Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Anton Zoran Music – Piccole Carte
Un omaggio al grande artista goriziano Anton Zoran Music, frutto dell’amicizia che lo lega da più di venticinque anni a Lia e Maurizio Zanei
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Piccole Carte. Music da scoprire
Catturare la prima emozione e racchiuderla su un foglio di esigue dimensioni: questo è il leitmotiv della prestigiosa mostra internazionale allestita presso i locali della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia dal 14 maggio al 26 giugno 2005 ed in seguito, presso Cankarjev dom di Lubjana.
Un omaggio al grande artista goriziano Anton Zoran Music, frutto dell’amicizia che lo lega da più di venticinque anni a Lia e Maurizio Zanei, che attraverso un’instancabile ed appassionata ricerca, hanno creato una delle più ricche collezioni private a lui dedicate.
Una vita intensa, unica e ricca di esperienze, tradotta in immagini, riprese su carte di fortuna, che non superano la metà di un normale foglio A4, dove si trova racchiusa l’anima più intima e sincera dell’artista: il paesaggio carsico, la laguna di Venezia, le colline senesi, ed infine Dachau, non rappresentano che una minima parte delle oltre centosessanta carte che vengono per la prima volta presentate in pubblico, dalle quali emerge un lato del pittore sconosciuto, che aiuta a comprendere meglio l’immensità del suo patrimonio artistico.
L’attività frenetica della memoria, che permette il riaffiorare di immagini e sguardi racchiusi nel proprio inconscio e che trovano espressione in supporti cartacei occasionali, grazie a gesti spontanei e automatici della mano, come una necessità che guida il pittore, razionalizzati dalla finalità artistica racchiusa nella mente dello stesso artista per consegnare ad un foglio un pezzo del proprio mondo interiore.
L’avvicinarsi alle piccole carte rappresenta un momento necessario per comprendere l’immensità del repertorio artistico del pittore goriziano, in quanto rappresentano la possibilità di accedere alla vera anima dell’artista, mix di intimità e sincerità. La ricerca interiore parte dal ricordo della terra natia, Gorizia e il paesaggio carsico, con i suoi colori densi, terrosi, sfumati: “non solo una città, ma un’idea, una cultura, un modo d’essere, un Paradiso che si estende dal Collio fino all’Isonzo e al Vipacco”.
L’arte, il suo mezzo di comunicazione preferito, gli permette di raccontare le esperienze del passato e di riconsegnarci oltre a ricche testimonianze del suo particolare rapporto con la natura, anche il grande tema della vecchiaia, vissuta attraverso una serie di autoritratti, che riprendono il corpo, stanco e pesante durante diversi momenti della vita quotidiana. Emozionate è la piccola raccolta di carte sfuggite al campo di concentramento di Dachau, dove l’insistente ricordo dei corpi morti accatastati continua a perseguitarlo durante tutta la vita: da qui nasce il ciclo celeberrimo “Nous ne sommes pas les derniérs” , che rappresenta un inno, un grido alla vita che in questi momenti non lo abbandona mai.
Proprio una tela ispirata a questo tema ed esposta nel 1977 al Centro Pompidou di Parigi consente a Maurizio e Lia Zanei di potersi avvicinare alla produzione musiana ed ad attivare una ricerca sempre più appassionata delle sue opere, consacrata da una stretta amicizia che li lega a Music e a sua moglie, Ida Barbarigo, la sua unica e vera musa ispiratrice, nonché oggetto di numerosi ritratti: ci insegnano ad oltrepassare la semplice interpretazione della tela, per andare a ricercare l’anima, l’Arte, la filosofia dell’autore e scoprire qualcosa di più di una vicinanza geografica: la celebrazione della vita attraverso il tema della natura, simbolo del rincorrersi delle stagioni e così della vita e della morte; la vita, unico appiglio durante i giorni di prigionia e il la propria vita “denudata” attraverso l’autoritratto.
Spesso è stato dimenticato in patria, forse per la scelta di trascorrere la vita a Parigi, dove è stato capace di conquistare gli appassionati d’arte e non, attraverso la sua arte e guadagnarsi la Legion d’honneur, consegnatagli dal presidente francese Mitterand nel 1995: nasce così la possibilità di conoscere questa artista eclettico partendo dal suo lato più intimo e riservato, grazie all’iniziativa della Biblioteca Statale Isontina, che attraverso il suo direttore Marco Menato e, ha aperto i propri locali alle collezioni di numerosi pittori locali e che, con la collaborazione di Marilena Pasquali (curatrice della mostra) e Katia Toso (responsabile della catalogazione della collezione Zanei), ha deciso di rendere omaggio all’artista più illustre delle sue terre.
Catturare la prima emozione e racchiuderla su un foglio di esigue dimensioni: questo è il leitmotiv della prestigiosa mostra internazionale allestita presso i locali della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia dal 14 maggio al 26 giugno 2005 ed in seguito, presso Cankarjev dom di Lubjana.
Un omaggio al grande artista goriziano Anton Zoran Music, frutto dell’amicizia che lo lega da più di venticinque anni a Lia e Maurizio Zanei, che attraverso un’instancabile ed appassionata ricerca, hanno creato una delle più ricche collezioni private a lui dedicate.
Una vita intensa, unica e ricca di esperienze, tradotta in immagini, riprese su carte di fortuna, che non superano la metà di un normale foglio A4, dove si trova racchiusa l’anima più intima e sincera dell’artista: il paesaggio carsico, la laguna di Venezia, le colline senesi, ed infine Dachau, non rappresentano che una minima parte delle oltre centosessanta carte che vengono per la prima volta presentate in pubblico, dalle quali emerge un lato del pittore sconosciuto, che aiuta a comprendere meglio l’immensità del suo patrimonio artistico.
L’attività frenetica della memoria, che permette il riaffiorare di immagini e sguardi racchiusi nel proprio inconscio e che trovano espressione in supporti cartacei occasionali, grazie a gesti spontanei e automatici della mano, come una necessità che guida il pittore, razionalizzati dalla finalità artistica racchiusa nella mente dello stesso artista per consegnare ad un foglio un pezzo del proprio mondo interiore.
L’avvicinarsi alle piccole carte rappresenta un momento necessario per comprendere l’immensità del repertorio artistico del pittore goriziano, in quanto rappresentano la possibilità di accedere alla vera anima dell’artista, mix di intimità e sincerità. La ricerca interiore parte dal ricordo della terra natia, Gorizia e il paesaggio carsico, con i suoi colori densi, terrosi, sfumati: “non solo una città, ma un’idea, una cultura, un modo d’essere, un Paradiso che si estende dal Collio fino all’Isonzo e al Vipacco”.
L’arte, il suo mezzo di comunicazione preferito, gli permette di raccontare le esperienze del passato e di riconsegnarci oltre a ricche testimonianze del suo particolare rapporto con la natura, anche il grande tema della vecchiaia, vissuta attraverso una serie di autoritratti, che riprendono il corpo, stanco e pesante durante diversi momenti della vita quotidiana. Emozionate è la piccola raccolta di carte sfuggite al campo di concentramento di Dachau, dove l’insistente ricordo dei corpi morti accatastati continua a perseguitarlo durante tutta la vita: da qui nasce il ciclo celeberrimo “Nous ne sommes pas les derniérs” , che rappresenta un inno, un grido alla vita che in questi momenti non lo abbandona mai.
Proprio una tela ispirata a questo tema ed esposta nel 1977 al Centro Pompidou di Parigi consente a Maurizio e Lia Zanei di potersi avvicinare alla produzione musiana ed ad attivare una ricerca sempre più appassionata delle sue opere, consacrata da una stretta amicizia che li lega a Music e a sua moglie, Ida Barbarigo, la sua unica e vera musa ispiratrice, nonché oggetto di numerosi ritratti: ci insegnano ad oltrepassare la semplice interpretazione della tela, per andare a ricercare l’anima, l’Arte, la filosofia dell’autore e scoprire qualcosa di più di una vicinanza geografica: la celebrazione della vita attraverso il tema della natura, simbolo del rincorrersi delle stagioni e così della vita e della morte; la vita, unico appiglio durante i giorni di prigionia e il la propria vita “denudata” attraverso l’autoritratto.
Spesso è stato dimenticato in patria, forse per la scelta di trascorrere la vita a Parigi, dove è stato capace di conquistare gli appassionati d’arte e non, attraverso la sua arte e guadagnarsi la Legion d’honneur, consegnatagli dal presidente francese Mitterand nel 1995: nasce così la possibilità di conoscere questa artista eclettico partendo dal suo lato più intimo e riservato, grazie all’iniziativa della Biblioteca Statale Isontina, che attraverso il suo direttore Marco Menato e, ha aperto i propri locali alle collezioni di numerosi pittori locali e che, con la collaborazione di Marilena Pasquali (curatrice della mostra) e Katia Toso (responsabile della catalogazione della collezione Zanei), ha deciso di rendere omaggio all’artista più illustre delle sue terre.
14
maggio 2005
Anton Zoran Music – Piccole Carte
Dal 14 maggio al 26 giugno 2005
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA STATALE ISONTINA – PALAZZO WERDENBERG
Gorizia, Via Goffredo Mameli, 12, (Gorizia)
Gorizia, Via Goffredo Mameli, 12, (Gorizia)
Autore



