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Tesori del Museo d’Arte di Tianjin
Le 108 opere, provenienti dalle Collezioni del Museo d’Arte di Tianjin, che costituiscono la mostra, sono state selezionate in modo da poter illustrare un aspetto peculiare dell’ambiente culturale “classico” della città
Comunicato stampa
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Le 108 opere, provenienti dalle Collezioni del Museo d’Arte di Tianjin, che costituiscono la mostra, sono state selezionate in modo da poter illustrare un aspetto peculiare dell’ambiente culturale “classico” della città, che permetta al pubblico italiano di godere di una serie di espressioni della creatività cinese raramente visibili o poco note in Italia.
La Mostra, articolata in cinque sezioni, ruota intorno alla figura del collezionista ideale: il funzionario/letterato/pittore; il collezionismo colto fu uno degli aspetti più radicati nella ricca città di Tianjin, soprattutto in epoca Qing (1644-1911) e Repubblicana (1912-1949), la cui raffinata élite, come a Pechino, Shanghai o Canton, fu artefice di notevoli raccolte d’arte, in parte disperse dagli eventi bellici, in parte recuperate dalle locali istituzioni culturali dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Si pensi, ad esempio, all’inestimabile collezione del grande letterato di Tianjin, Xu Shizhang (1889-1954) che fu interamente donata alla comunità nell’anno stesso della sua morte e che costituisce una parte fondamentale del Museo d’Arte di Tianjin. Alcune delle opere di tale Collezione, opportunamente segnalate, sono presenti in mostra, come sono anche presenti tre eccezionali “ossa oracolari” dalla collezione del letterato e filologo Wang Xiang, tra i primi studiosi di iscrizioni su ossa, la più antica forma di lingua cinese scritta (sec. XIII-XI a.C.).
La prima e la seconda sezione (Possedere il Passato: Collezionismo di ossa oracolari, bronzi arcaici e arcaistici e Arcaismo e Simbolismo: i manufatti rituali e d’ornamento di giada) principalmente composte da manufatti di bronzo e di giada, illustrano il rapporto con l’Antichità idealizzata, espresso dal collezionismo di vasi e oggetti rituali di bronzo e di giada del periodo arcaico (Shang e Zhou ca. secc. XVI-V a.C.); sono esposte, assieme ai modelli arcaici, le loro riproduzioni, dette arcaistiche, prodotte per motivi estetici e rituali dall’epoca della dinastia Song (960-1279) allo splendido periodo dell’imperatore Qing Qian Long (1736-1795).
Della terza sezione (Sullo scaffale del Collezionista: ceramiche invetriate e porcellane) fanno parte opere che, ancora oggi, costituiscono uno dei principali oggetti del collezionismo cinese: vasellame e statuine in ceramica, grés e porcellana dalle splendide invetriature –sia monocrome che policrome- create da rinomate fornaci imperiali e private (Longquan, Jingdezhen, Cizhou, Ding o Dehua), particolarmente dall’epoca della dinastia Song a quella della dinastia Qing.
Con la quarta sezione (Sullo Scrittoio e nelle Tasche del Letterato: Quattro Gioielli e Ninnoli raffinati) si entra nel quotidiano mondo del funzionario/letterato/pittore e se ne illustrano gli strumenti più cari: i sigilli di uso ufficiale (riservati alle attività pubbliche), i sigilli personali (quelli che spesso forniscono il nome o lo pseudonimo dell’artista, nel caso delle pitture), “i quattro gioielli” (i pennelli e i loro sostegni, gli inchiostri, la carta, le raffinatissime pietre da inchiostro, la tavoletta che sostiene il polso, uno degli strumenti principi della scrittura e della pittura), “i ninnoli”, ovvero ciò che non sarebbe potuto mancare nello ‘studio di un letterato’, come ad esempio miniaturistiche riproduzioni di frutta, piccole teiere in ceramica di Yixing, una curiosa bottiglia fatta costringendo una zucca in crescita dentro una matrice, preziose fialette per strane medicine, stampe popolari per il nuovo anno, tra cui una che illustra la Tianjin delle Legazioni (queste ultime esposte nella sezione successiva).
L’ultima sezione (Il Mondo dell’Inchiostro e del Pennello: l’Arte dei Pittori-letterati) è il cuore della Mostra, essendo qui esposte 30 splendide opere –per la maggior parte di riconosciuti maestri di epoca Ming e Qing- che illustrano i quattro principali generi della pittura cinese (“figure umane e divine”, “paesaggio”, “fiori e uccelli” e “bambù”), l’unica vera e propria Arte nella tradizione artistica della Cina.
Tali opere sono infatti “la transustanziazione” dell’ideale del funzionario/letterato/pittore, in quanto sul supporto pittorico (seta o carta) il movimento del polso, attraverso il pennello e i suoi tratti, manifesta l’interiorizzata visione del mondo dell’artista-letterato, non solo autore, ma anche raffinato estimatore delle opere di spiriti fratelli. Si tratta di creazioni che utilizzano linguaggi espressivi non convenzionali né scontati, particolarmente vicini al gusto grafico della linea.
La Mostra, articolata in cinque sezioni, ruota intorno alla figura del collezionista ideale: il funzionario/letterato/pittore; il collezionismo colto fu uno degli aspetti più radicati nella ricca città di Tianjin, soprattutto in epoca Qing (1644-1911) e Repubblicana (1912-1949), la cui raffinata élite, come a Pechino, Shanghai o Canton, fu artefice di notevoli raccolte d’arte, in parte disperse dagli eventi bellici, in parte recuperate dalle locali istituzioni culturali dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Si pensi, ad esempio, all’inestimabile collezione del grande letterato di Tianjin, Xu Shizhang (1889-1954) che fu interamente donata alla comunità nell’anno stesso della sua morte e che costituisce una parte fondamentale del Museo d’Arte di Tianjin. Alcune delle opere di tale Collezione, opportunamente segnalate, sono presenti in mostra, come sono anche presenti tre eccezionali “ossa oracolari” dalla collezione del letterato e filologo Wang Xiang, tra i primi studiosi di iscrizioni su ossa, la più antica forma di lingua cinese scritta (sec. XIII-XI a.C.).
La prima e la seconda sezione (Possedere il Passato: Collezionismo di ossa oracolari, bronzi arcaici e arcaistici e Arcaismo e Simbolismo: i manufatti rituali e d’ornamento di giada) principalmente composte da manufatti di bronzo e di giada, illustrano il rapporto con l’Antichità idealizzata, espresso dal collezionismo di vasi e oggetti rituali di bronzo e di giada del periodo arcaico (Shang e Zhou ca. secc. XVI-V a.C.); sono esposte, assieme ai modelli arcaici, le loro riproduzioni, dette arcaistiche, prodotte per motivi estetici e rituali dall’epoca della dinastia Song (960-1279) allo splendido periodo dell’imperatore Qing Qian Long (1736-1795).
Della terza sezione (Sullo scaffale del Collezionista: ceramiche invetriate e porcellane) fanno parte opere che, ancora oggi, costituiscono uno dei principali oggetti del collezionismo cinese: vasellame e statuine in ceramica, grés e porcellana dalle splendide invetriature –sia monocrome che policrome- create da rinomate fornaci imperiali e private (Longquan, Jingdezhen, Cizhou, Ding o Dehua), particolarmente dall’epoca della dinastia Song a quella della dinastia Qing.
Con la quarta sezione (Sullo Scrittoio e nelle Tasche del Letterato: Quattro Gioielli e Ninnoli raffinati) si entra nel quotidiano mondo del funzionario/letterato/pittore e se ne illustrano gli strumenti più cari: i sigilli di uso ufficiale (riservati alle attività pubbliche), i sigilli personali (quelli che spesso forniscono il nome o lo pseudonimo dell’artista, nel caso delle pitture), “i quattro gioielli” (i pennelli e i loro sostegni, gli inchiostri, la carta, le raffinatissime pietre da inchiostro, la tavoletta che sostiene il polso, uno degli strumenti principi della scrittura e della pittura), “i ninnoli”, ovvero ciò che non sarebbe potuto mancare nello ‘studio di un letterato’, come ad esempio miniaturistiche riproduzioni di frutta, piccole teiere in ceramica di Yixing, una curiosa bottiglia fatta costringendo una zucca in crescita dentro una matrice, preziose fialette per strane medicine, stampe popolari per il nuovo anno, tra cui una che illustra la Tianjin delle Legazioni (queste ultime esposte nella sezione successiva).
L’ultima sezione (Il Mondo dell’Inchiostro e del Pennello: l’Arte dei Pittori-letterati) è il cuore della Mostra, essendo qui esposte 30 splendide opere –per la maggior parte di riconosciuti maestri di epoca Ming e Qing- che illustrano i quattro principali generi della pittura cinese (“figure umane e divine”, “paesaggio”, “fiori e uccelli” e “bambù”), l’unica vera e propria Arte nella tradizione artistica della Cina.
Tali opere sono infatti “la transustanziazione” dell’ideale del funzionario/letterato/pittore, in quanto sul supporto pittorico (seta o carta) il movimento del polso, attraverso il pennello e i suoi tratti, manifesta l’interiorizzata visione del mondo dell’artista-letterato, non solo autore, ma anche raffinato estimatore delle opere di spiriti fratelli. Si tratta di creazioni che utilizzano linguaggi espressivi non convenzionali né scontati, particolarmente vicini al gusto grafico della linea.
22
ottobre 2005
Tesori del Museo d’Arte di Tianjin
Dal 22 ottobre al 07 dicembre 2005
arte antica
arti decorative e industriali
arte etnica
arti decorative e industriali
arte etnica
Location
MUSEO NAZIONALE D’ARTE ORIENTALE GIUSEPPE TUCCI – PALAZZO BRANCACCIO
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Biglietti
€ 4; ridotto: € 2; gratuito per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni e al di sopra dei 65 anni
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-14; martedì, giovedì, domenica e festivi 8.30-19.30. Chiuso il I ed il III lunedì del mese
Vernissage
22 Ottobre 2005, ore 15



