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Mario Branca – Partenze
La mostra personale di Branca è un invito a visitare le stanze del Carbone che in questo caso saranno cariche di una grande sensibilità poetica
Comunicato stampa
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“Partenze”
a cura di Marialivia Brunelli
L'ALCHIMISTA DEL CIELO ALLA RICERCA DELLA PIUMA PERDUTA
Su Mario Branca dovrei scrivere con parole sussurrate...volatili...aeree...
come sono le sue opere. Ma non esiste suono nelle parole scritte dei cataloghi, e mi devo accontentare di una metafora. Avete presente il leggero, quasi impercettibile fruscio che produce nell'䘠aria una libellula quando vola? Ecco, la poesia delle opere di Branca sta tutta il questa musicale armonia della natura.
Natura intesa come albero di pruno da salvare nel proprio giardino, come squillante preziosità dell'arancione di un caco nella marrone monotonia di un piovoso autunno cittadino.
Con questa sottile poesia Branca mi ha accompagnato una sera di fine ottobre in un indimenticabile viaggio all'interno della sua arte, un'arte profondamente spirituale e ironica insieme.
Si parte da una stanza vuota, con al centro una sedia vuota, in un paese vuoto. Pieno solo di nebbia. Qui Branca siede, e io lo osservo intraprendere il suo viaggio iniziatico. Dentro se stesso, dentro la sua quotidianità. Sopra il cielo, sopra le città e le loro ciminiere.
Branca, seduto, inizia a vedersi dall'alto, a uscire dalla stanza e dalla sua prigione lattiginosa, e lentamente si accorge di stare volando…Il suo spirito passa sopra la superficie delle terre.
E' l'energia del mondo che precede la nascita della vita.
Nel tentativo di raggiungere questa energia, questa bellezza pura e incontaminata dell'ᆔOrigine, Branca plana sul mondo, spinto da un de-siderium che è la stessa “fame di stelle” che attanagliava il quindicenne Leopardi in preda ad ansie cosmiche.
Ma il mondo è, fin dalla sua genesi, Bene e Male: la stessa natura nasconde improvvise insidie. Così, anche le forme vegetali più poetiche si trasformano improvvisamente in dardi lanceolati. Ma non per questo, dice il saggio artista, bisogna perdere fiducia nella bellezza delle cose (…).
“La bellezza salverà il mondo”, diceva Dostoevskj. E non intendeva quella di Miss Italia, ma quella che ci portiamo dentro. Bellezza come stupore di vedere le cose come fosse la prima volta. Bellezza come voglia di vivere e di fare. L'aveva ben capito Cyprian Norwid, quando scriveva: “La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro per risorgere”.
Gli aerei di Branca attraversano città sormontate da alte ciminiere sironiane, le Colonne d'Ercole del Duemila. Ma se, tra la pesantezza del paesaggio contemporaneo, vedono la bellezza, che può anche avere la soavità di una piuma, planano per prenderla, perché questo gesto potrebbe schiudere loro porte di segreti inesplorati…
M.L.B
Mario Branca è nato a Milano nel 1977, dopo il liceo artistico ha frequentato il corso di Scultura all'accademia di Brera dove si è svolta la sua formazione.
Ha ottenuto numerosi premi e segnalazioni partecipando a concorsi di carattere nazionale ed internazionale. Molte sono le opere pubbliche realizzate, tra cui :”Tre sculture in biblioteca” per il complesso dell'ex filanda di Cornaredo (Milano), “Il Campè” scultura dedicata ai fontanili nella rotatoria di Settimo Milanese, “Racconto palustre” opera per la piazza della Banca Popolare di Lodi a S.Donato Milanese.
Vive e lavora a Piacenza.
a cura di Marialivia Brunelli
L'ALCHIMISTA DEL CIELO ALLA RICERCA DELLA PIUMA PERDUTA
Su Mario Branca dovrei scrivere con parole sussurrate...volatili...aeree...
come sono le sue opere. Ma non esiste suono nelle parole scritte dei cataloghi, e mi devo accontentare di una metafora. Avete presente il leggero, quasi impercettibile fruscio che produce nell'䘠aria una libellula quando vola? Ecco, la poesia delle opere di Branca sta tutta il questa musicale armonia della natura.
Natura intesa come albero di pruno da salvare nel proprio giardino, come squillante preziosità dell'arancione di un caco nella marrone monotonia di un piovoso autunno cittadino.
Con questa sottile poesia Branca mi ha accompagnato una sera di fine ottobre in un indimenticabile viaggio all'interno della sua arte, un'arte profondamente spirituale e ironica insieme.
Si parte da una stanza vuota, con al centro una sedia vuota, in un paese vuoto. Pieno solo di nebbia. Qui Branca siede, e io lo osservo intraprendere il suo viaggio iniziatico. Dentro se stesso, dentro la sua quotidianità. Sopra il cielo, sopra le città e le loro ciminiere.
Branca, seduto, inizia a vedersi dall'alto, a uscire dalla stanza e dalla sua prigione lattiginosa, e lentamente si accorge di stare volando…Il suo spirito passa sopra la superficie delle terre.
E' l'energia del mondo che precede la nascita della vita.
Nel tentativo di raggiungere questa energia, questa bellezza pura e incontaminata dell'ᆔOrigine, Branca plana sul mondo, spinto da un de-siderium che è la stessa “fame di stelle” che attanagliava il quindicenne Leopardi in preda ad ansie cosmiche.
Ma il mondo è, fin dalla sua genesi, Bene e Male: la stessa natura nasconde improvvise insidie. Così, anche le forme vegetali più poetiche si trasformano improvvisamente in dardi lanceolati. Ma non per questo, dice il saggio artista, bisogna perdere fiducia nella bellezza delle cose (…).
“La bellezza salverà il mondo”, diceva Dostoevskj. E non intendeva quella di Miss Italia, ma quella che ci portiamo dentro. Bellezza come stupore di vedere le cose come fosse la prima volta. Bellezza come voglia di vivere e di fare. L'aveva ben capito Cyprian Norwid, quando scriveva: “La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro per risorgere”.
Gli aerei di Branca attraversano città sormontate da alte ciminiere sironiane, le Colonne d'Ercole del Duemila. Ma se, tra la pesantezza del paesaggio contemporaneo, vedono la bellezza, che può anche avere la soavità di una piuma, planano per prenderla, perché questo gesto potrebbe schiudere loro porte di segreti inesplorati…
M.L.B
Mario Branca è nato a Milano nel 1977, dopo il liceo artistico ha frequentato il corso di Scultura all'accademia di Brera dove si è svolta la sua formazione.
Ha ottenuto numerosi premi e segnalazioni partecipando a concorsi di carattere nazionale ed internazionale. Molte sono le opere pubbliche realizzate, tra cui :”Tre sculture in biblioteca” per il complesso dell'ex filanda di Cornaredo (Milano), “Il Campè” scultura dedicata ai fontanili nella rotatoria di Settimo Milanese, “Racconto palustre” opera per la piazza della Banca Popolare di Lodi a S.Donato Milanese.
Vive e lavora a Piacenza.
14
gennaio 2006
Mario Branca – Partenze
Dal 14 gennaio al 05 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17-20; sabato e festivi 10.30-12.30 e 17-20; martedì chiuso
Vernissage
14 Gennaio 2006, ore 18.30
Autore
Curatore




