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Luca Pancrazzi – Simmetria variata variabile
Dopo quindici anni Luca Pancrazzi riprende il titolo della sua prima mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo quindici anni Luca Pancrazzi riprende il titolo
della sua prima
mostra personale Simmetria variabile variata,
rievocando e riprendendo
quellinizio, naturalmente scambiando per l
occasione di posto agli
aggettivi: Simmetria variata variabile.
Incorniciatura di un ciclo
forse, ma il fatto è che questo titolo
indica il cuore stesso della
poetica di Pancrazzi, insieme massimamente
astratta e più che umana, che
potrebbe infatti pretendere di unire il
corpo dellessere umano alla sua
aspirazione più metafisica: proprio
nella simmetria di cui siamo fatti e
che proiettiamo nella nostra
visione di tutto è contenuto il principio
della sua variabilità che la
apre agli sviluppi più imprevisti; cè
sempre, dentro la simmetria
stessa, un resto, un errore, uno scarto, una
differenza minima che
mette in moto la complessità della vita.
Abbiamo visto in quindici anni
Pancrazzi indagare a trecentosessanta
gradi il mondo e larte
attraverso questo dispositivo. Nella mostra
alla galleria Caratsch De
Pury & Luxembourg di Zurigo sono esposti i due
tipi principali di opere
su cui Pancrazzi ha messo a punto il proprio
lavoro negli ultimi anni:
i paesaggi in miniatura e i quadri bianchi.
I paesaggi sono composti
di pezzi di scarto di strumenti tecnici o
tecnologici, dai vecchi
caratteri a stampa ai nuovi microchip, e sono
inseriti dentro parti
dellarchitettura interna dello spazio espositivo,
colonne, pilastri,
allaltezza dellocchio, del nostro sguardo. Dentro
di essi, lo sguardo
simmetrico variato di una microcamera guarda noi e
proietta ciò che
vede su uno schermo che proietta il dentro fuori e
inverte il fuori in
dentro, con effetto di vortice già dichiarato quando
Pancrazzi intitola
i suoi paesaggi Interni. In questa particolare
occasione, in cui la
mostra si sdoppia, la proiezione delle immagini dai
paesaggi installati
a Zurigo viene effettuata su due schermi a Milano
nella Galleria Seno,
collegando le due città, proiettandole luna
nellaltra, luna vista,
simmetricamente variata, nellaltra, e
allungando lopera di centinaia
di chilometri: davvero il paesaggio ci
guarda, davvero ne siamo
dentro (anche quando usciamo dalla galleria,
perché la mostra è
virtualmente tutto il paesaggio da Milano a Zurigo).
Le proiezioni poi
introducono a loro volta delle significative
variazioni di ordine
temporale: la prima allinaugurazione, quando sarà
trasmessa la
registrazione di quella avvenuta quattro giorni prima a
Zurigo,
inaugurazione nellinaugurazione dunque, inaugurazione che ne
mostra un
altra, o meglio, simmetricamente, inaugurazione che espone una
mostra
mentre la mostra espone uninaugurazione... La seconda variazione
temporale sarà quella dei giorni seguenti, quando saranno stramesse in
diretta pura mostra della mostra, puro sguardo che ci guarda le
proiezioni da Zurigo: variazione più ridotta, minima anzi, appena
percettibile, dovuta alla distanza spaziale; non percepita in realtà,
perché nessuno può essere contemporaneamente nei due luoghi, ma solo
nota, conosciuta, presunta.
Il bianco di cui sono fatti i quadri viene
invece dal bianchetto, il
bianco cioè che si usa per cancellare,
coprire gli errori di battitura
(di caratteri tipografici dunque, anche
qui) o di disegno, che qui viene
rovesciato in sé e usato come colore
di luce che genera, produce le
immagini stesse. Queste ultime poi,
proprio per la particolarità delle
stratificazioni di bianco, variano
allo sguardo dello spettatore a
seconda di come sono colpite dalla
luce, svelandosi pian piano,
mostrandosi in modi differenti: a loro
modo cioè guardando, per così
dire, chi le guarda, restituendo il suo
sguardo variato.
Nellesposizione zurighese i quadri sono tutti degli
interni, nature
morte del tavolo di lavoro dellartista, cioè del
luogo e dei materiali
della loro stessa produzione. Lo sguardo dello
spettatore li percorrerà
come veri e propri paesaggi di oggetti,
tanto quanto, a questo punto,
ricorderà che allora i paesaggi che ha
appena visto nelle colonne sono
in realtà nature morte degli oggetti
che materialmente li compongono.
Quanto a Milano, questi quadri saranno
probabilmente invisibili, a meno
che rientrino fugacemente sullo sfondo
dello sguardo della microcamera
interna ai paesaggi: parte invisibile
della mostra che corrisponde
simmetricamente allinvisibilità della
mostra di Milano dalla galleria
di Zurigo, inevitabile condizione che
sancisce il rigore della
variabilità: il bianchetto torna a cancellare.
Un catalogo sarà edito con immagini delle mostre e testi di Adelina
von
Fürstenberg e Elio Grazioli.
della sua prima
mostra personale Simmetria variabile variata,
rievocando e riprendendo
quellinizio, naturalmente scambiando per l
occasione di posto agli
aggettivi: Simmetria variata variabile.
Incorniciatura di un ciclo
forse, ma il fatto è che questo titolo
indica il cuore stesso della
poetica di Pancrazzi, insieme massimamente
astratta e più che umana, che
potrebbe infatti pretendere di unire il
corpo dellessere umano alla sua
aspirazione più metafisica: proprio
nella simmetria di cui siamo fatti e
che proiettiamo nella nostra
visione di tutto è contenuto il principio
della sua variabilità che la
apre agli sviluppi più imprevisti; cè
sempre, dentro la simmetria
stessa, un resto, un errore, uno scarto, una
differenza minima che
mette in moto la complessità della vita.
Abbiamo visto in quindici anni
Pancrazzi indagare a trecentosessanta
gradi il mondo e larte
attraverso questo dispositivo. Nella mostra
alla galleria Caratsch De
Pury & Luxembourg di Zurigo sono esposti i due
tipi principali di opere
su cui Pancrazzi ha messo a punto il proprio
lavoro negli ultimi anni:
i paesaggi in miniatura e i quadri bianchi.
I paesaggi sono composti
di pezzi di scarto di strumenti tecnici o
tecnologici, dai vecchi
caratteri a stampa ai nuovi microchip, e sono
inseriti dentro parti
dellarchitettura interna dello spazio espositivo,
colonne, pilastri,
allaltezza dellocchio, del nostro sguardo. Dentro
di essi, lo sguardo
simmetrico variato di una microcamera guarda noi e
proietta ciò che
vede su uno schermo che proietta il dentro fuori e
inverte il fuori in
dentro, con effetto di vortice già dichiarato quando
Pancrazzi intitola
i suoi paesaggi Interni. In questa particolare
occasione, in cui la
mostra si sdoppia, la proiezione delle immagini dai
paesaggi installati
a Zurigo viene effettuata su due schermi a Milano
nella Galleria Seno,
collegando le due città, proiettandole luna
nellaltra, luna vista,
simmetricamente variata, nellaltra, e
allungando lopera di centinaia
di chilometri: davvero il paesaggio ci
guarda, davvero ne siamo
dentro (anche quando usciamo dalla galleria,
perché la mostra è
virtualmente tutto il paesaggio da Milano a Zurigo).
Le proiezioni poi
introducono a loro volta delle significative
variazioni di ordine
temporale: la prima allinaugurazione, quando sarà
trasmessa la
registrazione di quella avvenuta quattro giorni prima a
Zurigo,
inaugurazione nellinaugurazione dunque, inaugurazione che ne
mostra un
altra, o meglio, simmetricamente, inaugurazione che espone una
mostra
mentre la mostra espone uninaugurazione... La seconda variazione
temporale sarà quella dei giorni seguenti, quando saranno stramesse in
diretta pura mostra della mostra, puro sguardo che ci guarda le
proiezioni da Zurigo: variazione più ridotta, minima anzi, appena
percettibile, dovuta alla distanza spaziale; non percepita in realtà,
perché nessuno può essere contemporaneamente nei due luoghi, ma solo
nota, conosciuta, presunta.
Il bianco di cui sono fatti i quadri viene
invece dal bianchetto, il
bianco cioè che si usa per cancellare,
coprire gli errori di battitura
(di caratteri tipografici dunque, anche
qui) o di disegno, che qui viene
rovesciato in sé e usato come colore
di luce che genera, produce le
immagini stesse. Queste ultime poi,
proprio per la particolarità delle
stratificazioni di bianco, variano
allo sguardo dello spettatore a
seconda di come sono colpite dalla
luce, svelandosi pian piano,
mostrandosi in modi differenti: a loro
modo cioè guardando, per così
dire, chi le guarda, restituendo il suo
sguardo variato.
Nellesposizione zurighese i quadri sono tutti degli
interni, nature
morte del tavolo di lavoro dellartista, cioè del
luogo e dei materiali
della loro stessa produzione. Lo sguardo dello
spettatore li percorrerà
come veri e propri paesaggi di oggetti,
tanto quanto, a questo punto,
ricorderà che allora i paesaggi che ha
appena visto nelle colonne sono
in realtà nature morte degli oggetti
che materialmente li compongono.
Quanto a Milano, questi quadri saranno
probabilmente invisibili, a meno
che rientrino fugacemente sullo sfondo
dello sguardo della microcamera
interna ai paesaggi: parte invisibile
della mostra che corrisponde
simmetricamente allinvisibilità della
mostra di Milano dalla galleria
di Zurigo, inevitabile condizione che
sancisce il rigore della
variabilità: il bianchetto torna a cancellare.
Un catalogo sarà edito con immagini delle mostre e testi di Adelina
von
Fürstenberg e Elio Grazioli.
29
novembre 2005
Luca Pancrazzi – Simmetria variata variabile
Dal 29 novembre al 23 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA SENO
Milano, Via Ciovasso, 19, (Milano)
Milano, Via Ciovasso, 19, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10-13 e 16-19
Autore



