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Vincenzo Marsiglia – Oltre il mito
un’esposizione personale orientata verso il coinvolgimento dei sensi dello spettatore, giungendo ad una forma di installazione-ambiente
Comunicato stampa
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Tradizione e innovazione incrociano le loro traiettorie nei lavori di Vincenzo Marsiglia che saranno presentati a partire dal 10 luglio nelle suggestive sale della Fortezza Castelfranco in Finalmarina. Dopo le recenti presenze con progetti personalizzati presso le maggiori fiere nazionali, il giovane artista alassino ha preparato un'esposizione personale orientata verso il coinvolgimento dei sensi dello spettatore, giungendo ad una forma di installazione-ambiente che comporta la presenza della persona all'interno dell'opera, non solo come fruitore ma come elemento partecipe.
Marsiglia costruisce di fatto uno spazio percettivo ove alle pareti tutto sarà vibrante ed otticamente tattile. Uno progetto curioso appositamente realizzato per le sale della Fortezza dove l'elemento romboidale o stella, cifra stilistica di Marsiglia, diventa l'agente ordinatore e la formula ricorrente a partire dalla quale l'opera acquisisce la sua fisionomia.
L'artista concentra le sue ricerche sui rapporti tra linea e colore, da cui ricava una rigorosa concezione dello spazio. Ogni singolo elemento è definito, ma in una visione più macroscopica può diventare infinito. Per Marsiglia l'iterazione visiva diviene plastica, musicale; la replica costante simmetrica e asimmetrica produce esiti di natura ritmico armonica. Potremmo dire che per Marsiglia nulla è infinito se non la successione delle cose finite. Senza dubbio il valore della progettualità assume un peso determinante nella strategia linguistica dell'artista. Il suo gesto è modulare, sostenuto da un'energia artigianale e legato ad un processo mentale. L'ambiguità della visione è data dal ritmo organico dei segni che marcano un doppio movimento. Il primo è quello della matrice che genera il segno e che possiede una struttura di fondo che lo ripete. Con il secondo il segno prolifera secondo una dinamica che gioca sull'alternanza dei motivi e su un ordine spazio temporale in cui pieno e vuoto si pareggiano. L'autore traccia sulla superficie del quadro un segno costante, un logo, cifra di un linguaggio che è insieme decorazione e simbolo, sostanza e forma. La scelta del formato "a losanga" è originale e consente all'artista di sperimentare nuovi e più complessi equilibri di natura geometrica. Il modulo diventa l'elemento strutturale che fonda la possibilità della forma e che moltiplica all'infinito la sorpresa e il fascino della geometria. Anche l'utilizzo di materiali plastici, feltri, paillettes e glitters, interviene a smaterializzare la pittura e ad accentuarne la scansione mentale. Spazio intellettivo e fisico, tempo passato e futuro si intrecciano attraverso l'ibridazione dei generi.
L'opera di Marsiglia non si autolimita all'aspetto decorativo e al piacere visivo, instaura con il fruitore un profondo dialogo spirituale.
Riccardo Zelatore
Marsiglia costruisce di fatto uno spazio percettivo ove alle pareti tutto sarà vibrante ed otticamente tattile. Uno progetto curioso appositamente realizzato per le sale della Fortezza dove l'elemento romboidale o stella, cifra stilistica di Marsiglia, diventa l'agente ordinatore e la formula ricorrente a partire dalla quale l'opera acquisisce la sua fisionomia.
L'artista concentra le sue ricerche sui rapporti tra linea e colore, da cui ricava una rigorosa concezione dello spazio. Ogni singolo elemento è definito, ma in una visione più macroscopica può diventare infinito. Per Marsiglia l'iterazione visiva diviene plastica, musicale; la replica costante simmetrica e asimmetrica produce esiti di natura ritmico armonica. Potremmo dire che per Marsiglia nulla è infinito se non la successione delle cose finite. Senza dubbio il valore della progettualità assume un peso determinante nella strategia linguistica dell'artista. Il suo gesto è modulare, sostenuto da un'energia artigianale e legato ad un processo mentale. L'ambiguità della visione è data dal ritmo organico dei segni che marcano un doppio movimento. Il primo è quello della matrice che genera il segno e che possiede una struttura di fondo che lo ripete. Con il secondo il segno prolifera secondo una dinamica che gioca sull'alternanza dei motivi e su un ordine spazio temporale in cui pieno e vuoto si pareggiano. L'autore traccia sulla superficie del quadro un segno costante, un logo, cifra di un linguaggio che è insieme decorazione e simbolo, sostanza e forma. La scelta del formato "a losanga" è originale e consente all'artista di sperimentare nuovi e più complessi equilibri di natura geometrica. Il modulo diventa l'elemento strutturale che fonda la possibilità della forma e che moltiplica all'infinito la sorpresa e il fascino della geometria. Anche l'utilizzo di materiali plastici, feltri, paillettes e glitters, interviene a smaterializzare la pittura e ad accentuarne la scansione mentale. Spazio intellettivo e fisico, tempo passato e futuro si intrecciano attraverso l'ibridazione dei generi.
L'opera di Marsiglia non si autolimita all'aspetto decorativo e al piacere visivo, instaura con il fruitore un profondo dialogo spirituale.
Riccardo Zelatore
10
luglio 2005
Vincenzo Marsiglia – Oltre il mito
Dal 10 luglio al 15 agosto 2005
giovane arte
Location
FORTEZZA CASTELFRANCO
Finale Ligure, Via Generale Enrico Caviglia, (Savona)
Finale Ligure, Via Generale Enrico Caviglia, (Savona)
Orario di apertura
da venerdi a domenica 17-19 e 20:30-23
Vernissage
10 Luglio 2005, ore 18
Autore
Curatore



