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Davide Feligioni Pantaleoni
personale di pittura
Comunicato stampa
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Viene da Rimini Davide Feligioni Pantaleoni l’artista che CONFARTE (Commissione Culturale di Confartigianato Imprese Prato) presenta nella nuova mostra che verrà inaugurata il prossimo 11 febbraio nei locali della Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato.
Nonostante la sua giovane età, è nato il 2 agosto del 1974, ha già al suo attivo numerose esposizioni in Italia e all’estero. Ultimamente ha vinto la prestigiosa Vela d’Argento “Under 35” (edizione 2005) della “50° Rassegna di Pittura Marina di Ravenna”. Oltre che come pittore eccelle anche nell’arte della poesia e della musica. Per la prima è risultato vincitore di importanti primi premi in vari concorsi letterari. La musica invece lo vede protagonista come pianista classico e anche qui vincitore di prestigiosi premi come il 1° Premio assoluto al “XXI Kammermusik Festival Austria”, premio che non era mai stato assegnato nella storia del Festival ad un pianista solista.
Di questo pittore dice il critico Nicola Miceli: “In questo giovane artista vi è un talento pittorico indiscusso che si avvale di una ricca gamma cromatica. La sua tecnica mista utilizza acrilico, smalto, carboncino e collage su laminati plastici, i formati sono generalmente grandi per un impatto più incisivo della percezione dell’opera. Nell’astrazione dell’insieme, spesso dominata da un unico tema cromatico, fanno capolino accenni del mondo reale, abbozzi di pesci, di note musicali, immagini di Rimini antica, città “colta e creativa” a cui viene così reso omaggio. Impossibile non vedere in queste opere un rimando al maestro dell’astrazione Kandinsky, seppure in una chiave di maggiore libertà. Nelle opere di Pantaleoni c’è la gestualità che trascina, segna e contrappone, sprigionando la potenzialità immaginifica dell’artista.”
“Davide Feligioni Pantaloni rivela uno stile originale”, aggiunge Ivo Gigli, “riuscendo i suoi lavori ad emozionarci percettivamente. Le sue tavole sono trattate in tecnica mista, cioè acrilico, smalto, carboncino e collage e i soggetti vogliono alludere a storie, vicende di profumo mitico-storico evidenziate nel contesto informale. Ma l’effetto è ricco di suggestioni anche perché la composizione complessa è tratta a sciabolate di spatola, a sferzate di pennello, un segno energico che rende la rappresentazione agitata, inquieta, una sintassi fortemente dinamica, dove l’empito formale apre, come s’è detto a visioni storico-realistiche con brani di grafiche della Rimini antica, la sua città, i suoi monumenti, le sue piazze, e i titoli dei lavori ci dicono di un immaginario tra mito e storia. Una iconicità che rammenta, per alcuni tratti, l’americano Rauschenberg, per altri invece risuona l’esperienza di un Gorky e anche del Carrà futurista; è tutta una rivitalizzazione creativa di esperienze storiche che sembra aver bussato, anche inconsciamente alla porta della sua musa. Nella stesura delle immagini astratte si nota, dietro l’intrico di segni bene in luce, laggiù, dietro, il buio, una cupa tenebra che balugina appena, come al limitare di una fitta boscaglia noi scorgiamo il denso mistero che cela. E’questo uno dei motivi formali interessanti che rende insinuante la visione, perché il mistero è la grande calamita seducente nell’esperienza sensoriale, ove non tanto il sapere è più importante, quanto sapere di non sapere. Tanto più quando c’è l’arte. Le opere dell’artista hanno tonalità e atmosfere che vanno dalla chiarità viva ai colori spenti, dalle note alte a quelle in sordina, pur tra mille variazioni, e lo vediamo in “Storia della strega e del cherubino” e “Storia della castellana e del portale incantato”, da una luce crepuscolare al dorato diffuso, da una bruma nordica alla solarità mediterranea.”
“Davide Feligioni Pantaleoni inerte,” dice Milena Massani, “sente il greve colloquio con la natura, schiantata dal vento bellicoso che ci attornia ed i dissidi dilanianti e quei sussurri angosciati, espressi dalle molteplici offensive delle religioni in contrapposizione, ed allora dal suo pulpito ci lascia i suoi messaggi intimisti, dove le strade tracciate dai suoi segni plantigradi, offrono allo sguardo del fruitore quei passaggi lineari, quelle astrazioni, quelle asprezze e l’istintività di quelle figurali facce opache, che nella pura superficie offre le profilate piagge che osano osteggiare, confrontarsi con l’astrazione metodologica e la ricerca espressiva, dove le spirali i contorni sono piani architettonici, che si liberano dalle catene del figurativo, infilandosi nei labirinti orfici di Apollinaire, per vie le più essenziali senza ornamento senza compiacere il pubblico e la critica, apparendo con un sinonimo di funzionalità alla percezione simbolista della moderna stagione che lascia dietro di sé avanguardie folgoranti, rivoluzioni suggestive ed emozionanti, riforme profananti e audaci movimenti che hanno liberato il passo, inaugurando una foga che stilizza gli ondosi racemi di Mondrian, in dardi di stile, che si uniforma in sequenze spiritualiste e conforma gli stati d’animo a quel sentimento che allaccia le ritmiche incisive verticali, alleandosi alla realtà del progresso, ma udendo le voci commissionate da quei murales vagantes nelle periferie, o nei campus delle università, mentre il pittore si fa largo tra fabbriche, ospedali, drammi della nostra società.
Il pittore piratizza l’ostico linguaggio metropolitano che dispiega le bandiere in una evoluzione-premonizione di un proprio diario privato, che industria di trovare in questa civiltà una fonte di ispirazione con caparbietà.”
Nonostante la sua giovane età, è nato il 2 agosto del 1974, ha già al suo attivo numerose esposizioni in Italia e all’estero. Ultimamente ha vinto la prestigiosa Vela d’Argento “Under 35” (edizione 2005) della “50° Rassegna di Pittura Marina di Ravenna”. Oltre che come pittore eccelle anche nell’arte della poesia e della musica. Per la prima è risultato vincitore di importanti primi premi in vari concorsi letterari. La musica invece lo vede protagonista come pianista classico e anche qui vincitore di prestigiosi premi come il 1° Premio assoluto al “XXI Kammermusik Festival Austria”, premio che non era mai stato assegnato nella storia del Festival ad un pianista solista.
Di questo pittore dice il critico Nicola Miceli: “In questo giovane artista vi è un talento pittorico indiscusso che si avvale di una ricca gamma cromatica. La sua tecnica mista utilizza acrilico, smalto, carboncino e collage su laminati plastici, i formati sono generalmente grandi per un impatto più incisivo della percezione dell’opera. Nell’astrazione dell’insieme, spesso dominata da un unico tema cromatico, fanno capolino accenni del mondo reale, abbozzi di pesci, di note musicali, immagini di Rimini antica, città “colta e creativa” a cui viene così reso omaggio. Impossibile non vedere in queste opere un rimando al maestro dell’astrazione Kandinsky, seppure in una chiave di maggiore libertà. Nelle opere di Pantaleoni c’è la gestualità che trascina, segna e contrappone, sprigionando la potenzialità immaginifica dell’artista.”
“Davide Feligioni Pantaloni rivela uno stile originale”, aggiunge Ivo Gigli, “riuscendo i suoi lavori ad emozionarci percettivamente. Le sue tavole sono trattate in tecnica mista, cioè acrilico, smalto, carboncino e collage e i soggetti vogliono alludere a storie, vicende di profumo mitico-storico evidenziate nel contesto informale. Ma l’effetto è ricco di suggestioni anche perché la composizione complessa è tratta a sciabolate di spatola, a sferzate di pennello, un segno energico che rende la rappresentazione agitata, inquieta, una sintassi fortemente dinamica, dove l’empito formale apre, come s’è detto a visioni storico-realistiche con brani di grafiche della Rimini antica, la sua città, i suoi monumenti, le sue piazze, e i titoli dei lavori ci dicono di un immaginario tra mito e storia. Una iconicità che rammenta, per alcuni tratti, l’americano Rauschenberg, per altri invece risuona l’esperienza di un Gorky e anche del Carrà futurista; è tutta una rivitalizzazione creativa di esperienze storiche che sembra aver bussato, anche inconsciamente alla porta della sua musa. Nella stesura delle immagini astratte si nota, dietro l’intrico di segni bene in luce, laggiù, dietro, il buio, una cupa tenebra che balugina appena, come al limitare di una fitta boscaglia noi scorgiamo il denso mistero che cela. E’questo uno dei motivi formali interessanti che rende insinuante la visione, perché il mistero è la grande calamita seducente nell’esperienza sensoriale, ove non tanto il sapere è più importante, quanto sapere di non sapere. Tanto più quando c’è l’arte. Le opere dell’artista hanno tonalità e atmosfere che vanno dalla chiarità viva ai colori spenti, dalle note alte a quelle in sordina, pur tra mille variazioni, e lo vediamo in “Storia della strega e del cherubino” e “Storia della castellana e del portale incantato”, da una luce crepuscolare al dorato diffuso, da una bruma nordica alla solarità mediterranea.”
“Davide Feligioni Pantaleoni inerte,” dice Milena Massani, “sente il greve colloquio con la natura, schiantata dal vento bellicoso che ci attornia ed i dissidi dilanianti e quei sussurri angosciati, espressi dalle molteplici offensive delle religioni in contrapposizione, ed allora dal suo pulpito ci lascia i suoi messaggi intimisti, dove le strade tracciate dai suoi segni plantigradi, offrono allo sguardo del fruitore quei passaggi lineari, quelle astrazioni, quelle asprezze e l’istintività di quelle figurali facce opache, che nella pura superficie offre le profilate piagge che osano osteggiare, confrontarsi con l’astrazione metodologica e la ricerca espressiva, dove le spirali i contorni sono piani architettonici, che si liberano dalle catene del figurativo, infilandosi nei labirinti orfici di Apollinaire, per vie le più essenziali senza ornamento senza compiacere il pubblico e la critica, apparendo con un sinonimo di funzionalità alla percezione simbolista della moderna stagione che lascia dietro di sé avanguardie folgoranti, rivoluzioni suggestive ed emozionanti, riforme profananti e audaci movimenti che hanno liberato il passo, inaugurando una foga che stilizza gli ondosi racemi di Mondrian, in dardi di stile, che si uniforma in sequenze spiritualiste e conforma gli stati d’animo a quel sentimento che allaccia le ritmiche incisive verticali, alleandosi alla realtà del progresso, ma udendo le voci commissionate da quei murales vagantes nelle periferie, o nei campus delle università, mentre il pittore si fa largo tra fabbriche, ospedali, drammi della nostra società.
Il pittore piratizza l’ostico linguaggio metropolitano che dispiega le bandiere in una evoluzione-premonizione di un proprio diario privato, che industria di trovare in questa civiltà una fonte di ispirazione con caparbietà.”
11
febbraio 2006
Davide Feligioni Pantaleoni
Dall'undici febbraio al 05 maggio 2006
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
Dal lunedì al giovedì 8.30-13.00 14.30.18.00
Venerdì 8.30-13.00 (su richiesta apertura nel pomeriggio)
Vernissage
11 Febbraio 2006, ore 17.30
Autore




