Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Francesco Manes – Tracce della memoria
personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Acrilico nero, acrilico rosso, carta: dall’incontro tra la sostanza quasi bituminosa del colore, steso con la spatola metallica, ed un supporto quanto mai sensibile come la carta - elemento capace, a seconda dello spessore e del tipo di “grana” prescelti dall’artista, di captare e di assorbire quantità di luce sempre diverse - nascono le “Tracce della memoria” di Francesco Manes.
La continua tensione tra spazi intrisi di colore e spazi di assenza cromatica viene ricomposta in un equilibrio di forme e colori, frutto di un gesto controllato ed al tempo stesso vitale, che diviene segno attraverso il quale Francesco Manes traspone nell’opera l’urgenza del proprio sentire. Gli stessi paesaggi “pietrificati” derivano dalla memoria di luoghi dove natura e pensieri dell’artista si condensano in uno spazio illimitato, nel quale l’azione appare trattenuta dalla superficie come in una sostanza fluida ed impalpabile. Nei paesaggi, Manes abbandona le larghe campiture che, nelle sue prime opere, ricoprivano l’intera tela mediante strati sovrapposti di colore, scegliendo segni più lievi, dotati di maggiore nettezza, emergenti nello spazio del supporto. Quest’ultimo, lasciato privo di qualsiasi stesura, assume il valore di vero e proprio “vuoto”, fino a divenire “assenza” nella superficie quasi trasparente della carta solcata dal puro segno rosso.
Nell’attenzione riservata al valore espressivo del gesto e alla potenza materica del colore è evidente il debito maturato nei confronti dell’esperienza dell’arte informale, nella sua doppia valenza gestuale e materica. All’assimilazione di tali linguaggi, Francesco Manes accompagna una profonda conoscenza dei materiali, derivante da una più che decennale attività di restauratore, che gli ha permesso di entrare in contatto diretto con la materia, fin nelle sue più intime componenti. Una propizia “deformazione professionale” spinge infatti l’artista a porre grande attenzione alla scelta di carte e colori più adatti, oltre che alle migliori condizioni per la conservazione delle proprie opere.
Francesco Manes nasce a Portici nel 1968. Si diploma nel 1989 all’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco. Dal 1990 al 1995 svolge la propria formazione presso il Gabinetto di Restauro del Museo di Capodimonte. Nel 1995 inaugura il laboratorio di restauro sito nella Galleria Umberto I. Tra le opere restaurate, si ricordano tele di maestri del Seicento e Settecento napoletano, quali Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Francesco Solimena). Manes è attivo anche nel campo del restauro dell’arte contemporanea: tra le commissioni più importanti: il restauro del Monumento ai Caduti in Piazzale Tecchio; il restauro dell’opera di Sol Lewitt (2004) collocata nella stazione della metro di Materdei (2003). Nel 2005 tiene una serie di mostre personali: Presenze di dentro (Ischia, Torre Guevara; Grafiche (Anacapri, Chiostro della Collegiata di San Michele); Presenze di dentro (Napoli, Chiostro di Santa Maria la Nova).
La continua tensione tra spazi intrisi di colore e spazi di assenza cromatica viene ricomposta in un equilibrio di forme e colori, frutto di un gesto controllato ed al tempo stesso vitale, che diviene segno attraverso il quale Francesco Manes traspone nell’opera l’urgenza del proprio sentire. Gli stessi paesaggi “pietrificati” derivano dalla memoria di luoghi dove natura e pensieri dell’artista si condensano in uno spazio illimitato, nel quale l’azione appare trattenuta dalla superficie come in una sostanza fluida ed impalpabile. Nei paesaggi, Manes abbandona le larghe campiture che, nelle sue prime opere, ricoprivano l’intera tela mediante strati sovrapposti di colore, scegliendo segni più lievi, dotati di maggiore nettezza, emergenti nello spazio del supporto. Quest’ultimo, lasciato privo di qualsiasi stesura, assume il valore di vero e proprio “vuoto”, fino a divenire “assenza” nella superficie quasi trasparente della carta solcata dal puro segno rosso.
Nell’attenzione riservata al valore espressivo del gesto e alla potenza materica del colore è evidente il debito maturato nei confronti dell’esperienza dell’arte informale, nella sua doppia valenza gestuale e materica. All’assimilazione di tali linguaggi, Francesco Manes accompagna una profonda conoscenza dei materiali, derivante da una più che decennale attività di restauratore, che gli ha permesso di entrare in contatto diretto con la materia, fin nelle sue più intime componenti. Una propizia “deformazione professionale” spinge infatti l’artista a porre grande attenzione alla scelta di carte e colori più adatti, oltre che alle migliori condizioni per la conservazione delle proprie opere.
Francesco Manes nasce a Portici nel 1968. Si diploma nel 1989 all’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco. Dal 1990 al 1995 svolge la propria formazione presso il Gabinetto di Restauro del Museo di Capodimonte. Nel 1995 inaugura il laboratorio di restauro sito nella Galleria Umberto I. Tra le opere restaurate, si ricordano tele di maestri del Seicento e Settecento napoletano, quali Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Francesco Solimena). Manes è attivo anche nel campo del restauro dell’arte contemporanea: tra le commissioni più importanti: il restauro del Monumento ai Caduti in Piazzale Tecchio; il restauro dell’opera di Sol Lewitt (2004) collocata nella stazione della metro di Materdei (2003). Nel 2005 tiene una serie di mostre personali: Presenze di dentro (Ischia, Torre Guevara; Grafiche (Anacapri, Chiostro della Collegiata di San Michele); Presenze di dentro (Napoli, Chiostro di Santa Maria la Nova).
24
febbraio 2006
Francesco Manes – Tracce della memoria
Dal 24 febbraio al 15 marzo 2006
arte contemporanea
Location
PICAGALLERY
Napoli, Vico Vetriera, 16, (Napoli)
Napoli, Vico Vetriera, 16, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10–13 e 17-19. Sabato 10-13
Vernissage
24 Febbraio 2006, ore 19
Autore