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Fabio Mauri – Cielo vicino
Le due mostre di Fabio Mauri propongono un percorso inedito, in due tappe di opere incentrate sul rapporto tra proiezione e spazio, tra memoria e oblio, narrazione dell’uguale e perdita
Comunicato stampa
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Le due mostre di Fabio Mauri propongono un percorso inedito, in due tappe di opere incentrate sul rapporto tra proiezione e spazio, tra memoria e oblio, narrazione dell’uguale e perdita.
Fabio Mauri è uno sperimentatore di molteplici linguaggi tra i quali la performance and il ready-made, il teatro, l’installazione, l’ambiente, gli scritti teorici.
Queste forme espressive tendono ad una presa di posizione nei confronti delle problematiche del mondo più difficili: l’ingiustizia , la manipolazione dei linguaggi troppo spesso mistificatori, i conflitti, l’importanza della memoria storica e della coscienza critica.
Nei suoi primi vent’anni sono presenti tutte le componenti e le esperienze alla base del suo lavoro, quali la seconda guerra mondiale, il dramma degli amici ebrei scomparsi, lo sconvolgente scoperta dei campi di concentramento, la follia, la conversione, la dolorosa e progressiva scoperta della guerra.
Mauri frequenta la cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” e cominciano collages ed assemblaggi fino al 1957, quando nasce il primo Schermo:oggi lo schermo è l’emblema della comunicazione multimediale ,cinematografica , televisiva o di computer ; e proprio attraverso schermi si attuano le più diverse ed accanite guerre.
L’artista si interroga sul rapporto tra arte e comunicazione; è proprio questo rapporto che pone al centro della sua ricerca, attraverso l’analisi dei nessi e delle contraddizioni tra comunicazione e ideologia, manifestando una volontà di decostruzione critica dei meccanismi di manipolazione del pensiero. Senza, Senza Ideologia, Senza Titolo, sono alcuni titoli di azioni con proiezioni di film su oggetti e persone.
Linguaggio è guerra è una delle opere più significative di Mauri in cui emerge la stretta relazione tra uomo e linguaggio; <> (Mauri)
Questa contraddizione emerge nelle opere ideologiche degli anni ’70 come Che cosa è il Fascismo (1971) Ebrea (1971) Manipolazione di cultura (1973-76): l’armonia naturale degli esercizi ginnici della cerimonia di Ludi juveniles d’epoca fascista, la normalità degli oggetti-sculture di Ebrea, le fotografie serene e trionfanti di fatti della seconda guerra mondiale, si contrappongono alla tragicità che nasce dalla conoscenza di uno spettatore che guarda le immagini e rivive le azioni proposte con il consapevole senno di poi.
Nel Muro Occidentale o del Pianto : un alto muro di valigie, borsoni, bauli, oggetti di varia umanità unita nel destino di sradicamento e di esilio, l’elemento di ingombro fisico e di separazione, cioè il muro, diviene prevalente. Lo Spettatore si ritrova sempre immerso in una realtà in cui non può fare a meno di sentirsi partecipe e responsabile. I linguaggi come l’ideologia o i messaggi di prevalenza etica vengono considerati come cose, oggetti, con tutta la pesantezza e la corporeità.
Fabio Mauri è uno sperimentatore di molteplici linguaggi tra i quali la performance and il ready-made, il teatro, l’installazione, l’ambiente, gli scritti teorici.
Queste forme espressive tendono ad una presa di posizione nei confronti delle problematiche del mondo più difficili: l’ingiustizia , la manipolazione dei linguaggi troppo spesso mistificatori, i conflitti, l’importanza della memoria storica e della coscienza critica.
Nei suoi primi vent’anni sono presenti tutte le componenti e le esperienze alla base del suo lavoro, quali la seconda guerra mondiale, il dramma degli amici ebrei scomparsi, lo sconvolgente scoperta dei campi di concentramento, la follia, la conversione, la dolorosa e progressiva scoperta della guerra.
Mauri frequenta la cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” e cominciano collages ed assemblaggi fino al 1957, quando nasce il primo Schermo:oggi lo schermo è l’emblema della comunicazione multimediale ,cinematografica , televisiva o di computer ; e proprio attraverso schermi si attuano le più diverse ed accanite guerre.
L’artista si interroga sul rapporto tra arte e comunicazione; è proprio questo rapporto che pone al centro della sua ricerca, attraverso l’analisi dei nessi e delle contraddizioni tra comunicazione e ideologia, manifestando una volontà di decostruzione critica dei meccanismi di manipolazione del pensiero. Senza, Senza Ideologia, Senza Titolo, sono alcuni titoli di azioni con proiezioni di film su oggetti e persone.
Linguaggio è guerra è una delle opere più significative di Mauri in cui emerge la stretta relazione tra uomo e linguaggio; <
Questa contraddizione emerge nelle opere ideologiche degli anni ’70 come Che cosa è il Fascismo (1971) Ebrea (1971) Manipolazione di cultura (1973-76): l’armonia naturale degli esercizi ginnici della cerimonia di Ludi juveniles d’epoca fascista, la normalità degli oggetti-sculture di Ebrea, le fotografie serene e trionfanti di fatti della seconda guerra mondiale, si contrappongono alla tragicità che nasce dalla conoscenza di uno spettatore che guarda le immagini e rivive le azioni proposte con il consapevole senno di poi.
Nel Muro Occidentale o del Pianto : un alto muro di valigie, borsoni, bauli, oggetti di varia umanità unita nel destino di sradicamento e di esilio, l’elemento di ingombro fisico e di separazione, cioè il muro, diviene prevalente. Lo Spettatore si ritrova sempre immerso in una realtà in cui non può fare a meno di sentirsi partecipe e responsabile. I linguaggi come l’ideologia o i messaggi di prevalenza etica vengono considerati come cose, oggetti, con tutta la pesantezza e la corporeità.
12
dicembre 2005
Fabio Mauri – Cielo vicino
Dal 12 dicembre 2005 al 12 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE VOLUME!
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 86, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 86, (Roma)
Vernissage
12 Dicembre 2005, ore 18
Autore



