma semplicemente “Arte”, in tutte le sue possibili manifestazioni.
Esempi illustri di questi luoghi di sperimentazione sono la Casa d’Arte Italiana di Prampolini e Recchi e la Casa Balla (1918-20) a Roma, la Casa d’Arte Futurista Depero a Rovereto, la Casa dei Futuristi di Tatò , a Bologna poi trasferita nella Capitale, e altre a Palermo, Torino e Milano, ma anche al’estero: l’anglosassone Omega Workshop e l’Iistituto Staatliches Bauhaus in Weimar fondato nel 1919 da Gropius.
Con le Case d’Arte si opera dunque il superamento della figura dell’artista “puro”, relegato in confini tradizionali: ed è proprio questa idea nuova e dirompente “dell’arte diffusa”, come la definisce lo stesso Ugo Nespolo, che tale mostra vuole rappresentare .
Nespolo è solito infrangere le barriere comunicative tradizionali, a partire dalla sperimentazione di tecniche diverse e dalla indagine di materiali inconsueti, all’interno di un suo personale percorso progettuale che lo porta dalla pittura alla scultura senza soluzione di continuità.
Egli propone l’uscita dall’ambito circoscritto del dipinto per integrarlo con nuove espressioni estetiche, capaci di coinvolgere l’individuo secondo i principi d’integrazione totale delle arti con la realtà, tanto che lo si vede coinvolto nei più diversi campi d’espressione: le arti figurative, il cinema, la grafica pubblicitaria , il mobile, i vetri (splendidi eseguiti a Murano),le ceramiche, i tappeti, i bronzi.., quasi tutti documentati in questa mostra.
Portando avanti una sua originale linea di studio, come ha scritto Giuseppe Zaccaria ” Nespolo ha adottato la tecnica della citazione e dei procedimenti combinatori con risultati di sorprendente spregiudicatezza e straordinario potere evocativo….Si avvertono i suggerimenti culturali e letterari più disparati , (…)in una continua ricerca dell’inedito nell’edito”.
L’uso della citazione ha il suo corrispettivo, sul piano della tecnica compositiva, in uno dei procedimenti esecutivi privilegiati da Nespolo: la costruzione del quadro come puzzle, in cui le campiture cromatiche delle tessere che l’artista fa implodere o esplodere vengono a connettersi fra di loro componendo in un sottile equilibrio, molteplicità e unità, movimento e sospensione, frammentazione e riunificazione, varietà del disegno e nettezza del segno. Un’esecuzione segnata da una cromaticità squillante, dalla timbricità fauves e dai segni volutamente forti che ancor più accentuano il messaggio che l’artista vuole trasmettere all’osservatore.
All’origine c’è sempre l’idea di un mondo animato da immagini e rivestito di colori che interpretano esteticamente l’incontro tra figure e del canone visuale tradizionale e originali peculiarità delle immagini immateriali elaborate dalle nuove tecnologie. Nespolo scavalca di continuo il confine tra ricerca visuale ed espansioni decorative. Resta la persistenza e la necessità di valori estetici e la cura del ben fatto. La convincente felicità della pittura di Nespolo attraversa i formati, i decori, le veloci figure, le tralucenti immagini dei media elettronici inserendoli dentro una salda e oramai consolidata sintesi ridefinitoria. Il dettaglio diventa universalità e viceversa.
Egli trova il modo di integrare il piacere di formare l’oggetto, il suo colore brillante, la gradevolezza del segno, la spontaneità dell’intarsio, per alludere ad una utopica duplicazione dell’immaginario quotidiano.
L’equazione cara ai maestri del futurismo “ l’Arte invade la Vita” , ritrova senso e ironico splendore in tutta la Sua opera.
La mostra sarà corredata di catalogo curato da Riccardo Zelatore e introdotto da un’intervista di Silvia Robertazzi a Ugo Nespolo realizzata proprio in occasione di questa mostra.
06
aprile 2006
Casa d’Arte Ugo Nespolo
Dal 06 aprile al 14 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA BIANCONI
Milano, Via Lecco, 20, (Milano)
Milano, Via Lecco, 20, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 10.30-19.30
Vernissage
6 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore




