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Aldo Mondino
una retrospettiva che raccoglie una importante sintesi di opere realizzate tra il 1964 e il 2000
Comunicato stampa
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La mostra dedicata ad Aldo Mondino rappresenta un omaggio al grande artista torinese recentemente scomparso.
Si tratta di una retrospettiva che raccoglie una importante sintesi di opere realizzate tra il 1964 e il 2000.
Come è noto, infatti, Aldo Mondino inizia la propria personalissima avventura artistica durante la prima metà degli Anni ’60 come interprete del Movimento Concettuale, per poi gradualmente indirizzare la ricerca su un versante decisamente più pittorico.
Dalle opere su faesite, ad esempio, alle sue sculture realizzate con materiali sempre differenti fino al recupero della pittura filtrata da una grande attrazione per l’Oriente, l’Africa, il Marocco, l’India e i pattern variopinti di cioccolatini che delineano luoghi geografici e talvolta ritratti, l’universo poetico di Mondino è all’insegna dell’eclettismo stilistico e di una grande ironia che pervade tutta la sua opera. I giochi di parole (tra Ali e Ali-ghiero Boetti) tra titoli e contenuti sono come i suoi famosi Dervisci danzanti che sembrano sospesi in uno spazio surreale.
L’amore per le culture e le tradizioni lontane rispecchia la curiosità che ha portato sempre Mondino a servirsi di tecniche diverse, dai supporti di linoleum alla cioccolata, dallo zucchero al vetro (in mostra 4 bellissimi Iznik, che hanno per soggetti preziose ceramiche turche realizzate in quella città) , al cristallo (citare l’opera) e al bronzo (Eiffel), così come ai tappeti di eraclite e a quelli composti a terra con chicchi di caffè e fagioli, per non citare l’opera Gravère realizzata con sardine vere alla fine degli Anni Sessanta. Le due mostre antologiche realizzate rispettivamente a Trento nel 2000 e a Ravenna nel 2003 hanno poi avuto il ruolo di mostrare simultaneamente tutta la ricca e varia produzione di un artista che non ha mai cessato di interrogarsi sull’arte e sul nostro tempo, che è stato assistente di Tancredi e che ha "citato" Casorati, che ha amato Kupka così come Delacroix e che ha fatto della sua leggera miopia uno straordinario filtro nella percezione delle cose del mondo tanto da tradurre gli oggetti apparentemente più banali in esiti arditi e pirotecnici.
Vittoria Coen
Si tratta di una retrospettiva che raccoglie una importante sintesi di opere realizzate tra il 1964 e il 2000.
Come è noto, infatti, Aldo Mondino inizia la propria personalissima avventura artistica durante la prima metà degli Anni ’60 come interprete del Movimento Concettuale, per poi gradualmente indirizzare la ricerca su un versante decisamente più pittorico.
Dalle opere su faesite, ad esempio, alle sue sculture realizzate con materiali sempre differenti fino al recupero della pittura filtrata da una grande attrazione per l’Oriente, l’Africa, il Marocco, l’India e i pattern variopinti di cioccolatini che delineano luoghi geografici e talvolta ritratti, l’universo poetico di Mondino è all’insegna dell’eclettismo stilistico e di una grande ironia che pervade tutta la sua opera. I giochi di parole (tra Ali e Ali-ghiero Boetti) tra titoli e contenuti sono come i suoi famosi Dervisci danzanti che sembrano sospesi in uno spazio surreale.
L’amore per le culture e le tradizioni lontane rispecchia la curiosità che ha portato sempre Mondino a servirsi di tecniche diverse, dai supporti di linoleum alla cioccolata, dallo zucchero al vetro (in mostra 4 bellissimi Iznik, che hanno per soggetti preziose ceramiche turche realizzate in quella città) , al cristallo (citare l’opera) e al bronzo (Eiffel), così come ai tappeti di eraclite e a quelli composti a terra con chicchi di caffè e fagioli, per non citare l’opera Gravère realizzata con sardine vere alla fine degli Anni Sessanta. Le due mostre antologiche realizzate rispettivamente a Trento nel 2000 e a Ravenna nel 2003 hanno poi avuto il ruolo di mostrare simultaneamente tutta la ricca e varia produzione di un artista che non ha mai cessato di interrogarsi sull’arte e sul nostro tempo, che è stato assistente di Tancredi e che ha "citato" Casorati, che ha amato Kupka così come Delacroix e che ha fatto della sua leggera miopia uno straordinario filtro nella percezione delle cose del mondo tanto da tradurre gli oggetti apparentemente più banali in esiti arditi e pirotecnici.
Vittoria Coen
22
settembre 2005
Aldo Mondino
Dal 22 settembre al 26 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
BAG GALLERY MILANO – BOSCOLO EXEDRA
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 4, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 17-24
Vernissage
22 Settembre 2005, ore 18.30
Autore




