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Giorgio Celiberti – Antologica, Dalla Biennale a Giotto
Le opere saranno esposte all’interno di Villa Breda, mentre il parco ospiterà le creazioni in bronzo dedicate ai “temi monumentali” dei Cavalli, seguiti da un’originale galleria faunistica
Comunicato stampa
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Giorgio Celiberti è uno degli ultimi artisti viventi ad aver partecipato alla prima Biennale di Venezia del dopoguerra, quella curata dal critico Rodolfo Pallucchini. Il Museo di Villa Breda di Padova rende omaggio all’opera di questo grande artista raccogliendo, per la prima volta dopo dieci anni, le sue opere nella mostra “Giorgio Celiberti Antologica, Dalla Biennale a Giotto”, che si svolgerà dal 21 maggio al 18 giugno 2005.
La mostra, organizzata dal curatore artistico del Museo di Villa Breda, Carlo Silvestrin, con il patrocinio e la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Padova, della Regione Veneto e della Fondazione V. S. Breda, sarà presentata dalla storica e critica d’arte Alessandra Possamai Vita, autrice anche del catalogo con prefazione di Jolanda Nigro Covre, docente di Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Padova.
Le opere saranno esposte all’interno di Villa Breda, mentre il parco ospiterà le creazioni in bronzo dedicate ai “temi monumentali” dei Cavalli, seguiti da un’originale galleria faunistica: Gatti, Capre, Uccelli. Le monumentali “Stele” saranno invece collocate nei punti cardine della città del Santo, davanti alla Cappella degli Scrovegni, in Prato della Valle di fronte alla Basilica di Santa Giustina e all’interno delle prestigiose sedi della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo di Piazza Eremitani e del Palazzo del Monte.
Verranno presi in considerazione più di 50 anni di pittura e scultura in un percorso dedicato alla poetica dell’artista a partire dagli anni della Biennale del 1948. Sono gli anni in cui Celiberti inizia subito a svincolarsi da ogni forma di accademismo, da un figurativismo iniziale influenzato dai fauves, dal post-impressionismo, con radici cubiste, Celibert approda a suggestioni informali, pur non rinunciando a embrioni figurativi. Si trasferisce a Roma, con studio a Villa Strohl-Fern. Renato Guttuso definisce la sua pittura di “aggressiva chiarezza”. Nel 1950 è stato invitato con quattro opere alla Quadriennale, che nella successiva edizione gli dedica una sala. Compie viaggi di studio a Parigi, Bruxelles, Londra, Stati Uniti, Messico, Cuba.
Nel 1965 la visita al lager nazista di Terezin, dove morirono migliaia di bambini ebrei, determina una svolta decisiva nella sua produzione. L’artista comincia a vedere per segni e testimonianze, quasi che i cuori e le farfalle disegnati sui muri del carcere dalle piccole mani fossero un monito per l’umanità e la tramatura informale delle tele si ispessisse di colori cupi, a prefigurare la violenza del mondo e l’universalità del dolore.
Negli anni ’70 Celiberti propone i “Muri antropomorfi” e i ”Rilievi”, germinati dalla riflessione sui reperti della necropoli romane e longobarde.
Nella scultura l’artista compie un’originale simbiosi tra espressione plastica e pittura. Dopo i monumentali “Cavalli” e una fantastica galleria di “Capre”, “Uccelli”, “Gatti”, le serie delle “Schegge”, delle “Stele”, dei “Bassorilievi”, si carica degli echi di un passato mitologico intriso di memoria e di magia.
La mostra sarà per Giorgio Celiberti un modo per confrontarsi con i monumenti della città di Padova, con Giotto e il Medioevo, con l’Arena Romana, con il Prato settecentesco e la Basilica paleocristiana, “dando forma”, come afferma egli stesso afferma, “allo scorrere del tempo e alle affascinanti civiltà del passato che vivono nell’inconscio di ogni essere umano”.
La realizzazione della mostra è stata resa possibile grazie al contributo della catena “Golden Hotels” Caesar e Montecarlo di Montegrotto Terme (Pd), di Fabbian Illuminazione Spa e alla collaborazione di Corò Arredamenti, Oscar Security e Agaco Multiservice.
Sponsor principale la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che attiverà un apposito call-center, offrendo ai propri clienti, previa prenotazione, una visita guidata con uno storico dell’arte.
La mostra, organizzata dal curatore artistico del Museo di Villa Breda, Carlo Silvestrin, con il patrocinio e la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Padova, della Regione Veneto e della Fondazione V. S. Breda, sarà presentata dalla storica e critica d’arte Alessandra Possamai Vita, autrice anche del catalogo con prefazione di Jolanda Nigro Covre, docente di Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Padova.
Le opere saranno esposte all’interno di Villa Breda, mentre il parco ospiterà le creazioni in bronzo dedicate ai “temi monumentali” dei Cavalli, seguiti da un’originale galleria faunistica: Gatti, Capre, Uccelli. Le monumentali “Stele” saranno invece collocate nei punti cardine della città del Santo, davanti alla Cappella degli Scrovegni, in Prato della Valle di fronte alla Basilica di Santa Giustina e all’interno delle prestigiose sedi della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo di Piazza Eremitani e del Palazzo del Monte.
Verranno presi in considerazione più di 50 anni di pittura e scultura in un percorso dedicato alla poetica dell’artista a partire dagli anni della Biennale del 1948. Sono gli anni in cui Celiberti inizia subito a svincolarsi da ogni forma di accademismo, da un figurativismo iniziale influenzato dai fauves, dal post-impressionismo, con radici cubiste, Celibert approda a suggestioni informali, pur non rinunciando a embrioni figurativi. Si trasferisce a Roma, con studio a Villa Strohl-Fern. Renato Guttuso definisce la sua pittura di “aggressiva chiarezza”. Nel 1950 è stato invitato con quattro opere alla Quadriennale, che nella successiva edizione gli dedica una sala. Compie viaggi di studio a Parigi, Bruxelles, Londra, Stati Uniti, Messico, Cuba.
Nel 1965 la visita al lager nazista di Terezin, dove morirono migliaia di bambini ebrei, determina una svolta decisiva nella sua produzione. L’artista comincia a vedere per segni e testimonianze, quasi che i cuori e le farfalle disegnati sui muri del carcere dalle piccole mani fossero un monito per l’umanità e la tramatura informale delle tele si ispessisse di colori cupi, a prefigurare la violenza del mondo e l’universalità del dolore.
Negli anni ’70 Celiberti propone i “Muri antropomorfi” e i ”Rilievi”, germinati dalla riflessione sui reperti della necropoli romane e longobarde.
Nella scultura l’artista compie un’originale simbiosi tra espressione plastica e pittura. Dopo i monumentali “Cavalli” e una fantastica galleria di “Capre”, “Uccelli”, “Gatti”, le serie delle “Schegge”, delle “Stele”, dei “Bassorilievi”, si carica degli echi di un passato mitologico intriso di memoria e di magia.
La mostra sarà per Giorgio Celiberti un modo per confrontarsi con i monumenti della città di Padova, con Giotto e il Medioevo, con l’Arena Romana, con il Prato settecentesco e la Basilica paleocristiana, “dando forma”, come afferma egli stesso afferma, “allo scorrere del tempo e alle affascinanti civiltà del passato che vivono nell’inconscio di ogni essere umano”.
La realizzazione della mostra è stata resa possibile grazie al contributo della catena “Golden Hotels” Caesar e Montecarlo di Montegrotto Terme (Pd), di Fabbian Illuminazione Spa e alla collaborazione di Corò Arredamenti, Oscar Security e Agaco Multiservice.
Sponsor principale la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che attiverà un apposito call-center, offrendo ai propri clienti, previa prenotazione, una visita guidata con uno storico dell’arte.
21
maggio 2005
Giorgio Celiberti – Antologica, Dalla Biennale a Giotto
Dal 21 maggio al 18 giugno 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO DI VILLA BREDA
Padova, Via San Marco, 219, (Padova)
Padova, Via San Marco, 219, (Padova)
Orario di apertura
lunedì - sabato 15.30 - 19.30, domenica 10.00 - 12.30 - 15.30 - 19.30
Vernissage
21 Maggio 2005, ore 18
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