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Paolo Tait – Paura e zucchero
Le opere di Paolo Tait sono grandiose, inquietanti e bellissime. Sono il frutto di un pensiero libero e potente che non scende a compromessi con ciò che già esiste o è esistito come formula accettata dal tempo
Comunicato stampa
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Le opere di Paolo Tait sono grandiose, inquietanti e bellissime. Sono il frutto di un pensiero libero e potente che non scende a compromessi con ciò che già esiste o è esistito come formula accettata dal tempo. Per lui la creatività inizia laddove s’ offusca la luce del giorno comune e sociale, dove la foresta tace e si insinua nella muta penombra del sottobosco.
Lì inizia la possibilità del suo FARE. E’ una sintesi di gesto, pensiero ed emozione che manifesta i bottini delle sue scorribande al di là del nulla in opre tangibili, inizialmente di grafite e carta, eternamente contratte dall’ossessione della bellezza.
Tait chiama i disegni che realizza a gesti potenti e nervosi nel vuoto, nel silenzio solitario del suo studio “tutti i disegni che ho perso”. Ciò che alla fine appare come presenza tangibile nelle sue opere esiste prima di tutto come forma cinetica, moto intimo deciso, piega dell’anima espressa dall’energia del corpo.
La sua onestà intellettuale è assoluta.
Non si stanca di cercare, di intraprendere la sua battaglia grandiosa e umile con la materia per farne uscire qualcosa che possa annichilire un poco l’angoscia che non lo abbandona mai: l’ossessione della bellezza, di ciò che lui chiama bellezza e non sa come venga percepito dagli altri.
Le sue opere scrutano lo spettatore, lo frugano nell’anima: nel suo studio non è data la possibilità essere ipocriti, di sfuggire a un’esperienza profonda, di subire un cambiamento. Non ci si può negare; e lì si prova che l’arte quand’è verità si sente anche con la pancia con i piedi, con la schiena.
Per Tait il dubbio è l’unica misura possibile dell’esistere. Le sue figure non sono totemiche e fisse ma vibrano dal nero profondo a tonalità trasparenti di grigio trattenute dal limite fisico della grafite. Ne esce una sorta di paura e zucchero. L’energia contratta negli svincoli dei suoi nodi, cifra di ricerca per lui fondamentale, sfida la resistenza del nostro intimo equilibrio.
laura ostan
Lì inizia la possibilità del suo FARE. E’ una sintesi di gesto, pensiero ed emozione che manifesta i bottini delle sue scorribande al di là del nulla in opre tangibili, inizialmente di grafite e carta, eternamente contratte dall’ossessione della bellezza.
Tait chiama i disegni che realizza a gesti potenti e nervosi nel vuoto, nel silenzio solitario del suo studio “tutti i disegni che ho perso”. Ciò che alla fine appare come presenza tangibile nelle sue opere esiste prima di tutto come forma cinetica, moto intimo deciso, piega dell’anima espressa dall’energia del corpo.
La sua onestà intellettuale è assoluta.
Non si stanca di cercare, di intraprendere la sua battaglia grandiosa e umile con la materia per farne uscire qualcosa che possa annichilire un poco l’angoscia che non lo abbandona mai: l’ossessione della bellezza, di ciò che lui chiama bellezza e non sa come venga percepito dagli altri.
Le sue opere scrutano lo spettatore, lo frugano nell’anima: nel suo studio non è data la possibilità essere ipocriti, di sfuggire a un’esperienza profonda, di subire un cambiamento. Non ci si può negare; e lì si prova che l’arte quand’è verità si sente anche con la pancia con i piedi, con la schiena.
Per Tait il dubbio è l’unica misura possibile dell’esistere. Le sue figure non sono totemiche e fisse ma vibrano dal nero profondo a tonalità trasparenti di grigio trattenute dal limite fisico della grafite. Ne esce una sorta di paura e zucchero. L’energia contratta negli svincoli dei suoi nodi, cifra di ricerca per lui fondamentale, sfida la resistenza del nostro intimo equilibrio.
laura ostan
05
giugno 2005
Paolo Tait – Paura e zucchero
Dal 05 giugno al 05 luglio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA PERELA’
Venezia, Castello, 3459, (Venezia)
Venezia, Castello, 3459, (Venezia)
Orario di apertura
lunedi-domenica dalle 16 ale 20, chiuso di sabato, visite in altri orari previo appuntamento
Vernissage
5 Giugno 2005, ore 19
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