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Angelomichele Risi – Sogno dell’ingegnere
La mostra presenta venticinque dipinti di uno dei principali artisti salernitani della scena contemporanea: si tratta di alcune opere realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, esposte in rassegne nazionali e nelle personali tenute a Monaco, Zagabria, Como, Napoli
Comunicato stampa
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Sabato 29 ottobre, alle ore 19,00, presso il Convento Francescano della SS. Trinità sede del FRAC di Baronissi, sarà inaugurata la mostra personale di Angelomichele Risi dal titolo “Sogno dell’ingegnere”.
La mostra presenta venticinque dipinti di uno dei principali artisti salernitani della scena contemporanea: si tratta di alcune opere realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, esposte in rassegne nazionali e nelle personali tenute a Monaco, Zagabria, Como, Napoli. La parte centrale è dedicata a venti opere recentissime, tra queste Terra di luce, scelta dal Monopolio di Stato e riprodotta sul biglietto della Lotteria Italia 2005.
Fa da guida alla mostra un catalogo monografico, curato dalle edizioni AmalfiArte, introdotto da scritti di Massimo Bignardi e di Ada Patrizia Fiorillo.
“Abolire in qualche modo le distanze tra categorie – osserva Patrizia Fiorillo – è per Risi andare oltre, fino a richiamare sulla superficie il senso di uno spazio architettonico che fa leva anche sulla memoria, su quelle “prospettive” che riguardano la vita, pur senza nulla concedere a referenzialità immediate. Si serve per tale fine ancora una volta della materia cromatica attraverso la quale entra ed esce dal piano a ricreare situazioni, luoghi, incamerati o più ravvicinatamene esperiti dal quotidiano. Un colore consistente che irrigidisce e precisa le forme, li staglia facendole attraversare da una luce tagliente che chiarisce (distingue) l’uso dei toni, dalle preferenziali gamme delle terre, ai grigi che ne intridono la scena, sui quali sovente rimbalzano (allargano) elettrici blu, come può dirsi per Interno del tempio del 1998 o Camera azzurra del ’99. Non v’è dubbio che sia questa una fase nella quale il riferimento ai valori della pittura solida, alla plasticità dei volumi di memoria sironiana sia oltremodo riscontrabile”.
“Il linguaggio al quale Risi è approdato oggi – rileva Massimo Bignardi – , ingloba la primaria attenzione data al piano e alla superficie, intesi come spazi privilegiati della pittura, ove è possibile, però, percepire il valore tattile delle cose, suggerito dalla presenza di forme-materie. Sono corpi pittorici sostenuti da aggetti meno evidenti rispetto alle opere di qualche decennio fa, da spessori di impasti cromatici e, soprattutto, dalla stesura di campiture di colore, porose, assorbenti, impregnate di una luminosità metallica, dettata da un’imperante atmosfera di grigi, saturi, opachi, quasi prossimi all’antiruggine delle officine meccaniche. (…) Cerca, cioè, di aprire dei varchi oggettuali nel tessuto mentale di forme piane, di creare dei veri e propri luoghi ove far “abitare” la sguardo, di avvertire sentimenti di vita, cioè di dare all’oggetto-corpo un valore tale – avrebbe detto Berenson – «che noi possiamo non solo identificarci con esso, ma identificarci più agevolmente, più completamente, e più felicemente di quanto non ci sia dato fare in condizioni ordinarie».
Angelomichele Risi (Fisciano - Sa, 1950)
Allievo di Capogrossi e De Stefano, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1975 è invitato alla X Quadriennale di Roma: dal 1977 tiene numerose mostre personali in Italia ed all’estero, in particolare in Germania. Nel 1988 è invitato alla Biennale del Sud, mentre nel 1999 la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Scafati gli dedica una mostra, con opere realizzate negli anni Novanta. Nel 2001 è invitato alla mostra “Insorgenze del classico, Villa Campiolieto, Ercolano; nel 2002 a ContemporaneaComo. Vive e lavora a Fisciano (Sa).
La mostra presenta venticinque dipinti di uno dei principali artisti salernitani della scena contemporanea: si tratta di alcune opere realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, esposte in rassegne nazionali e nelle personali tenute a Monaco, Zagabria, Como, Napoli. La parte centrale è dedicata a venti opere recentissime, tra queste Terra di luce, scelta dal Monopolio di Stato e riprodotta sul biglietto della Lotteria Italia 2005.
Fa da guida alla mostra un catalogo monografico, curato dalle edizioni AmalfiArte, introdotto da scritti di Massimo Bignardi e di Ada Patrizia Fiorillo.
“Abolire in qualche modo le distanze tra categorie – osserva Patrizia Fiorillo – è per Risi andare oltre, fino a richiamare sulla superficie il senso di uno spazio architettonico che fa leva anche sulla memoria, su quelle “prospettive” che riguardano la vita, pur senza nulla concedere a referenzialità immediate. Si serve per tale fine ancora una volta della materia cromatica attraverso la quale entra ed esce dal piano a ricreare situazioni, luoghi, incamerati o più ravvicinatamene esperiti dal quotidiano. Un colore consistente che irrigidisce e precisa le forme, li staglia facendole attraversare da una luce tagliente che chiarisce (distingue) l’uso dei toni, dalle preferenziali gamme delle terre, ai grigi che ne intridono la scena, sui quali sovente rimbalzano (allargano) elettrici blu, come può dirsi per Interno del tempio del 1998 o Camera azzurra del ’99. Non v’è dubbio che sia questa una fase nella quale il riferimento ai valori della pittura solida, alla plasticità dei volumi di memoria sironiana sia oltremodo riscontrabile”.
“Il linguaggio al quale Risi è approdato oggi – rileva Massimo Bignardi – , ingloba la primaria attenzione data al piano e alla superficie, intesi come spazi privilegiati della pittura, ove è possibile, però, percepire il valore tattile delle cose, suggerito dalla presenza di forme-materie. Sono corpi pittorici sostenuti da aggetti meno evidenti rispetto alle opere di qualche decennio fa, da spessori di impasti cromatici e, soprattutto, dalla stesura di campiture di colore, porose, assorbenti, impregnate di una luminosità metallica, dettata da un’imperante atmosfera di grigi, saturi, opachi, quasi prossimi all’antiruggine delle officine meccaniche. (…) Cerca, cioè, di aprire dei varchi oggettuali nel tessuto mentale di forme piane, di creare dei veri e propri luoghi ove far “abitare” la sguardo, di avvertire sentimenti di vita, cioè di dare all’oggetto-corpo un valore tale – avrebbe detto Berenson – «che noi possiamo non solo identificarci con esso, ma identificarci più agevolmente, più completamente, e più felicemente di quanto non ci sia dato fare in condizioni ordinarie».
Angelomichele Risi (Fisciano - Sa, 1950)
Allievo di Capogrossi e De Stefano, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1975 è invitato alla X Quadriennale di Roma: dal 1977 tiene numerose mostre personali in Italia ed all’estero, in particolare in Germania. Nel 1988 è invitato alla Biennale del Sud, mentre nel 1999 la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Scafati gli dedica una mostra, con opere realizzate negli anni Novanta. Nel 2001 è invitato alla mostra “Insorgenze del classico, Villa Campiolieto, Ercolano; nel 2002 a ContemporaneaComo. Vive e lavora a Fisciano (Sa).
29
ottobre 2005
Angelomichele Risi – Sogno dell’ingegnere
Dal 29 ottobre al 30 novembre 2005
arte contemporanea
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì e domenica 9-12. Lunedì, giovedì e sabato 15-17
Vernissage
29 Ottobre 2005, ore 19
Autore



