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Antichi popoli d’Oriente
Esposizione di reperti archeologici della Collezione Cucci
Comunicato stampa
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La XXXV Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato di Pennabilli, giunta alla seconda settimana di apertura, ospita nelle sale di Palazzo Olivieri la mostra collaterale Antichi Popoli d’Oriente, un’importante selezione di reperti archeologici della Collezione Cucci, frutto dei numerosi viaggi compiuti negli ultimi vent’anni dall’avvocato e collezionista riminese nei territori dell’antica Mesopotamia.
Si tratta di testimonianze delle civiltà sviluppatesi nei territori compresi fra Tigri e Eufrate, tra il 5000 e il 330 a.C.: Sumeri, Babilonesi, Assiri, Ittiti, Fenici e Persiani.
Gli oggetti in mostra, tutti in ottimo stato di conservazione, sono essenzialmente di uso religioso e simbolico, espressione dell’intimo legame spirituale esistente fra uomo e natura ( la terra, il fuoco, il mondo animale). La Dea della Terra, statuetta votiva in terracotta del V – IV millennio a. C., scelta come manifesto della mostra e pezzo più antico in esposizione, esprime al meglio il concetto di fecondità e vita legati al mondo naturale; le forme appena abbozzate e le semplici decorazioni lineari, testimoniano un’arte primitiva ed essenziale, per certi versi vicina al minimalismo moderno.
L’uso della scrittura e l’invenzione del vetro, quest’ultima da attribuirsi alla civiltà Fenicia, sono importanti conquiste di questi antichi popoli: in mostra balsamari, coppette “millefiori”, pendenti e vaghi di collane dalle meravigliose trasparenze. I “cilindri” erano largamente impiegati nella scrittura e nella comunicazione: generalmente in pietra calcarea, presenti anche in materiali più preziosi quali corniola, lapislazzulo, cristallo di rocca e avorio, recano inciso un “messaggio” o un simbolo (figurazioni geometriche, zoomorfe, scene di caccia, di vita quotidiana, di costume), che si poteva svolgere sull’argilla o semplicemente portare con sé, come portafortuna.
Dadi da gioco e bottoni in avorio, collane in pasta vitrea, corniola e oro, amuleti in bronzo, pendenti persiani del VI secolo d.C. in madreperla con miniature dipinte, bicchieri in vetro del IV secolo a.C., vasi in maiolica decorata, strumenti chirurgici, unguentari e una collana in ambra del Baltico, VIII-VII secolo a.C., probabilmente parte del campionario di antichi rappresentanti di gioielli, sono solo alcuni tra i pezzi esposti. Sottoposti a minimi interventi di restauro, i reperti hanno conservato nel tempo la luminosità dei colori e l’integrità delle forme, soprattutto perché oggetti della sfera religiosa e sacrale, quindi, si presuppone, più accuratamente custoditi e protetti.
Più laboriosa la ricostruzione di molte collane con vaghi di vetro, corniola, pietra o avorio: reperiti in grossi lotti eterogenei, raggruppati senza criteri cronologici o topografici, sono
stati pazientemente selezionati e riuniti a formare gli splendidi gioielli arcaici presenti in mostra.
Aperta fino al 31 luglio a Palazzo Olivieri, sede della rassegna madre, Antichi Popoli d’Oriente è una magnifica incursione negli albori della nostra storia, tra i misteri tuttora irrisolti delle civiltà madri della cultura occidentale; da non perdere.
Si tratta di testimonianze delle civiltà sviluppatesi nei territori compresi fra Tigri e Eufrate, tra il 5000 e il 330 a.C.: Sumeri, Babilonesi, Assiri, Ittiti, Fenici e Persiani.
Gli oggetti in mostra, tutti in ottimo stato di conservazione, sono essenzialmente di uso religioso e simbolico, espressione dell’intimo legame spirituale esistente fra uomo e natura ( la terra, il fuoco, il mondo animale). La Dea della Terra, statuetta votiva in terracotta del V – IV millennio a. C., scelta come manifesto della mostra e pezzo più antico in esposizione, esprime al meglio il concetto di fecondità e vita legati al mondo naturale; le forme appena abbozzate e le semplici decorazioni lineari, testimoniano un’arte primitiva ed essenziale, per certi versi vicina al minimalismo moderno.
L’uso della scrittura e l’invenzione del vetro, quest’ultima da attribuirsi alla civiltà Fenicia, sono importanti conquiste di questi antichi popoli: in mostra balsamari, coppette “millefiori”, pendenti e vaghi di collane dalle meravigliose trasparenze. I “cilindri” erano largamente impiegati nella scrittura e nella comunicazione: generalmente in pietra calcarea, presenti anche in materiali più preziosi quali corniola, lapislazzulo, cristallo di rocca e avorio, recano inciso un “messaggio” o un simbolo (figurazioni geometriche, zoomorfe, scene di caccia, di vita quotidiana, di costume), che si poteva svolgere sull’argilla o semplicemente portare con sé, come portafortuna.
Dadi da gioco e bottoni in avorio, collane in pasta vitrea, corniola e oro, amuleti in bronzo, pendenti persiani del VI secolo d.C. in madreperla con miniature dipinte, bicchieri in vetro del IV secolo a.C., vasi in maiolica decorata, strumenti chirurgici, unguentari e una collana in ambra del Baltico, VIII-VII secolo a.C., probabilmente parte del campionario di antichi rappresentanti di gioielli, sono solo alcuni tra i pezzi esposti. Sottoposti a minimi interventi di restauro, i reperti hanno conservato nel tempo la luminosità dei colori e l’integrità delle forme, soprattutto perché oggetti della sfera religiosa e sacrale, quindi, si presuppone, più accuratamente custoditi e protetti.
Più laboriosa la ricostruzione di molte collane con vaghi di vetro, corniola, pietra o avorio: reperiti in grossi lotti eterogenei, raggruppati senza criteri cronologici o topografici, sono
stati pazientemente selezionati e riuniti a formare gli splendidi gioielli arcaici presenti in mostra.
Aperta fino al 31 luglio a Palazzo Olivieri, sede della rassegna madre, Antichi Popoli d’Oriente è una magnifica incursione negli albori della nostra storia, tra i misteri tuttora irrisolti delle civiltà madri della cultura occidentale; da non perdere.
09
luglio 2005
Antichi popoli d’Oriente
Dal 09 al 31 luglio 2005
archeologia
arte antica
arte antica
Location
PALAZZO OLIVIERI
Pennabilli, Piazza Montefeltro, (Pesaro E Urbino)
Pennabilli, Piazza Montefeltro, (Pesaro E Urbino)




