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Ettore Favini – Rough end
Le opere sono realizzate con carta da spolvero forata; le forature evidenziano la dimensione temporale attraverso la quale l’operazione è stata ripetuta e la non forma è andata crescendo
Comunicato stampa
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“Se nessuno mi chiede cosa sia il tempo, lo so, ma se qualcuno me lo chiede non lo so”
Agostino, Le Confessioni.
Le opere sono realizzate con carta da spolvero forata; le forature evidenziano la dimensione temporale attraverso la quale l’operazione è stata ripetuta e la non forma è andata crescendo.
Omaggio a Zenone e Ipotesi di Finito vogliono dare una dimostrazione empirica ad una formula scientifica (Paradosso di Zenone) rappresentata nel suo farsi e costantemente in divenire.
Le carte forate acquistano così il senso di un gesto ripetuto, maniacale, ossessivo, dagli effetti imprevedibili ed infiniti.
Alcune opere, retro-illuminate, grazie ad una fonte di luce artificiale restituiscono allo spettatore un ‘immagine fluida, instabile e indefinita: solo ogni singola visione può determinare un’eventuale forma.
Così come nei lavori su carta le infinite combinazioni di foratura assumono forme solo grazie all’interazione con l’osservatore, nell’opera TEST sono le forme a determinare una visione: quella del sé.
TEST infatti, è un lavoro che si compone di 2 strutture di metallo e legno che fanno da supporto a 10 pezze di camoscio che riproducono le macchie di Rorschach.
Dieci tavole tenute assolutamente segrete per non compromettere la gestione del test e la spontaneità delle risposte, depositarie del carattere dei problemi o delle devianze degli uomini.
Circolarità, interno ed esterno, passato e presente si inseguono e si indagano.
Durante l’inaugurazione verrà inoltre presentato il progetto : Verde Curato da.
Agostino, Le Confessioni.
Le opere sono realizzate con carta da spolvero forata; le forature evidenziano la dimensione temporale attraverso la quale l’operazione è stata ripetuta e la non forma è andata crescendo.
Omaggio a Zenone e Ipotesi di Finito vogliono dare una dimostrazione empirica ad una formula scientifica (Paradosso di Zenone) rappresentata nel suo farsi e costantemente in divenire.
Le carte forate acquistano così il senso di un gesto ripetuto, maniacale, ossessivo, dagli effetti imprevedibili ed infiniti.
Alcune opere, retro-illuminate, grazie ad una fonte di luce artificiale restituiscono allo spettatore un ‘immagine fluida, instabile e indefinita: solo ogni singola visione può determinare un’eventuale forma.
Così come nei lavori su carta le infinite combinazioni di foratura assumono forme solo grazie all’interazione con l’osservatore, nell’opera TEST sono le forme a determinare una visione: quella del sé.
TEST infatti, è un lavoro che si compone di 2 strutture di metallo e legno che fanno da supporto a 10 pezze di camoscio che riproducono le macchie di Rorschach.
Dieci tavole tenute assolutamente segrete per non compromettere la gestione del test e la spontaneità delle risposte, depositarie del carattere dei problemi o delle devianze degli uomini.
Circolarità, interno ed esterno, passato e presente si inseguono e si indagano.
Durante l’inaugurazione verrà inoltre presentato il progetto : Verde Curato da.
01
giugno 2005
Ettore Favini – Rough end
Dal primo giugno al 22 luglio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALESSANDRO DE MARCH
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19
Vernissage
1 Giugno 2005, ore 18
Autore



