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Daniele Girardi – Chromocosmo
Quindici opere che raccontano un lavoro accurato sulla modificazione dell’immagine, alla ricerca dei segreti che si nascondono dietro la più banale apparenza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 21 maggio al 30 luglio 2005, la galleria La Giarina presenta
l’ultima ricerca di Daniele Girardi, giovane esponente della ricerca
italiana più all’avanguardia, sia come tecniche che come temi. Quindici
opere che raccontano un lavoro accurato sulla modificazione
dell’immagine, alla ricerca dei segreti che si nascondono dietro la più
banale apparenza. Del lavoro di Girardi – nato a Verona nel 1977,
diviso tra la città natale e Milano – il critico Maurizio Sciaccaluga
scrive in catalogo che “interrompe il tempo felice e spensierato
dell’infanzia, precipita senza paracadute l’immaginazione
adolescenziale in quel mondo crudo e violento, inospitale, che l’uomo
ha oramai creato sul pianeta. Nelle mani del giovane eclettico artista
pupazzi e giocattoli, animaletti di plastica e gadget per bambini
diventano – oltre che lo strumento per una pittura con e senza
pennelli, oltre che la materia di un nuovo, assolutamente originale
impasto timbrico e formale – il simbolo concreto e tangibile di come
l’innocenza sia destinata inevitabilmente a soccombere e scomparire, la
dimostrazione inconfutabile dell’inconsistenza d’ogni sogno e ogni
speranza… Non esiste una tecnica definita e definibile nel lavoro
dell’artista. O meglio, esistono tutte le tecniche, sovrapposte una
all’altra, alternate, shakerate, reiterate a dismisura. All’inizio c’è
il ready-made, il recupero e la rivisitazione d’oggetti del quotidiano,
per creare una strana scultura visionaria, un curioso paesaggio onirico
capace di dare del mondo una visione fantasiosa e fiabesca. Poi
sopravviene la fotografia, che di questo mondo beato e fittizio capta e
cattura solo una minima parte, una frazione, per svelare quale incastro
d’incongruenze, astrazioni e confusioni possa celarsi sotto la buccia
esile della forma. Scannerizzata, l’immagine fotografica passa, in
diverse fasi, sotto i ferri del computer, della pittura, degli acidi di
stampa, per subire una serie di operazioni chirurgiche atte a
sventrarla, scioglierla, rivoltarla. È come se l’autore volesse tirar
fuori le interiora e l’anima di quegli oggetti, mostrarli dal di
dentro, raccontarne il Dna”.
l’ultima ricerca di Daniele Girardi, giovane esponente della ricerca
italiana più all’avanguardia, sia come tecniche che come temi. Quindici
opere che raccontano un lavoro accurato sulla modificazione
dell’immagine, alla ricerca dei segreti che si nascondono dietro la più
banale apparenza. Del lavoro di Girardi – nato a Verona nel 1977,
diviso tra la città natale e Milano – il critico Maurizio Sciaccaluga
scrive in catalogo che “interrompe il tempo felice e spensierato
dell’infanzia, precipita senza paracadute l’immaginazione
adolescenziale in quel mondo crudo e violento, inospitale, che l’uomo
ha oramai creato sul pianeta. Nelle mani del giovane eclettico artista
pupazzi e giocattoli, animaletti di plastica e gadget per bambini
diventano – oltre che lo strumento per una pittura con e senza
pennelli, oltre che la materia di un nuovo, assolutamente originale
impasto timbrico e formale – il simbolo concreto e tangibile di come
l’innocenza sia destinata inevitabilmente a soccombere e scomparire, la
dimostrazione inconfutabile dell’inconsistenza d’ogni sogno e ogni
speranza… Non esiste una tecnica definita e definibile nel lavoro
dell’artista. O meglio, esistono tutte le tecniche, sovrapposte una
all’altra, alternate, shakerate, reiterate a dismisura. All’inizio c’è
il ready-made, il recupero e la rivisitazione d’oggetti del quotidiano,
per creare una strana scultura visionaria, un curioso paesaggio onirico
capace di dare del mondo una visione fantasiosa e fiabesca. Poi
sopravviene la fotografia, che di questo mondo beato e fittizio capta e
cattura solo una minima parte, una frazione, per svelare quale incastro
d’incongruenze, astrazioni e confusioni possa celarsi sotto la buccia
esile della forma. Scannerizzata, l’immagine fotografica passa, in
diverse fasi, sotto i ferri del computer, della pittura, degli acidi di
stampa, per subire una serie di operazioni chirurgiche atte a
sventrarla, scioglierla, rivoltarla. È come se l’autore volesse tirar
fuori le interiora e l’anima di quegli oggetti, mostrarli dal di
dentro, raccontarne il Dna”.
21
maggio 2005
Daniele Girardi – Chromocosmo
Dal 21 maggio al 30 luglio 2005
arte contemporanea
Location
LA GIARINA ARTE CONTEMPORANEA
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30-19.30, mattino, lunedì e festivi su
appuntamento
Vernissage
21 Maggio 2005, ore 18.30
Autore
Curatore




