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Vincent Melo Quartazza – in-tensioni corporali
mostra fotografica
Comunicato stampa
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Vincent Melo Quartazza
Nella visione classica, l’artista mira a trasformare il nudo di donna in un’immagine di bellezza ideale. Melo ha una visione estetica più contingente del corpo femminile cogliendo l’essere umano nella sua bellezza reale, viva e concreta.
Nell’esaltazione delle linee curve e dolci delle donne, vi è una certa rievocazione del concetto di bellezza classica, ma la figura è sempre individualizzata. Nelle foto in bianco e nero, infatti, la modella è lontana dalle perfette o smilze figure da copertina: è vera nella sua sensualità e nella delicatezza del suo corpo formoso ed è in armonia con le linee e le forme dell’ambiente che lo circondano.
Lo scatto fotografico coglie il corpo nella sua varietà di gesti, di movimenti, di portamenti e di espressioni come se l’artista volesse riflettere le sottigliezze di un sentimento. Per i greci e per i romani la rappresentazione del corpo nudo era qualcosa di più che lo specchio delle emozioni: la bellezza fisica era simbolo di perfezione morale e spirituale e, per Aristotele, l’arte completava quello che la natura non poteva portare a termine.
Ma in Melo non vi è la tendenza alla perfezione: vi è, come nei nudi del pittore Ingres, la subordinazione delle fredde virtù della forma ideale alle virtù delle strutture e del colore della carne nella sua sensualità e nelle sue forme abbondanti. Nessuna idealizzazione o mitizzazione.
Vi è la rappresentazione del nudo nelle sue caratteristiche individuali ed il desiderio di cogliere la figura femminile nei momenti di serena intimità e quotidianità e nelle sue forme aggraziate e morbide.
In Vincent Melo riscontriamo la pura osservazione e la volontà di fissare con lo scatto fotografico quei momenti di pacata sensualità della vita della donna che sono lontani dai conflitti che pur fanno parte del quotidiano.
La fotografia a differenza della pittura, pur essendo bidimensionale e analogica e, quindi, costruita e pensata per rappresentare l’idea dell’artista, comunica direttamente ed istantaneamente uno squarcio di realtà. E nel cristallizzare gli squarci di vita concreta, Melo non suggerisce una visione parcellizzata della realtà pirandellianamente suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore, ma suscita percezioni comuni.
La creatività dell’artista si esprime attraverso la sua capacità di scegliere immagini dal vero e di bloccare precise inquadrature entro un tempo ed uno spazio di limitate dimensioni dove tutto acquista valore comunicativo: oggetti, linee, luci, ombre, sfumature che sono elementi essenziali per l’insieme. Nel cogliere un attimo di vita, le suggestioni e le atmosfere più intense sono espresse dai contrasti cromatici e dal gioco di luci e di ombre.
Talvolta, la serenità, che scaturisce dalle immagini, si arricchisce di ambiguità ed indeterminatezza, soprattutto, nelle fotografie in cui domina la sfumatura, dove la realtà corporea, non ben delineata, fluttua in uno sfondo indistinto tra oscurità e colpi di colore da cui emege la presenza dell’essere umano.
Alcune fotografie assumono valore evocativo nella pienezza della loro luminosità attraverso gli elementi della luce, dell’acqua e del vaso, simboli di energia e di abbondanza: qui la donna è la fonte generatrice della vita e del piacere.
Tanya Craparo
Nella visione classica, l’artista mira a trasformare il nudo di donna in un’immagine di bellezza ideale. Melo ha una visione estetica più contingente del corpo femminile cogliendo l’essere umano nella sua bellezza reale, viva e concreta.
Nell’esaltazione delle linee curve e dolci delle donne, vi è una certa rievocazione del concetto di bellezza classica, ma la figura è sempre individualizzata. Nelle foto in bianco e nero, infatti, la modella è lontana dalle perfette o smilze figure da copertina: è vera nella sua sensualità e nella delicatezza del suo corpo formoso ed è in armonia con le linee e le forme dell’ambiente che lo circondano.
Lo scatto fotografico coglie il corpo nella sua varietà di gesti, di movimenti, di portamenti e di espressioni come se l’artista volesse riflettere le sottigliezze di un sentimento. Per i greci e per i romani la rappresentazione del corpo nudo era qualcosa di più che lo specchio delle emozioni: la bellezza fisica era simbolo di perfezione morale e spirituale e, per Aristotele, l’arte completava quello che la natura non poteva portare a termine.
Ma in Melo non vi è la tendenza alla perfezione: vi è, come nei nudi del pittore Ingres, la subordinazione delle fredde virtù della forma ideale alle virtù delle strutture e del colore della carne nella sua sensualità e nelle sue forme abbondanti. Nessuna idealizzazione o mitizzazione.
Vi è la rappresentazione del nudo nelle sue caratteristiche individuali ed il desiderio di cogliere la figura femminile nei momenti di serena intimità e quotidianità e nelle sue forme aggraziate e morbide.
In Vincent Melo riscontriamo la pura osservazione e la volontà di fissare con lo scatto fotografico quei momenti di pacata sensualità della vita della donna che sono lontani dai conflitti che pur fanno parte del quotidiano.
La fotografia a differenza della pittura, pur essendo bidimensionale e analogica e, quindi, costruita e pensata per rappresentare l’idea dell’artista, comunica direttamente ed istantaneamente uno squarcio di realtà. E nel cristallizzare gli squarci di vita concreta, Melo non suggerisce una visione parcellizzata della realtà pirandellianamente suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore, ma suscita percezioni comuni.
La creatività dell’artista si esprime attraverso la sua capacità di scegliere immagini dal vero e di bloccare precise inquadrature entro un tempo ed uno spazio di limitate dimensioni dove tutto acquista valore comunicativo: oggetti, linee, luci, ombre, sfumature che sono elementi essenziali per l’insieme. Nel cogliere un attimo di vita, le suggestioni e le atmosfere più intense sono espresse dai contrasti cromatici e dal gioco di luci e di ombre.
Talvolta, la serenità, che scaturisce dalle immagini, si arricchisce di ambiguità ed indeterminatezza, soprattutto, nelle fotografie in cui domina la sfumatura, dove la realtà corporea, non ben delineata, fluttua in uno sfondo indistinto tra oscurità e colpi di colore da cui emege la presenza dell’essere umano.
Alcune fotografie assumono valore evocativo nella pienezza della loro luminosità attraverso gli elementi della luce, dell’acqua e del vaso, simboli di energia e di abbondanza: qui la donna è la fonte generatrice della vita e del piacere.
Tanya Craparo
20
ottobre 2005
Vincent Melo Quartazza – in-tensioni corporali
Dal 20 al 30 ottobre 2005
fotografia
Location
EXTROART LOFT
Palermo, Via Del Monte, 12, (Palermo)
Palermo, Via Del Monte, 12, (Palermo)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 (chiuso domenica)
Vernissage
20 Ottobre 2005, ore 18
Autore
Curatore




