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Nadia Nava – The show must go on
L’artista milanese lavora da anni con una poliedricità che l’ha portata sia a sperimentare tecniche pittoriche e materiali diversi, sia a continue collaborazioni con importanti stilisti di moda, come
Romeo Gigli, Stephan Janson, John Galliano, PRADA
Comunicato stampa
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L’artista milanese lavora da anni con una poliedricità che l’ha portata sia a sperimentare tecniche pittoriche e materiali diversi, sia a continue collaborazioni con importanti stilisti di moda, come
Romeo Gigli, Stephan Janson, John Galliano, PRADA.
In questa mostra presenta una serie di lavori che si sviluppano intorno al tema della teatralità. Suggestionata dal mistero dell’azione scenica, dai movimenti e dalla ritualità che la compongono, Nadia Nava allude all’esecuzione di un concerto nei suoi vari elementi:
da una parte gli strumenti e il coro, dall’altra una platea plaudente. Come uno speciale
occhio magico, dirige l’attenzione sul rapporto tra gesto e suono.
Parte delle opere nascono da lastre di ardesia sagomata, rivestite, con una suggestiva tecnica, da sottilissimi strati di cellulosa sui quali l’artista interviene con ombreggiature a pastello fino
a far emergere forme tridimensionali.
Nel silenzio della visione, ognuno concerta proprie musicalità.
“Il realismo fotografico con cui Nadia Nava ha pazientemente ricostruito la verità degli arti (con una tecnica certosina che mescola la graffite delle matite all’olio, la cellulosa al pastello, sull’ardesia o su altri materiali) contribuisce ad aumentare l’enfasi del momento… La platea, suddivisa in due grandi pannelli, ognuno con 45 coppie di mani, fa pensare a uno strano alfabeto, a una sorta di codice hammurrabico, di cui però non si è ancora ritrovata la stele che possa decifrarlo” scrive Lorella Giudici in catalogo.
E il compositore Rocco Abate sottolinea altri aspetti del suo lavoro: ”Al “Concerto” di Nadia Nava il Silenzio si ”ascolta” provenire da una visionarietà immaginifica di stupefacente ricchezza la cui rappresentazione iconografica lascia senza parole e il Suono si “vede” raggelato e sospeso nella distanza che passa fra la mano e un tasto, tra la mano, lo spartito e la bocca di un corista fuori scena…Smarrimento, Solitudine, Silenzio…Di cos’altro parlano allora le “Sedie” bianche e vuote, “scolpite” nel buio di un fondale infinito sulle quali Nadia mette a sedere, senza acclararlo ma
suggerendone il senso nascosto le tre S S S?
…E, a chiudere, l’”Applauso”, fragoroso nella visione e silenzioso nel suono, al quale vorremmo prestare anche le nostre mani, sicuri che una possibilità di salvezza per l’umanità risieda proprio nella sua capacità di “ascoltare” il Silenzio e di applaudire all’incommensurabile bellezza dell’inutilità, non solo dell’arte.”
Romeo Gigli, Stephan Janson, John Galliano, PRADA.
In questa mostra presenta una serie di lavori che si sviluppano intorno al tema della teatralità. Suggestionata dal mistero dell’azione scenica, dai movimenti e dalla ritualità che la compongono, Nadia Nava allude all’esecuzione di un concerto nei suoi vari elementi:
da una parte gli strumenti e il coro, dall’altra una platea plaudente. Come uno speciale
occhio magico, dirige l’attenzione sul rapporto tra gesto e suono.
Parte delle opere nascono da lastre di ardesia sagomata, rivestite, con una suggestiva tecnica, da sottilissimi strati di cellulosa sui quali l’artista interviene con ombreggiature a pastello fino
a far emergere forme tridimensionali.
Nel silenzio della visione, ognuno concerta proprie musicalità.
“Il realismo fotografico con cui Nadia Nava ha pazientemente ricostruito la verità degli arti (con una tecnica certosina che mescola la graffite delle matite all’olio, la cellulosa al pastello, sull’ardesia o su altri materiali) contribuisce ad aumentare l’enfasi del momento… La platea, suddivisa in due grandi pannelli, ognuno con 45 coppie di mani, fa pensare a uno strano alfabeto, a una sorta di codice hammurrabico, di cui però non si è ancora ritrovata la stele che possa decifrarlo” scrive Lorella Giudici in catalogo.
E il compositore Rocco Abate sottolinea altri aspetti del suo lavoro: ”Al “Concerto” di Nadia Nava il Silenzio si ”ascolta” provenire da una visionarietà immaginifica di stupefacente ricchezza la cui rappresentazione iconografica lascia senza parole e il Suono si “vede” raggelato e sospeso nella distanza che passa fra la mano e un tasto, tra la mano, lo spartito e la bocca di un corista fuori scena…Smarrimento, Solitudine, Silenzio…Di cos’altro parlano allora le “Sedie” bianche e vuote, “scolpite” nel buio di un fondale infinito sulle quali Nadia mette a sedere, senza acclararlo ma
suggerendone il senso nascosto le tre S S S?
…E, a chiudere, l’”Applauso”, fragoroso nella visione e silenzioso nel suono, al quale vorremmo prestare anche le nostre mani, sicuri che una possibilità di salvezza per l’umanità risieda proprio nella sua capacità di “ascoltare” il Silenzio e di applaudire all’incommensurabile bellezza dell’inutilità, non solo dell’arte.”
21
febbraio 2006
Nadia Nava – The show must go on
Dal 21 febbraio al 18 marzo 2006
arte contemporanea
Location
SPAZIOTEMPORANEO
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16–19,30
Vernissage
21 Febbraio 2006, ore 18,30
Autore




