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Shift (Teorie) – Geografie post-coloniali
ciclo di conversazioni su temi, pensieri e azioni per para-prassi culturali contemporanee
Comunicato stampa
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Martedì 29 novembre alle 21.30 per la rassegna SHIFT (TEORIE), Raum, in Via Ca' Selvatica 4/d, propone una conversazione pubblica sulle geografie post-coloniali con Michele Dantini, Andrea Lissoni, Sandro Mezzadra.
Alla luce della recente 'svolta letteraria' dell’antropologia culturale, maturata negli ultimi due decenni, che ha almeno in parte eroso le differenze tra osservazione “distaccata” e perfomance individuale, la conversazione tra Michele Dantini, Andrea Lissoni e Sandro Mezzadra si propone di esplorare il dialogo tra arte contemporanea e antropologia culturale soffermandosi su prossimità e distanze tra le due discipline, innovative dimensioni progettuali, processi collaborativi e transculturali, teorie del “margine” e della diaspora.
Chiamati a muoversi in un contesto globale e a riflettere sui processi sociali, politici, economici, ambientali, in anni recenti gli artisti hanno preso sempre più spesso a decentrare l’area della propria attività varcando i confini della consueta geografia occidentale per muoversi incontro a luoghi, persone, memorie sino ad oggi escluse dalle narrazioni consuete della Storia e dell’Arte. Si sono così trovati a condividere agenda e ambiti problematici con antropologi, etnografi, storici delle tradizioni orali e delle comunità subalterne, e ne è nata la necessità di approfondire la riflessione su etiche e estetiche dell’incontro culturale, sperimentare nuove modalità relazionali, interrogarsi sulle strategie narrative.
Come avviare processi partecipativi e reciproci, che non diano «spettacolo» dell’altro etnografico? Ricostruire contesti con accurata “oggettività” senza peraltro negarsi la “soggettività” del racconto di viaggio? Trovare lo sfuggente equilibrio tra atto etnografico e immaginazione, invenzione, gioco?
Michele Dantini artista e critico d’arte, è interessato a progetti interdisciplinari che favoriscano il dialogo con discipline quali storia, geografia ed ecologia politica, antropologia.
Lo spunto è tipicamente offerto da una scoperta, un incontro casuale: un luogo, un oggetto in apparenza poco importante, un nome, un frammento di storia diventano figure di una riflessione più ampia e generale sui rapporti tra potere e violenza, splendore e distruttività.
Narrazioni divergenti chiamano in causa l’occidente dal punto di vista del «doppio» coloniale, e la ricerca visiva si intreccia usualmente, con la pubblicazione di brevi testi pubblicati per l’occasione, alla pratica del travelogue. Video e soundtracks, installazioni fotografiche, textworks e mappe spingono lo spettatore a mobilitare le proprie risorse emozionali e cognitive, a misurarsi per proprio conto con un’esperienza di mobilità, una vertigine.
Andrea Lissoni curatore e storico dell'arte, si occupa in particolar modo delle relazioni fra arte contemporanea e moving images di ricerca e più in generale di cultura visiva. Fa parte di Xing, è co-direttore di Netmage festival, insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Brera ed è consulente per Oscar Mondadori.
Sandro Mezzadra si occupa del rapporto tra migrazioni, processi di globalizzazione e trasformazioni della cittadinanza, applicando tra l’altro allo studio di questo rapporto suggestioni e categorie desunte dagli studi postcoloniali. Insegna Studi coloniali e postcoloniali e Le frontiere della cittadinanza nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna.
SHIFT (TEORIE) - ciclo di conversazioni su temi, pensieri e azioni per para-prassi culturali contemporanee.
Una pratica relativamente inedita in uno spazio solitamente popolato di sonorità, immagini e azioni. Il ciclo di incontri si sostanzia in una forma di dialogo aperta al pubblico con alcune presenze conversanti su macro-aree tematiche.
SHIFT (TEORIE) nasce dalla necessità di fondo di affrontare alcune premesse che accompagnano Xing nel proprio lavoro di ricerca. Vorremmo oggi l'apertura di una condivisione dialogica su forme di pensiero che anticipano e posticipano - illuminano per certi versi - le molte pratiche contemporanee dell'agire culturale e comportamentale. Come pre-scinderle?
Una comunità diasporica la nostra; connotata da un insieme di 'shift' (slittamenti): geografici, generazionali e di genere. I contorni imprecisi di identità aperte a forme dell'agire e del sentire assai distanti da definizioni monolitiche di appartenenza. Da qui, forse, il ricercare che ci accomuna.
Para-prassi pertanto, che vedono molti di noi impegnati, oltre al fare organizzativo ed espressivo, anche in un lavoro se non propriamente speculativo sicuramente di pensiero-non-finalizzato-all'operatività.
Alla luce della recente 'svolta letteraria' dell’antropologia culturale, maturata negli ultimi due decenni, che ha almeno in parte eroso le differenze tra osservazione “distaccata” e perfomance individuale, la conversazione tra Michele Dantini, Andrea Lissoni e Sandro Mezzadra si propone di esplorare il dialogo tra arte contemporanea e antropologia culturale soffermandosi su prossimità e distanze tra le due discipline, innovative dimensioni progettuali, processi collaborativi e transculturali, teorie del “margine” e della diaspora.
Chiamati a muoversi in un contesto globale e a riflettere sui processi sociali, politici, economici, ambientali, in anni recenti gli artisti hanno preso sempre più spesso a decentrare l’area della propria attività varcando i confini della consueta geografia occidentale per muoversi incontro a luoghi, persone, memorie sino ad oggi escluse dalle narrazioni consuete della Storia e dell’Arte. Si sono così trovati a condividere agenda e ambiti problematici con antropologi, etnografi, storici delle tradizioni orali e delle comunità subalterne, e ne è nata la necessità di approfondire la riflessione su etiche e estetiche dell’incontro culturale, sperimentare nuove modalità relazionali, interrogarsi sulle strategie narrative.
Come avviare processi partecipativi e reciproci, che non diano «spettacolo» dell’altro etnografico? Ricostruire contesti con accurata “oggettività” senza peraltro negarsi la “soggettività” del racconto di viaggio? Trovare lo sfuggente equilibrio tra atto etnografico e immaginazione, invenzione, gioco?
Michele Dantini artista e critico d’arte, è interessato a progetti interdisciplinari che favoriscano il dialogo con discipline quali storia, geografia ed ecologia politica, antropologia.
Lo spunto è tipicamente offerto da una scoperta, un incontro casuale: un luogo, un oggetto in apparenza poco importante, un nome, un frammento di storia diventano figure di una riflessione più ampia e generale sui rapporti tra potere e violenza, splendore e distruttività.
Narrazioni divergenti chiamano in causa l’occidente dal punto di vista del «doppio» coloniale, e la ricerca visiva si intreccia usualmente, con la pubblicazione di brevi testi pubblicati per l’occasione, alla pratica del travelogue. Video e soundtracks, installazioni fotografiche, textworks e mappe spingono lo spettatore a mobilitare le proprie risorse emozionali e cognitive, a misurarsi per proprio conto con un’esperienza di mobilità, una vertigine.
Andrea Lissoni curatore e storico dell'arte, si occupa in particolar modo delle relazioni fra arte contemporanea e moving images di ricerca e più in generale di cultura visiva. Fa parte di Xing, è co-direttore di Netmage festival, insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Brera ed è consulente per Oscar Mondadori.
Sandro Mezzadra si occupa del rapporto tra migrazioni, processi di globalizzazione e trasformazioni della cittadinanza, applicando tra l’altro allo studio di questo rapporto suggestioni e categorie desunte dagli studi postcoloniali. Insegna Studi coloniali e postcoloniali e Le frontiere della cittadinanza nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna.
SHIFT (TEORIE) - ciclo di conversazioni su temi, pensieri e azioni per para-prassi culturali contemporanee.
Una pratica relativamente inedita in uno spazio solitamente popolato di sonorità, immagini e azioni. Il ciclo di incontri si sostanzia in una forma di dialogo aperta al pubblico con alcune presenze conversanti su macro-aree tematiche.
SHIFT (TEORIE) nasce dalla necessità di fondo di affrontare alcune premesse che accompagnano Xing nel proprio lavoro di ricerca. Vorremmo oggi l'apertura di una condivisione dialogica su forme di pensiero che anticipano e posticipano - illuminano per certi versi - le molte pratiche contemporanee dell'agire culturale e comportamentale. Come pre-scinderle?
Una comunità diasporica la nostra; connotata da un insieme di 'shift' (slittamenti): geografici, generazionali e di genere. I contorni imprecisi di identità aperte a forme dell'agire e del sentire assai distanti da definizioni monolitiche di appartenenza. Da qui, forse, il ricercare che ci accomuna.
Para-prassi pertanto, che vedono molti di noi impegnati, oltre al fare organizzativo ed espressivo, anche in un lavoro se non propriamente speculativo sicuramente di pensiero-non-finalizzato-all'operatività.
29
novembre 2005
Shift (Teorie) – Geografie post-coloniali
29 novembre 2005
incontro - conferenza
Location
RAUM
Bologna, Via Ca' Selvatica, 4/D, (Bologna)
Bologna, Via Ca' Selvatica, 4/D, (Bologna)
Vernissage
29 Novembre 2005, ore 21.30



