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Floria Sigismondi / Matteo Basilè
Doppia personale nella nuova sede, oltre a due opere di Nannucci e Boetti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
GALLERIA UNO
presenta
Floria Sigismondi
Un medico visita dei bambini in una scuola; controlla cavità orale,
nasale, orecchie e con una pacca li tranquillizza, va tutto bene. Poi
suona la campanella, è ora della pausa. I piccoli sciamano festosi,
raggiungono gli attaccapanni e si vestono, cappotti, scialli,
cappelli, guanti e maschera antigas. Fuori sembra essersi da poco
conclusa l'apocalisse, piove cenere, il cielo è rosso fiamma, ma la
gioia di un intervallo sembrerebbe far superare l'orrore dei resti di
una guerra totale….
Le immagini sono mozzafiato, apparentemente semplici per un occhio che
non scruta in profondità, ma invece incredibilmente complesse nella
loro struttura finita.
Lavoro ossessivo ed affascinante, quello di Floria Sigismondi, artista
italo-canadese che in questa personale presenta per la prima volta
in Italia opere di grande formato (160x120). Il titolo della mostra
è Maladjusted: dieci opere fotografiche e due video realizzati per le
rock band Sigur Ros, Tricky e Barry Adamson.
Il lavoro fotografico va dal '90 al 2005 e rappresenta diversi
soggetti: donne, volti nascosti da sembianze animali e maschere a gas,
pistole, camere da letto. In tutte è il colore che domina e le diverse
tinte hanno una carica espressiva quasi fauve. Alcune di queste
foto sono state inserite nel suo libro "Redemption": ritratti di
rock star ed umanoidi, immagini che da suggestioni classiche vengono
trasformate in inquietanti figure - ora in accordo, ora in disaccordo
con la loro reale natura.
Il lavoro di Floria Sigismondi può essere definito multidisciplinare;
spazia infatti dal contesto musicale a quello museale, utilizzando
film, video, fotografia e scultura. Amalgamando la cinematografia dei
primordi con l'estetica della pittura, Floria crea un iper-surrealismo
basato sulla figura, utilizzando immagini oniriche e allucinanti.
Fotogrammi tratti dai suoi video si fondono con le sue serie
fotografiche, mentre le fotografie si dissolvono in modo naturale in
sculture. Le immagini di Flora sono poetiche ma allo stesso tempo
inquietanti, vivono in un contesto teatrale che è tanto narrativo
quanto crudamente visivo. Le influenze spaziano da Hans Bellmer,
Francis Bacon e David Lynch, fino alla mitologia greca.
Floria esplora gli effetti della scienza sulla nostra esperienza
corporea contemporanea; con l'attuale progresso bioteconolgico
esiste una eventualità spaventosa e complessa, ma allo stesso tempo
misteriosa e irresistibile.
Floria Sigismondi nasce a Pescara nel 1956, all'età di due anni la sua
famiglia si trasferisce in Canada, nella città industriale di
Hamilton, in Ontario. Nel 1987 si sposta a Toronto per studiare
pittura ed illustrazione nell'Ontario College of Art and Design. Si
laurea con una specializzazione in fotografia ed intraprende quella
che è divenuta velocemente una carriera di successo come fotografa di
moda, in un anno amplia la sua attività dirigendo video-clip.
Lavora con pop star internazionali come i Cure, Sigur Ros, David
Bowie, Marilyn Manson, Leonard Cohen e Bjork - per tutti il comun
denominatore è la trasgressività e l'indagine sull'identità e sul
corpo.
Ha esposto in gallerie private e in musei internazionali e ha
partecipato a mostre collettive con Cindy Sherman, Rebecca Horn,
Vanessa Beecroft, Tony Oursler, Donald Lipski, Francesco Clemente e
Joel Peter Witkin.
GALLERIA DUE
presenta
.
Matteo Basilè
Matteo Basilè presenta il suo ultimo lavoro tre opere retro-illuminate
di grande dimensione, dal titolo I DON'T BELIEVE IT .
Estasi. Le figure galleggiano in un limbo. Uno sfondo indefinito fatto
d'aria fredda e candida. Distanti nello spazio e nel tempo, abitano
una dimensione altra, intessuta di luci lattee che a tratti sembrano
addirittura impregnare i corpi. Luoghi. In questo vuoto, curiosamente
a metà strada tra l'inerte neutralità di un set fotografico e
l'astrattezza di uno spazio mentale, i personaggi delle opere di
Matteo Basilé incarnano visioni ed estasi, inquietudini e
sconvolgimenti. Bloccate in pose ieratiche, raccontano di una
sacralità tutta contemporanea, che si riallaccia ad un'iconografia
mistica antica di secoli, attualizzata per il tramite di un'estetica
elettronica ed ibrida.
Contaminazione, ancora. Un immaginario, quello del giovane artista
romano, che si nutre di musica e cinema, di videoclip e di design, di
grafica e di editoria, di informazioni e di segni: i ritmi e le
immagini della nostra ipertrofica contemporaneità. Vecchi e bambini,
clown e modelle, uomini dai corpi sbiancati ed eterei, occhi bistrati
e maschere che sembrano essersi incollate per sempre sui volti, come
trucchi che non possono più essere cancellati. Make up. Ad inquinare e
contaminare il raffinato equilibrio delle immagini, si diffondono come
virus chiazze e graffi. Aloni chiari come fasci di luce, o scuri come
muffe, dialogano con i soggetti e conferiscono loro un aspetto alieno,
quasi materializzando idee e sentimenti.
UFFICIO
presenta
un'opera di Alighiero Boetti
Nella zona UFFICIO una sola grande opera di Alighiero Boetti - collage
su carta telata (102x304) dal titolo "Oggi tra gli ultimi giorni del
sesto mese del millenovecentonavantuno"
L'opera-dittico dell'artista trasforma l'impostazione classicheggiante
del supporto in una narrazione astratta nella forma, e polimaterica
nell'utilizzo del collage.
MAGAZZINO
presenta
un'opera di Maurizio Nannucci
Nello zona MAGAZZINO installazione di Maurizio Nannucci - grande
opera concettuale in neon colorato, su più piani. Il colore
rappresenta l'elemento curioso, che in un secondo momento diventa
interessante in virtù del suo testo
Vive e lavora a Firenze e in Germania, è tra i protagonisti delle
sperimentazioni artistiche internazionali nell'ambito della poesia
concreta, fluxus e concettuale, elaborando un suo proprio personale
linguaggio legato alle strutture verbali e multimediali.
presenta
Floria Sigismondi
Un medico visita dei bambini in una scuola; controlla cavità orale,
nasale, orecchie e con una pacca li tranquillizza, va tutto bene. Poi
suona la campanella, è ora della pausa. I piccoli sciamano festosi,
raggiungono gli attaccapanni e si vestono, cappotti, scialli,
cappelli, guanti e maschera antigas. Fuori sembra essersi da poco
conclusa l'apocalisse, piove cenere, il cielo è rosso fiamma, ma la
gioia di un intervallo sembrerebbe far superare l'orrore dei resti di
una guerra totale….
Le immagini sono mozzafiato, apparentemente semplici per un occhio che
non scruta in profondità, ma invece incredibilmente complesse nella
loro struttura finita.
Lavoro ossessivo ed affascinante, quello di Floria Sigismondi, artista
italo-canadese che in questa personale presenta per la prima volta
in Italia opere di grande formato (160x120). Il titolo della mostra
è Maladjusted: dieci opere fotografiche e due video realizzati per le
rock band Sigur Ros, Tricky e Barry Adamson.
Il lavoro fotografico va dal '90 al 2005 e rappresenta diversi
soggetti: donne, volti nascosti da sembianze animali e maschere a gas,
pistole, camere da letto. In tutte è il colore che domina e le diverse
tinte hanno una carica espressiva quasi fauve. Alcune di queste
foto sono state inserite nel suo libro "Redemption": ritratti di
rock star ed umanoidi, immagini che da suggestioni classiche vengono
trasformate in inquietanti figure - ora in accordo, ora in disaccordo
con la loro reale natura.
Il lavoro di Floria Sigismondi può essere definito multidisciplinare;
spazia infatti dal contesto musicale a quello museale, utilizzando
film, video, fotografia e scultura. Amalgamando la cinematografia dei
primordi con l'estetica della pittura, Floria crea un iper-surrealismo
basato sulla figura, utilizzando immagini oniriche e allucinanti.
Fotogrammi tratti dai suoi video si fondono con le sue serie
fotografiche, mentre le fotografie si dissolvono in modo naturale in
sculture. Le immagini di Flora sono poetiche ma allo stesso tempo
inquietanti, vivono in un contesto teatrale che è tanto narrativo
quanto crudamente visivo. Le influenze spaziano da Hans Bellmer,
Francis Bacon e David Lynch, fino alla mitologia greca.
Floria esplora gli effetti della scienza sulla nostra esperienza
corporea contemporanea; con l'attuale progresso bioteconolgico
esiste una eventualità spaventosa e complessa, ma allo stesso tempo
misteriosa e irresistibile.
Floria Sigismondi nasce a Pescara nel 1956, all'età di due anni la sua
famiglia si trasferisce in Canada, nella città industriale di
Hamilton, in Ontario. Nel 1987 si sposta a Toronto per studiare
pittura ed illustrazione nell'Ontario College of Art and Design. Si
laurea con una specializzazione in fotografia ed intraprende quella
che è divenuta velocemente una carriera di successo come fotografa di
moda, in un anno amplia la sua attività dirigendo video-clip.
Lavora con pop star internazionali come i Cure, Sigur Ros, David
Bowie, Marilyn Manson, Leonard Cohen e Bjork - per tutti il comun
denominatore è la trasgressività e l'indagine sull'identità e sul
corpo.
Ha esposto in gallerie private e in musei internazionali e ha
partecipato a mostre collettive con Cindy Sherman, Rebecca Horn,
Vanessa Beecroft, Tony Oursler, Donald Lipski, Francesco Clemente e
Joel Peter Witkin.
GALLERIA DUE
presenta
.
Matteo Basilè
Matteo Basilè presenta il suo ultimo lavoro tre opere retro-illuminate
di grande dimensione, dal titolo I DON'T BELIEVE IT .
Estasi. Le figure galleggiano in un limbo. Uno sfondo indefinito fatto
d'aria fredda e candida. Distanti nello spazio e nel tempo, abitano
una dimensione altra, intessuta di luci lattee che a tratti sembrano
addirittura impregnare i corpi. Luoghi. In questo vuoto, curiosamente
a metà strada tra l'inerte neutralità di un set fotografico e
l'astrattezza di uno spazio mentale, i personaggi delle opere di
Matteo Basilé incarnano visioni ed estasi, inquietudini e
sconvolgimenti. Bloccate in pose ieratiche, raccontano di una
sacralità tutta contemporanea, che si riallaccia ad un'iconografia
mistica antica di secoli, attualizzata per il tramite di un'estetica
elettronica ed ibrida.
Contaminazione, ancora. Un immaginario, quello del giovane artista
romano, che si nutre di musica e cinema, di videoclip e di design, di
grafica e di editoria, di informazioni e di segni: i ritmi e le
immagini della nostra ipertrofica contemporaneità. Vecchi e bambini,
clown e modelle, uomini dai corpi sbiancati ed eterei, occhi bistrati
e maschere che sembrano essersi incollate per sempre sui volti, come
trucchi che non possono più essere cancellati. Make up. Ad inquinare e
contaminare il raffinato equilibrio delle immagini, si diffondono come
virus chiazze e graffi. Aloni chiari come fasci di luce, o scuri come
muffe, dialogano con i soggetti e conferiscono loro un aspetto alieno,
quasi materializzando idee e sentimenti.
UFFICIO
presenta
un'opera di Alighiero Boetti
Nella zona UFFICIO una sola grande opera di Alighiero Boetti - collage
su carta telata (102x304) dal titolo "Oggi tra gli ultimi giorni del
sesto mese del millenovecentonavantuno"
L'opera-dittico dell'artista trasforma l'impostazione classicheggiante
del supporto in una narrazione astratta nella forma, e polimaterica
nell'utilizzo del collage.
MAGAZZINO
presenta
un'opera di Maurizio Nannucci
Nello zona MAGAZZINO installazione di Maurizio Nannucci - grande
opera concettuale in neon colorato, su più piani. Il colore
rappresenta l'elemento curioso, che in un secondo momento diventa
interessante in virtù del suo testo
Vive e lavora a Firenze e in Germania, è tra i protagonisti delle
sperimentazioni artistiche internazionali nell'ambito della poesia
concreta, fluxus e concettuale, elaborando un suo proprio personale
linguaggio legato alle strutture verbali e multimediali.
17
maggio 2005
Floria Sigismondi / Matteo Basilè
Dal 17 maggio al 20 giugno 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL PONTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Beatrice Cenci, 9/9a, (Roma)
Roma, Via Beatrice Cenci, 9/9a, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 15–19
Vernissage
17 Maggio 2005, ore 19
Ufficio stampa
STUDIO ORSINI
Autore




