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Splendori dell’Asia
Lo Stato Italiano e per esso il Museo Nazionale d’Arte Orientale ha ricevuto in dono alla fine di Gennaio 2005 un’importantissima collezione di arte asiatica, comprendente 2092 opere, di cui ne saranno esposte in mostra 250. Il donatore desidera per il momento restare anonimo
Comunicato stampa
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Lo Stato Italiano e per esso il Museo Nazionale d’Arte Orientale ha ricevuto in dono alla fine di Gennaio 2005 un’importantissima collezione di arte asiatica, comprendente 2092 opere, di cui ne saranno esposte in mostra 250. Il donatore desidera per il momento restare anonimo.
Il nucleo fondamentale della collezione è quello himalayano, con opere provenienti dal Tibet e dal Nepal. Oltre a tale raccolta, la collezione comprende opere provenienti dall’Iran, dall’India, dal Pakistan, dalla Cina, dal Giappone, afferenti a diverse categorie di materiali (gioielli, monete, sculture, ceramiche, vetri, tessuti, mobili, metalli).
Particolarmente importante è il settore dei dipinti tibetani su stoffa (Thang Kha) e la statuaria, realizzata in vari materiali. I dipinti su stoffa raffigurano cicli tantrici, immagini del fondatore della religione Bon o del mistico asceta Milarepa, la “ruota del divenire” che illustra il ciclo delle rinascite, determinate dalla legge di causa ed effetto (Karma), mentre la statuaria illustra con varietà di soggetti il pantheon himalayano (Buddha, Kurukulla, Shyamatara, Vajradhara, Vishnu, Durga ed altre divinità, figure di Lama e asceti. La sezione è completata da oggetti cultuali e di uso quotidiano, da un gruppo di gioielli in oro, decorati da coralli, turchese e da una serie di bronzetti molto rari. Seguono rare monete dall’India di Nord-Ovest.
Accanto all’ampio nucleo tibetano e nepalese, un posto importante occupa la sezione iranica con opere preislamiche e protoislamiche. Sono presenti in mostra un gruppo di gioielli in oro appartenenti alle culture protostoriche e storiche dell’Altopiano ed una serie di metalli tra i quali alcuni elementi di faretra in bronzo, decorati con motivi desunti dai contemporanei cartoni figurativi assiro-babilonesi. Inoltre, monete che si riferiscono ai Grandi Imperi (Seleucidi, Parti, Sasanidi). La cultura islamica è invece rappresentata in mostra da una scelta di oggetti in metallo che coprono un ampio arco cronologico che va dal IX secolo al periodo post-Moghul. Si tratta di oggetti di uso quotidiano, appartenenti a personaggi di alto rango, come una coppa in ‘bronzo bianco’ ad alto contenuto di stagno di influenza estremo-orientale, o il secchiello da hammam di estrema raffinatezza, affine ad analoghi esemplari delle più famose collezioni islamiche o la piccola raccolta di oggetti (bottiglie, sputacchiere, basi di pipa ad acqua), realizzati in tecnica bidri, decorati con motivi naturalistici, tipici del sub-continente indiano. Completa la sezione una scelta della gioielleria, che nella collezione donata è particolarmente ricca e varia per materiali, tecniche, tipologie, aree di produzione ed arco cronologico (X-XX secolo), nonché una scelta di amuleti.
Alla raccolta di opere estremo-orientali appartiene una serie di mobili, oltre ad oggetti e tessuti: in mostra sono presenti un mobile laccato cinese, riccamente decorato, verosimilmente appartenente alla dote di una fanciulla di un’agiata famiglia terriera o di mercanti. Particolarmente preziosi mobile di fattura giapponese in lacca con intarsi in pietre dure, madreperla ed osso e quello coreano, utilizzati per riporre capi di vestiario ed in uso in ambienti frequentati dalle dame di palazzo. Fra i tessuti (è questa una sezione ‘trasversale’ della mostra, con opere di varia provenienza) si distinguono i phulkari (‘lavoro a fiori’). Grandi teli ricamati dal Gujarat (India) ed un tessuto cinese per un abito cerimoniale (il c.c. “abito dei draghi”); inoltre, alcuni esempi della vasta collezione di tappeti.
A questa prima presentazione che illustra una campionatura dei preziosi manufatti raccolti con amore nell’arco di un’intera vita, seguirà entro l’anno una mostra più ampia ed in seguito diverse mostre monotematiche; in ultimo nell’ala nuova del Museo – di prossimo allestimento – almeno due sale saranno dedicate alla donazione; le opere, data l’ampiezza e la complessità della collezione, saranno esposte a rotazione.
Con questa donazione, la collezione d’arte himalayana del Museo diviene la più vasta ed importante in Europa. In collegamento con la biblioteca dell’IsIAO (Istituto per L’africa e l’Oriente) che conserva importanti testi tibetani e nepalesi, offre agli studiosi un campo di ricerca eccezionale.
Curatore della mostra è la dott.ssa Donatella Mazzeo, già direttrice del Museo Nazionale d’Arte Orientale.
Il nucleo fondamentale della collezione è quello himalayano, con opere provenienti dal Tibet e dal Nepal. Oltre a tale raccolta, la collezione comprende opere provenienti dall’Iran, dall’India, dal Pakistan, dalla Cina, dal Giappone, afferenti a diverse categorie di materiali (gioielli, monete, sculture, ceramiche, vetri, tessuti, mobili, metalli).
Particolarmente importante è il settore dei dipinti tibetani su stoffa (Thang Kha) e la statuaria, realizzata in vari materiali. I dipinti su stoffa raffigurano cicli tantrici, immagini del fondatore della religione Bon o del mistico asceta Milarepa, la “ruota del divenire” che illustra il ciclo delle rinascite, determinate dalla legge di causa ed effetto (Karma), mentre la statuaria illustra con varietà di soggetti il pantheon himalayano (Buddha, Kurukulla, Shyamatara, Vajradhara, Vishnu, Durga ed altre divinità, figure di Lama e asceti. La sezione è completata da oggetti cultuali e di uso quotidiano, da un gruppo di gioielli in oro, decorati da coralli, turchese e da una serie di bronzetti molto rari. Seguono rare monete dall’India di Nord-Ovest.
Accanto all’ampio nucleo tibetano e nepalese, un posto importante occupa la sezione iranica con opere preislamiche e protoislamiche. Sono presenti in mostra un gruppo di gioielli in oro appartenenti alle culture protostoriche e storiche dell’Altopiano ed una serie di metalli tra i quali alcuni elementi di faretra in bronzo, decorati con motivi desunti dai contemporanei cartoni figurativi assiro-babilonesi. Inoltre, monete che si riferiscono ai Grandi Imperi (Seleucidi, Parti, Sasanidi). La cultura islamica è invece rappresentata in mostra da una scelta di oggetti in metallo che coprono un ampio arco cronologico che va dal IX secolo al periodo post-Moghul. Si tratta di oggetti di uso quotidiano, appartenenti a personaggi di alto rango, come una coppa in ‘bronzo bianco’ ad alto contenuto di stagno di influenza estremo-orientale, o il secchiello da hammam di estrema raffinatezza, affine ad analoghi esemplari delle più famose collezioni islamiche o la piccola raccolta di oggetti (bottiglie, sputacchiere, basi di pipa ad acqua), realizzati in tecnica bidri, decorati con motivi naturalistici, tipici del sub-continente indiano. Completa la sezione una scelta della gioielleria, che nella collezione donata è particolarmente ricca e varia per materiali, tecniche, tipologie, aree di produzione ed arco cronologico (X-XX secolo), nonché una scelta di amuleti.
Alla raccolta di opere estremo-orientali appartiene una serie di mobili, oltre ad oggetti e tessuti: in mostra sono presenti un mobile laccato cinese, riccamente decorato, verosimilmente appartenente alla dote di una fanciulla di un’agiata famiglia terriera o di mercanti. Particolarmente preziosi mobile di fattura giapponese in lacca con intarsi in pietre dure, madreperla ed osso e quello coreano, utilizzati per riporre capi di vestiario ed in uso in ambienti frequentati dalle dame di palazzo. Fra i tessuti (è questa una sezione ‘trasversale’ della mostra, con opere di varia provenienza) si distinguono i phulkari (‘lavoro a fiori’). Grandi teli ricamati dal Gujarat (India) ed un tessuto cinese per un abito cerimoniale (il c.c. “abito dei draghi”); inoltre, alcuni esempi della vasta collezione di tappeti.
A questa prima presentazione che illustra una campionatura dei preziosi manufatti raccolti con amore nell’arco di un’intera vita, seguirà entro l’anno una mostra più ampia ed in seguito diverse mostre monotematiche; in ultimo nell’ala nuova del Museo – di prossimo allestimento – almeno due sale saranno dedicate alla donazione; le opere, data l’ampiezza e la complessità della collezione, saranno esposte a rotazione.
Con questa donazione, la collezione d’arte himalayana del Museo diviene la più vasta ed importante in Europa. In collegamento con la biblioteca dell’IsIAO (Istituto per L’africa e l’Oriente) che conserva importanti testi tibetani e nepalesi, offre agli studiosi un campo di ricerca eccezionale.
Curatore della mostra è la dott.ssa Donatella Mazzeo, già direttrice del Museo Nazionale d’Arte Orientale.
01
giugno 2005
Splendori dell’Asia
Dal primo giugno all'undici settembre 2005
arte antica
arti decorative e industriali
arte etnica
arti decorative e industriali
arte etnica
Location
MUSEO NAZIONALE D’ARTE ORIENTALE GIUSEPPE TUCCI – PALAZZO BRANCACCIO
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Biglietti
Euro 4; ridotto Euro 2; gratuito per i cittadini dell’Unione Europea minori di 18 anni e al di sopra dei 65 anni
Orario di apertura
Lunedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato 8,30 – 14,00; Martedì, Giovedì, Domanica e festivi 8,30 – 19,30. Chiuso il I ed il III Lunedì del mese
Editore
ARTEMIDE
Curatore



